Bodyguard Kiba
- Azione
- Giappone
- durata 93'
Titolo originale Bodigaado Kiba
Regia di Takashi Miike
Con Hisao Maki, Masaru Matsuda, Daisuke Nagakura, Ren Osugi, Megumi Sakita, Shinobu Tanaka
Anche se il primo lavoro girato da Miike è stato "Redi hantaa: Koroshi no pureryuudo" (Lady Hunter: Prelude to Murder), il primo ad essere distribuito è "Toppuu! Minipato tai - Aikyacchi Jankushon" (Eyecatch Junction), commedia poliziesca di medio(-basso) livello pieno di 'giapponesate standard' con qualche strizzata d'occhio sexy (anche se Miike, a differenza di altri Registi suoi "coetanei", non ha mai diretto pinku-eiga, ovvero film erotici soft). Artisticamente mediocre (l'Autore non pensava seriamente di poter far carriera come regista), il film ha comunque qualche elemento di interesse, soprattutto nell'aggiunta di una sottotraccia serio-drammatica (con il tema della prostituzione sfruttata dalla yakuza) all'interno di una struttura altrimenti convenzionalmente comica.
Come accennato, il primo film diretto dal Regista è stato 'Lady Hunter: Prelude to Murder', che per qualche ragione ero convinto nascesse come pilot per una serie tv ma quasi sicuramente mi confondevo con il successivo "Silver - shirubaa". Il film, comunque, per quel che ricordo sembra quasi un episodio lungo di un qualche serial, soprattutto per la patina televisiva data dai mezzi risicati; è difficile inoltre riconoscere la Mano di Miike, la scelta di una protagonista donna è portata avanti con modalità tradizionali e la noia in diversi punti si fa sentire. Ci sono però alcuni momenti in cui si possono vedere squarci della Poetica dell'Autore, in particolare nel Finale violento e tragico. Come il coetaneo 'Eyecatch Junction', anche questo film è sostanzialmente evitabile, ma se si ama Miike e si desidera approfondire a 360° la sua Filmografia direi che una visione è praticamente obbligatoria.
Nel 1992 Miike inizia una delle sue collaborazioni più durature, ovvero quella con il mangaka/sceneggiatore/allenatore di arti marziali Hideo Maki, fratello di Ikki Kajiwara, un altro celebre mangaka. Purtroppo la coppia Miike & Maki (il Regista tra l'altro si iscrisse in futuro alla palestra di karate dello sceneggiatore) non è praticamente mai garanzia di qualità, tra storie piuttosto convenzionali e banali e una messa in scena spesso piattina. "Ningen kyôki: Ai to ikari no ringu" (A Human Murder Weapon), inizio di questa collaborazione, non fa eccezione (anche se, per onestà intellettuale, devo dichiarare di aver visto la pellicola senza sottotitoli, non avendone trovato alcuno): tratto da un fumetto di Kajiwara e Nobuo Nakano, il film è sostanzialmente una sequela di incontri di lotta in diverse occasioni con generi misti. Riesce a divertire (in questo forse aiutato, per quanto possa sembrare assurdo, dalla mancata comprensione dei dialoghi), ma poi si lascia facilmente dimenticare.
Dopo un film televisivo, "Rasuto ran: Ai to uragiri no hyaku-oku en - shissô Feraari 250 GTO", che ancora debbo vedere, nel 1993 Miike collabora nuovamente con Maki, trasponendo ancora una volta un manga del fratello (scritto insieme a Ken Nakagusuku) già portato in modo convincente sul grande schermo negli anni '70 da Tatsuichi Takamori con protagonista Sonny Chiba. La trama del film di Miike è piuttosto differente rispetto a quella del film di Takamori, ma la sostanza resta più o meno similare: il karateka Kiba presta la sua arte di combattimento come guardia del corpo, la clientela è invischiata in loschi affari e ciò costringe Kiba a scontarsi contro alcuni yakuza, nel mentre il bodyguard approfondisce la conoscenza di chi l'ha assunto scoprendo determinate sfumature umane, nel finale c'è qualcosa di drammatico. In entrambi i casi ci troviamo di fronte ad action movies d'intrattenimento e i registi prestano la loro capacità tecnica alla riuscita dell'operazione. Concentrandoci sul film del '93, Miike continua a dimostrare una forte acerbità nello Stile e nella Poetica in favore di logiche più di consumo. Però, rispetto ai lavori precedenti e ad altre collaborazioni con Maki, qui la qualità è sensibilmente migliore e si inizia a costruire maggiormente quello che sarà il suo Gusto e la sua Visione Artistica, dalla fotografia sporca all'intelligente sfruttamento dei pochi mezzi a disposizione, iniziando anche a proporre Tematiche come la yakuza, la droga e il sesso (incluso lo stupro), mostrando anche Personaggi Femminili molto forti e solo apparentemente 'secondari'. Quindi, pur non essendo un capolavoro, questo 'Bodigaado Kiba' è un prodotto piuttosto godibile che potrà risultare più che interessante per gli estimatori e le estimatrici di Takashi Miike, e onestamente non capisco perché non l'abbia inserito nella mia maratona di revisioni.
Sempre nel '93 esce il dittico "Oretachi wa tenshi ja nai", di cui non son riuscito a vedere niente, mentre nel '94 Miike realizza "Shinjuku autoroo" (Shinjuku Outlaw) e il primo sequel di "Bodigaado Kiba". Il primo dei due film è un altro titolo che rimpiango di aver saltato nelle mie revisioni, visto che nei miei appunti successivi alla prima visione lo valuto come il migliore tra i film diretti da Miike fino ad allora, nonostante la permanenza di un'acerbità stilistica. Già troviamo diversi elementi che caratterizzeranno la successiva Poetica del Geniale Regista giapponese, dal Tema della Rinascita alla visione 'documentaristica' della Violenza, con alcuni momenti che sembrano anticipare il Primo Capitolo della Trilogia di "Dead or Alive".
Il secondo invece, "Bodigaado Kiba: Shura no mokushiroku" (Bodyguard Kiba: Apocalypse of Carnage), è importante perché è il primo lavoro di Miike girato fuori dal Giappone, nello specifico a Taiwan, affidandosi alla troupe del produttore locale Chang Hwa-Kun. Rispetto al predecessore questo primo sequel di "Bodigaado Kiba" è un filmettino molto minore che a volte sembra più lungo dell'effettiva durata (soltanto un'oretta circa), ma qua e là aveva dei punti d'interesse e nel complesso mi ha intrattenuto, pur non restandomi molto impresso nella memoria.
Nel 1995 esce il primo "Daisan no gokudô" (The Third Gangster), a quanto pare il primissimo film di Miike ad avere una distribuzione in sala (limitatissima): purtroppo ad oggi non son riuscito ancora a recuperarlo, spesso confuso con il primo sequel e arduo da trovare pure in dvd (nella ricerca vengo subissato dai molteplici seguiti). In ogni caso l'internet movie database lo considera "[direct-to-]video" e su FilmTV manca una scheda relativa, quindi, seppure a malincuore, passiamo oltre, sorpassando anche "Bodigaado Kiba: Shura no mokushiroku 2" (Bodyguard Kiba: Apocalypse of Carnage 2), secondo sequel di "Bodigaado Kiba" (o seconda parte del primo sequel?) che ancora debbo vedere.
Chiudiamo quindi questa prima carrellata di lavori "non cinematografici" di Miike con "Naniwa yuukyôden" (Osaka Tough Guys), trasposizione di un manga di Dôkuman. A differenza di "Bodigaado Kiba" e "Shinjuku Outlaw", che col senno di poi avrei voluto inserire nelle mie revisioni, questo film invece è entrato (anzi, ha aperto) questa maratona per essere significativamente da me ridimensionato. Stilisticamente l'Autore propone un'estetica già squisitamente esagerata dipingendo la yakuza in modo grottesco e demenziale, demitizzandone i membri e i riti facendoli passare come dei perfetti sfigati e deficienti. Purtroppo, però, oltre ad un mancato riscatto della povertà di mezzi, ci sono caratteri che indeboliscono notevolmente il film. Innanzitutto non si può perdonare tanto facilmente l'uso comico dello stupro in diverse scene con Daimon, e il fatto che a Keiko, perché amata da uno dei protagonisti, venga risparmiata da questa sorte per certi versi aggrava la situazione. La stupidità, inoltre, è troppo scema e non bilanciata da un'attenzione per temi drammatici come la Morte, qui sostanzialmente assente.
Comunque per Miike è pronto il terreno per il "primo" vero e proprio debutto cinematografico, con il quale inaugura anche una delle sue Trilogie più importanti.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta