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Libri a(ni)mati / 37: “I’m Thinking of Ending Things” di Iain Reid (2016) – Un’Altra Storia Triste, ovvero: l’Epifanica Apoteosi del Narratore Inconsapevole [che Viene (In)Esistito].
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Libri a(ni)mati / 37: “I’m Thinking of Ending Things” di Iain Reid (2016) – Un’Altra Storia Triste, ovvero: l’Epifanica Apoteosi del Narratore Inconsapevole [che Viene (In)Esistito].

“Il tuo istruttore di scuola guida era uno junghiano?”

“Sto pensando di finirla qui” (ma anche: “...di porre fine alle cose”), recita il titolo, allarmante, del romanzo d’esordio di Iain Reid (1980), e “Sto pensando di finirla qui” (ma pure: “...di porre fine alle cose”) è anche la prima frase del libro, inquietante, perché se uno ascolta o legge quella frase, “Sto pensando di finirla qui” (m’altresì: “...di porre fine alle cose”), beh, non può che pensare ad un atto di suicidio, e invece l’innominata protagonista ed io narrante della storia [che - indizio! -, pur avendo già presumibilmente raggiunto il quarto di secolo di vita, non sa cosa significhino le parole “enigmista” - in originale "cruciverbalist", in inglese - e “acufene” - in originale "tinnitus", in latino - (ed ecco che quindi... no, questi si rivelano essere falsi indizi creati da una traduzione qui un po' superficiale), e ha qualche dubbio anche su Carl Gustav Jung* e Thomas Bernhard**], la intende, quella frase, “Sto pensando di finirla qui” (ma inoltre e parimenti: “...di porre fine alle cose”), contestualizzata al rapporto col suo ragazzo, Jake, dato che ha intenzione, sì, di porre fine a qualcosa, ma quel qualcosa è solamente e soltanto la loro relazione sentimentale e fisica.

* “Il significato della mia esistenza è che la vita mi ha posto un problema. O, viceversa, io stesso rappresento un problema che è stato posto al mondo, e devo dare la mia risposta, perché altrimenti mi devo contentare della risposta del mondo.” – Carl Gustav Jung - “Erinnerungen, Träume, Gedanken (Ricordi, Sogni, Riflessioni) - 1961

** “Esistere, in sostanza, non significa nient’altro che questo: essere disperati […] giacché in verità non esistiamo, ma veniamo esistiti.” – Thomas Bernhard - “il Soccombente” - 1983

Io invece, addentrandomi man mano e via via sempre più nel corpo del volume, ho pensato ad un altro esordio, quello di un altro Iain, Banks, ovvero al magnifico e terribile “the Wasp Factory” (edito in Italia prima da Fanucci, come “la Fabbrica degli Orrori” (e in seguito, con lo stesso titolo, da Guanda e da TEA), e poi da Meridiano Zero come “la Fabbrica delle Vespe”; risultato: con la Fanucci e soprattutto la Nord messe come sono messe oggi, Banks al momento - ed è un momento che dura da lustri... - non ha un editore in Italia... Speriamo in Urania...), ho pensato alla Shirley Jackson degli splendidi e cupi “the Bird’s Nest” e “We Have Always Lived in the Castle” (riediti recentemente da Adelphi come “Lizzie” e “Abbiamo Sempre Vissuto nel Castello”) ed ho pensato aSet This House in Order, il capolavoro di Matt Ruff (edito qui da noi da Fanucci come “la Casa delle Anime”).

Un racconto stirato a romanzo breve, senza essere né Ambrose Bierce (“An Occurrence at Owl Creek Bridge”) né Franz Kafka (“il Castello”), che fa il suo sporco dovere (e - come già evidenziato - trova pure il tempo di citare, e manco a vanvera, C.G.Jung e soprattutto "il Soccombente" di Thomas Bernhard) ed è, al contempo collateralmente ed intrinsecamente, una delle storie più tristi - questi amabili resti [per citare un altro romanzo/film (Alice Sebold & Peter Jackson) a corollario di quelli in questione], quest’adorabile mucchio d’ossa… - che abbia letto da una frazione d’immensità di tempo a questa parte, e spero che Charlie Kaufman, col suo film di imminente uscita per i tipi di Netflix, riesca a darle una specie di "lieto" (o per lo meno non così assolutamente tragico) fine (certo che, alla luce dei due film da regista del nostro, quest'auspicio risulta essere una vana speranza...).

Qualche banalità***, qualche… bignamicità e qualche ingenuità - perdonabili in un’opera prima che tende tanto alla semplificazione quanto all’accumulo -, epperò si arriva alla fine - pur con un senso di déjà-vu, sì, ma - sazi e satolli. E l’amaro - come da etichetta - è amarissimo.

***Ad esempio: “Un ricordo è diverso ogni volta che viene ricordato e raccontato. Non è un dato assoluto. I racconti basati su eventi realmente accaduti molto spesso hanno a che fare più con la finzione che con la realtà. Vale sia per le cose inventate sia per quelle vere. Si tratta di storie, in entrambi i casi, che vengono ricordate e raccontate. Le storie sono il modo in cui impariamo le cose. Sono il modo in cui ci conosciamo a vicenda. Ma la realtà… quella succede una volta sola.”
Vale a dire, in pratica: l’atto di ricordare è un’azione di sovrascrittura.
E ancora: “I gesti, le azioni: possono sviare o mascherare la verità. Le azioni sono, per definizione, agite, sono inscenate. Sono astrazioni. Le azioni sono costruzioni. Allegorie. Metafore elaborate. Non capiamo le cose, o assegnamo loro significati, soltanto grazie all’esperienza. Le accettiamo, rifiutiamo e comprendiamo anche grazie agli esempi.”

Assimilare, creare. Innestare, ibridare. Comprendere, per (non) poter (non) sopravvivere.
E Charlie Kaufman ne ha tratto una sceneggiatura (Spike Jonze: “Being John Malkovich” e “Adaptation.”; Michel Gondry: “Human Nature” e “Eternal Sunshine of the Spotless Mind”; George Clooney: “Confessions of a Dangerous Mind”) ed un film da lui stesso diretto (“Synecdoche, New York” e “Anomalisa”) in arrivo, come detto, sul flusso Netflix ai primi di settembre, del quale per ora ci accontentiamo di assistere all’infinito scrollarsi di dosso l’acqua dal pelo che il cane (redivivo - se così si può dire... -  per il cinema, ma trapassato da tempo nel romanzo) effettua in loop reiterato ed insistito nel bellissimo ed inquietante trailer con Jesse Plemons in surplace/understatement, David Thewlis e Toni Collette completamente svitati e Jessie - ché sì, con Kaufman la vita collide/collima sempre col cinema (avete appena letto un piccolo spoiler, ma non l’avete capito, né compreso, nemmeno adesso che ve l’ho spiegato) - Buckley (“Beast”, “Taboo”, “Chernobyl” e la prossima, anch’essa imminente, 4a stag. di “Fargo”) carinissima.

Per dirla alla Kubrick, parafrasandolo, la vita (in origine era il cinema) è la...

"Un pensiero può essere più reale, più vero, di un'azione. Puoi dire qualunque cosa, fare qualunque cosa, ma non puoi fingere un pensiero." -- Iain Reid

"Niente è più raro in un uomo di un'azione che sia tutta sua." -- Ralph Waldo Emerson

"La maggior parte della gente è altra gente. Le loro idee sono opinioni altrui, la loro vita un'imitazione, le loro passioni una citazione." -- Oscar Wilde

...fotografia di una fotografia della realtà.

Inventare una storia, inverare un personaggio tra(d)endolo da un ricordo ch'è il rimpianto di un futuro mancato, e poi rivoltarlo contro sé stessi, dando corpo al pensiero, e facendolo agire, in un gesto di catartica e violenta espiazione. 

 

 

Colophon.
Iain Reid - "I'm Thinking of Ending Things" - 2016 ("Sto Pensando di Finirla Qui", Rizzoli, 2019 - traduzione di Giulia De Biase - brossura incollata, copertina flessibile, sovraccoperta - 256 pagg., 18.00 €).   

* * * ½        

Playlist film

Essere John Malkovich

  • Grottesco
  • Gran Bretagna, USA
  • durata 113'

Titolo originale Being John Malkovich

Regia di Spike Jonze

Con Cameron Diaz, John Cusack, John Malkovich, Catherine Keener

Essere John Malkovich

In streaming su Amazon Video

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Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Se mi lasci ti cancello

  • Sentimentale
  • USA
  • durata 108'

Titolo originale Eternal Sunshine of the Spotless Mind

Regia di Michel Gondry

Con Jim Carrey, Kate Winslet, Elijah Wood, Mark Ruffalo, Kirsten Dunst, Tom Wilkinson

Se mi lasci ti cancello

In streaming su Amazon Video

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Anomalisa

  • Animazione
  • USA
  • durata 90'

Titolo originale Anomalisa

Regia di Duke Johnson, Charlie Kaufman

Anomalisa

In streaming su Amazon Video

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Strade perdute

  • Noir
  • USA
  • durata 134'

Titolo originale Lost Highway

Regia di David Lynch

Con Bill Pullman, Patricia Arquette, Balthazar Getty, Robert Blake, Robert Loggia

Strade perdute

In streaming su Pluto TV

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Mulholland Drive

  • Noir
  • USA
  • durata 145'

Titolo originale Mulholland Drive

Regia di David Lynch

Con Naomi Watts, Justin Theroux, Ann Miller, Melissa George, Laura Harring, Dan Hedaya

Mulholland Drive

In streaming su Raro Video Amazon Channel

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Identità

  • Thriller
  • USA
  • durata 87'

Titolo originale Identity

Regia di James Mangold

Con John Cusack, Ray Liotta, Amanda Peet, John Hawkes, Alfred Molina

Identità

In streaming su Amazon Video

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Amabili resti

  • Thriller
  • USA, Gran Bretagna, Nuova Zelanda
  • durata 136'

Titolo originale The Lovely Bones

Regia di Peter Jackson

Con Saoirse Ronan, Stanley Tucci, Mark Wahlberg, Rachel Weisz, Rose McIver, Susan Sarandon

Amabili resti

In streaming su Amazon Video

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Recensione.

 

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Source Code

  • Fantascienza
  • USA, Francia
  • durata 93'

Titolo originale Source Code

Regia di Duncan Jones

Con Jake Gyllenhaal, Michelle Monaghan, Vera Farmiga, Jeffrey Wright, Russell Peters

Source Code

In streaming su Rai Play

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Recensione.

 

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Quello che non so di lei

  • Drammatico
  • Francia, Belgio
  • durata 110'

Titolo originale D'après une histoire vraie

Regia di Roman Polanski

Con Eva Green, Emmanuelle Seigner, Vincent Perez, Josée Dayan, Camille Chamoux

Quello che non so di lei

In streaming su Prime Video

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Split

  • Thriller
  • USA
  • durata 116'

Titolo originale Split

Regia di M. Night Shyamalan

Con James McAvoy, Anya Taylor-Joy, Betty Buckley, Haley Lu Richardson, Brad William Henke

Split

IN TV Sky Cinema Suspense

canale 306 vedi tutti

 

Recensione.

 

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Glass

  • Drammatico
  • USA
  • durata 129'

Titolo originale Glass

Regia di M. Night Shyamalan

Con James McAvoy, Bruce Willis, Samuel L. Jackson, Sarah Paulson, Anya Taylor-Joy

Glass

In streaming su Prime Video

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Recensione.

 

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Psyco

  • Thriller
  • USA
  • durata 108'

Titolo originale Psycho

Regia di Alfred Hitchcock

Con Anthony Perkins, Janet Leigh, Vera Miles, John Gavin, Martin Balsam

Psyco

In streaming su Now TV

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10 cose da fare prima di lasciarsi

  • Commedia
  • USA
  • durata 75'

Titolo originale 10 Things We Should Do Before We Break Up

Regia di Galt Niederhoffer

Con Christina Ricci, Hamish Linklater, Lindsey Broad, Mia Sinclair Jenness, Brady Jenness

10 cose da fare prima di lasciarsi

In streaming su Pluto TV

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Ultimi commenti

  1. ezio
    di ezio

    Anomalisa,uno dei piu' insoliti (per chi non l'abbia visto)....grazie Matteo del post.

    1. mck
      di mck

      Ok, però non mi puoi scrivere "se proprio devo trovare un difetto,non mi sono piaciute le voci italiane nel doppiaggio....penose e inappropriate,basti pensare che la donna ha una voce dal timbro maschile.....bah", perché quello che tu rilevi come un difetto è invece un elemento fondamentale della trama e ovviamente anche nella versione originale inglese sono presenti le stesse caratteristiche.
      Poi, con "la donna", non puoi certo riferirti alla co-protagonista, che in originale ha la voce di Jennifer Jason Leigh e in italiano quella di Claudia Razzi, mentre gli altri personaggi, sia maschili che femminili, a parte il protagonista (David Thewlis / Angelo Maggi), parlano con la voce di Tom Noonan (in italiano Stefano Benassi).
      Per capire che film hai visto, eh :-))

    2. mck
      di mck

      Qui si possono ascoltare tutti e tre i doppiatori italiani insieme: https://youtu.be/CgmG0Zukb0Q

    3. ezio
      di ezio

      Grazie

  2. karugnin
    di karugnin

    Che quella cazzata immonda di “Source Code” abbia una media voto più alta del capolavoro Jonze/Kaufman “Adaptation”, è qualcosa che non avrei voluto constatare proprio prima di cena.

    1. mck
      di mck

      Il figlio di Duke ed Angie dopo “Moon” non ne ha azzeccata una all'altezza del suo esordio, pur non scendendo mai gravemente sotto la sufficienza (anche la costitutiva insensatezza di “WarCraft” poteva risultare di molto peggiore in mani altrui, e “Mute” è stato massacrato per partito preso ben oltre i difetti oggettivi e con furia degna di ben altra causa): “Source Code” si attesta sul 5.5, poi gli occhioni di Vera Farmiga fanno propendere - seguendo il sistema di voto di filmtivvù, da 1 a 10 - più verso un 6 generoso che un 5 micragnoso.
      Ecco, per digerire una cena che immagino composta da hamburger di würstel, patatine e coca-cola e per dessert un trancio di pizza gourmet all'ananas servita arrotolata in un flûte, un'assurda media del 6.6 ad “Adaptation.” è la morte sua.
      Vogliam parlare dell'esordio sull'umana natura di Gondry, dei due sciamalaian, del Polanski classicheggiante di "d'Après une Histoire Vraie", dello stesso “Anomalisa” e del recente - e meritevole di un'attenzione che fin'ora su queste pagine non ha avuto - “Horse Girl”, tutti superati da quel 7 inusitato?
      Psicologia delle masse: “Source Code” ha beneficiato dell'onda lunga di “Moon”, mentre “Mute” è stato penalizzato dall'onda lunga (spiaggiata) di “WarCraft”.
      Burp.

    2. karugnin
      di karugnin

      Credo che lo scalpo da cacciare per “Source Code” non sia quello di Duncan Jones (“Moon” l’ho trovato banalotto ma passabile, “Warcraft” e “Mute” mi mancano e non vedo motivi per cui non continueranno a farlo) ma quello di tale Ben Ripley, autore di una sceneggiatura che è un insulto ai q.i. superiori al 70.

      PS
      Il menù che descrivi me lo vedo fare incetta di adepti anche nel Mac di Busto Garolfo, eh.

      PS 2
      Per ora all’ananasso ho consentito accesso nel salato solo con il Pineapple Fried Rice, apprezzabile specialità Thai.

    3. mck
      di mck

      Davo per scontato che il regista la sceneggiatura (tratta da un suo soggetto) l'avesse letta e approvata... prima di metterla in scena...

      Per la delizia del "cosa posso perdermi oggi": IMDb segnala come "annunciato" un SC2, scritto dalle stesse mani ed eventualmente diretto dalla regista di uno degli ep. più bruttarelli forte della terza - e peggiore - stagione di WestWorld, "Genre".

      PS. Sì, ma a chiederlo sono ammeregani un po' fuori rotta ancora in coda per visitare l'Expo.
      PPS. Bah (ma meme appuntato).

  3. Leman
    di Leman

    Come adattamento italiano secondo me “Sto pensando di finirla qui” è anche peggio di “Se mi lasci ti cancello”.

    1. mck
      di mck

      Non esageriamo.
      È una frase certo più colloquiale rispetto a quella originale, la quale però contiene un'ambivalenza (suicidio/rottura della relazione sentimentale) che non ha (di primo acchito) equivalenti in italiano.
      Suggerimenti?

    2. Leman
      di Leman

      Il mio suggerimento è semplice.
      Non cambiare i titoli che non si possono tradurre in italiano.

    3. mck
      di mck

      Scendi dall'albero del sapone &d entra nel con$e$s$o civile.

      PS. Se vuoi farti del male e del bene - e se ancora non le conosci - recupera questa splendida tripletta di playlist di @SillyWalter: https://www.filmtv.it/playlist/698630/lost-and-found-in-translation-capitolo-3-quando-gli-zombi-si/ (questa è la terza, coi permalink per le altre due).

    4. Leman
      di Leman

      La Puneta è un must.

    5. mck
      di mck

      Imperdibile il sequel che vira sulla fantascienza: Cuarenta años sin puñetas.

  4. mck
    di mck

    "Una cosa [non proprio] divertente che non farò, mai, più": https://www.filmtv.it/film/192553/sto-pensando-di-finirla-qui/recensioni/979945/

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