Il buono, il brutto e il cattivo
- Western
- Italia
- durata 182'
Regia di Sergio Leone
Con Clint Eastwood, Lee Van Cleef, Eli Wallach, Rada Rassimov, Aldo Giuffré, Enzo Petito
Per il primo consiglio estivo voglio subito partire col botto consigliandovi il capolavoro western di Sergio Leone ovvero “Il buono, il brutto e il cattivo”, che incarna perfettamente lo spirito di un’avventura estiva al limite dell’epica e dell’adrenalina, che tra sangue, sparatorie, guerre e galoppate nei caldi deserti e nelle sconfinate praterie, vi ritroverete a fine visione esterrefatti dall’immenso pathos costruito sapientemente dal genio leonaniano.
La trama racconta le vicende di 3 uomini di mondo se non veri e propri criminali del Far West, che in piena Guerra di Secessione Americana non si fanno scrupoli a compiere atti barbarici e vili per inseguire le tracce di un tesoro di duecentomila dollari appartenente ad un ex generale sudista. L’incontro e lo scontro casuale tra i tre malviventi nel corso del film li porterà a guadagnare i loro corrispettivi pseudonimi contenuti nel titolo geniale della pellicola, con una certa dose di ironia volutamente macchiettistica.
Il buono è infatti rappresentato dal personaggio del biondo che è al limite tra un giustiziere e un cacciatore di taglie con un briciolo di moralità; il brutto invece è un furfante di nome Tuco che non si fa problemi a truffare gli sceriffi e ad uccidere il prossimo pur di guadagnare qualcosa per sopravvivere nella precarietà del Far West; ed infine il cattivo chiamato Sentenza, è l’unico che diventa mercenario per scelta seguendo la logica del mero profitto facendo fuori chiunque gli si metta in mezzo alla sua strada.
Lo scenario che dipinge Sergio Leone del Far West che oggi sembrerebbe ovvio e storicamente attendibile entrando di fatto nell’immaginario collettivo cinematografico, in realtà rappresentava all’epoca una grande rivoluzione e irriverenza nei confronti del classico schema westerniano americano, di cui la retorica del mito della frontiera portato avanti dai cowboy senza macchie e senza paura contro i cattivoni indiani d’America, era uno stilema imprescindibile ed inviolabile.
La genialità del regista italiano sta quindi nella decostruzione della pomposità del western hollywodiano, per riportare il genere in una condizione più terrena dove il Far West è privo di eroi, ma composto unicamente da individui rozzi, violenti, vili e votati unicamente alla ricerca dell’arricchimento personale in un mondo al limite della sopravvivenza e dalla continua prevaricazione.
Il realismo della pellicola non si abbandona però unicamente a sottolineare la depravata natura dei suoi protagonisti, ma offre anche riflessioni introspettive sulle motivazioni che spingono tali malviventi ad intraprendere una certa strada senza reali vie di uscita. Il contesto storico della Guerra di Secessione Americana è un ulteriore elemento di psicanalisi socioculturale volto a sfidare la moralità del buono, del brutto e del cattivo, che di fronte ad un conflitto così brutale ed ingiustificabile, si muoveranno secondo i loro istinti più profondi, che saranno poi giudicati nel glorioso ed immenso triello finale, ormai diventato iconico nella Storia del Cinema.
Insomma, “Il buono, il brutto e il cattivo” è il primo consiglio che mi sento di farvi, che grazie alla regia maestosa di Sergio Leone e alle leggendarie musiche di Ennio Morricone, rivivrete tutta la potenza del Cinema Italiano fatto di dramma, ironia, splendore ma soprattutto di grande inventiva.
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