The Shield
- Serie TV
- USA
- 7 stagioni 88 episodi
Titolo originale The Shield
Con Brian J. White,, Michael Chiklis, Catherine Dent, Walton Goggins, Michael Jace
Tag Poliziesco, Storia corale, Crimini, Intrighi, Los Angeles, Anni duemila

TRUMP, COSSIGA, THE SHIELD E L’AMERICA OGGI
Sono certo siate tutti al corrente di cosa sta accadendo in questi giorni negli Stati Uniti.
Inevitabile. Tutti i notiziari ne parlano, incalcolabili quantità di nuovo materiale (articoli, video, immagini ecc.) vengono alla luce giorno dopo giorno, ora dopo ora, tanto sui social network che – in seguito – sui maggiori siti d’informazione.
Alcuni di quei video, di quelle immagini, sono “falsi” (o meglio afferiscono ad altri periodi [il che non riduce ovviamente la gravità di certe azioni]), una buona parte no.
Spesso, ai TG e quant’altro, si evita comunque opportunamente di mandare in onda i video o le immagini più scioccanti, si vede al fine di tutelare il benessere psicofisico degli impreparati spettatori (magari in quanto in molti casi ottuagenari, dato che siamo pur sempre in Italia…]). E su Internet non tutto è verificato, non tutto è verificabile, non tutto è “confermato”.
Quel che è certo, però, è che il Presidente (peraltro ottimamente inserito anche negli orizzonti politico-culturali di certi politici nostrani) ha dato alle forze dell’ordine il via libera. Ha letteralmente sguinzagliato polizia, guardia nazionale, anche polizia militare.
Per ora pare esser ritornato sui suoi propositi d’inviare pure l’esercito, ma (chi lo sa) magari, sottolineiamo magari, una volta epurato con vieppiù “discrezione” l'incauto segretario della difesa potrebbe ritornarci sopra (forte, se vogliamo credere ai sondaggi, dell'appoggio del "popolo", specie WASP).
In ogni caso, non v’è n’è gran bisogno: la polizia “ordinaria” si sta già dando un gran daffare da sola.
Il campionario delle violenze di cui giunge notizia è sinceramente inquietante (e per nulla inedito anche agli occhi dello spettatore italiano).
Chiaramente, si prendono a pretesto, per fare quello che si sta facendo, quella manciata di violenti che pure non paiono aver fatto tutto in completa autonomia, sull’onda dello sconcerto, dello sgomento e della rabbia. Sì, il riferimento è ai casi di infiltrazioni di elementi d’estrema destra (questione sulla quale non s’è mancato d’insistere), ma che dire in prospettiva della possibilità dell’infiltrazione di ben altri “agenti provocatori”? Non sarebbe la prima volta. E, dopotutto, come appena ricordato, Trump ha dato il via libera ai poliziotti. Ha dato carta bianca. La “legge e l’ordine” hanno da essere ristabiliti. E magari non sarebbe male riuscire a fabbricarsi per l’appunto qualche buon pretesto (non importa quanto campato per aria) per poter poi “giustificare” l’uso del pugno duro…
A questo proposito, m’è capitata giusto ieri sotto gli occhi (si potrebbe dire, proprio “a fagiolo”) una vecchia intervista del fu-Cossiga, nella quale egli si premurò, in occasione delle proteste studentesche ai tempi del IV Governo Berlusconi, di suggerire all’allora ministro dell’interno Maroni il modo corretto per “sedarle”.
Ora, vi starete forse chiedendo: e adesso che accidenti c’entra Cossiga con quel che sta avvenendo in questi giorni in America? Va da sé, non è “direttamente” collegato, ma i processi che possono sempre innescarsi, nel momento in cui si viene investiti della piena facoltà di reprimere a qualunque costo, hanno pochissime altre volte trovato altrettanto chiara enunciazione (figurarsi poi nelle parole d’un uomo delle istituzioni).
Cossiga difatti ebbe a dire quanto segue:
«Maroni dovrebbe […] lasciarli fare [gli universitari], ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città. […] Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri. […] Le forze dell’ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano».
Insomma, forti del “consenso popolare”, vero o presunto (nel nostro caso, ancor più forti del plateale consenso del Presidente in carica), ci si può tranquillamente lasciar andare. Utilizzare “agenti provocatori”, suscitare le risposte violente, demonizzare l’intero movimento, anche (o forse a maggior ragione) qualora in larghissima parte pacifico, picchiare, soffocare, accecare, bastonare, colpire con proiettili di gomma…
D’altra parte, è notorio: qualora gli sene offra l’opportunità, l’animo umano non finisce mai di stupire, in negativo.
Ma per tornare più strettamente all’oggetto del post, non si può far altro che ripeterlo: quello a cui si sta assistendo dall’altra parte dell’oceano, in questi giorni, è semplicemente agghiacciante, e non fa ben sperare per il futuro. Anche perché il tutto sta avendo luogo in una democraziaaaa, e non in qualche brutale “regime del Terzo mondo” (magari comunque convenientemente finanziato e supportato dai prodi uomini del “Consensus….”)--
Quel che sta succedendo è, ancora una volta, semplicemente inquietante.
E più se ne vede (di quel che sta appunto accadendo), più se ne ha abbastanza, nonostante la distanza geografica. E più se ne vede, più non si può fare a meno di riflettere. E più se ne vede, e più s’è riportati con la memoria a certe immagini viste nel passato, vere, reali, effettive; o ricostruire, “artefatte”, finte.
Ecco perché vorrei in conclusione parlarvi molto brevemente di The Shield.
Inizio dicendo questo: se non l’avete già vista, affrettatevi a farlo. Mai momento fu più opportuno.
E di cosa parla The Shield, potreste domandarvi...
Beh, di che parla… Parla di Vic Mackey e della sua “allegra” combriccola di sbirri dal grilletto facile. Parla di Vic, di Shane, Curtis, Ronnie, insomma dei membri dello “Strike Team” (che già dal nome…). Tutti corrotti. Tutti marci sino al midollo (vi basterà arrivare alla fine del primo episodio per rendervene conto, garantito).
La serie è ispirata al cosiddetto "scandalo Rampart" (sui cui è basato anche l’omonimo film con Harrelson…). E’ quindi ispirata alla realtà. Eppure, in questi giorni, sembra aver avuto piuttosto un ruolo nell’ispirare la realtà.
Eh, già. Perché vedendo le immagini di gente gettata a terra e lasciata lì a sanguinare; di persone prese a pedate quando sono già a terra sofferenti; di gente tirata sotto dall’auto della polizia; di senzatetto in sedia a rotelle (pare) colpiti alla testa da proiettili di gomma anche se (pare) non stessero neppure protestando; di donne afroamericane uccise nel cuore della notte dopo un’irruzione da una raffica di proiettili sparati da poliziotti in borghese;
e soprattutto di persone soffocate a morte, è difficile non ripensare a Vic e alle sue vicende.
Perché con la legge e con l’ordine non si scherza. Perché con la placida sicurezza del “tornare come prima, al come sempre” tanto cara ai potenti, non si scherza.
Perché con Vic non si scherza.
You don’t fuck with Vic Mackey.
You don’t fuck with tha police.
Titolo originale The Shield
Con Brian J. White,, Michael Chiklis, Catherine Dent, Walton Goggins, Michael Jace
Tag Poliziesco, Storia corale, Crimini, Intrighi, Los Angeles, Anni duemila
Titolo originale Rampart
Regia di Oren Moverman
Con Woody Harrelson, Ben Foster, Robin Wright, Sigourney Weaver, Steve Buscemi, Anne Heche
Regia di Elio Petri
Con Gian Maria Volonté, Florinda Bolkan, Gianni Santuccio, Orazio Orlando
P.S.:
Qualche giorno fa ho recensito Indagine e devo ammettere che subito non ci ho neppure pensato. Eppure, anche questo film s’adatta perfettamente a descrivere l’oggi. Perché, si sa, su certe questioni “tutto il mondo è paese”
Titolo originale La Haine
Regia di Mathieu Kassovitz
Con Vincent Cassel, Hubert Koundé, Saïd Taghmaoui, Abdel Ahmed Ghili
Titolo originale Les misérables
Regia di Ladj Ly
Con Damien Bonnard, Alexis Manenti, Djebril Zonga, Issa Perica, Al-Hassan Ly
Titolo originale The Choirboys
Regia di Robert Aldrich
Con Charles Durning, Louis Gossett jr., Perry King, Randy Quaid
Regia di Daniele Vicari
Con Elio Germano, Claudio Santamaria, Jennifer Ulrich, Monica Birladeanu, Pippo Delbono
Regia di Alessio Cremonini
Con Alessandro Borghi, Jasmine Trinca, Max Tortora, Milvia Marigliano
Regia di Marco Bechis
Con Antonella Costa, Carlos Echeverria, Chiara Caselli, Dominique Sanda
Titolo originale Post mortem
Regia di Pablo Larrain
Con Alfredo Castro, Antonia Zegers, Vadell Jaime, Nobuera Amparo, Marcelo Alonso
Titolo originale The Liberation of L.B. Jones
Regia di William Wyler
Con Lee J. Cobb, Lee Majors, Barbara Hershey, Roscoe Lee Brown
Ultimo, sottovalutato, introvabile film sul razzismo di un grande regista.
Titolo originale Do the Right Thing
Regia di Spike Lee
Con Danny Aiello, Spike Lee, John Turturro, Rosie Perez, Ossie Davis, Ruby Dee
Titolo originale Dragged Across Concrete
Regia di S. Craig Zahler
Con Mel Gibson, Vince Vaughn, Tory Kittles, Michael Jai White, Thomas Kretschmann
Titolo originale I Am Not Your Negro
Regia di Raoul Peck
Con Samuel L. Jackson
Titolo originale BlacKkKlansman
Regia di Spike Lee
Con John David Washington, Adam Driver, Topher Grace, Laura Harrier, Ryan Eggold
Titolo originale Strange Days
Regia di Kathryn Bigelow
Con Ralph Fiennes, Angela Bassett, Juliette Lewis, Tom Sizemore
Quello che sta succedendo oggi ma previsto anni prima (perché era già successo).
Interessante questione quella che hai sollevato e non sapevo dell'aneddoto su Cossiga, grazie per la condivisione.
L'america rimarrà sempre una terra di contraddizioni, la gente è frustrata, sta perdendo il lavoro, il welfare state è col contagocce e la vicenda di George Floyd è stata soltanto la goccia che ha fatto traboccare il vaso. E pensare che gli americani se la ridevano sotto i baffi con la questione di Hong Kong, ora invece anche a casa loro hanno problemi ben più seri. Credi che Trump perderà le elezioni? Certo che l'alternativa non è che sia il massimo, però almeno del sale in zucca ce l'ha il dem per ricompattare il paese, mah.
Tralasciando la politica, The Shied la conoscevo di nome e ne parlano tutti bene, chissà, magari un giorno la guarderò su prime, per ora mi sto concentrando su Mr Robot (e anche lì la rivoluzione popolare...heeheh).
Ho aggiunto anch'io due film abbastanza in tema motivando la mia scelta, spero tu abbia gradito, non vorrei sfigurare davanti al grande spopola ;)
Complimenti ancora per la playlist e alla prossima recensione!
Ehi, @Cine!
Innanzitutto, grazie a te. Ti rispondo solo ora perché, per un motivo e per l’altro, sono stato qualche giorno distante dal sito.
Per risponderti in una battuta ti rinvierei al sempreverde “L’America non è una nazione, è soltanto un business”…
Ma, al di là delle battute, parliamo senz’altro d’un Paese complicato: il melting pot è più che altro una pentola a pressione sempre pronta a esplodere. Non c’è mai stata vera integrazione negli Stati Uniti, e anche gli italiani ne sanno qualcosa. Ci si trascina dietro problemi antichi, questioni mai risolte.
Tra razzismo, segregazione, inenarrabili diseguaglianze, assenza di tutele universalistiche, cultura delle armi, individualismo, disintegrazione della coscienza di classe, devastazione di sindacati ed enti pubblici e via così direi che gli USA hanno allo stesso tempo problemi simili e alquanto dissimili di tante altre nazioni ricche e “sviluppate”. Ovviamente, nel caso americano la questione è ancor più pressante, inquietante e destabilizzante perché stiamo parlando dello Stato più potente al mondo, che ha giocato un ruolo di primo piano nel plasmare il più possibile “a sua immagine e somiglianza” e a sua convenienza (o meglio convenienza dei suoi padroni) gran parte del mondo…
Sulla questione Trump.
Uhm, di norma non mi piace fare pronostici (anche perché puntualmente sbaglio), tuttavia, se vogliamo anche “per scaramanzia” (appunto perché quasi sempre al tirar delle somme sbaglio clamorosamente previsione) tenderei a dire che ce la farà a vincere. Anche perché il concetto di vittoria alle elezioni è alquanto relativo in America (ne sa qualcosa anche Bush Jr. …). Non si sa mai cosa può accadere tra Grandi elettori, giochetti di partito, gerrymandering e compagnia bella.
Siamo d’accordo poi sul fatto che l’alternativa non sia il massimo, ma d’altra parte l’establishment democratico ce l’ha messa tutta per estromettere Sanders dalla corsa. Ovviamente, non potevano essere sicuri di farcela, ma di certo hanno fatto di tutto e di più. Ciononostante, a voler fare adesso gli ottimisti (così, tanto per cambiare), potremmo dire che un qualche successo Sanders pare averlo ottenuto: ovvero, perlomeno è riuscito a far entrare nel dibattito questioni come quella centrale del Green New Deal che prima non si potevano neanche nominare, esattamente come l’orrido termine socialista (OMG!).
Infine, The Shield… beh, non posso far altro che rinnovare il suggerimento di vederla quanto prima. E, adesso che ci penso, un’altra che via via si fa sempre più “analizzatrice” di problemi sociali più che scottanti è Orange is the New Black (l’ultima stagione mi ha davvero stupito: una chiusura in bellezza, ma lancinante [l’episodio cardine è ovviamente quello coi processi agli immigrati “prepuberi”… Jeez!]).
E sì, le tue aggiunte mi stanno benissimo, non preoccuparti, anzi, don’t worry (e soprattutto don’t panic).
Tranquillo, ognuno ha i suoi tempi ;)
E grazie per i consigli e la tua altrettanto approfondita risposta al mio commento, mi piacciono molto le tue play caustiche ;)
I film che ho aggiunto li hai visti?
Sì quelle caustiche sono le mie preferite, ma anche le altre non sono male, approfondirò nei prossimi giorni ;)
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No Kossiga, No Berluscia: prima di pianificare Genova (che le destre furono ben liete di mettere in pratica con una volenterosa aggiunta di manganello), il C-Sx si dilettò così: https://www.ilfattoquotidiano.it/2013/03/17/17-marzo-2001-prima-di-genova-ci-fu-napoli/533591/
Immaginavo, data la tua (la vostra) età - non è né una colpa né un merito, ma un dato di fatto -, che avresti potuto non conoscere l'avvenimento, per questo ho commentato con quell'inciso.
PS. A proposito di OItNB: tutte le stagioni, ma in particolar modo le ultime 4, con la morte di ***s***, per intenderci, sono una delle migliori cristallizzazioni dello zeitgeist, e nemmeno un momento di sentimentalismo forzato o piegato allo "spettacolo".
Sì, direi che con la caduta di Prodi e l'avvento di D'Alema (altro che Enrico-stai-sereno) è cominciata una discesa irreversibile a cui ora guardiamo addirittura con nostalgia. Quell'idea di sinistra non esiste (e non tornerà) più.
C’è questo palazzo.
In questo palazzo ne sono capitate di tutti i colori negli anni passati.
Sono accaduti così tanti spiacevoli eventi che i residenti hanno più volte tentato di chiedere aiuto ai proprietari del palazzo e alle forze dell’ordine.
Non li hanno ascoltati.
I residenti hanno più volte tentato di mandare lettere ai proprietari e hanno più volte cercato di contattare chiunque potesse aiutarli a sistemare i loro problemi.
Non li hanno ascoltati.
Chi per ragioni personali, chi per ragioni ideologiche, chi per puro menefreghismo.
Non li hanno ascoltati.
Un giorno in questo palazzo un uomo getta una sigaretta per terra.
Una singola sigaretta che però sommata alla centinaia di sigarette che ogni giorno vengono buttate sul pavimento di quel palazzo generano una piccola fiammella.
Una piccola fiammella che comincia a diventare sempre più grande, fino a incendiare le pareti della stanza.
Da quella stanza il fuoco continua a propagarsi fino a incendiare l’intero palazzo.
Un vicino prova a chiamare aiuto.
Dopo 8 minuti e 46 secondi arriva solo un camion dei pompieri.
La notizia dell’incendio fa il giro della città più della chiamata stessa e arrivano sul posto non solo altri pompieri, ma anche la polizia, i giornalisti e addirittura i militari.
Tutti loro cominciano a indicare verso il cielo e a urlare:
“Guardate, c’è del fumo che sta uscendo dalle finestre”.
Il vicino dice loro:
“Ma è ovvio che c’è il fumo, le fiamme stanno divorando il palazzo”.
Nessuno lo ascolta.
Tutti continuano a indicare il fumo.
Allora i pompieri, i poliziotti e i militari decidono di prendere i soldi dei residenti, di comprare migliaia di ventilatori e di direzionare il fumo verso il cielo stellato.
A forza di provare, alla fine il fumo sparisce.
E allora tutti festeggiano.
“Abbiamo sconfitto il fumo, ora siamo tutti al sicuro”
Il vicino urla loro:
“Guardate che il fuoco è ancora lì. È dal fuoco che nasce il fumo.”
Loro continuano a festeggiare.
Poi se ne vanno.
Solo il vicino rimane lì.
Osserva il fuoco mentre riduce in cenere quel poco che era rimasto del palazzo.
Il giorno dopo la notizia fa il giro di tutto il quartiere.
Tutti criticano i proprietari del palazzo che hanno fatto finta di nulla, i pompieri che hanno solo peggiorato l’incendio invece di placarlo e i giornalisti che hanno pubblicato in prima pagina solo una foto del fumo che esce dai palazzi.
In quel momento si fa avanti il dirigente del palazzo ridotto in cenere.
Tutti si aspettano che agisca da leader.
Tutti si aspettano che almeno chieda scusa.
Il dirigente esce dal suo sgabuzzino, prende un microfono ed esclama:
“Il fumo è nato a causa di una sigaretta. Quindi d’ora in poi sarà vietato fumare nei palazzi”
Tutti applaudono.
Tutti sorridono.
Ma il fumo è ancora lì.
E gli stolti continuano a indicarlo, mentre intorno a loro c’è solo il fuoco.
C’è solo il fuoco.
C’è solo il fuoco...
Scoprii The Shield per caso, facendo zapping in tv: quasi sobbalzai incredulo quando riconobbi un pezzo degli insani Brujeria [ https://www.youtube.com/watch?v=a2JLeRQsfcQ ]. Le sequenze di violenza da ordinaria amministrazione e quellla creatura (s)travolgente che è la squadra d'assalto fecero il resto: fu amore a prima vista. Peraltro, il finale è uno dei più belli di sempre per le serie: lucido, nerissimo, spietato; sancisce il trionfo di Vic mentre ne annichilisce identità e futuro.
Oggi dico però che non potrebbe esistere, nemmeno in stato embrionale: sebbene sia tra le pochissime serie con rappresentanti delle forze dell'ordine non configurate su modelli standard da buoni e giusti, tutt'altro - e proprio tra le rimostranze del BLM ci sono appunto questi prodotti alla L&O pieni di agenti bianchi eroi -, verrebbe preventivamente e pregiudizialmente tacciato di esaltazione della figura del cattivo poliziotto (bianco). Polemica antica (e spesso) stupida, che abita un po' ovunque (vedi da noi il caso Gomorra).
Ma è davvero la censura preventiva l'approdo ideale di questi movimenti? L'aderenza, cioè, ad altri canoni, prestabiliti, rigidi, che normano storie e personaggi e definizioni e nomi e toponomastica e se devii da questi ti mettono al rogo?
(Taccio sul caso Via col vento che trovo emblematico. Ma quando il cartello pure per i film che presentano gli italiani come mafiosi-pizza-mandolino?)
Quanto a Trump, beh, non vorrei lo si sottovalutasse ancora una volta. Ad oggi, lo vedo ancora vincente. Per quanti milioni di persone scendano in piazza (con piena ragione, eh) ce ne sono molti altri che sono dalla parte della polizia, buona o cattiva che sia.
E no, dire che lo scioglimento del corpo di polizia di Minneapolis è una vittoria concreta per gli attivisti non l'accetto: ma vi ricordate quando fu abolito a seguito del referendum il Ministro dell'Agricoltura salvo poi essere ripresentato tale e quale come Ministro delle risorse agricole?
Siamo dalle parti della farsa (e ancor di più per gli italici emulatori, scesi in piazza con proteste-sfilate perché la narrazione americanocentrica lo esige. Che pena).
Americanocentricinglesi, però su questo non ho ancora smesso di ridere: https://twitter.com/TerribleMaps/status/1270324094148509699
Americanocentricitalici: la statua di Montanelli la lascereri, certo, però con l'obbligo che una ragazzina di 13 anni di seconda o terza generazione etiope ogni giorno gli salga sopra e gli disegni con l'uniposca un cazzetto in fronte.
Per come la vedo io nemmeno avrebbero dovuto farla, la statua di Montanelli (per ovvi motivi). Sulla
rimozione di statue (perlopiù una celebrazione e non una testimonianza storica) ho comunque una posizione più morbida.
Però:
1 - occorre molta attenzione. Oggi prendiamo in giro ridicoli disclaimer a un film popolarissimo che presenta stereotipi razzisti così come la deturpazione e l'abbattimento di statue dedicate a personaggi discutibili, ma non vorrei che per queste vie si arrivasse presto a censure strutturate e sistematiche, all'annullamento di voci sgradite, fino al rogo di libri;
2 - tutte queste sbandierate conquiste, oltre a essere ridicolmente inutili (e semmai pericolose giacché rischiano di polarizzare posizioni e fomentare sentimenti di odio) a me paiono mero, banale moto di autossoluzione. Per gli accesi sostenitori e attivisti bianchi. Facciamo un post tutto nero, scendiamo in piazza per Floyd e le ingiustizie del mondo (ma del barcone che affonda al largo della Tunisia pieno di donne fregacazzi), urliamo gli slogan giusti e usiamo le parole giuste: la coscienza è a posto.
La questione è complessa, ma può non essere complicata.
Assieme all'autoassoluzione e al lavaggio di coscienza - che è la prima reazione "normale" a tanto buonismo politicamente corretto a buon mercato - c'è un sincero e utile attivismo che non si limita - ma è già qualcosa - a dire "Io ci sono."
Il lavoro è concertuale; i processi che ci saranno - vedi il caso Cucchi qui da noi - saranno tanto la causa quanto l'effetto di un fattivo (si spera) ulteriore passo in avanti.
S'è per questo, poi, noi Colombo lo si perculava già nel '92: https://youtu.be/XePDY9DOrsQ
Insomma, ci eravamo appena liberati delle sardine grazie alla SARS-bis, ed ecco che...
Ho detto "cazzetto in fronte", ma va beh, sprechiamo così i derivati del petrolio...
https://www.agi.it/cronaca/news/2020-06-14/sala-statua-montanelli-deve-rimanere-li-8895846/
Qualcuno ha proposto di affiancare a quella di Montanelli una statua della sposa bambina.
Direi perfetto.
@MValdemar
Mi trovi più che d’accordo con tutto quanto hai scritto in merito a The Shield: una serie memorabile, sferzante, lucida e “terribile”, mentre il finale è veramente uno dei migliori di sempre.
Voglio però sperare potrebbe essere prodotta anche oggi, e che non si sia arrivati al definitivo trionfo dell’annacquamento sistemico.
Anche perché direi che se qualcuno vede nella serie un’esaltazione dei personaggi e delle loro azioni più che inveire o gridare allo scandalo dovrebbe piuttosto valutare la possibilità d’una visita specialistica. O al massimo virare verso NCIS o Law&Order.
Al pari di quelli che, in Italia, per l’appunto si scagliano contro Gomorra. “Che diamine! Sempre ‘sta accidenti de mafia! Ma perché non si parla mai delle bellezze dell’Italia? E poi vogliamo parlarne del rischio d’emulazione?”… Per la miseria, cambiate canale e c’è Don Matteo ad aspettarvi.
Quest’ossessione del politicamente corretto (che poi vorrei ben capire, tra l’altro, chi è che lo stabilisce, a seconda dei casi, cos’è corretto e cosa non lo è…) rischia veramente di azzoppare la cultura. Personalmente spero in un futuro migliore, per la TV e per il cinema.
Comunque sia, come ho già scritto in risposta a @Cine, anch’io sinceramente Trump lo vedo vincente, o quantomeno ancora ben in corsa. Non vorrei si facesse di nuovo l’errore di sottovalutarlo. Anche se è possibilissimo. Di certo infatti si è già ripetuto l’errore di contrapporgli un candidato a voler esser buoni non proprio eccezionale.
E le proteste ad un oceano di distanza in ossequio alla narrazione dell’Impero ormai trionfante anche a me hanno lasciato un po’ perplesso (giusto un po’). Non perché necessariamente “in cattiva fede”, ci mancherebbe, ma semplicemente per il ridicolo (forse involontario) d’una protesta a distanza e in emulazione di un’altra concernente problemi contingenti prettamente americani (che a loro, al contrario, in linea di massima non frega un accidente del resto del mondo), con slogan afferenti alla situazione particolare prettamente americana e con metodi inerenti – quasi non ci si crede – di nuovo alla situazione attuale prettamente americana (del genere di inginocchiarsi per 8’46’’).
Aspetto di vedere (in tema di razzismo/discriminazione/diseguaglianza) un’ondata di proteste “globali” veramente di massa e veramente furenti con altrettanto eco mediatica al prossimo atto di forza di Erdogan in Kurdistan o al prossimo massacro in Palestina o, ancora, al prossimo bombardamento con droni stealth di civili innocenti in Medio oriente o magari in sostegno degli indigeni dell’Amazzonia, o dei migliaia di morti del Mediterraneo (mentre magari ci si commuove a comando per quelli al confine USA-Messico)…
Ma sappiamo già che – in linea di massima – non accadrà.
@iCC, spunti (in attesa della "Vibrante protesta!", cit.) - https://www.filmtv.it/playlist/681741/n-36-53-22705-e-38-21-50341--ovvero--il-cinema-curdo-sotto-a/
Comunque, tra parentesi, ne vogliamo parlare dell'elogio sperticato riservato a Cossiga da Mattarella?
https://www.repubblica.it/politica/2020/09/24/news/mattarella_cossiga_difese_lo_stato_in_rispetto_della_carta_-268365662
Mattarella - avvocato e giurista - è un buon Presidente della Repubblica (per quanto un PdR possa essere definito buono o cattivo dati i pochi poteri che la Costituzione gli conferisce; poi, contro Boris Johnson vincerebbe pure Fassino o Peppa Pig), ma qui il problema credo sia la tendenza ad "idealizzare" (passami il termine) figure che... anche no, grazie. (Premettendo che l'idealizzazione è praticamente quasi sempre uno sbaglio di per sé.)
Da Azione Cattolica alla DC, non vedo incoerenza in questa sua ultima uscita.
Ma infatti, "incoerenza" no e quel mio "non me ne capacito" era fin troppo iperbolico, tuttavia il punto è veramente tutto lì. Evitare di idealizzare certe figure la vedo come un'operazione di minimo buonsenso sulla quale troppo spesso si sorvola, preferendo le retoriche e gli eufemismi. Che poi sono io che forse me la prendo troppo e ciò credo si debba a quella flebile ma pur sempre ancor presente speranza che prima o poi si riesca a cambiare e cominciare ad imparare qualcosa dal passato; cosa impossibile da fare se non lo si riconosce per com'è davvero stato e si preferisce "impreziosirlo e indorarlo".
Sarà poi anche che sono ancora in "mood" da Va' e vedi che ad oltre 2 settimane dalla visione continua a frullarmi nella testa incessantemente...
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