29 aprile 1980. Si spegne a Los Angeles quello che possiamo considerare uno dei più grandi maestri della settima arte, Alfred Hitchcock. Quarant'anni fa se ne andava il maestro del brivido, il grande creatore della cosiddetta suspense cinematografica, elemento cardine ricorrente in gran parte dei lungometraggi dello zio Alfredo e vero e proprio simbolo della sua poetica cinematografica. Alfred HItchcock nasce a Londra nel 1899, a un passo dall'inizio del nuovo secolo. La sua infanzia è difficile, specialmente per via del rapporto che aveva col severissimo padre. Si appassiona prestissimo al cinema e, poco più che ventenne, comincia a muovere i suoi primi passi nell'industria cinematografica del suo paese. Hitch (come amavano chiamarlo gli americani) non nasce regista, il suo primo impiego è quello di disegnatore di titoli e didascalie per i film muti. Il suo interesse cresce sempre di più e all'inizio degli anni '20 svolge una serie infinita di mansioni, sempre legate al ramo cinematografico. L'incontro con Alma Reville, sua coetanea e futura moglie, sembra cambiargli la vita. Da sceneggiatore ad aiuto regista fino a che, nel 1925, firma il suo primo film "Il Labirinto delle Passioni" di produzione anglotedesca. Il primo vero successo commerciale è "Il Pensionate" del 1927, in cui per la prima volta pone le basi per quella che sarà la sua poetica cinematografia: protagonista ambiguo e uomo comune, un assassinio di mezzo, la scala, il mcguffin e la suspense.
Dopo nove film muti, girati negli anni '20, Hitchcock sperimenta il sonoro a partire da "Blackmail - Ricatto". Negli anni successivi girerà una serie di film importanti fino a che, nel 1940, avviene la svolta della sua carriera: Hollywood. Il periodo inglese finisce per lasciare spazio al periodo americano, introdotto magnificamente da un capolavoro intramontabile, "Rebecca - La Prima Moglie". Negli anni '40 la sua carriera decolla nel vero senso della parola e fino a inizio anni '60 Hitchcock dirige ininterrottamente quasi un film all'anno firmando capolavori, film memorabili ma anche qualche delusione. I suoi maggiori successi, però, risalgono agli anni '50. Decennio in cui la sua fama gli permise di lavorare con attori e attrici d'eccezione nonché con alcuni dei migliori collaboratori dell'epoca. James STewart, Cary Grant, Grace Kelly e Janet Leigh, sono solo alcuni dei nomi altisonanti che contribuirono alla fama dei film del maestro londinese.
Negli anni '70, ormai stanco e affaticato, Hitchcock dirige solamente due film e sembra ormai aver rinunciato a quella che era stata per più di 40 anni una florida e sconfinata produzione di pellicole. Profondamente malato, muore la mattina del 29 aprile 1980 nella sua casa di Bel Air, a Los Angeles.
Con Alfred Hitchcock muore un pezzo di cinema, un mito che ha lasciato un patrimonio vastissimo scrivendo pagine e pagine di storia del cinema. Per anni reputato un mero mestierante, oggi è universalmente conosciuto per essere stato una delle personalità di maggior rilievo nel panorama cinematografico mondiale. A lui si deve la realizzazione di numerose tecniche registiche (innovative e avanguardistche per l'epoca) così come l'importanza che attribuiva alla sceneggiatura nei film, vero e proprio scheletro di ogni lungometraggio. Famoso inoltre per il suo feticismo legato alle attrici bionde, per le quali si dicesse nutrisse una vera e propria ossessione che traeva le sue origini da episodi dell'infanzia. Le sue attrici erano fotografate come vere e proprie divinità, Hitchcock coglieva ogni singolo particolare, ogni difetto che presto si trasformava in un pregio ed era un maestro nel dotarle di una fortissima carica erotica (ne è un esempio la Janet Leigh di Psycho nelle scene di "nudità", non vediamo quasi niente ma ci lasciamo andare completamente alla fantasia). Infine, il buon Alfred era solito ritagliarsi una piccolissima parte in quasi ogni suo film. Ciò conferiva una nota quasi comica data la sua singolare fisicità.
Per commemorare al meglio il quarantennale della morte di Alfred Hitchcock ho pensato di consigliare (ma è dura consigliare dato che ognuno sembra aver visto i suoi film!!!!) 10 titoli facenti parte della sua sterminata filmografia. Il numero 10 appare riduttivo ma mi sembrava un buon compromesso per non rendere il tutto dispersivo e, passatemi il termine, poco ufficiale. L'elenco è in ordine di uscita e contiene i 10 film che preferisco del maestro, il vostro qual è?
Con Marie Ault, Arthur Chesney, June, Malcolm Keen, Ivor Novello
'Il Pensionante' è il primo vero capolavoro di Hitchcock. Girato quando aveva solo 28 anni, in questo film Hitch sperimenta per la prima volta la famosa suspense regalando un'opera cupa e a tratti inquietante, sporcata (forse) solo da un finale eccessivamente buono e accondiscente.
Primo film dell'epoca americana. Un affresco visivo di una bellezza indescrivibile, 'Rebecca' è una fiaba horror in cui la tensione costante creata da Hitch è forse l'unico vero elemento trainante della storia. Il personaggio che dà il titolo al film è uno spettro, un'idea che aleggia per tutta la durata del film e che lo spettatore, e la protagonista, non vedranno mai ma percepiranno in continuazione come una presenza demoniaca fino al meraviglioso e catartico finale.
Un grande film che mescola numerosi generi al suo interno: noir, spionaggio, dramma sentimentale, avventura e, ovviamente, suspense hitchcockiana. La storia è davvero intrigante e il modo di dirigere del maestro londinese è ancora una volta impeccabile. Se al tutto aggiungiamo Cary Grand e Ingrid Bergman abbiamo un cocktail vincente e siamo sicuri di fare un figurone. Il finale è ancora una volta una delle cose più belle girate da zio Alfred.
Se dovessi esprimermi sul quale sia il più bel film di Hitchcock probabilmente direi questo. Non perché sia effettivamente migliore degli altri ma perché quando lo vidi, solo qualche anno fa, mi lasciò un senso tale di incompiutezza e meraviglia che mi fecero sognare il film per mesi interi. Premessa, adoro i film girati in un'unica location e adoro il piano sequenza. La storia di 'Rope' (titolo originale) è pazzesca, gli attori sono tutti in parte e la regia è avanti anni luce. Hitchcock mescola elementi tipici della commedia ad elementi estremamente macabri e tipici del giallo. Il monologo finale di James Stewart è la ciliegina sulla torta, un discorso di appena 5 minuti sulla moralita umana e sul senso dell'esistenza e del rispetto reciproco. Amo questo film, ne sono letteralmente ossessionato e mai riuscirò ad esprimere al meglio tutte le sensazioni che esso mi ha provocato e che continua a provocare tutt'ora.
Siamo negli anni '50 e ancora una volta un film ad un'unica location come piace a me. Che dire, vidi questo film per la prima volta quando ero un bambino e subito ne rimasi affascinato. Non capì molto dello svolgimento della trama, a tratti difficile da seguire, ma mi piacquero le scenografie e i colori assai particolari. Ho rivisto questo film decine di volte cercando di perdermi nei suoi dettagli e di scovarne sempre di nuovi. Un film tesissimo che viene però addolcito dalla bellezza travolgente di Grace Kelly, la preferita del buon Hitch.
Siamo sempre nel 1954, altro giro e altro capolavoro. La trama più semplice del mondo per uno dei film più belli del mondo. Neanche a farlo apposta, la location è una (due se consideriamo la casa dell'assassino). James Stewart incarna un personaggio di tutti i giorni nel quale ognuno di noi si potrebbe rispecchiare. Siamo tutti dei guardoni e piace a tutti osservare, spiare e più semplicemente guardare chi abbiamo davanti, vuoi per curiosità vuoi per vero e proprio piacere. I personaggi di Hitchcock sono tutti umani e ordinari, siamo noi con i nostri difetti e le nostre perversioni. Questo film è intramontabile.
Dopo 3 film interamente girati in un'unica location eccone uno in cui gli ambienti esterni dominano su ogni cosa. 'Caccia al Ladro' non colpisce tanto per la trama (la solita menata tra ladri!!) ma per la splendida fotografia di Hitchcock e per i due protagonisti. Hitch è questa volta aiutato da una serie di location d'eccezione (Costa Azzurra) e la sua macchia da presa riesce a cogliere ogni volta gli aspetti migliori di queste terre e città splendide. Un film di ampio respiro, adrenalinico e a tratti molto erotico. Cary Grant e la meravigliosa Grace Kelly formano una coppia perfetta, maturo e sicuro lui, giovane ma pungente lei.
Film che all'epoca passò inosservato e che si rivelò un vero fiasco. Peccato perché si tratta di uno dei più riusciti film del maestro. 'Vertigo' (molto meglio il titolo originale) è una commistione di tecnica e plot twist incredibili. Hitchcock raccoglie il meglio di 30 anni di carriera e lo getta in questo capolavoro senza tempo. Famosa la tecnica registica che dà il nome al film, ampiamente usata negli anni a venire. James Stewart e Kim Novak fanno il resto.
Eccolo. Uno dei film più avanguardistici della storia. Vidi 'Psycho' quando avevo circa 8 anni e me ne innamorai subito. Non mi dava l'idea di essere un film vecchio o datato, anzi. Coglievo fin da subito la freschezza e la modernità che trasudavano da questo spaventoso film. 'Psycho' è altresì famoso per due motivi: 1) Norman Bates, uno dei serial killer più spaventosi e interessanti della storia del cinema, 2) la scena della doccia. Hitchcock firma il suo film di maggior successo commerciale, ed anche quello più conosciuto. Tutti conoscono 'Psycho' e Norman Bates, la scena della doccia è entrata nell'immaginario collettivo delle persone di tutto il mondo. 'Psycho' ha inoltre avuto dei sequel e, nel 2012, è stato realizzato un film biografico in cui si parla della realizzazione del suddetto film. Questa è forse la vetta più alta.
Quando dicevo che 'Psycho' fosse la vetta più alta mi sbagliavo di grosso. 'Gli uccelli' rappresenta la summa della bravura e del talento del grande Alfred Hithcock. Un film costosissimo che lanciò la carriera della biondissima Tippie Hedren. 'Gli Uccelli' è il primo e unico film horror di Hitchcock, gli altri sono thriller o gialli. Qui parliamo di un horror cupo e maledetto. Un film inoltre catastrofico in cui migliaia di uccelli attaccano e distruggono una cittadina sulle coste della California del sud. Incredibili gli effetti speciali, tutto vero senza l'uso di plasticherie di nessun tipo. Lo vidi circa 5 anni fa e mi terrorizzò seriamente, pensai che nel 1963 le persone si dovessero sentire morire vedendo un film spaventoso come questo. La regia è perfetta e vira quasi allo splatter (la scena dell'occhio) ma quello che spaventa di più è l'assoluta mancanza di spiegazioni. Non sappiamo perché gli uccelli attaccano l'uomo, ma lo supponiamo. Il finale è davvero spettrale. Gli uccelli hanno finalmente preso il sopravvento e dominano la Terra.
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