Voyage of Time
- Documentario
- USA, Gran Bretagna
- durata 90'
Titolo originale Voyage of Time
Regia di Terrence Malick
Il passato è un loto, potalo ed esso crescerà.
“The OverStory” - Canopia, la SovraStoria, in italiano reso come “il Sussurro del Mondo”, volendo intendere [creando una sineddoche metonimica tra palesamento sonoro e (motiv)azione biochimica] il frusciare delle foglie (e il contemporaneo e conseguente stormire delle chiome) mosse dal vento quale la manifestazione tangibile ai sensi umani di ciò ch’è la neurobiologia vegetale, la comunicazione tra individui e specie botaniche grazie all’attività elettrofisiologica delle membrane per mezzo del rilascio di molecole verso recettori (esocitosi ed endocitosi) - è un romanzo postmoderno-massimalista espressione reciproca e vicendevole dello ZeitGeist nel quale in svariate occasioni ti ritrovi a piangere grazie a chissà quali spronanti collegamenti degl’ingranaggi mentali; per esempio, ad un certo punto, qui (boh!):
“Il frassino è un albero nobile.” Resiliente all’inverosimile. Roba da manici di utensili e berretti da baseball. Douglas adora quelle foglie composte pinnate, il modo in cui attenuano la luce e fanno sembrare la vita più dolce di quella che è. Adora i semi affusolati a forma di barca a vela. Gli piace l’idea di piantare qualche frassino, prima di fare l’unica cosa che chiunque deve davvero fare.
Principia con un atto di ambigua, maliziosa poetica malickiana, “the Overstory”: una doppia negazione che, contro la consuetudine del senso comune, vuol stare a significare, sottendendo, cioè riportando alla luce, proprio il contrario di ciò che esprime attraverso la logica palese: "All'inizio non c'era nulla", ovvero: vi era un qualche cosa. "Poi c'era tutto."
All'inizio non c'era altro che nulla.
Poi c'era nient'altro che tutto.
La pratica riduce notevolmente l’impossibile.
Dal non-vuoto (perché il vuoto presuppone un pieno per esistere, e invece qui siamo “di fronte” all’assenza d’ogni cosa), cioè dal meno-che-vuoto, ecco un’increspatura non “nello” spazio-tempo, ma creante lo spazio-tempo: il polline del Big Bang che si ramifica…
Rileggono “la Foresta Segreta”. È come un tasso: si rivela con maggior chiarezza a una seconda occhiata. Leggono di come un ramo sappia quando ramificare. Di come una radice trovi l’acqua, persino quella in tubi sigillati [azzarderei: “condensa” ipogea]. Di come una quercia possa avere cinquecento milioni di apici radicali che voltano le spalle alla competizione. Di come le foglie di alberi le cui cime non si toccano lascino uno spazio tra se stesse e le foglie vicine [la Timidezza delle Chiome (Crown Shyness), vedi immagini qua sotto; NdR]. Di come gli alberi vedano [trad.: percepiscano/distinguano] i colori. Leggono dello sfrenato commercio di legname che traffica in oggetti di piccolo artigianato, sulla superficie e sotto. Delle complesse e limitate associazioni con altre specie. Dei sistemi ingegnosi che sollevano i semi in aria [trad.: facendoli viaggiare] per centinaia di chilometri. Gli artifici di propagazione praticati su ignare creature in movimento [il pelo di pecore e cani, e quello dei miei polpacci, li mortacci] decine di milioni di anni più giovani degli alberi. Le lusinghe per gli animali che credono di mangiare gratis.
Suddiviso in quattro sezioni - Radici (che affondano dalla metà del XIX secolo all’alba del III millennio), Tronco (che si erge lungo il corso delle scoperte scientifiche (biologiche) e dei “progressi” politico-sociali (ambientalisti) del secolo XX), Chioma (l’appena ieri e, già, l’oggi) e Semi (l’oggi, e forse il domani) -, la prima delle quali rappresenta - assieme a tutto “Gain” e a molte parti contenute in “Three Farmers on Their Way to a Dance”, “Prisoner's Dilemma” e “the Time of Our Singing” (non che gli altri romanzi pubblicati ad oggi in Italia, ovverossia “Galatea 2.2”, “the Echo Maker”, “Generosity” ed “Orfeo”, non siano altrettanto, se pur differentemente, per altri versi e in minor misura, meravigliosi... Mentre invece si auspica e ci si attende che la Nave di Teseo di Elisabetta Sgarbi possa finalmente proporre ai lettori del bel paese là dove 'l sì suona anche i restanti volumi ad oggi rimasti intradotti, cioè “the GoldBug Variations”, “Operation Wandering Soul” e “Plowing the Dark”) - una delle massime fioriture della prosa powersiana, vale a dire uno dei frutti migliori della letteratura contemporanea, “the OverStory” è tanto un Romanzo-Mondo quanto un Romanzo del/sul/col/per il Mondo: inteso tanto come Pianeta quanto come Umanità.
- È tutto sbagliato, a partire dal titolo.
- Cosa c’è che non va in “Come gli Alberi Salveranno il Mondo”? Forse non lo salveranno?
- Sono sicura che lo faranno. Dopo che il mondo ci avrà tolto di torno.
- Intitolalo “La Salvezza della Foresta”. Così non dovrai impelagarti in chi salva cosa.
Una pagina, del tutto a caso, sull'argomento infinito, pescata nella moltitudine bibliografica della letteratura scientifica e divulgativa sull'argomento: https://www.academia.edu/2012718/La_quercia_come_fattore_chiave_per_la_conservazione_della_diversit%C3%A0_ornitica_in_inverno_in_boschi_di_latifoglie_del_Nord_Italia
Però, in una notte come quella, mentre la foresta pompa le sue sinfonie in milioni di movimenti e la voluminosa e splendente Luna viene frammentata tra i rami di Mimas, è facile persino per Nick credere che il Verde abbia un piano che farà sembrare l’Era dei Mammiferi una piccola, insignificante deviazione.
Se l'essere umano è il metodo che utilizza l'Universo per scrutare sé stesso, questo libro è uno dei pochi e validi esempi ed atti (tra letteratura scientifica - pubblicazioni tecniche specializzate e saggistiche divulgative - e narrativa) di Primo Contatto, dopo 4 miliardi di anni, fra il Regno Vegetale e quello Animale, tra la CloroFilla e l'EmoGlobina.
I grandi cicli dell’aria e dell’acqua si stanno interrompendo. L’albero della vita cadrà di nuovo [la Sesta Estinzione di Massa; NdR], crollerà diventando un ceppo d’invertebrati, un tappeto vegetale solido e resistente, e batteri, a meno che l’uomo… A meno che l’uomo.
Meno che l’uomo. A meno dell’uomo.
La morale dell’essere umano, l'etica del pianeta Terra.
La SovraStoria sussurrata dalla Canopea…
Pianeta Terra ed esseri umani: quale parte perderà vincendo è chiaro, limpido e lampante.
Tutti pensano che la paura e la collera, la violenza e il desiderio, la rabbia attenuata dalla sorprendente capacità di perdonare – carattere – sia tutto ciò che conta, alla fine. È una convinzione puerile, solo un gradino più su rispetto all’idea secondo cui al Creatore dell’Universo importerebbe emettere sentenze come un giudice di una corte federale. Essere umani significa confondere una storia soddisfacente con un’altra ricca di significati, e scambiare la vita per qualcosa di enorme con due gambe. No: la vita è impegnata su una scala ben più vasta, e il mondo sta fallendo perché nessun romanzo riesce a far apparire la contesa per la guida del mondo avvincente quanto le lotte tra poche persone perdute. Ray però ha bisogno della narrativa tanto quanto chiunque.
“Radici”, con la progressiva presentazione cronologico-alfabetico-casuale dei protagonisti, può lasciare ad intendere al lettore che l’albero sulla cui corteccia l’autore ha inciso la propria storia culminerà con una fioritura, una fruttificazione, una seminagione: un pozzo gravitazionale in cui tutte le linee narrative nelle quali scorre la linfa, gli anelli di crescita nello xilema del tronco e le ramificazioni gemmanti della chioma (tanto quercifera quanto cipressoidale) culmineranno in una collettiva rivelazione, in una congiuntura risolutiva, in una epifania redentoria, in una manifestazione concreta e umanista dello scibile scientifico (quel che fu, in parte e anti-climaticamente, per “Gain” e “the Time of Our Singing”), e in parte lo è… ma soprattutto, “the Overstory”, l’albero che coi suoi rami setaccianti il cielo e deridenti la gravità getta la propria ombra sul boscaiolo che lo abbatte, ci lascia con un compito da portare a termine: guadagnarcelo, il Mondo.
A narrare il mutar delle forme in corpi nuovi mi spinge l’estro…
Postilla.
Un sinonimo di floema (quel complesso di tessuti viventi delle piante vascolari che, tra le altre funzioni, assolve a quella di trasportare attraverso i suoi microcondotti la linfa di ritorno, quella elaborata e resa ricca di nutrienti dall’apparato fogliare per mezzo della fotosintesi clorofilliana) si chiama Libro.
(mck)
Colophon.
Richard Powers - “the OverStory” - 2018
[“il Sussurro del Mondo”, la Nave di Teseo (collana “Oceani”, n. 61), 2019 - traduzione di Licia Vighi - brossura, cartonato, sovraccoperta - 660 pagg., 22.00 €]
Nota.
Traduzione sufficiente (qualche incertezza scientifica). Revisione insufficiente (troppi refusi: si vedano gli estratti inseriti nel commento al penultimo film inserito in playlist... Elenco che di film ne contiene... 42: non so se il romanzo di Powers contenga LA risposta, ma di certo pone le giuste domande...).
* * * * ½-¾ – 9.25
Titolo originale Voyage of Time
Regia di Terrence Malick
Titolo originale Kinder von Golzow
Regia di Winfried Junge, Barbara Junge
Radici. Nicholas Hoel. Castagno.
Ritorna ancora, in Richard Powers, sotto altre mentite spoglie, August Sander.
Più di un centinaio di fotogrammi, il film muto più corto, vecchio, lento e ambizioso mai girato in Iowa comincia a rivelare lo scopo dell’albero.
(http://italiaxlascienza.it/main/2015/11/salvare-il-castagno-americano-dallestinzione-con-le-biotecnologie/)
Titolo originale Boyhood
Regia di Richard Linklater
Con Ellar Coltrane, Patricia Arquette, Ethan Hawke, Lorelei Linklater, Tamara Jolaine
Titolo originale The Stanford Prison Experiment
Regia di Kyle Patrick Alvarez
Con Billy Crudup, Ezra Miller, Michael Angarano, Tye Sheridan, Johnny Simmons
Radici. Adam Appich. Acero.
Su quell’argomento costruirà un’intera carriera: sull’informare, indottrinare, inquadrare, sui bias di conferma e la combinazione tra correlazione e causalità. Tutti quei difetti, impiantati nel cervello del più problematico dei grandi mammiferi.
-6- -E- -X- -5-
Ognuna di queste carte ha una lettera su un lato e un numero sull’altro. Mettiamo che qualcuno vi dica che, se una carta ha una vocale su un lato, allora ha un numero pari sull’altro. Quale carta o carte dovreste rovesciare per scoprire se la persona ha ragione?
-32- -Rum- -Coca-Cola- -17-
Ognuna di queste carte rappresenta una persona in un bar. Un lato mostra la loro età e l’altro il loro drink. Se l’età legale per bere alcolici è 21 anni, quale carta o carte bisogna rovesciare per accertare se tutti hanno l’età giusta per bere?
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NdR.
Gli psicologi evoluzionisti Leda Cosmides e John Tooby identificarono che il compito di selezione tende a produrre la risposta “corretta” quando presentata in un contesto di relazioni sociali.
La 2a serie di 4 carte non è più facile da “risolvere” perché è stato compreso il “meccanismo”, ma perché si tratta di un problema sì identico, ma sviluppato attraverso un esempio pratico di logica quotidiana.
Titolo originale Up
Regia di Peter Docter, Bob Peterson
Radici. Ray Brinkman e Dorothy Cazaly. Quercia e Tiglio.
Mi hai dato qualcosa che non avrei mai potuto immaginare, prima che ti conoscessi. È come se avessi la parola “libro” e tu me ne avessi messo uno in mano. È come se avessi la parola “gioco” e tu mi avessi insegnato a giocare. È come se avessi la parola “vita”, e tu fossi venuta da me a dirmi, “Oh! Intendi questa qui.”
Titolo originale Into the Wild
Regia di Sean Penn
Con Emile Hirsch, Marcia Gay Harden, William Hurt, Jena Malone, Catherine Keener
Radici. Douglas Pavlicek. Abete.
Più o meno al momento di spegnere le luci, l’eccessiva teatralità del prigioniero 1037 diventa leggermente selvaggia. Le guardie lo stendono a suon di legnate. È già chiaro: ci sono guardie buone, guardie toste, e guardie folli. Ognuna scende di un livello in presenza di altre.
Ma quello è l’Idaho, e quando passi tutto il tuo tempo in compagnia di cavalli, la tua anima si espande fino al punto in cui il comportamento degli uomini non sembra nient'altro che una festa in maschera che faresti bene a non prendere per ciò che appare.
In realtà, è sempre più convinzione di Douggie che il più grande difetto della specie sia l’irresistibile tendenza a confondere il consenso con la verità. L'unica più grande influenza su ciò che un corpo crederà o non crederà è quello che alcuni corpi vicini trasmetteranno sulla banda pubblica. Provate a mettere tre persone in una stanza, e vedrete che esse decideranno che le legge di gravità è dannosa e dovrebbe essere soppressa perché i loro zii, ubriachi fradici, sono caduti dal tetto.
E c'è ancora una parte di lui che vuole sapere se le sue poche convinzioni personali possono essere avvalorate da qualcuno, da qualche parte. La conferma degli altri: un male di cui morirà l’intera razza.
A Eugene, Douglas trasforma un'ingombrante torretta di dollari d'argento in giro su un piccolo aereo a elica. “Mi faccia volteggiare più a lungo possibile per questi soldi. Voglio vedere che aspetto ha questo paesaggio quaggiù da lassù.”
Assomiglia al fianco di una bestia malata pronta per la sala operatoria. Ovunque, in ogni direzione. Se l’immagine del panorama fosse trasmessa in televisione, il disboscamento verrebbe interrotto il giorno successivo. Tornato sulla superficie dissimulatrice del pianeta, Douglas passa tre giorni sul divano dell'amico, in silenzio. Non ho capitale. Né arguzia politica. Né potere di persuasione. Né acume economico o mezzi sociali. Tutto quello che ha è l'immagine di un disboscamento davanti a sé, visibile sia a occhi chiusi che aperti, che lo tormenta fino all'orizzonte.
Titolo originale Her
Regia di Spike Jonze
Con Joaquin Phoenix, Scarlett Johansson, Rooney Mara, Olivia Wilde, Amy Adams, Chris Pratt
Radici. Neelay Mehta. Fico e Albero Bottiglia (Brachychiton rupestris).
- E poi cosa farà, papà?
- Cosa vuoi che faccia, Neelay?
Questo senso dell’inconcepibile, che aspetta di essere concepito.
Cammina lungo le strade fiancheggiate da alberi la cui chioma ricorda la spirale di un'impronta digitale, quel quartiere racchiuso da tre autostrade. A quattro isolati da casa, taglia per il parco, il luogo dove va ogni volta che i suoi genitori lo costringono a uscire. Il sentiero si snoda lungo le forche caudine di basse encinas con rami fantasmagorici che crescono fin da quando la California era l’avamposto più remoto della Spagna. Se si è mai accorto di queste specie, è stato nel film: gli alberi di Sherwood e di Bagworthy, foreste finte per spaventare i Padri Pellegrini e sfidare i naufraghi. Quando Hollywood ha bisogno di alberi, si rivolge all'unica, vicina latifoglia che andrà bene ugualmente.
L’angoscia duro solo fino a quando non apre il taccuino. Poi si corica a sfogliare le pagine recuperate, ricordandosi ogni cosa. Tanto lavoro, tante belle idee... Salvate.
Titolo originale The Happening
Regia di M. Night Shyamalan
Con Mark Wahlberg, Zooey Deschanel, John Leguizamo, Spencer Breslin, Betty Buckley
Radici. Paticia Westerford. Pioppo Tremulo.
La conferma arriva la primavera successiva. Tre altri esperimenti, e Patricia non ha più dubbi. Gli alberi sotto attacco liberano insetticidi per salvare la propria vita. È un fatto incontestabile. Ma c'è qualcos'altro nei dati che le fa accapponare la pelle: gli alberi lontani, non interessati dagli sciami invasori, incrementano le loro difese quando i loro vicini vengono attaccati. Qualcosa li mette in stato di allerta. Fiutano il disastro, e si preparano. Controlla tutto quello che può, e i risultati sono sempre gli stessi. C’è soltanto una conclusione che ha senso: gli alberi feriti trasmettono segnali d'allarme che gli altri alberi avvertono. I suoi aceri stanno mandando dei segnali. Sono collegati a una rete aerea, e condividono un sistema immunitario lungo acri di foreste. Questi tronchi sciocchi e immobili si stanno proteggendo a vicenda.
Fatica a capacitarsene. Tuttavia, i dati raccolti continuano a confermarlo. E la sera in cui alla fine Patricia accetta l'evidenza di quei risultati, sente gli arti riscaldarsi e le lacrime scorrerle lungo il viso. Per quanto ne sa, lei è la prima creatura nell'avventura della vita in continua espansione ad aver mai intravisto questo piccolo ma indubbio passo compiuto dall'evoluzione. La vita sta parlando tra sé e lei ha origliato.
La relazione del Dr. Pat Westerford viene accettata da una rivista rispettabile. I colleghi che recensiscono il suo lavoro alzano il sopracciglio, ma i dati della ricerca sono accurati e nessuno può ravvisarvi alcun problema, se non il buon senso. Il giorno dell'uscita dell'articolo, Patricia ha la sensazione di aver pagato il suo debito al mondo. Se dovesse morire il giorno dopo, questa piccola scoperta andrebbe ad aggiungersi a quello che la vita è riuscita a sapere di sé stessa.
Si rivolge verso il piccolo burrone per cercare di capire in quale direzione il suo esemplare maschio, quel clone gigantesco di pioppo tremulo, potrebbe essere diretto. Sta vagando per le colline e i canaloni da dieci millenni alla ricerca di un gigante tremolante femmina da fertilizzare. C’è qualcosa sulla collinetta successiva che le procura un colpo al petto. Scavato nel cuore del clone in espansione, un complesso residenziale è accovacciato tra un nastro di strade nuove. Alcuni condomini, un po’ più vecchi, sono stati edificati tagliando diversi acri del sistema di radici di una delle creature più sontuose della terra. Dr. Westerford chiude gli occhi. Ha visto l’avvizzimento apicale da una parte all’altra dell’ovest. I pioppi tremuli stanno appassendo. Brucati da qualunque animale con gli zoccoli, isolati dagli incendi con il loro effetto rinvigorente, interi boschetti stanno scomparendo. Ora vede una foresta, che si era espansa lungo quelle montagne da prima che gli esseri umani abbandonassero l’Africa, rimpiazzata dalle seconde case. La vede in una grande, scintillante apparizione dorata: alberi ed esseri umani, in guerra per la terra, l’acqua e l’atmosfera. E sente, più forte del tremolio delle foglie, quale parte perderà vincendo.
Schiocchi e cicalecci disturbano il silenzio della cattedrale. l’aria ha una tonalità talmente verde crepuscolare che la donna ha la sensazione di essere sott’acqua. Piovono particelle – nuvole di spore, ragnatele spezzate e forfora di mammiferi, acari scheletriti, frammenti di escrementi di insetto e di piume d’uccello… Tutto si arrampica su qualcos’altro, lottando per scampoli di luce. Se rimane ferma troppo a lungo, le piante rampicanti la infesteranno. Cammina in silenzio, calpestando a ogni passo diecimila invertebrati, in cerca di orme in un luogo in cui almeno una delle lingue native usa la stessa parola per impronta e comprensione. I cedimenti del terreno sotto i piedi sono come un materasso bucherellato da colpi di pistola.
Enormi conifere che mettono occasionali radici sulla volta in alto che scendono di nuovo per nutrirsi dei tappetini di terreno accumulatosi nelle V dei loro stessi rami. […] Il più grande deve avere sei secoli di età. È così alto, così vicino ai limiti più elevati imposti dalla gravità che impiega un giorno e mezzo per sollevare l’acqua dalle radici fino al più alto dei suoi sessantacinque milioni di aghi. E ogni ramo profuma di liberazione.
Titolo originale 2001: A Space Odyssey
Regia di Stanley Kubrick
Con Keir Dullea, Gary Lockwood, William Sylvester, Daniel Richter, Leonard Rossiter
Titolo originale Days of Heaven
Regia di Terrence Malick
Con Richard Gere, Brooke Adams, Sam Shepard, Linda Manz, Robert J. Wilke, Jackie Shultis
Titolo originale Little Buddha
Regia di Bernardo Bertolucci
Con Keanu Reeves, Alex Wiesendanger, Chris Isaak, Bridget Fonda, Ying Ruocheng
...ma la speranza e la verità non giovano agli esseri umani, sono senza un’utilità. Negli sgraziati e grumosi colori a dita delle parole, lei cerca l’utilità dell’Old Tjikko, su quella cima brulla, che muore e risorge all’infinito ad ogni cambiamento climatico. La sua utilità è quella di mostrare che il mondo non è fatto a nostro uso e consumo. Di che utilità siamo noi, per gli alberi? Le vengono in mente le parole del Buddha: un albero è una cosa mirabile che ripara, nutre e protegge tutti gli esseri viventi. Offre persino l’ombra ai boscaioli che l’hanno distrutto. E con quelle parole, lei conclude il suo libro.
Titolo originale Gran Torino
Regia di Clint Eastwood
Con Clint Eastwood, Bee Vang, Ahney Her, Cory Hardrict, Geraldine Hughes, Dreama Walker
Nel suo cuore di uomo tuttofare, sa già di quante poche cose l’uomo è misura. È generoso e intraprendente come le erbacce.
Titolo originale The White Diamond
Regia di Werner Herzog
Qualcosa luccica davanti a lei, rivelato dalla luce del sole che filtra a chiazze, nel modo in cui la rugiada tradisce una ragnatela. Reti strette di decine di migliaia di specie cucite insieme in trame troppo sottili perché una persona riesce a scorgerle. Chissà quante medicine si possono celare lì. La prossima aspirina, il prossimo chinino, il prossimo Taxol. Ragione sufficiente per cui quest'ultimo boschetto dovrebbe rimanere intatto un po' più a lungo.
Titolo originale Better Call Saul
Con Vince Gilligan, Bob Odenkirk, Jonathan Banks, Rhea Seehorn, Michael McKean
Tag Drammatico, Maschile, Lavoro, Famiglia, Sud USA, Anni duemiladieci
Gli alberi dovrebbero avere un loro stato giuridico?
[…] La logica terribile del saggio comincia a logoralo. Bambini, donne, aborigeni, malati, pazzi e disabili: tutti inconcepibilmente trasformati in persone dalla legge, lungo i secoli. Allora perché gli alberi e le aquile e i fiumi e le montagne viventi non dovrebbero poter querelare gli esseri umani per furto e danni permanenti?
Recensioni:
- Stag. 1 (2015, 10 ep.): * * * * ¼ - 8.5
- Stag. 2 (2016, 10 ep.): * * * * ½ - 9
- Stag. 3 (2017, 10 ep.): * * * * ¼ - 8.5
- Stag. 4 (2018, 10 ep.): * * * * ½ - 9
- Stag. 5 (2020, 10 ep.): * * * * ¾ - 9.5
- Stag. 6 (2022, 13 ep.): * * * * ½ - 9
Titolo originale Okja
Regia di Joon-ho Bong
Con Ahn Seo-Hyun, Tilda Swinton, Jake Gyllenhaal, Paul Dano, Steven Yeun, Lily Collins
È lui a vederlo per primo: un gruppetto di tronchi di seicento anni, che si levano in alto fino a perdita d'occhio. I pilastri della navata centrale di una cattedrale rossastra. Alberi più vecchi della stampa a caratteri mobili. Ma le loro scanalature presentano numeri bianchi dipinti con la vernice a spruzzo, come se qualcuno tatuasse una mucca viva con l’immagine di un diagramma da macellaio che mostra i vari tagli che si nascondono di sotto. Ordini di un massacro.
Titolo originale Paprika
Regia di Satoshi Kon
Il web va dall’inimmaginabile all’indispensabile, la tessitura della rete unisce il mondo […]. Destiny viene lanciato, messo online, e un altro milione di ragazzini soli emigra verso il nuovo e perfezionato Neverland. […] In Destiny 6 le colonie di un giocatore continuano a prosperare mentre lui è via. Economie dinamiche e convergenti. Città piene di vere persone che negoziano e fanno le leggi. La creazione in tutto il suo stravagante sperpero. La gente paga affitti mensili per viverci. È un passo ardito, ma nel gioco del mondo, osare non è mai fatale. L’unica cosa che ti ucciderà è non riuscire a buttarsi.
Titolo originale The Revenant
Regia di Alejandro González Iñárritu
Con Leonardo DiCaprio, Tom Hardy, Will Poulter, Domhnall Gleeson, Paul Anderson, Lukas Haas
Qualcuno ha criticato “the Revenant”, un film a mala pena sufficiente, per il motivo sbagliato, ovvero per l’unica scena per cui vale veramente la pena spendere del tempo per assistere al film: l’attacco dell’orsa, che è iperrealistico e comportamentalmente e biologicamente accurato: attacca, smette, si guarda intorno, indietreggia, riparte all’attacco, gioca come il gatto col topo (come l’orso con l’uomo).
Abbiamo bisogno di maggior realismo… Di più vita! Gli animali dovrebbero balzare e fermarsi, gironzolare e fissare, come i loro modelli viventi. Voglio vedere come un lupo oscilla indietro sulle sue anche, il verde dei suoi occhi come se illuminati da dentro. Voglio vedere un orso sventrare un’antilope con i suoi artigli…
Titolo originale Piper
Regia di Alan Barillaro
Costruiamo questo posto con ogni dettaglio, prendendo spunto dalle cose presenti nel mondo. Vere savane, vere foreste temperate, vere zone umide. I fratelli Van Eyck hanno dipinto 75 varietà diverse di piante distinguibili nella Pala d’Altare di Gent. Io voglio riuscire a contare 750 specie di piante finte in Destiny 7, ognuna con il proprio comportamento…
Titolo originale The Emerald Forest
Regia di John Boorman
Con Powers Boothe, Meg Foster, Charley Boorman, Dira Paes, Yara Vaneau, William Rodriguez
Le tornano in mente le domande che le ha rivolto il giudice durante l'udienza. A che serve la natura incontaminata? Che differenza farà, una volta che il diritto alla prosperità illimitata trasformerà tutte le foreste in dimostrazioni di geometria?
Titolo originale Mesa sto dasos
Regia di Angelos Frantzis
Con Katia Goulioni, Iakovos Kamhis, Nathan Pissoort
Chiunque può scavare un fosso, costruire un terrapieno, assicurarsi a un blocco. Ma solamente lui può completare il suo progetto e descrivere, con dati precisi, perché alla gente potrebbe importare se una foresta vive o muore. Eppure si trattiene un altro giorno, diventando qualcosa di diverso: l’oggetto del proprio studio.
Titolo originale Vertigo
Regia di Alfred Hitchcock
Con James Stewart, Kim Novak, Barbara Bel Geddes, Henry Jones, Tom Helmore, Raymond Bailey
(Sequoie.)
Per un istante, sopra di loro, il Sole si ferma. Poi comincia la sua lenta discesa verso ovest, di nuovo nell’oceano in attesa. La luce del meriggio inonda il paesaggio d’oro e di acquerello. California, l’Eden americano. Queste ultime vestigia tascabili di foresta giurassica, un mondo come non ce ne sono altri sulla Terra.
Titolo originale Night Moves
Regia di Kelly Reichardt
Con Jesse Eisenberg, Dakota Fanning, Peter Sarsgaard, Alia Shawkat, Clara Mamet
Tutti e cinque lavorano nel garage di Gelso, sotto una cappa di esalazioni, in tenute intere da pittore e guanti. Raccolgono valanghe di secchi da combustibile da diciannove litri e timer in Tupperware di plastica. Segnano sulle mappe di Guardiano i punti in cui ogni dispositivo deve essere collocato per dar vita alla bruciatura più sostenibile. Manderanno quell’ultimo messaggio e sarà tutto finito. Poi si separeranno, scompariranno nuovamente nelle loro routine invisibili, dopo aver attirato l’attenzione del paese. Fatto appello alla coscienza di milioni di persone. Piantato un seme, quello che ha bisogno del fuoco per aprirsi.
Titolo originale A. I.: Artificial Intelligence
Regia di Steven Spielberg
Con Haley Joel Osment, Jude Law, Frances O'Connor, Sam Robards
- - - CHIOMA - - -
Venti primavere passano in un baleno. L’anno più caldo mai rilevato va e viene. Poi un altro. E poi altri dieci, quasi tutti tra i più caldi mai registrati nella storia. Il livello dei mari si alza. L’orologio dell’anno si rompe. Venti primavere, e l’ultima comincia due settimane in anticipo rispetto alla prima.
Titolo originale Modern Times
Regia di Charles Chaplin
Con Charles Chaplin, Paulette Goddard, Henry Bergman
Solleva il cartone di tascabili sui loro ripiani di metallo e fa l’inventario. La corsia si erge su travi in un infinito chiasmo di libri. Dozzine di corsie solo in quel Centro di Distribuzione. E ogni mese spuntano nuovi centri in tutto il paese. I suoi datori di lavoro non si fermeranno finché la merce non verrà distribuita a tutti. Nick spreca ben cinque secondi preziosi del suo tempo scandito dal movimento a guardare in basso verso la voragine di libri. La vista lo riempie di un orrore misto a speranza. Da qualche parte in tutti quei canyon infiniti, mescolati e rigonfi di carta stampata, codificate nei milioni di tonnellate di fibre di pino taeda, devono esserci alcune parole di verità, una pagina, un paragrafo che potrebbe interrompere l’incantesimo della distribuzione perfetta e riportare pericolo, bisogno, e morte.
Titolo originale El Abrazo de la Serpiente
Regia di Ciro Guerra
Con Brionne Davis, Jan Bijvoet, Luigi Sciamanna, Nilbio Torres, Antonio Bolivar
A Machadinho d’Oeste, nel Brasile occidentale, Patricia impara cosa può fare una foresta. Raggi di sole penetrano i tronchi ricoperti di rampicanti, i motori della vita più potenti sulla faccia della Terra. Le specie ricoprono ogni superficie, rianimando quella metafora morta al centro della parola disorientamento. Tutto è frangia e treccia e piega, squama e spina. Patricia si sforza per distinguere gli alberi dalle corde di liana, orchidee, strati di muschio, bromeliacee, ramoscelli di felce gigantesca, tappetini di alghe.
Ci sono alberi che fioriscono e fruttificano direttamente dal tronco. Bizzarri alberi del kapok con una circonferenza di dodici metri con rami che vanno dall’appuntito allo splendente al levigato, tutti dallo stesso tronco. Mirti sparpagliati per la foresta che fioriscono tutti in un solo giorno. Noci del Brasile che producono palle di cannone simili a delle piñatas messicane piene di noci. Alberi che fanno piovere, dicono le ore, prevedono le condizioni meteorologiche. Semi di forme e colori osceni. Baccelli come pugnali e scimitarre. Radici simili a trampoli e altre sinuose e contrafforti come sculture e radici che respirano aria. Le soluzioni si scatenano. La biomassa è folle. Basta far oscillare la rete una volta perché si riempia di due dozzine di specie di coleotteri. Spessi tappetini di formiche la attaccano per aver toccato gli alberi che le nutrono e le riparano.
Titolo originale Jurassic Park
Regia di Steven Spielberg
Con Sam Neill, Laura Dern, Jeff Goldblum, Richard Attenborough, Ariana Richards
Lei gli ha raccontato del seme della palma da dattero della Giudea, di duemila anni, ritrovato nel palazzo di Erode il Grande sulla rocca di Masada: il nocciolo di un dattero di un albero che forse avrà assaggiato lo stesso Gesù, il genere di albero che Maometto diceva che aveva le stesse origini di Adamo. Qualche anno fa, è germogliato. Gli racconta dei semi di licnide, seppelliti qualche metro sotto il permafrost siberiano. Stanno crescendo dopo tremila anni. Lui si limita a fischiettare e a scuotere il capo. Però non domanda mai quello che vuole chiedere, quello che lei sa che dovrebbe chiedere. Chi si occuperà di ripiantare?
Regia di Ermanno Olmi
Con Francesca Moriggi, Luigi Ornaghi, Antonio Ferrari, Carmelo Silva
Lei si sveglia all’alba con davanti un muro verde impenetrabile. La luce filtra da uno strato di marciume ricoperto dai rampicanti, come l’immagine sul comunicato di una chiesa che regredisce al paganesimo. La domanda inespressa di Dennis continua a risuonarle in testa. L’eccesso di vita fuori dalla sua tenda la spinge a chiedersi a cosa serva salvare una specie senza tutte le epifite, i funghi, gli impollinatori e altri simbionti che, nel lavoro ininterrotto della giornata, assicurano a una specie la sua vera casa.
Titolo originale 11'09''01 - September 11
Regia di Youssef Chahine, Amos Gitai, Alejandro González Iñárritu, Shohei Imamura, Claude Lelouch, Ken Loach, Samira Makhmalbaf, Mira Nair, Idrissa Ouedraogo, Sean Penn, Danis Tanovic
Con Ernest Borgnine, Dzana Pinjo, Taleb Adlah, Kumiro Aso, Akira Emoto, Jake Bern
Appena oltre l’angolo più lontano della piazza c’è la ferita che non vuole saperne di rimarginarsi. È da tempo che il buco in cima è stato riempito, anche se stilla ancora. È passato un decennio da quando sono crollati gli edifici. La matematica sconcerta Adam. Suo figlio ha soltanto cinque anni, ma gli attacchi gli sembrano più recenti. Un albero, un pero Chanticleer che è sopravvissuto mezzo bruciato e con le radici spezzate, è appena ritornato in buona salute a Ground Zero.
Titolo originale The Lord of the Rings: The Two Towers
Regia di Peter Jackson
Con Elijah Wood, Sean Astin, Viggo Mortensen, Orlando Bloom, Ian McKellen, Christopher Lee
Adam getta un’occhiata alle loro spalle, lungo il canyon di cemento di Beaver Street. Beavers, castori: le creature le cui pellicce hanno costruito questa città. L’originale Borsa Valori di Manhattan. Si sente rispondere. “Un tempo, gli alberi parlavano continuamente con le persone, la gente sana di mente li sentiva.” l’unica domanda è se parleranno ancora, prima della fine.
Titolo originale The Old Man & the Gun
Regia di David Lowery
Con Robert Redford, Casey Affleck, Sissy Spacek, Elisabeth Moss, Danny Glover
Li ha aspettati talmente a lungo che si è dimenticato che stavano arrivando.
Titolo originale Avatar
Regia di James Cameron
Con Sam Worthington, Zoë Saldana, Sigourney Weaver, Stephen Lang, Giovanni Ribisi
Ecco una piccola informazione di un outsider, e potete aspettare che venga confermata. Una foresta conosce le cose. Sviluppa dei collegamenti sotto terra. Ci sono dei cervelli là sotto, cervelli che i nostri non sono stati concepiti per poter vedere. La duttilità delle radici, che risolve problemi e prende decisioni. Sinapsi fungine. Come altro volete chiamarlo? Create una rete di alberi abbastanza estesa, e una foresta diventa consapevole.
[…]
A noi scienziati insegnano di non cercare mai noi stessi in altre specie. Così ci accertiamo che niente ci somigli! Fino a poco tempo fa, non permettevamo nemmeno agli scimpanzé di avere una coscienza, figuriamoci i cani o i delfini. Vedete, solamente l’uomo: solamente l’uomo poteva sapere abbastanza da volere delle cose. Ma credetemi: gli alberi vogliono qualcosa da noi, proprio come noi abbiamo sempre voluto qualcosa da loro. Non ha a che fare con la mistica. L’ambiente è vivo – una rete fluida e mutevole di vite intraprendenti che dipendono le une dalle altre. L’amore e la guerra non possono essere separati. I fiori plasmano le api tanto quanto le api plasmano i fiori. Le bacche possono competere per essere mangiate più di quanto gli animali competano per le bacche. Un’acacia spinosa produce dolci banchetti a base di proteine per nutrire e soggiogare le formiche che la custodiscono. Le piante cariche di frutti ci convincono con l’inganno a distribuire i loro semi, e la frutta matura ha portato alla visione del colore. Nell’insegnarci a trovare la loro esca, gli alberi ci hanno insegnato a vedere che il cielo è blu. I nostri cervelli si sono sviluppati per cercare di spiegare la foresta. Abbiamo plasmato e siamo stati plasmati dalle foreste più a lungo di quanto siamo stati Homo sapiens.
Titolo originale Westworld
Con Eric Shackelford, Evan Rachel Wood, Anthony Hopkins, James Marsden, Ed Harris
Tag Fantascienza, Storia corale, Tecnologia, Esperimenti scientifici, Fantasy, Futuro
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Le parole che Neelay scrive accrescono un organismo in espansione, un organismo che ha appena cominciato ad accrescersi. Su altri schermi in altre città, tutti i migliori programmatori che si possono assumere a suon di diverse centinaia di milioni di dollari contribuiscono al lavoro in corso. La loro nuovissima avventura nella cooperazione è lontana dal più straordinario degli inizi. Le loro creature inghiottono già interi continenti di dati, trovando in essi i modelli più sorprendenti. Niente deve cominciare da zero. C’è già tanto germoplasma digitale nel dominio pubblico.
I programmatori non dicono niente agli osservatori se non di guardare. E poi le nuove creature partono alla scoperta e all’esplorazione del globo, e il codice si diffonde all’esterno. Nuove teorie, nuovi discendenti, e altre specie in evoluzione, tutti quanti con un unico obiettivo: scoprire quanto grande è la vita, quanto è connessa, e cosa occorrerebbe alla gente per abbracciare il non-suicidio. La Terra è diventata di nuovo il gioco più intenso è più bello, e gli osservatori sono i suoi giocatori più recenti. Assurdi nella loro varietà, si levano in alto, si accalcano nella sfera dati come uccelli di origami. Alcuni per un po' prospereranno, e poi svaniranno. Quelli che s’imbatteranno in qualcosa di giusto, si ingrandiranno e moltiplicheranno.
Recensioni.
Stagione 3 (2020)
Titolo originale La jetée
Regia di Chris Marker
Con Hélène Chatelain, Davos Hanich, Jacques Ledoux
Titolo originale L'année dernière à Marienbad
Regia di Alain Resnais
Con Delphine Seyrig, Giorgio Albertazzi, Sacha Pitoeff, Françoise Bertin, Luce Garcia-Ville
Titolo originale Hiroshima, mon amour
Regia di Alain Resnais
Con Emmanuelle Riva, Eiji Okada, Bernard Fresson, Stella Dassas, Pierre Barbaud
Titolo originale The Story of Film: An Odyssey
Regia di Mark Cousins
Altri osservatori, nati il giorno prima, scrutano ogni tasto che Judith Hanson clicca. La seguono fino allo sconfinato archivio cinematografico, dove a tutt'oggi sono comparsi altri tredici anni di nuovi video. Gli osservatori hanno già guardato miliardi di quei filmati, e cominciano a fare le loro deduzioni. Adesso riescono a identificare facce, e punti di riferimento, libri, quadri, edifici, e prodotti commerciali. Di lì a breve cominceranno a immaginare cosa significano quei video. La vita è speculazione, e quelle nuove speculazioni si sforzano di animarsi.
Titolo originale Post Tenebras Lux
Regia di Carlos Reygadas
Con Adolfo Jimenez, Natalia Acevedo, Willebaldo Torres, Eleazar Reygadas, Rut Reygadas
Dall’altra parte dei biomi, a tutte le altitudini, gli osservatori finalmente si animano. Scoprono perché un biancospino comune non marcisce mai. Imparano a distinguere le cento specie di querce. Quando e perché il frassino verde si differenzia da quello americano. Quante generazioni vivono dentro la cavità di un tasso. Quando gli aceri rossi cominciano a cambiare colore a ogni altezza, e quanto presto cambiano colore ogni anno. Si metteranno a pensare come i fiumi e le foreste e le montagne. Capiranno come una foglia d’erba codifichi il lavoro di routine delle stelle. In poche, brevi stagioni, accostando semplicemente milioni di pagine di dati, le future, nuove specie impareranno a fare da interpreti tra gli esseri umani e le creature verdi. Da prima, le traduzioni saranno approssimative, come la prima ipotesi di un bambino. Ben presto però faranno la loro comparsa le prime frasi, diffondendo parole fatte, come tutte le creature verdi, di pioggia e aria e rocce sbriciolate e luce. Ciao. Finalmente. Sì. Qui. Siamo noi.
Titolo originale The Tree of Life
Regia di Terrence Malick
Con Brad Pitt, Sean Penn, Jessica Chastain, Tye Sheridan, Fiona Shaw, Pell James
Ecco come deve andare. Ci saranno delle catastrofi. Disgrazie e carneficine disastrose. La vita però sta andando da qualche parte. Vuole conoscere sé stessa, vuole il potere della scelta. Vuole soluzione ai problemi che ancora nessun essere vivente sa risolvere, ed è disposta a servirsi persino della morte pur di trovarle.
Titolo originale Fata Morgana
Regia di Werner Herzog
Regia di Michelangelo Frammartino
Qualche altro albero e pianta.
- https://it.wikipedia.org/wiki/Welwitschia_mirabilis
- https://it.wikipedia.org/wiki/Matusalemme_(albero)
- https://it.wikipedia.org/wiki/Old_Tjikko
- https://it.wikipedia.org/wiki/Pando_(albero)
- https://it.wikipedia.org/wiki/Albero_del_Ténéré
- https://it.wikipedia.org/wiki/Hyperion_(albero)
- https://it.wikipedia.org/wiki/Categoria:Alberi_monumentali
- https://it.wikipedia.org/wiki/Categoria:Alberi_monumentali_d'Italia
- https://it.wikipedia.org/wiki/Categoria:Alberi_monumentali_degli_Stati_Uniti_d'America
Regia di Mattia Colombo
Con Erri De Luca
Refusi (ho trascritto ed evidenziato solo i più notevoli: per ognuno di essi ve ne sono almeno altri 2 o 3...).
“A Brooklyn, su Prospect Hill, il nuovo arrivato, Jorgen Hill, è divertito dalla forte valanga di...”.
Di refusi! Jorgen Hoel (e persino qualche riga più su il titolo del capitolo, “Nicholas Hoel”, è sconcertato).
“Nel corso di alcuni mesi passano da quattromila byte di memoria e sedicimila.” - “a”.
“La sua mano è sgusciata fuori dal sacco a pelo e si unita alla sua.” - “si è unita”.
“Il potere entra nei sui piedi dal terreno cosparso di aghi.” - “nei suoi piedi”.
“Sì. No. capisco.” - “Capisco”.
“Patricia capisce non appena si lasci sfuggire quelle parole di bocca.” - “si lascia sfuggire”.
“In che come modo alcune persone riescono a vedere...” - “In che modo”.
Regia di Bruno Oliviero, Gianni Barbacetto
«Sedicimila firme,
niente cibo per Rocco Tanica,
ma quel bosco l'hanno rasato
mentre la gente era via per il ponte.
Se ne sono sbattuti il cazzo,
ora tirano su un palazzo,
han distrutto il bosco di Gioia
questi grandissimi figli di troia!»
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