Qualcuno disse: "i virus girano il mondo alla ricerca del cibo; e il cibo siamo noi ..."
Si può cercare di sdrammatizzare il Covid-19, ripensando a tutti gli scenari che la cinematografia ha proposto nel tempo e che contempla tutto quello che oggi ci preoccupa di una epidemia: il riemergere di paure ataviche che si pensavano ormai sopite, l'incredulità rispetto ad una vulnerabilità in un'epoca di così grande avanzamento tecnologico e scientifico, la difficoltà di poter contare sugli altri, perché gli altri possono essere i portatori del killer. Con un pessimismo di fondo che contraddistingue le tante pellicole, fino alla evocazione di scenari apocalittici, ma anche con l'idea che la minaccia si può alla fine superare e quindi riuscire a ripartire daccapo.
Senza voler essere esaustivo, propongo una serie di film che può essere senz'altro arricchita dai contributi di tutti.
Un virus sfuggito da un laboratorio di ricerca dell'OMS a Ginevra e che si sviluppa nel corso di un ambiente chiuso (viaggio in treno) fino a costringere le Autorità a soluzioni estreme. Ulteriore considerazione: a 30 anni dalla fine della seconda Guerra Mondiale la Shoah non era un'opinione, ma un fatto storico.
Anche questo film non gioca sull'horror, bensì sul thriller, attraverso l’argomentazione e il dipanamento di una situazione in realtà verosimile perché basata su situazioni analoghe ad altre reali e recentemente vissute (il riferimento era alla influenza “Spagnola” che fece 200 milioni di morti in tutto il mondo, pari al 10% circa della allora popolazione mondiale). Gioca su uno stile pseudo-documentaristico anche alla luce delle recenti
Con Cillian Murphy, Naomie Harris, Noah Huntley, Christopher Eccleston
Un esperimento di laboratorio sfuggito al controllo produce una catastrofe infettiva che trasforma gli uomini in zombi fino a sovvertire le basi della società inglese. La storia approfondisce i cambiamenti delle relazioni fra i sopravvissuti e le conseguenti derive autoritarie che alcuni gruppuscoli impongono; ma tutto sommato l'epidemia sviluppata su un'isola e una quarantena collettiva permettono la possibilità di una evoluzione positiva. Il film fuoriesce dal filone horror classico sugli zombi, riducendo al minimo le scene di scontro fra sani e infetti, ma creando scene di tensione potentissime anche solo basate sulla solitudine e il silenzio dei luoghi: dal supermercato alle chiese. E' la prima volta che gli zombi corrono (al contrario di quelli Romeriani).
La saga della fantomatica e cinica Umbrella, la famigerata multinazionale del farmaco, comincia nel 2002 con la splendida Milla Jovovich, un'agente speciale incaricata di investigare su un incidente di laboratorio, ma anche di operare perché nulla trapeli al mondo esterno sui segretissimi esperimenti che si svolgono nei segretissimi laboratori. Il gioco del complotto ordito da Big Pharma si unisce a scene di azione caratteristiche e avvincenti.
Un virus letale ha più che decimato la popolazione terrestre, trasformando i sopravvissuti in esseri carnivori albini che sono danneggiati gravemente dai raggi solari. In una Manhattan luminosa e a suo modo intrigante, in spazi di apparente residuo ordine, si aggira Robert Neville, che da tre anni sta cercando altri possibili sopravvissuti, in compagnia della sua unica compagnia: una femmina di pastore tedesco. Film intrigante in cui la sceneggiatura embrica temi di genere avventuroso a querlli della caccia e fuga, e
Nel futuro una epidemia estingue l'umanità.Lo sviluppo dei viaggi nel tempo permette ai nostri posteri di inviare un agente indietro negli anni allo scopo di evitare lo scoppio dell'epidemia causata da una organizzazione chiamata "L'esercito delle 12 scimmie", ma che alla fine si concìude con un classico paradosso che ricorda il corto-circuito già sviluppato nel Terminator di Cameron.
Terry Gillian riesce a creare la giusta commistione fra scienza e follia, con il suo occhio visionario e grazie alla capacità di creare un alone di mistero anche nelle piccole cose quotidiane.
Subito intrigante nel mostrare le rapidissime trasfromazioni della vita quotidiana ai tempi di una epidemia, e anche un po' moralistico (la Natura prima o poi si ribella alle malefatte dell'Uomo). Buon ultimo fra i vari film zombieschi, cerca di puntare meno sugli effetti splatter, concentrandosi più sulla spettacolarità delle scene di trasformazione somatica susseguente al contagio, in particolare sulle nuove qualità che il virus trasmette agli infetti. La scena memorabile è l'assalto alle mura di Gerusalemme.
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