Angry Games - La ragazza con l'uccello di fuoco
- Commedia
- USA
- durata 82'
Titolo originale The Starving Games
Regia di Jason Friedberg, Aaron Seltzer
Con Maiara Walsh, Lauren Bowles, Alexandria Deberry, Brant Daugherty, Cody Christian
TITOLI “ITALIANI”, CHE PASSIONE!
o LO STRANO CASO DEI TITOLI “ITALIANI” DEI FILM
Il post eustatico, fondamentalmente euforico, moderatamente ilare*
Sono sicuro si tratti di un tema già ampiamente sviscerato per i circoli di cinefili dediti alla più feconda elucubrazione.
Di conseguenza, è altamente probabile il mio fragile io non abbia molto da aggiungere di granché innovativo al dibattito sorto intorno alla (si fa per dire) annosa questione.
Ciononostante, mi accingo a stilare il seguente post in quanto, negli ultimi anni, sempre più esterrefatto e però allo stesso tempo in un certo qual morboso modo estasiato dall’inesauribile “creatività” dei “traduttori”/titolisti italiani, capaci di sbizzarrirsi ad ogni nuova occasione in acrobatiche invenzioni le quali, sinceramente, in alcuni casi hanno dell’entusiasmante, bisogna ammetterlo. E difatti sono il primo ad ammetterlo candidamente.
La questione della scelta dei titoli per la distribuzione nostrana ha dell’antico, nel senso che il puro genio al riguardo ha avuto modo di dar gran prova di sé anche in un lontano passato, ciononostante nell’ultimo periodo pare di ravvisare un interessante incremento nella frequenza ma soprattutto nella qualità dei memorabili contribuiti regalatici da questa affatto embrionale forma d’arte ancora purtroppo priva dell’adeguato riconoscimento a livello di pubblico (spesso della sua esistenza addirittura oblivio).
Ed ecco che vengo allora ad assumermi l’incarico, o forse l’onere, di - in questa sede - conferirglielo. Il meritatissimo riconoscimento ad essa dovuto e troppo a lungo procrastinato.
Per farlo, ritengo opportuno innanzitutto declinare la questione nelle sue cinque maggiori categorie, per poi procedere ad una rapida ed agile classifica dei più scintillanti esempi di ciascuna offertici negli ultimi venti-trent’anni (per delimitare il campo, che altrimenti non si finiva più).
Bene, allora, a grandi linee i differenti casi si possono dire essere:
1) I casi di titoli completamente sballati, campati per aria, che non hanno assolutamente niente a che fare con gli originali o in alternativa semplicemente tradotti in modo quantomeno discutibile (questa la categoria indubbiamente più [anche sociologicamente] intrigante);
2) I casi di titoli che ricalcano invece pedissequamente gli originali (specie se anglosassoni) o che comunque mantengono la lingua d’origine salvo poi venir accompagnati da una spesso inutile (ma, perché negarlo, nella quasi totalità dei casi a vario titolo originale e inventiva) postilla in italiano, con intento forse “rafforzativo”;
3) I casi (veramente entusiasmanti) di titoli in una lingua diversa da quella originale scelti sulla base di oscuri ed insondabili parametri per la distribuzione italiana;
4) I casi (doppiamente entusiasmanti) di titoli mantenuti nella stessa lingua degli originali tuttavia (sempre per indecifrabili ragioni che le nostre menti ottenebrate forse non riusciranno mai a comprendere) con le parole “opportunamente” modificate.
5) Infine, i casi di titoli che vengono “convenientemente” lasciati in lingua originale, specie se inglese, forse allo scopo spesso di celarne maldestramente la cocente banalità di fondo o di non dare a vedere che si tratta degli ennesimi remake/reboot/reimagining ecc..
Perfetto. Passiamo ora all’enunciazione ed elencazione di alcuni dei più brillanti e indimenticabili esempi di ciascuna detta categoria.
Ordunque… la 1a sicuramente si può dire quella capace d’offrire gli esempi davvero più esaltanti dal punto di vista meramente edonistico dell’eccezionale ilarità che proprio tali esempi si rivelano capaci di suscitare.
Come nei seguenti frangenti (in ordine sparso):
- The Guard, che diventa con grande e incontestabile puntiglio filologico “Un poliziotto da happy hour”;
- Pirati dei Caraibi - La maledizione della prima luna [forse i titolisti nostrani pensavano e volevano far pensare ad un film di licantropi in incognito… in ogni caso il titolo un minimo collegamento con le vicende narrate ce l’ha, quindi forse lo condoniamo, o no?];
- Meet the Spartans traslato, con innegabile efficacia, in “3ciento - Chi l’ha duro… la vince”;
- The Starving Games che viene con stupefacente competenza lessicale e con indubitabile conoscenza dello slang reso in “Angry Games – La ragazza con l’uccello di fuoco” [per dire: angry e non hungry… gravissimo!];
- Date Movie trasposto efficacemente cogliendo il nocciolo della questione al di là delle vacue ipocrisie [date = appuntamento {tze’, moralisti!}] in “Hot Movie – Un film con il lubrificante” [OT: come risulterà evidente i film di seltzeriana e friedbergana fattura offrono un ampio catalogo di materiale senza tempo…];
- Superbad tramutato, con gusto sopraffino ed anche inappuntabile aderenza al materiale trattato, “Suxbad – Tre menti sopra il pelo” [con il primo termine costituente rilucente esempio di neologismo letterario…];
- Shaun of the Dead che in maniera esemplare e coerente oltre ogni dire con la sostanza, diventa: “L’alba dei morti dementi” [alé!];
- Dude, Where's My Car? con inarrivabile aderenza al contesto culturale autoctono ma allo stesso tempo anche a quello italiano della gioventù si vede inebetita trasposto in “Fatti, strafatti e strafighe”;
- I Love You Philip Morris che, al fine di chiarificare allo spettatore italico ilgenere e il tenore del film, viene tradotto con estrema grazia in “Colpo di fulmine – Il mago della truffa” [ben due tronconi, che pure non riescono a dare l’idea di cosa tratti il film: un record];
- Deuce Bigalow: European Gigolo che senza tanti inutili manfrine e puritane ritrosie viene giustamente e coraggiosamente reso in “Deuce Bigalow – Puttano in saldo”;
- E, infine, qui si toccano proprio vette altissime: Made in Dagenham che, sempre con incredibile coerenza interna, si tramuta in “We Want Sex”, facendo pensare o, nel migliore dei casi, ad una commedia sulla liberazione sessuale o, nel peggiore, ad un porno sotto mentite spoglie;
si potrebbe andare avanti a lungo, ma credo di aver reso l’idea.
Passiamo, quindi, alla 2a categoria che palesa, nella scelta delle addende a quanto pare ai loro occhi profondamente esplicative, di uno stato di indomabile agitazione intellettuale da parte dei distributori e traduttori italiani.
Come nei seguenti frangenti:
- Cena con delitto - Knives Out, con l’aggiunta italiana che, con encomiabile coerenza, né traduce il titolo né, ovviamente, ha molto a che fare con ciò che effettivamente nel film viene mostrato;
- Lost in Translation - L'amore tradotto, con l’addenda che, in questo caso, non si può negare serva a rafforzare il recondito significato del titolo originale, chiaramente opposto;
- The War - Il pianeta delle scimmie, perché naturalmente non si poteva per nessun motivo tradurre per intero il titolo in qualcosa come “Guerra per il pianeta delle scimmie”, ciononostante non si poteva neanche rischiare che passasse per un film senza scimmie giganti senzienti e di conseguenza si è provveduto ad aggiungere la seconda dicitura;
- Hana-bi - Fiori di fuoco, con il secondo troncone che con grande sapienza linguistica e grammaticale traduce separatamente i caratteri quando invece in questo caso il significato è “Fuochi d’artificio” [comunque, bisogna concedere una certa vena poetica alla scelta dei titolisti italici…];
- Black Hawk Down - Black Hawk abbattuto, nel caso al primo colpo in inglese non si fosse capito…;
- The Act of Killing - L'atto di uccidere, come sopra una gentil concessione per chi subito non avesse inteso (porello…);
- The Mexican - Amore senza la sicura… in questo caso probabilmente i titolisti intendevano condurre “in maniera subliminale” una loro campagna contro la contraccezione…;
Veniamo ora alla 3a categoria sinceramente istruttiva da un punto di vista storico-sociale considerato che evidenzia una condizione d’evidente sentimento d’inferiorità socioculturale.
Come nei seguenti frangenti:
- The Wandering Earth, che ovviamente non si poteva tradurre in La terra errante, specialmente in virtù del fatto che lo stesso titolo inglese ricalca in sostanza l’originale cinese;
- Shaolin Soccer - Arbitri, rigori e filosofia zen; questo un caso a metà: da un lato ovviamente si doveva mantenere l’inglese “soccer”; dall’altro con altrettante palese evidenza vi era l’ineludibile necessità di aggiungere la postilla grandemente esplicativa dei contenuti prettamente sportivo-filosofici dell’opera [cosa che lo fa appartenere di diritto anche alla 2a categoria];
- Departures (2008) visto che tradurre l’originale in effetti si sarebbe rivelato complicato (“Colui che accompagna la partenza”, cioè accompagna nel trapasso), tradurre il titolo internazionale in “Partenze” altrettanto; ma soprattutto entrambe queste scelte si sarebbero meritate di essere considerate ignobili delitti degni del più grande biasimo;
- Parasite, perché, andiamo, “Parassita” suonava male!;
- Bed Time in quanto orribile sarebbe stata la traduzione dell’originale “Mientras duermes” (tra l’altro un caso da manuale anche perché il titolo inglese usato per la distribuzione italiana è persino diverso dal titolo internazionale Sleep Tight);
e avanti di questo passo, visto che gli esempi sono sterminati, specialmente nel caso del cinema asiatico…
Proseguiamo pertanto con la 4a categoria, ovvero quella si potrebbe dire sociologicamente più intrigante insieme alla 1a e alla 3a, vista l’incredibile, fin inconcepibile, fondamentale indipendenza culturale di cui dà dimostrazione.
Come nei seguenti frangenti:
- You Were Never Really Here che si tramuta con grandioso ingegno anglofono in “A Beautiful Day”;
- Away We Go che si trasforma per l’Italia, grazie ad una meritoria vena di specificazione del contenuto da parte dei titolisti nostrani, nell’italianissimo e ultra-specifico “American Life”;
- Apes Revolution - Il pianeta delle scimmie. Qui si tratta di un caso veramente stimolante: la prima parte in inglese ma appunto per nulla simile all’originale; la seconda in italiano [dunque un’addenda del genere di quelle enumerate nella seconda categoria] inserita al fine di rendere consapevoli gli spettatori altrimenti ignari del fatto che si accingono a vedere un film con le scimmie, considerato che Apes sennò può venir frainteso, ed essere scambiato per l'inglese per “ape”… [tutto questo delirio perché ovviamente non si poteva tradurre in L’alba del pianeta delle scimmie, visto che come titolo lo si era già usato per il capitolo precedente…];
Infine, l’ultima: la 5a categoria. Lascerò quasi sempre i vari esempi senza commento limitandomi a tradurre i titoli originali che non si può certo dire non parlino da soli (grazie alla loro incommensurabile profondità).
Come in questi frangenti:
- Godzilla II - King of the Monsters (Godzilla: Re dei mostri)
- Murder Mystery (Giallo)
- Birds of Prey (Rapaci, e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn)
- Dunkirk, con indubbia logica, dato che utilizzare il suo vero nome francese (Dunkerque) o al massimo l’italiano Doncherche avrebbe costituito un indegna offesa allo spirito patriottico anglosassone, e dunque per diretta emanazione al nostro…;
- Disconnect (Disconnettere)
- Exit Through the Gift Shop (qualcosa come “Uscire passando per il negozio di souvenir”, con riferimento a tali onnipresenti negozi di cianfrusaglie presenti alle uscite da mostre e musei, impossibili da evitare);
- Big Eyes (Grandi occhi);
- Dark Shadows (Ombre [o]scure);
- Alice in Wonderland (che ormai dire Alice nel paese delle meraviglie suona scontato…) – ok, fine parentesi Burton…;
- American Beauty (Bellezza americana);
- A Star Is Born (che dopo ben tre volte che, in diverse epoche, nei cinema ha fatto la sua comparsa il titolo E’ nata una stella logicamente era ora della discontinuità di dimaiana memoria…);
si potrebbe andare avanti all’infinito e...
...sì, poi ci sarebbero ovviamente i vari Spider-man, Batman, Superman ecc. ecc. ma non vorrei scadere nella banalità…
Bene, dichiaro ordunque conclusa questa rapida panoramica di natura vagamente caustica.
Au revoir!
*PS: "eustatico" in quanto agitato e scosso da improvvisi innalzamenti del livello di pregnanza intellettuale...
DI SEGUITO TOP 5:
Titolo originale The Starving Games
Regia di Jason Friedberg, Aaron Seltzer
Con Maiara Walsh, Lauren Bowles, Alexandria Deberry, Brant Daugherty, Cody Christian
Titolo originale Date Movie
Regia di Aaron Seltzer
Con Alyson Hannigan, Adam Campbell, Sophie Monk, Carmen Electra , Tony Cox, Eddie Griffin
Titolo originale Deuce Bigalow: European Gigolo
Regia di Mike Bigelow
Con Jeroen Krabbé, Til Schweiger, Elisabetta Canalis, Hanna Verboom, Rob Schneider
Titolo originale Made in Dagenham
Regia di Nigel Cole
Con Sally Hawkins, Miranda Richardson, Rosamund Pike, Andrea Riseborough, Jaime Winstone
Titolo originale Dawn of the Planet of the Apes
Regia di Matt Reeves
Con Andy Serkis, Jason Clarke, Keri Russell, Gary Oldman, Kodi Smit-McPhee, Kirk Acevedo
Titolo originale The Outlaw Josey Wales
Regia di Clint Eastwood
Con Clint Eastwood, Chief Dan George, Sondra Locke
Al posto di "The Outlaw Josey Wales". Che poi nel film il protagonista (C. Eastwood) è del Missouri!
Titolo originale Le Samouraï
Regia di Jean-Pierre Melville
Con Alain Delon, Nathalie Delon, François Périer, Cathy Rosier, Catherine Jourdan
Come profanare un capolavoro noir... Alain Delon inoltre, nella versione originale, si chiama Jef.
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