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Rob Zombie
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Rob Zombie

Dopo il mio personale fallimento nella stesura della "retrospettiva" sul Cinema dei Fratelli Coen (che non sono riuscito a completare in tempo per il 65° compleanno di Joel), torno ad omaggiare un cineasta la cui Poetica ha fortemente influenzato la mia visione sul Cinema. Ricorre infatti oggi, 12 gennaio, il 55° compleanno di Rob Zombie, noto cantante hard rock-metal e autore di alcune delle opere cinematografiche horror più intriganti del nuovo millennio.
Paragonato da alcune persone a Tarantino (per il quale, tra l'altro, il fake trailer "Werewolf Women of the SS" contenuto nel progetto "Grindhouse"), con l'Autore di "Kill Bill" condivide un esibito citazionismo, un'estetica pulp e violenta e una passione per il Cinema di Genere.
A parte queste analogie, Rob Zombie non rientra a parer mio nella categoria di cineasti che han tentato di replicare la "formula Tarantino", ma ha creato col tempo uno Stile unico e personale, dove in particolare si mescolano toni volgari e apparentemente "grezzi" a scelte cinematografiche visivamente intriganti e in alcuni casi addirittura eleganti. È importante notare anche il look squisitamente "retrò" delle sue Pellicole, sia quelle ambientate nel passato e in particolare negli anni '70 (come "House of 1000 Corpses" e "The Devil's Rejects") sia quelle collocati nella contemporaneità (come "The Lords of Salem") ma con Personaggi e Location riecheggianti mode e costumi precedenti. A rimarcare l'estetica "passatista" del Cineasta troviamo inoltre scelte musicali in cui abbondano brani di gruppi e musicisti come i Lynyrd Skynyrd, i Rush, Alice Cooper, i Ramones e così via.
Tra gli altri elementi ricorrenti nel Cinema di Zombie troviamo un attaccamento a determinati interpreti utilizzati più volte nelle proprie opere, partendo dall'onnipresente moglie Sheri Moon per poi ripescare da Icone del Cinema di Genere come Sid Haig, Dee Wallace, Ken Foree, Meg Foster, Malcolm McDowell, Bill Moseley eccetera eccetera.
Insomma, Rob Zombie è un regista che, per la sua estetica, o si ama o si odia, ma nel bene o nel male credo sia uno dei pochi veri Autori emersi nei primi anni 2000 ad avere proposto qualcosa di unico e potenzialmente seminale nel panorama horror contemporaneo (occidentale). Chiudo quindi questa introduzione lasciando il campo alle riflessioni dedicate ai singoli film: come in altre delle mie retrospettive, anche qui ho in alcuni casi rielaborato recensioni che già avevo pubblicato in questo sito.

 

Occhio agli SPOILER!

Playlist film

La casa dei 1000 corpi

  • Horror
  • USA
  • durata 88'

Titolo originale House of 1000 Corpses

Regia di Rob Zombie

Con Sid Haig, Bill Moseley, Sheri Moon Zombie, Karen Black, Chris Hardwick, Erin Daniels

La casa dei 1000 corpi

In streaming su Apple TV

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HOUSE OF 1000 CORPSES
Mentre era impegnato ad elaborare un'attrazione horror per l'Universal, Rob Zombie inizia a partorire l'idea da cui poi nascerà il suo esordio alla regia di un lungometraggio cinematografico: "House of 1000 Corpses". Il film venne girato nel 2000 ma l'Universal, temendo di incorrere in una classificazione "NC-17" (ovvero "solo per adulti"), bloccò la distribuzione, la quale vide la luce soltanto 3 anni più tardi, una volta riacquistati i diritti da parte dell'autore per poi rivenderli, dopo una burrascosa parentesi con la MGM, alla Lions Gate. Alla sua uscita l'opera ricevette un'accoglienza critica particolarmente negativa, soprattutto negli USA, ma col tempo si è guadagnata lo stato di Cult nel Genere Horror contemporaneo. Va specificato che dal cut originale furono tagliati una ventina di minuti, a quanto pare irrimediabilmente perduti.
Comunque, Rob Zombie omaggia con passione i grandi Classici del Genere, in particolare "The Texas Chainsaw Massacre" di Tobe Hooper, di cui riprende grosso modo la trama, l'ambientazione e la presenza di una famiglia di psicopatici dediti all'omicidio seriale e alla manipolazione dei cadaveri.
Come il successivo "The Devil's Rejects", "House of 1000 Corpses" è saturo di violenza e scurrilità, elementi che, uniti all'inserimento di riprese "allucinate", affini per certi versi all'estetica delle videoclip realizzate precedentemente dal musicista-cineasta, rendono l'opera difficile da digerire per una buona fetta di pubblico e critica. Il Film però vanta una Qualità Artistica non indifferente: la Regia, oltre ai tocchi "pulp", propone anche diverse scene stilisticamente raffinate, come la stupenda sequenza in ralenty dell'uccisione dei poliziotti commentata con gusto antitetico dal brano "I Remember You".
Nonostante condivida con "The Devil's Rejects" personaggi e violenza, le due opere vanno considerate come capitoli spiritualmente isolati: a differenza del sequel, infatti, qui la violenza è mostrata con un tono molto più "fumettoso", prevale la staticità e gli stessi caratteri risultano di fatto abbozzati quasi caricaturalmente. A sottolineare la semi-estraneità con il suo seguito troviamo anche due colonne sonore diverse per generi e atmosfere: in questo film, infatti, Rob Zombie predilige una scelta di canzoni rock/aggressive alternate a brani dolci ma usati con intenti "umoristici", inserendo il suo repertorio personale e confermando un'intenzione prevalentemente sperimentale, mentre in "The Devil's Rejects" abbiamo tracce adoperate con volontà drammatiche.
Ricapitolando, con "House of 1000 Corpses" Rob Zombie inizia a costruire in modo accattivante la sua estetica cinematografica, collaborando già qui, oltre con il produttore Andy Gould e la moglie Sheri Moon, con attori piuttosto noti agli e alle amanti di certo Horror, come Bill Moseley e il compianto Sid Haig, il cui Captain Spaulding è diventato, giustamente, una moderna icona nel Genere.

Rilevanza: 2. Per te? No

La casa del diavolo

  • Horror
  • USA, Germania
  • durata 101'

Titolo originale The Devil's Rejects

Regia di Rob Zombie

Con Sid Haig, Bill Moseley, Sheri Moon Zombie, William Forsythe, Ken Foree, Matthew McGrory

La casa del diavolo

In streaming su Amazon Prime Video

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THE DEVIL'S REJECTS
Nonostante l'iniziale freddezza critica, "House of 1000 Corpses" ottenne un buon successo economico, spingendo così la Lions Gate a chiedere a Rob Zombie di lavorare su un sequel. L'Autore però non vuole replicare la formula del film precedente, optando così per un abbandono dei toni cartooneschi (in questo senso un Dr. Satan, ad esempio, non ha più posto, e per questo la sua scena viene tagliata) e per un'atmosfera "on the road" quasi da western violento; il Regista sposta brutalmente i suoi Personaggi dal loro "habitat naturale" e approfondendoli psicologicamente, dando modo così all'individuo spettatore di entrare maggiormente in empatia con la famiglia Firefly nonostante l'efferatezza delle loro azioni.
Ogni visione stimola in me dei Dubbi, ma proprio per questo il mio legame con la Pellicola si fa sempre più forte stimolando sempre riflessioni intriganti e (ri)portando alla mia attenzione determinate osservazioni stilistiche.
In particolare apprezzo molto il Montaggio del Film, affidato a Glenn Garland (da qui in poi fidato collaboratore del Regista, fatta eccezione per "The Haunted World of el Superbeasto"), che propone intriganti raccordi tra le varie scene e ritma l'azione in modo serrato senza però diventare troppo frenetico, lasciando "respirare" le Inquadrature,
La Fotografia, curata da Phil Parmet sa catturare delle sfumature cromatiche assai interessanti, soprattutto negli interni ma anche dando risalto al fascino polveroso degli esterni; inoltre spesso si propongono riprese "para-documentaristiche" (infatti Parmet fu scelto proprio per la sua esperienza nel settore), con un buon uso della macchina a mano e con vari inserti "fotografici" (freeze frame inclusi). Da sottolineare poi l'uso sapiente dei ralenty, grazie al quale l'azione viene caricata di drammaticità, con un gusto affine ad Autori come Peckinpah.
Riguardo ai contenuti, io credo che l'idea dominante nel Film sia una visione disillusa e nichilista della società: i Rejects sono l'espressione più brutale e per certi versi "sincera" di questo Nulla, mentre la società intorno, espressa dai personaggi delle vittime, dello sceriffo in cerca di vendetta ma anche dei numerosi squarci televisivi, maschera la propria assenza di scopo dietro vari codici morali, più o meno giustizialisti, auto-giustificando ogni proprio "peccato".
Oltre alla violenza, la pellicola tratta altri temi come quello della famiglia (molto forte nei reboot di 'Halloween') e del ricordo, esemplificato dall'inserimento di fotografie e filmati "amatoriali" quando si avvicina la morte di alcuni personaggi.
Numerose sono le sequenze memorabili, come l'epico finale con il Trio dei Rejects che si scaglia incontro alla morte certa, quasi sfidando ulteriormente la razionalità e la logica del mondo, il tutto enfatizzato da un magnifico uso del ralenty e dal geniale utilizzo della canzone "Free Bird". Peccato che "3 from Hell", il recentissimo sequel, vanifichi concettualmente questo Epilogo.

Rilevanza: 1. Per te? No

Halloween. The Beginning

  • Horror
  • USA
  • durata 109'

Titolo originale Halloween

Regia di Rob Zombie

Con Tyler Mane, Malcolm McDowell, Brad Dourif, Daeg Faerch, Sheri Moon Zombie

Halloween. The Beginning

In streaming su Plex

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HALLOWEEN
Come altri nuovi registi horror promettenti (mi viene in mente, ad esempio, il francese Alexandre Aja), anche Rob Zombie viene contattato per realizzare il remake di un Classico del Genere. Nello specifico l'Autore di "The Devil's Rejects" viene avvicinato da Bob Weinstein per dirigere "Halloween", il cui ultimo capitolo, "Resurection" del 2002 (che, con il precedente "H20", riscriveva la linea temporale della saga ignorando i sequel successivi al capitolo II), era stato accolto piuttosto malamente da critici e fan.
Zombie accetta l'offerta ma, prima di ufficializzare il progetto, decide di informare John Carpenter della circostanza, ricevendo dal Maestro il consiglio di fare il proprio film.
Rifare un autentico Capolavoro nonché pietra miliare di un intero sottogenere (lo slasher) è sicuramente un compito arduo, se non addirittura impossibile, e la longevità del franchise non aiuta di certo ad evitare il rischio di ripetersi inutilmente. Zombie quindi, pur mantenendo una sostanziale fedeltà e rispetto per il Materiale originario da cui riprende anche elementi come l'iconico Tema musicale e adoperando per le riprese lo stesso vicinato usato da Carpenter all'epoca, decide di adottare un approccio differente e personale, in particolare approfondendo psicologicamente il Personaggio di Michael Myers. L'umanizzazione del Boogeyman, la scelta di dare spiegazioni psicologiche alla sua furia omicida e il suo inserimento in un contesto familiare disagiato tolgono sicuramente l'Aurea di affascinante Mistero e l'Angoscia dell'Inspiegabilità che contraddistingueva l'Opera carpenteriana, e obiettivamente la resa finale non ha modo alcuno di competere con l'Originale. Però l'operazione di demistificazione della Base di partenza, oltre ad avvicinare la pellicola alla Poetica di Zombie evitando così il solito prodottino "copia sbiadita" e/o pretenziosamente "aggiornata", dà modo di espandere l'interpretazione e le riflessioni suscitate dalla storia. Per questo motivo, secondo me, la parte meglio riuscita del film è quella centrale, dove appunto vediamo il graduale scivolamento del bambino inconsapevole del proprio "lato oscuro" nella macchina omicida muta intenzionata a riunirsi alla sorellina ignara.
Con Myers ha modo di assumere un carattere differente e più sfaccettato anche la sua nemesi, ovvero il dottor Loomis, che Malcolm McDowell interpreta come un mezzo stronzo.
Chiudendo, il primo "Halloween" zombieano, pur perdendo in partenza qualsiasi confronto con il Capolavoro di Carpenter, riesce a rielaborare la Fonte in modo tutto sommato personale, iniziando un lavoro di smitizzazione rispettosa che nel sequel verrà poi portato ad un livello più profondo, intimo e maturo.

Rilevanza: 1. Per te? No

Halloween II

  • Horror
  • USA
  • durata 105'

Titolo originale Halloween II

Regia di Rob Zombie

Con Tyler Mane, Malcolm McDowell, Brad Dourif, Scout Taylor-Compton, Sheri Moon Zombie

Halloween II

HALLOWEEN II
Il buon successo economico del remake/prequel di "Halloween" convince i produttori a mettere in cantiere un sequel e, comprensibilmente, si punta sul ritorno di Rob Zombie alla regia del progetto. L'Autore, però, è inizialmente riluttante, avendo trovato spossante l'esperienza del primo film, ma alla fine si lascia convincere ricevendo dal produttore Akkad l'invito a non sentirsi legato dalle regole stabilite dalla pellicola precedente. Zombie è quindi "investito" di una consistente libertà creativa che lo porta a radicalizzare il processo di demistificazione di Michael Myers e del suo mondo, ma gli "stravolgimenti" operati sul Personaggio incontreranno un sostanziale astio da parte della fanbase della saga.
Io, invece, reputo "Halloween II" una delle migliori opere di Rob Zombie e lo considero il miglior "Halloween" dopo il Capolavoro di Carpenter.
La volontà di rompere i legami con il franchise si esplicita fin dai primi minuti, quando l'illusione di assistere ad un remake dell'"Halloween II" di Rosenthal viene rotta rivelando la natura onirica della macrosequenza. La pellicola si concentra poi soprattutto sull'evoluzione psicologica dei vari Personaggi, in particolare Laurie che, traumatizzata dagli eventi del primo film, soffrirà un graduale scivolamento nella Follia accelerato dalla scoperta della propria parentela con Michael.
A rafforzare il legame tra i due personaggi troviamo degli squarci surreali, dove la madre della coppia appare a Michael in diversi momenti, o così almeno sembra: infatti alcune di queste visioni si rivelano vissute dalla sorella e, giustamente, il Film non ci svela se ciò sia dovuto ad una condivisione dei Sogni tra Michael e Laurie oppure se tutto sia frutto dell'immaginazione della ragazza, e questo conferisca all'Opera un'aria di Mistero onirico che per certi versi proietta la Poetica del Cineasta nel successivo "The Lords of Salem".
Se Laurie subisce una progressiva caduta nella Pazzia che sfocerà nell'Epilogo allucinato (reso ancora più ambiguo nella director's cut), Michael invece continua a comportarsi come una macchina di morte spinta dal bisogno di ricongiungersi con la sorella: i suoi cambiamenti riguardano la rivelazione delle visioni materne e un uso molto meno frequente dell'iconica maschera, rivelando una voluminosa barba, altro motivo di astio da parte dei fan.
Interessanti i mutamenti anche degli altri Personaggi, dal Loomis di McDowell, qui ancora più stronzo e cinico nell'approfittarsi delle gesta omicide di Myers, alla Annie di Harris (che aveva interpretato Jamie, la figlia di Laurie, nel 4° e 5° "Halloween"), sostegno psicologico dell'amica Laurie pur essendo lei stessa una superstite.
Sul piano tecnico Zombie adotta soluzioni visive in certi momenti "pittoriche", adopera in diverse occasioni il montaggio alternato con una mano sicura ed efficace e dà un tocco più crudo e drammatico alla violenza.

Rilevanza: 1. Per te? No

31

  • Horror
  • USA
  • durata 102'

Titolo originale 31

Regia di Rob Zombie

Con Sheri Moon Zombie, Malcolm McDowell, Elizabeth Daily, Daniel Roebuck

31

In streaming su MIDNIGHT FACTORY Amazon Channel

vedi tutti

(Ho messo come locandina "31" perché non c'è una scheda dedicata a "The Haunted World of El Superbeasto").

 

THE HAUNTED WORLD OF EL SUPERBEASTO
Oltre alla Musica e al Cinema gli interessi artistici di Rob Zombie coinvolgono anche il mondo dei Fumetti, per il quale egli ha scritto diverse serie: proprio da una di queste trae ispirazione quello che, per ora, è il suo unico film d'animazione, ovvero "The Haunted World of El Superbeasto", la cui sceneggiatura viene eccezionalmente scritta a quattro mani con il comico Tom Papa, a cui viene inoltre affidato il ruolo del protagonista (inserendo, pare, alcuni elementi del suo stile).
La lavorazione del progetto inizia nel 2007 ma vari impedimenti, tra cui pesa in particolare il coinvolgimento di Zombie nei reboot di "Halloween", procrastinano il completamento del film al 2009.
Per certi versi "The Haunted World of El Superbeasto" è per Rob Zombie ciò che "Death Proof" è stato per Tarantino, ovvero una sorta di divertissement focalizzato soprattutto all'intrattenimento "rilassato" del proprio pubblico. Non per questo, però, il film merita di essere ignorato, anzi: l'Artista dimostra di saper gestire con talento e personalità l'Animazione per adulti (a detta del Cineasta con un risultato più simile ad una versione sconcia di Scooby Doo e SpongeBob che non ai lavori di Bakshi). Il film infatti rientra pienamente nella Poetica dell'Autore di "House of 1000 Corpses", dall'Estetica Pulp al Citazionismo insistito, soprattutto del Genere Horror e dei suoi Classici, ma anche delle altre opere del Regista, il quale decide anche di rompere la quarta parete ironizzando esplicitamente su sé stesso e il suo lavoro. Molto divertente, in tal senso, la scelta di commentare certe sequenze inserendo delle canzoni narranti, con il momento più brillante, secondo me, raggiunto dalle "autocritiche" all'evidente "plagio" di "Carrie" durante il matrimonio di Dr. Satan (doppiato da Paul Giamatti) e Velvet Von Black (interpretata da Rosario Dawson).
Non mancano, ovviamente, la patina volutamente "grezza" e volgare tipica dell'Autore, il quale non lesina neanche qui su parolacce, violenza più o meno gratuita, erotismo rozzo e ironia scorretta.
Insomma, Zombie qui concentra i suoi caratteri peculiari amplificando il suo lato più cartoonesco grazie alle potenzialità del mezzo animato, e per questo "The Haunted World of El Superbeasto" può risultare tanto apprezzabile da chi è estimatore della sua Poetica quanto detestabile da coloro che invece mal digeriscono il suo Stile.

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Le Streghe di Salem

  • Horror
  • USA, Gran Bretagna, Canada
  • durata 101'

Titolo originale The Lords of Salem

Regia di Rob Zombie

Con Sheri Moon Zombie, Bruce Davison, Jeff Daniel Phillips, Ken Foree, Dee Wallace

Le Streghe di Salem

In streaming su Amazon Video

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THE LORDS OF SALEM
Dopo il dittico reboot di "Halloween" Rob Zombie preferisce tornare a progetti più personali con l'intenzione di sperimentare nuove strade. Contattato da Jason Blum (produttore di "Insidious", tra le altre cose) che gli chiede qualcosa di tipo sovrannaturale, l'Autore ripesca un'idea avuta durante "Halloween II" e la rielabora, approfittando della totale libertà espressiva garantitagli dalla produzione per portare la sua Poetica in una direzione surreale e più esplicitamente "artisticheggiante", affrontando però durante le riprese problemi dovuti alla malattia (fatale) di Richard Lynch, poi sostituito da Andrew Prine.
"The Lords of Salem" è, secondo me, l'Opera artisticamente più matura e raffinata del Regista, il quale rimescola con gusto assai personale echi di Autori cinematografici come Kubrick, Polanski, David Lynch e Ken Russell alle sonorità "psichedeliche" di gruppi come Rush e Velvet Underground, inserendo squarci affini al mondo del Teatro, della Pittura, della Scultura e della Letteratura per ottenere un'Atmosfera di crescente Onirismo che si tramuta in un Incubo ipnotico e Sublime, il tutto condito da provocazioni blasfeme.
Le scene "normali", presenti soprattutto nella prima metà della Pellicola, vogliono secondo me creare un distacco tra la banalità quotidiana e il Fascino dell'Occulto, e i Dubbi che ogni volta mi assalgono, come se non di più che in "The Devil's Rejects", stimolano ulteriormente la mia attenzione consolidando l'Ammirazione per il Film.
Forse ha ragione chi sostiene che in realtà Zombie si dirigesse verso un Nulla estetizzante, ma se anche così fosse (e io non credo che sia vero) la ricchezza interpretativa dell'Opera non risulterebbe intaccata, perché spalancherebbe la Porta a qualsiasi interpretazione e perché il Nulla comunque è un Argomento di enorme interesse, anche se talmente Oscuro da spaventare e conseguentemente allontanare gran parte del grosso pubblico.
Da qualche parte, anni fa, lessi critiche riguardanti una presunta freddezza e scarso approfondimento del Personaggio di Heidi, ma questa apparente distanza dalla Protagonista penso sia funzionale allo Spirito di questo Film: da un lato è un innegabile allontanamento dalla logica di "The Devil's Rejects" nonché una possibile de-orrorificazione volta ad una 'autorializzazione' di Zombie, ma dall'altro credo che questa sia l'unica modalità possibile per trattare questo tipo di racconto senza scadere nel tipico horror soprannaturale contemporaneo. In questo senso anche lo scarso spessore dato alla relazione tra Heidi e Whitey, che forse può essere dovuta ad un'oggettiva disattenzione narrativa, è per me funzionale alla riuscita artistica del Film, dando un assaggio importante del background dei caratteri ma dando la precedenza assoluta allo Spirito Onirico della Pellicola.
Con "The Lords of Salem", quindi, Rob Zombie raggiunge la piena maturità stilistica, ed è un peccato secondo me che poi, spinto forse dai fan, abbia deciso di ritornare sui suoi passi.

Rilevanza: 2. Per te? No

31

  • Horror
  • USA
  • durata 102'

Titolo originale 31

Regia di Rob Zombie

Con Sheri Moon Zombie, Malcolm McDowell, Elizabeth Daily, Daniel Roebuck

31

In streaming su MIDNIGHT FACTORY Amazon Channel

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31
Dopo l'esperimento surrealisteggiante di "The Lords of Salem", forse il progetto artisticamente più ambizioso del Cineasta-musicista (e per certi versi sottovalutato dai suoi fan più attaccati al lato "grindhouse" dell'Autore), Rob Zombie ritorna parzialmente alle atmosfere più grezze e pulp delle Origini, appoggiandosi al crowdfunding per la raccolta dei finanziamenti necessari. Questo "ritorno alle origini" è stato avvertito da un po' tutta la base di più o meno fan dei film di Zombie, suscitando apprezzamento da parte di chi aveva mal digerito il lavoro precedente per la sua marcata vena "autoriale" e, di contro, delusione per chi aveva adorato l'evoluzione della Poetica del Cineasta vedendo in questo "31" un passo indietro votato al fan service.
Personalmente, ritengo evidente un allontanamento da parte del Regista dalle Atmosfere oniriche ed elaborate di "The Lords of Salem" in favore di un'estetica molto più affine alla brutalità "sporca" di "House of 1000 Corpses" e, soprattutto, "The Devil's Rejects": in questo vedo anche io una piccola regressione da parte dell'Artista, mentre avrei invece preferito un avanzamento nella strada "russelleggiante" del Lavoro precedente o addirittura un totale cambiamento di genere, magari affrontando il biopic su Groucho Marx.
Però, nonostante il "passo indietro" di Zombie mi porti ad apprezzare "31" meno non solo di "The Lords of Salem" ma anche di "The Devil's Rejects" (e pure di "House of 1000 Corpses" e "Halloween II"), sono al contempo convinto che, in realtà, l'abbandono della vena "artisticheggiante" per un horror "fn service" sia molto più apparente che effettivo. L'accostamento di un mondo "raffinatamente kitsch" ad uno scenario brutale, infatti, trova qui una conferma, soprattutto nella figura del trio che gestisce il gioco mortale, e pur restando su carta in territori da violent movie "realistico" non mancano scelte visive dal sapore simil-surreale, non solo nella scena esplicitamente onirica della resurrezione dei fratelli Psycho e Schizo Head, e vistosamente autoriali, in particolare nell'introduzione in bianco-nero, con rottura della quarta parete e quasi in piano-sequenza, di Doom Head (magnifico Richard Brake). Straordinario l'Epilogo, dove il potenziale lieto fine viene ribaltato non riportando la final girl direttamente nelle grinfie dei maniaci (dimostrando un non indifferente cambio di rotta rispetto ad "House of 1000 Corpses") ma spalancando le porte a svariate interpretazioni grazie ad una chiusura enigmatica che lascia intravedere, tra le varie possibilità, una "conversione al male" della protagonista.
Per quanto meno coraggioso rispetto alle migliori Opere di Rob Zombie, "31" è un Film decisamente personale ed intrigante, in linea sia nello stile audio-visivo (che gioca sul richiamo all'estetica degli anni 70) sia nelle tematiche (in particolare rifiutando una divisione manichea dei personaggi) dell'Autore.

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

La casa del diavolo

  • Horror
  • USA
  • durata 111'

Titolo originale Three From Hell

Regia di Rob Zombie

Con Sheri Moon Zombie, Bill Moseley, Richard Brake, Sid Haig, Emilio Rivera, Danny Trejo

La casa del diavolo

In streaming su Amazon Video

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3 FROM HELL
Circa 15 anni dopo "The Devil's Rejects", Rob Zombie ritorna ai Personaggi che gli hanno conferito la maggior fama in ambito cinematografico, ovvero la famiglia Firefly, salvando miracolosamente i tre membri rimasti dalla sparatoia finale, anche se poi Captain Spaulding viene presto ucciso e sostituito da un nuovo personaggio, Foxy, fratellastro di Otis.
Personalmente, adorando il Dittico di partenza ("House of 1000 Corpses" e, appunto, "The Devil's Rejects"), avevo aspettative contrastanti riguardo questo sequel: da un lato ritenevo la chiusura di "Rejects" straordinaria e non vedevo la necessità di riportare in vita i Protagonisti, temendo inoltre che questa pellicola si sarebbe rivelata una palese operazione di fan service. D'altro canto, però, l'opportunità di rivedere in azione il Terzetto di Psicotici faceva gola alla mia personalità "fan", oltre ad essere fiducioso nelle capacità di Zombie di evitare la completa prostrazione ai capricci dei fan, speranza rinforzata da "31". La visione, alla fine, di "3 from Hell" ha più o meno confermato le mie aspettative, sia quelle positive che quelle negative.
Riguardo alle prime, non posso negare di aver apprezzato il ritorno di Baby, Otis e, seppure in un minutaggio assai ridotto, Spaulding, così come ho apprezzato il ritorno di altri volti noti nell'entourage di Zombie, dalle star veterane del genere come Dee Wallace al già ammirato in "31" Richard Brake (qui nei panni di Foxy). Non mancano poi nel film dei tocchi che esulano il pericolo di scadere nel completo remake travestito da sequel, ed ho trovato intriganti scelte come l'allucinazione del gatto ballerino (probabile citazione ad "Eraserhead") nella cella di Baby: credo di aver apprezzato anche la chiusura tronca della pellicola.
Affrontando i tasti dolenti, però, è quasi impossibile per me, a differenza di "31", negare qui una sorta di resa totale da parte di Zombie cineasta alle richieste del fandom. I déjà vu, soprattutto di "The Devil's Rejects", si sentono troppo spesso perdendo il confronto con i momenti originale e alla fine, almeno ad una prima visione, il tutto scorre addosso senza davvero penetrare a fondo l'Individuo Spettatore se non nella Violenza. L'annullamento, poi, della morte anti-eroica del Terzetto non riesce a farsi accettare pienamente e il personaggio di Brake, per quanto l'attore continui a bucare lo schermo, non ha modo di catturare davvero l'"affetto" dello spettatore, tradendo la sua natura di ripiego di Spaulding.
Comunque, pur essendo uno dei lavori meno riusciti di Rob Zombie e, forse, il suo film minore in assoluto, "3 from Hell" può essere visto come un piacevole auto-omaggio alle Origini stesse della Filmografia dell'Autore. Speriamo però che ritorni al più presto ad evolvere la propria Poetica ripartendo, magari, dai traguardi raggiunti in "The Lords of Salem".

Rilevanza: 1. Per te? No
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