Un nuovo blockbuster si affaccia all'orizzonte mentre non sono ancora scese le attenzioni del pubblico italiano per Joker. È il sequel di Maleficent, che fa suoi ben 700 schermi, promettendo risultati di rilievo al botteghino.
Il titolo divide però la scena coin molti altri film, come sta accadendo già da alcune settimane, moltiplicando l'offerta: si va dalla commedia italiana Se mi vuoi bene, di Fausto Brizzi, che avrà comunque anch'essa un consistente numero di schermi (400), al film di guerra The Kill Team (200), dal thriller The Informer (150) allo spin-off Jesus Rolls (100) che riprende il personaggio di Turturro nel Grande Lebovski.
Non manca però anche un titolo premiato a uno dei grandi festival del cinema: è l'ultimo lavoro di Ozon, Grazie a Dio, Orso d'argento a berlino 2019.
Il grande capolavoro di Coppola torna nelle sale con una nuova versione (dopo quella andata nelle sale originariamente e dopo la versione Redux del 2000). Questa volta è un final cut: una sorta di via di mezzo tra le due (troppo tagliata la prima, troppo lunga la seconda), con un montaggio che Coppola ha finalmente deciso definitivo.
Un documentario che testimonia un anno in una classe di bambini che frequentano una delle scuole Montessori in Francia: alla scoperta di un metodo rispettoso dei processi di apprendimento reali dei bambini.
Il regista Daniele Segre torna a raccontare il mondo degli ultrà miscelando il repertorio costituito dalle fotografie pubblicate nel libro Ragazzi di stadio e dei suoi due film Il potere deve essere bianconero ( 1977) e Ragazzi di stadio (1980).
Il sequel del film del 2014 - che era nient'altro che una versione live-action della fiaba La bella addormentata nel bosco, ampiamente modificata - riparte dalle vicende che li avevano trovato conclusione e deve ovviamente muoversi sulle sue gambe per quanto riguarda la storia, che non ha più niente a che vedere con il classico dei Grimm. Il cast invece riparte da Angelina Jolie e Elle Fanning, perdendo alcuni degli attori del pirmo film ma acquistando altri nomi di prestigio: come Michelle Pfeiffer e Chiwetel Ejiofor.
Con John Turturro, Bobby Cannavale, Audrey Tautou, Susan Sarandon, Jon Hamm
Turturro se la canta e se la suona dirigendo e interpretando, più di vent'anni dopo, il film dedicato al personaggio che aveva nell'immortale Il grande Lebovski, dei Coen. In realtà la pellicola è liberamente ispirata a un film francese degli anni '70, I santissimi, di Bertrand Blier e con Depardieu e Miou Miou. Forse in sua memoria il principale personaggio femminile è affidato ad Audrey Tatou, affiancata da un cast dove spiccano comunque grandi nomi, da Bobby Cannavale a Susan Sarandon, da Jon Hamm a Christopher Walken e Sonia Braga.
Ha vinto l'Orso d'argento Gran Premio della Giuria a Berlino 2019 il film di François Ozon che si ispira a un caso che ha generato parecchio scalpore in Francia e che ha avuto al centro la figura di padre Preynat, un religioso accusato di aver violentato oltre 70 bambini.
Brizzi dirige un'altra delle sue commedie coadiuvato da un cast di volti noti italiani del cinema di genere: da Rubini a Dino Abbrescia, da Maria Amelia Monti a Flavio Insinna. Il mattatore è però Claudio Bisio, qui nei panni di un avvocato depresso che decide di dedicarsi a opere di bene con amici e familiari, finendo con il combinare guai in serie.
Andrea Di Stefano al suo secondo lavoro da regista dopo Escobar si serve di un cast di super professionisti americani - Kinnaman, Owen, Rosamund Pike e Ana de Armas tra gli altri - per mettere in scena un thriller drammatico ambientato per le strade di New York al cui centro c'è la vicenda di un ex-soldato finito in carcere per una brutta storia e cooptato dall'FBI per lavorare come informatore e sgominare un traffico di droga.
Le tentazioni del virtuale - tra cui la peggiore, la possibilità di nascondersi - sono al centro del drammatico film di Safy Nabbou che scrittura Juliette Binoche per farle interpretare la parte di una donna che inizia a fingersi di 25 anni più giovane, giocando pericolosamente in rete con la sua identità e il suo desiderio.
Makoto Shinkai - che con Your Name ha scritto il suo nome a caratteri cubitali nella storia dell'animazione giapponese - torna sugli schermi con un nuovo poetico lavoro che ha come protagonisti un giovane scappato a Tokyo e una ragazza con fantastici poteri.
Nel 2013 Dan Krauss aveva girato un documentario su una storia molto sporca della guerra in Afghanistan che coinvolgeva un drappello di soldiati di fanteria dediti a uccidere civili per sport o per noia. Oggi - prendendo spunto da quella storia e da quelle testimonianze - ci ha fatto un film che drammatizza gli eventi di quei giorni, riportando in primo piano un tema scottante e dalle implicazioni non banali.
Horror americano diretto però dal regista norvegese André Øvredal che utilizza alcuni topi classici del genere per raccontare una storia ambientata nella New York della fine degli anni '60.
Carlotta Bolognini, figlia del produttore Manolo e nipote del regista Mauro, rievoca attraverso la storia della sua infanzia e quella della sua famiglia un intero periodo del cinema italiano: il milgiore.
Con Carlos Acosta, Santiago Alfonso, Keyvin Martínez, Edison Manuel Olbera, Laura De la Uz
La vera storia del ballerino Carlos Acosta, soprannominato Yuli dal padre Pedro: dall'infanzia ribelle per le strade dell'Havana, alla scuola nazionale di balletto di Cuba, sino ai grandi palcoscenici di tutto il mondo.
Il titolo dice tutto: il documentario di Wayne Isham testimonia infatti la "reunion" dei Metallica con la San Francisco Symphony per celebrare il 20° anniversario del loro spettacolo originario.
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