Cronos
- Horror
- Messico
- durata 92'
Titolo originale Chronos
Regia di Guillermo Del Toro
Con Federico Luppi, Ron Perlman, Claudio Brook, Margarita Isabel
CRONOS
Esordio di del Toro alla Regia di un Lungometraggio.
I caratteri principali della sua Poetica già si sentono, a partire dal Fascino per i due Mondi della Meccanica e degli Insetti, opposti (uno emblema della ingegnosità artificiale, l'altro lato nascosto della Natura) eppure vicini (entrambi hanno un potenziale oscuro e pericoloso), la concezione dell'Horror come di una Fiaba e viceversa, perfino la sottile vena Anarcoide di Sfiducia verso il potere, in questo caso economico. Ma sono soprattutto i design visivi del 'Cronos' (Marchingegno che nasconde un Insetto, Fusione dei due Mondi amati dall'Autore messicano) e del Vampiro la cui pelle 'umana' nasconde una pelle bianchissima, efebica, quasi cartapecora (assai simile al concept dei due 'Anti-villain' interpretati da Luke Goss in "Blade II" e "Hellboy: The Golden Army").
Il Cineasta qui reinterpreta l'Immagine del Vampiro come di un'invenzione squisitamente 'analogica', meccanica che permette, grazie al Potere rigenerante di un Insetto, di prolungare la propria vita, necessitando però di Sangue per mantenersi in forze. Il Protagonista, interpretato da Federico Luppi (futuro dottore in "El Espinazo del Diablo") entra per caso in contatto con questa 'invenzione' e questa 'cura' alla Morte, nonostante gli effetti benefici, porterà ad una 'maledizione', rendendolo dipendente dall'iniezione del 'veleno' del Cronos e dal bisogno di rifornirsi di Sangue che lo porterà ad abbassarsi a leccare il pavimento per rifornirsi del prezioso liquido. Come uno squalo, la Vista del Sangue lo attira ma, nel Finale, alla pronuncia della parola 'Nonno' da parte della nipotina orfana (unica parola da lei detta in tutto il Film) deciderà di distruggere finalmente il congegno malefico (anche per l'insetto, che sembra patire pene atroci imprigionato nell'oggetto) e poter finalmente riposare in pace, sdraiato sul proprio letto circondato dall'Amore della nipote e della moglie, consegnando il proprio corpo alla Luce accecante e bruciante del Giorno (che chiude l'Opera con il suo Bagliore Bianco).
Il Film è acerbo come quasi tutti gli Esordi, ma è un'Acerbità lontana dall'atmosfera di esercizio tecnico, costituendosi fin da subito come autentica opera d'Arte cinematografica, promessa (allora) di un Talento da tenere d'occhio. La messa in scena è povera ma fantasiosa e assai curata, le inquadrature sono classiche ed efficaci, il Cast è ottimo e diretto divinamente, in particolare il Protagonista interpretato da Luppi, per il quale si simpatizza facilmente, e già troviamo uno degli attori feticci del Cineasta: Ron Perlman.
"Cronos" non è il Capolavoro delToriano (anche se forse alcuni amanti dell'Horror "bis" potrebbero sostenere ciò) ma conferma il Talento e l'Autorialità del Regista messicano sin dalle Origini.
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