Il primo omonimo one-woman-album di Aldous Harding, nata Hannah Sian Topp (per poi scegliere la matrilinearità per quanto concerne il cognome) e scoperta da Anika Moa, è splendido. I successivi altri due, "Party" e "Designer", pubblicati per la 4AD con la collaborazione di John Parish (P.J. Harvey, Giant Sand, GoldFrapp, Eels, SparkleHorse, Tracy Chapman, Nada, AfterHours...), e sempre in zona indie-dream-folk, lo sono, solo un poco differentemente, altrettanto.
Le assonanze tra il testo delle canzoni e la storia narrata dal cortometraggio videomusicale con le opere cinematografiche sono labili, e radicate: a volte nascono da consonanze fra testo della canzone e racconto filmico, altre dalla messa in scena di videoclip e lungometraggio.
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