La lista opinabile, naturalmente criticabile, faziosamente elencata, accuratamente progettata
Ci sono almeno tre “macro-aree” che possiamo identificare entro le quali collocare i film che a detta del forse ultra-arrogante titolo dovrebbero contribuire, si spera, a smuovere un attimino le coscienze:
STORIA / POLITICA(ho optato per un’unica commistione di storia e politica perché fin troppi titoli finivano per “sovrapporsi” in entrambe le eventuali categorie [perché se si parla di storia è un po’ difficile evitare la politica, e allo stesso modo se si parla di politica è un po’ difficile {anche se viene spesso, criminosamente, fatto} ignorare la storia [parentesi tamarra])
ECONOMIA
RELIGIONE
(ovviamente, anche nel caso di economia e religione talvolta è alquanto difficile, tanto per usare un eufemismo, districarle dalla storia e dalla politica, ma dal punto di vista della mia personale conoscenza cinematografica, me la sono comunque sentita di trattarle come “aree”, “categorie” a se stanti)
Va da sé che le suddette non arrivano a comprendere l’integrità dello scibile umano, ma di certo comprendono già moltissime delle problematiche che ci troviamo oggi costretti ad affrontare (prima che sia troppo tardi) e che ci troveremo, a seconda di come si dipaneranno gli eventi, e a seconda di ciò che si farà o si mancherà di fare, costretti o meno ad affrontare in futuro (rimando al 29 luglio [l’Earth Overshoot Day del 2019] la pubblicazione di una a mio avviso [altrettanto] interessante filmografia riguardante l’altro grande “tema” della nostra epoca: l’ambiente).
Problematiche di certo esposte in modo un po’ caotico, ma che spaziano dalla guerra alla brutalità poliziesca, dalla retorica patriottarda alla corruzione dilagante, dall’imperialismo vigliacco alla depredazione spietata, dalla questione della criminalità organizzata a quella della violenza di Stato, dalla xenofobia al razzismo, e molto altro ancora...
STORIA e POLITICA
Detto questo, partiamo dalla politica, o meglio in questo caso della storia tenendo conto della politica.
Beh, in questo particolare ambito non si può che lasciare le porte spalancate alla anche più fragorosa e fin furiosa contrapposizione. Sono facili, infatti, ad accendersi gli animi quando si parla di politica, forse perché, tra le altre cose, non ci si rende spesso conto che praticamente tutto è politica (o forse, anzi, proprio perché ci se ne rende troppo conto).
Pertanto, una volta che si decida di disquisirne, sia pur per tramite dell’amato mezzo cinematografico, s’incorre inevitabilmente nel rischio di scontentare qualcuno, o anche di scontentare molti. Questo dovrebbe forse fermare la discussione? Dovrebbe forse fermare la riflessione, se vogliamo la provocazione? Chiaramente, no.
Altrettanto chiaramente, però, non si può che ammettere, sempre che si conservi un briciolo d’onestà intellettuale, la propria parzialità al riguardo (la fantasiosa teoria per la quale le contrapposizioni non esisterebbero più, in questo nostro nuovo fantasmagorico mondo postmoderno, la politica delle opposte fazioni sarebbe ormai da tempo superata, la settarietà tipica dell’uomo improvvisamente evaporata, e destra e sinistra non sarebbero altro che consunti residuati d’un passato ormai remoto e allegramente “ingenuo”, si può tranquillamente affermare abbia la stessa consistenza scientifica della “teoria” delle scie chimiche o di quella della terra piatta [i più attenti rileveranno sicuramente come questa stessa affermazione tra parentesi costituisca già una plateale dimostrazione dell’inevitabile parzialità, o meglio “faziosità” sostanzialmente ineliminabile di qualunque essere umano moderatamente pensante, ma sto divagando...]).
Dunque, ammettendo qui, in questo preciso istante, la mia parzialità (che, per dirla quasi pleonasticamente, altro non significa se non affermare che, possedendo io una mia propria personalità, bagaglio culturale e di esperienze, di studi e di riflessioni, una mia propria, e unica come quella di chiunque altro, mente, col tutto il suo forse inestricabile intrico di pensieri, memorie e considerazioni, non ho potuto che formarmi delle idee personali, diverse da quelle di alcuni altri e similari a quelle di altri ancora, ma personali e dunque, per definizione opinabili, formate naturalmente cercando di evitare di cadere nel paradosso del bipensiero, della contraddizione, dunque schierandomi, prendendo una delle parti e non mantenendomi nell’ignavia [ancora una volta, come la maggior parte del genere umano]),procedo all’elencazione di alcuni titoli che, a mio parere, non possono che aiutare a comprendere un po’ meglio e un po’ più a fondo il reale:
Roma città aperta (1945),
Paisà (1946),
Sciuscià (1946),
Germania anno zero (1947),
Gioventù perduta (1947),
Ladri di biciclette (1948)
e Umberto D. (1951) – ex aequo
[O della banalità ma crudeltà del male, della follia dell’uomo e dell’efferatezza dell’emarginazione, del dolore dell’esclusione, delle fatiche della ricostruzione.
Della serie: che quel che è accaduto mai si ripeta anche se, in altre forme, l’ha già fatto]
Guardie e ladri (1951)
[O della solidarietà “trasversale” ma della durezza della vita.
Della serie: quando i poveracci eravamo noi e ci si arrabattava come si poteva]
Rivolta al blocco 11 (1954)
Fuga di mezzanotte (1978)
Il profeta (2009)
e Cella 211 (2009) – ex aequo
[O della prigione come persecuzione e della chimera del re-inserimento.
Della serie: quando si esce, essendo diventati paria della società, cosa si può fare se non ricadere nel crimine? E non solo: a cosa portano leggi draconiane e bigotte e miopi che hanno l’unico effetto di annichilire ancor di più l’individuo magari condannato pure per reati non gravi, come il semplice possesso? Ve lo dico: al disatro]
Orizzonti di gloria (1957)
[O della presunta gloria dell’impresa bellica e della presunta equità della giustizia.
Della serie: comma 22, meglio non trovarsi mai nella situazione, ma se non volete trovarvici è proprio perché siete sanissimi di mente]
Salvatore Giuliano (1962)
[O della criminalità e dei suoi “aiutanti”, della mafia e dei suoi “facilitatori”.
Della serie: certe cose non cambiano mai]
Le mani sulla città (1963)
[O della speculazione, della corruzione e del mito della crescita.
Della serie: ancora una volta, certe cose non cambiano mai]
Il dottor Stranamore – Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba(1964)
[O della follia bellica e del delirio d’onnipotenza.
Della serie: troppi omaccioni repressi e imbellettati in una sola stanza buia e il disastro è assicurato]
Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto (1970)
[O del complesso del pene e della brutalità della polizia.
Della serie: non tutti “i blu” sono creati uguali]
M.A.S.H. (1970)
[O della follia bellica e dintorni, rewind.
Della serie: al peggio, e al delirio dell’uomo, non c’è mai fine]
Serpico (1973)
e Rampart (2011)
[O dell’onestà di quasi mitologica concezione e del marcio che si cela dietro la facciata.
Della serie: non tutti “i blu” sono creati uguali, rewind]
Apocalypse Now (1979)
e Full Metal Jacket (1987) – ex aequo
[O della orrida retorica dei “nostri” e dei danni del reazionarismo bellicoso, del legno storto dell’umanità e dell’orrore dell’imperialismo.
Della serie: quando ci si crede onnipotenti, e di avere il mondo ai propri piedi, magari prima o poi si finisce per fare un passo falso, ma nel frattempo quante vite vengono perse inutilmente?]
L’amerikano (1972),
Missing – Scomparso (1982),
Sotto tiro (1983),
Salvador (1986),
Garage Olimpo(1999),
Salvador Allende [doc.] (2004),
Nostalgia della luce[doc.](2010)
e Post Mortem (2010) – ex aequo
[O del vero volto dell’imperialismo e della virulenza dell’ortodossia reazionaria illiberale machista repressiva genocidiale.
Della serie: mai trovarsi ai confini dell’impero ed essere considerati una minaccia, mai fare l’errore di nascere in un paese povero pieno di contadini schiavizzati, mai fare l’errore di cercare di cambiare le cose per il meglio]
La tomba delle lucciole (1988)
[O della vittime innocenti della guerra e della pazzia degli adulti.
Della serie: è ancora possibile coltivare anche la più flebile speranza?]
Manufacturing Consent [doc.](1992)
[O della democrazia di facciata e della illiberalità dei media.
Della serie: siete davvero convinti che le notizie vi vengano semplicemente “date”?]
Gomorra (2008)
[O della omogeneità culturale criminale e della diffusione capillare della tragedia mafiosa.
Della serie: piccoli mafiosi crescono, e si fanno sempre più onnipresenti, difficilmente eliminabili e pericolosi]
Welcome (2009)
e Styx (2018) – ex aequo
[O della malsana tendenza a dividere, scindere e della tragicità della natura umana affogata nel proprio egoismo.
Della serie: tutti gli uomini sono creati uguali, almeno che non siano chiunque altro al di fuori della propria ristretta cerchia]
Pluto (2012)
[O della segregazione mentale e dell’asfissia della omogeneizzazione e della competizione scolastica.
Della serie: la scuola non dovrebbe essere segregazionista o irregimentata o concorrenziale, ma formativa e sviluppativa di una natura umana migliore]
A Taxi Driver (2017)
e 1987: When The Day Comes (2017) – ex aequo
[O della lotta per la liberazione e della virulenza dell’ortodossia reazionaria illiberale irregimentata, requiem.
Della serie: lottare per un mondo migliore, per un futuro migliore, non è sempre facile, anzi non è mai facile, in nessuna parte del mondo]
Cafarnao – Caos e miracoli (2018)
[O dello strazio della sopravvivenza e della necessità della pianificazione.
Della serie: quanto pensate potremo ancora resistere? La crescita infinita è credibile? 7-8-9-10-11 miliardi di persone? E poi?]
La paranza dei bambini (2019)
[O dell’infanzia negata e della violenza della società criminal-capitalista ottundente.
Della serie: non è concesso essere ragazzi, il sogno effimero d’un effimera, mordace ed evanescente ricchezza chiama]
Con Anna Magnani, Aldo Fabrizi, Vito Annichiarico, Maria Michi, Marcello Pagliero
[O della banalità ma crudeltà del male, della follia dell’uomo e dell’efferatezza dell’emarginazione, del dolore dell’esclusione, delle fatiche della ricostruzione.
Della serie: che quel che è accaduto mai si ripeta anche se, in altre forme, l’ha già fatto]
Con Carmela Savio, Gar Moore, Dots M. Johnson, Harriet White, Alfonsino Pasca
[O della banalità ma crudeltà del male, della follia dell’uomo e dell’efferatezza dell’emarginazione, del dolore dell’esclusione, delle fatiche della ricostruzione.
Della serie: che quel che è accaduto mai si ripeta anche se, in altre forme, l’ha già fatto]
Con Franco Interlenghi, Rinaldo Smordoni, Aniello Mele, Emilio Cigoli
[O della banalità ma crudeltà del male, della follia dell’uomo e dell’efferatezza dell’emarginazione, del dolore dell’esclusione, delle fatiche della ricostruzione.
Della serie: che quel che è accaduto mai si ripeta anche se, in altre forme, l’ha già fatto]
[O della banalità ma crudeltà del male, della follia dell’uomo e dell’efferatezza dell’emarginazione, del dolore dell’esclusione, delle fatiche della ricostruzione.
Della serie: che quel che è accaduto mai si ripeta anche se, in altre forme, l’ha già fatto]
Con Massimo Girotti, Jacques Sernas, Carla Del Poggio
[O della banalità ma crudeltà del male, della follia dell’uomo e dell’efferatezza dell’emarginazione, del dolore dell’esclusione, delle fatiche della ricostruzione.
Della serie: che quel che è accaduto mai si ripeta anche se, in altre forme, l’ha già fatto]
Con Lamberto Maggiorani, Enzo Staiola, Lianella Carell, Elena Altieri, Gino Saltamerenda
In streaming su CineAutore Amazon Channel
[O della banalità ma crudeltà del male, della follia dell’uomo e dell’efferatezza dell’emarginazione, del dolore dell’esclusione, delle fatiche della ricostruzione.
Della serie: che quel che è accaduto mai si ripeta anche se, in altre forme, l’ha già fatto]
[O della banalità ma crudeltà del male, della follia dell’uomo e dell’efferatezza dell’emarginazione, del dolore dell’esclusione, delle fatiche della ricostruzione.
Della serie: che quel che è accaduto mai si ripeta anche se, in altre forme, l’ha già fatto]
Con Neville Brand, Emile Meyer, Frank Faylen, Leo Gordon
[O della prigione come persecuzione e della chimera del re-inserimento.
Della serie: quando si esce, essendo diventati paria della società, cosa si può fare se non ricadere nel crimine? E non solo: a cosa portano leggi draconiane e bigotte e miopi che hanno l’unico effetto di annichilire ancor di più l’individuo magari condannato pure per reati non gravi, come il semplice possesso? Ve lo dico: al disatro]
[O della prigione come persecuzione e della chimera del re-inserimento.
Della serie: quando si esce, essendo diventati paria della società, cosa si può fare se non ricadere nel crimine? E non solo: a cosa portano leggi draconiane e bigotte e miopi che hanno l’unico effetto di annichilire ancor di più l’individuo magari condannato pure per reati non gravi, come il semplice possesso? Ve lo dico: al disatro]
[O della prigione come persecuzione e della chimera del re-inserimento.
Della serie: quando si esce, essendo diventati paria della società, cosa si può fare se non ricadere nel crimine? E non solo: a cosa portano leggi draconiane e bigotte e miopi che hanno l’unico effetto di annichilire ancor di più l’individuo magari condannato pure per reati non gravi, come il semplice possesso? Ve lo dico: al disatro]
[O della prigione come persecuzione e della chimera del re-inserimento.
Della serie: quando si esce, essendo diventati paria della società, cosa si può fare se non ricadere nel crimine? E non solo: a cosa portano leggi draconiane e bigotte e miopi che hanno l’unico effetto di annichilire ancor di più l’individuo magari condannato pure per reati non gravi, come il semplice possesso? Ve lo dico: al disatro]
[O della orrida retorica dei “nostri” e dei danni del reazionarismo bellicoso, del legno storto dell’umanità e dell’orrore dell’imperialismo.
Della serie: quando ci si crede onnipotenti, e di avere il mondo ai propri piedi, magari prima o poi si finisce per fare un passo falso, ma nel frattempo quante vite vengono perse inutilmente?]
[O della orrida retorica dei “nostri” e dei danni del reazionarismo bellicoso, del legno storto dell’umanità e dell’orrore dell’imperialismo.
Della serie: quando ci si crede onnipotenti, e di avere il mondo ai propri piedi, magari prima o poi si finisce per fare un passo falso, ma nel frattempo quante vite vengono perse inutilmente?]
Con Yves Montand, Renato Salvatori, O.E. Hasse, Jacques Weber
[O del vero volto dell’imperialismo e della virulenza dell’ortodossia reazionaria illiberale machista repressiva genocidiale.
Della serie: mai trovarsi ai confini dell’impero ed essere considerati una minaccia, mai fare l’errore di nascere in un paese povero pieno di contadini schiavizzati, mai fare l’errore di cercare di cambiare le cose per il meglio]
Con Jack Lemmon, Sissy Spacek, John Shea, Melanie Mayron
[O del vero volto dell’imperialismo e della virulenza dell’ortodossia reazionaria illiberale machista repressiva genocidiale.
Della serie: mai trovarsi ai confini dell’impero ed essere considerati una minaccia, mai fare l’errore di nascere in un paese povero pieno di contadini schiavizzati, mai fare l’errore di cercare di cambiare le cose per il meglio]
Con Nick Nolte, Joanna Cassidy, Gene Hackman, Ed Harris, Jean-Louis Trintignant
[O del vero volto dell’imperialismo e della virulenza dell’ortodossia reazionaria illiberale machista repressiva genocidiale.
Della serie: mai trovarsi ai confini dell’impero ed essere considerati una minaccia, mai fare l’errore di nascere in un paese povero pieno di contadini schiavizzati, mai fare l’errore di cercare di cambiare le cose per il meglio]
[O del vero volto dell’imperialismo e della virulenza dell’ortodossia reazionaria illiberale machista repressiva genocidiale.
Della serie: mai trovarsi ai confini dell’impero ed essere considerati una minaccia, mai fare l’errore di nascere in un paese povero pieno di contadini schiavizzati, mai fare l’errore di cercare di cambiare le cose per il meglio]
[O del vero volto dell’imperialismo e della virulenza dell’ortodossia reazionaria illiberale machista repressiva genocidiale.
Della serie: mai trovarsi ai confini dell’impero ed essere considerati una minaccia, mai fare l’errore di nascere in un paese povero pieno di contadini schiavizzati, mai fare l’errore di cercare di cambiare le cose per il meglio]
[O del vero volto dell’imperialismo e della virulenza dell’ortodossia reazionaria illiberale machista repressiva genocidiale.
Della serie: mai trovarsi ai confini dell’impero ed essere considerati una minaccia, mai fare l’errore di nascere in un paese povero pieno di contadini schiavizzati, mai fare l’errore di cercare di cambiare le cose per il meglio]
[O del vero volto dell’imperialismo e della virulenza dell’ortodossia reazionaria illiberale machista repressiva genocidiale.
Della serie: mai trovarsi ai confini dell’impero ed essere considerati una minaccia, mai fare l’errore di nascere in un paese povero pieno di contadini schiavizzati, mai fare l’errore di cercare di cambiare le cose per il meglio]
Con Alfredo Castro, Antonia Zegers, Vadell Jaime, Nobuera Amparo, Marcelo Alonso
[O del vero volto dell’imperialismo e della virulenza dell’ortodossia reazionaria illiberale machista repressiva genocidiale.
Della serie: mai trovarsi ai confini dell’impero ed essere considerati una minaccia, mai fare l’errore di nascere in un paese povero pieno di contadini schiavizzati, mai fare l’errore di cercare di cambiare le cose per il meglio]
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