Roma città aperta
- Drammatico
- Italia
- durata 98'
Regia di Roberto Rossellini
Con Anna Magnani, Aldo Fabrizi, Vito Annichiarico, Maria Michi, Marcello Pagliero
ROSSELLINI 1945 9, 2/10
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EightAndHalf (1.5.14) *****: "Come diceva Italo Calvino, all’incirca, il Neorealismo corrispose al bisogno fisiologico di alcuni esseri umani di raccontare le proprie esperienze e di raccontarsi alla luce di fatti terribili. Il Neorealismo stesso ebbe numerosi paralleli nel resto dell’Europa, come per esempio la pittorica Nuova Oggettività: ecco che non possiamo pretendere dal Neorealismo film Iperrealistici. Il Neorealismo corrispose a bisogni interiori di uomini alla ricerca dell’espressione, ed è anche questo il perché della fotografia e delle ombre in certi momenti quasi espressionistiche di Roma città aperta, a buon ragione considerato come uno dei più grandi film della storia del Cinema. ..."
fratellicapone (11.10.18) *****: "...Il film mi ricorda sempre le poche cose che raccontava mia mamma che nell’ottobre del 1943 a Napoli, appena dopo le quattro giornate, partoriva mio fratello. Bombardamenti continui, corse ai ricoveri, poco da mangiare, rastrellamenti a cui mio padre riuscì fortunosamente a scampare e violenze dei fascisti e dei tedeschi.
Non so se sia corretto che questi ricordi si trasferiscano nel giudizio sul film ma non posso farne a meno.
Roma città aperta è un capolavoro assoluto che vede il comportamento degli uomini travolti nel tritacarne della guerra senza mai perdere la loro umanità e la speranza nel futuro. Ci sono uomini e uomini ma come dice il prete prima di essere fucilato 'Non è difficile morir bene. Difficile è vivere bene'. ..."
wikipedia: "... Il film, che doveva intitolarsi Storie di ieri, nasceva come documentario su don Giuseppe Morosini, sacerdote realmente vissuto a Roma e ucciso dai nazisti nel 1944. Ben presto, anche grazie agli apporti di Fellini, aggiuntosi agli altri autori in fase di sceneggiatura, il film si arricchì di storie e di personaggi e prese l'aspetto di un lungometraggio a soggetto, cosicché il finale (la fucilazione del prete), che doveva costituire il tema principale del documentario, divenne la conclusione drammatica di un racconto corale sulla vita quotidiana in una città dominata dalla paura, dalla miseria, dalla delazione e dal degrado. ..."
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