Ce la farà Rocketman, il biopic su Elton John, a bissare il successo di Bohemian Rapsody, biopic su Freddy Mercury? La risposta è semplice: no, e si accettano scommesse. Lo sa anche la distribuzione: il film sui Queen uscì in quasi 700 sale, questo invece in 500: certo non è l'unico segno, ma vuol dire molto. Inoltre la base dei fan dei Queen è sicuramente ancor oggi - nonostante Mercury sia morto ed Elton John vivo - molto più vasta di quella della pop star inglese. Per non parlare del fatto che quello uscì a novembre e tenne poi fino a Natale e oltre, con un effetto passa parola importante. Dalla sua - se vogliamo - Rocketman potrà godere di un certo effetto traino: chi ha amato il biopic sui Queen potrebbe essere invogliato a ripetere un'esperienza positiva. I risultati li capiremo subito dopo questo weekend, che tra l'altro sarà il primo di bel tempo dopo davvero troppo tempo e la cosa, si sa, non aiuta. È molto facile che l'effetto del sole sarà una specie di " liberi tutti" e che le sale saranno abbandonate a favore di altri svaghi più open-air.
Insieme al biopic, con quasi 500 sale anch'esso, troviamo poi Godzilla II, spettacolare sequel film del 2014, ricco di effettoni. Per tutti gli altri film in sala si scende invece ben al di sotto dei 100 schermi e lì le prospettive di incasso sono ovviamente assai più contenute. Ma - attenzione - questo non ha nulla ache vedere con la qualità...
Un grande attore di teatro, Sandro Lombardi, da sempre appassionato di Caravaggio, visita la ricca mostra milanese dedicata all'artista e, un poco alla volta, scava attraverso i grandi temi legati alla biografia e all'opera del Merisi, per comprendere la grandezza e la modernità dell'affascinante pittore italiano.
Sull'onda del grande successo di Bohemian Rapsody, un nuovo biopic su una rockstar si affaccia alla scene, fresco dellla presentazione fuori concoroso a Cannes. La star in questione però questa volta è viva: Sir Elton John, icona del pop e grande interprete del periodo glam. Diretto da Dexter Fletcher, segue la carriera vitale di Reginald Kenneth Dwight (questo il vero nome del cantautore) dall'adolescenza al successo, passando necessariamente per sesso e droga, con taron Egerton nei panni dell'Elton John adulto.
Mostri! Giganteschi e mortali! Escono dalla terra come lumache dopo la pioggia, sono in tutto diciassette e ci distruggeranno. Ma per fortuna c'è anche Godzilla: l'unica speranze di sopravvivenza per la razza umana eè che sia lui (lei?) a vincere la battaglia per la supremazia tra titani. Incredibilmente il film di Micheal Dougherty non vive solo di effettoni e CGI: c'è anche un cast con nomi sospettabili - come Watanabe e Strathairn - già presenti nel Godzilla del 2014, e altri meno prevedibili come Vera Farmiga e Sally Hawkins, inclusa la giovane star del mondo delle serie, Millie Bobby Brown, la protagonista di Stranger Things.
Ispirato alla vera storia di Carlos Robledo Puch, criminale argentino che con i suoi 45 anni di condanna è divenuto colui che è stato più tempo in carcere nella storia dell'Argentina, famoso anche per essere bello ed affascinante, ma non per questo meno spietato. Una storia che serve anche all'auotre - l'argentino Luis Ortega - per riflettere su "come l'innocenza dell'infanzia possa trasformarsi in follia da adulto". Selezionato per il Certain Regard a Cannes 2018 e prodotto da Almodovar.
Anche questo film arriva da Cannes 2018, questa volta però dalla Quinzaine. Si tratta - cosa rara per un film scelto da un festival - di una commedia. Il plot gira intorno alla delusione di Yvonne, ufficiale della Polizia, rimasta vedova del marito, anche egli poliziotto e da tutti considerato come un'eroe. Peccato che invece non lo fosse, affatto. La scoperta postuma fa molto arrabbiare la donna che decide di aiutare Antoine, uscito dal carcere dove è rimasto otto anni proprio per colpa del defunto marito imbroglione: una scelta che scatenerà una serie di bizzarri eventi. Regia di Pierre salvadori e cast francese con qualche volto anche (molto) noto da noi.
Con Salvo Arena, David Coco, Fabrizio Ferracane, Ezio Rossi, Maurizio Marchetti
Ispirato alla vera storia di Ezio Rossi, ex terrorista dei NAP (Nuclei Armati Proletari), il film di Franco Jannuzzi alterna immagini d'archivio e fiction per perorare la causa dei "folli rei" ovvero di chi, in spregio a diagnosi psichiatriche, ha finito per scontare lunghi anni di detenzione nei manicomi giudiziari, tristemente noti per il degrado e l'abbandono in cui versavano.
Anche il film del francese Mikhaël Hers arriva da un festival, questa volta quello di Venezia, dove l'anno scorso era presente nella sezione Orizzonti. Opera drammatica, si centra sul rapporto tra un giovane di 24 anni e la sua nipote di 7, rimasta orfana in seguito alla morte della madre in un attentato.
Era a Berlino, nella sezione Panorama, questo curioso documentario sperimentale che abdica in buona parte alla presunta oggettività della macchina da presa a favore della sfacciata soggettività del cellulare in modalità selfie con cui i due giovanissimi protagonisti, diretti da Agostino Ferrente, ci fanno letteralmente entrare nelle loro vite di giovani abitanti del quartiere-ghetto del Rione Traiano, a Napoli, regalandoci il ritratto autentico di una generazione e di un Italia che parla meglio davanti a un cellulare.
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