Sono tanti i film in arrivo questa settimana. È anche segno che la morsa di Avengers: Endgame sulle sale iyaliane si sta allentando, lasciando liberi spazi che sinora erano occupati. È così che Detective Pikachu, il live action avventuroso con i famosi pupazzetti Pokémon, può gauadagnarsi quasi 500 sale e l'horror Pat Semetary 350, mentre il film sul serial killer Ted Bundy arriva a circa 270.
Insieme a questi la commedia italiana di Rubini, con circa 200, più o meno le stesse riservate al drammatico Red Joan.
Con Viviane Romance, Michel Simon, Max Dalban, Emile Drain, Guy Favières
Tratto dal romanzo di Georges Simenon Il fidanzamento del signor Hire, il film del 1946 di Duvivier torna nelle sale grazie al progetto Il cinema ritrovato e al recente restauro. L'uscita anticipa la mostra su Simonon prevista a Bologna nel 2020.
Secondo titolo tratto da un romanzo di Simenon che torna nelle sale grazie al progetto Il cinema ritrovato e al recente restauro. L'uscita anticipa la mostra su Simonon prevista a Bologna nel 2020.
Ma anche la vita che cura. E soprattutto le relazioni che curano: il film documentario di Erika Rossi ci porta in contatto con un progetto in atto nella città di Trieste, nel quartiere Ponziana, che prevede un percorso di cura che passa, prima che per le medicine, attraverso la conoscenza dei pazienti in quanto persone e la comprensione dei loro bisogni umani e relazionali.
Rubini torna a girare nella sua Puglia una commedia, nella quale è anche interprete insieme a Rocco Papapleo. Il primo nei panni di un rapinatore in fuga dalla polizia e dai suoi stessi complici, il secondo in quelli di un indiano metropolitano, un ghost dog che vive sui tetti e ha un punto di vista differente da quello di tutti gli altri.
LIce action "poliziesco" ambientato in un mondo dove gli esseri umani e i Pokémon vivono fianco a fianco: una convivenza minacciata da un pericolo che l'improbabile ma efficiente coppia formata dal detective Harry Goodman e il Pokémon Pikachu tenteranno di sventare. Diretto da Rob Letterman.
Attivo dalla fine degli anni '90, ma rivelatosi al grande oubblico europeo cin il Leone d'Oro a Still Life, del 2006, il regista cinese Jia Zhang-ke arriva nelle sale italiane con la sua ultima opera, un ennesimo inquietante ritratto della Cina contemporanea raccontata attraverso la vicenda di un una giovane ballerina che finisce in carcere per amore di un piccolo criminale. Al suo rilascio cercherà di ricominciare una nuova vita.
Titolo originale What You Gonna Do When the World's on Fire?
Regia di Roberto Minervini
Con Judy Hill, Dorothy Hill, Michael Nelson, Ronaldo King, Titus Turner, Ashley King
In streaming su Rai Play
Chi conosce i precedenti lavori di Minervini, regista italiano che ha saputo guardare all'America - e in modi non convenzionali - sa cosa aspettarsi da questo docufilm presentato in cocnorso a Venezia 2018: uno sguardo originale e attento, scorci di umanità rivelata, una macchina da presa che si infila quasi invisibile nelle relazioni prima ancora che sulla scena. Questa volta però il tema è scottante e maledattamente ancora attuale: il viaggio in Louisiana di Minervini lo porta in quartieri e luoghi dove il razzismo è ancora crudele e brucia.
Basato sull'omonimo romanzo dell'orrore di Stephen King, un horror che segue le vicende di un medico che si trasferisce con la famiglia in una località rurale del Maine e scopre un misterioso cimitero vicino alla sua nuova casa che apparentemente ospita solo resti di animali. Quando una tragedia colpisce la sua famiglia, Louis si rivolge al suo bizzarro vicino, scatenando una pericolosa reazione a catena dalle conseguenze terribili.
Come nel caso di Wikileaks e di Chelsea Manning, la storia di Joan Stanley è una storia di spionaggio "a fin di bene". Ispirato dalle vera vicenda di Melita Nordwood - definita la più importante spia donna reclutata dal Kgb, il film racconta del progressivo disvelarsi della duplice identità (e delle motivazioni) di Joan, una anziana donna inglese, funzionaria del governo britannico, capace di mantenere nel segreto il proprio operato per oltre 40 anni. Tutta ruota naturalmente intorno alla recitazione della colossale Judi dench, nei panni di Joan.
È il terzo biopic dedicato al serial killer Ted Bundy, l'uomo che confessò di aver ucciso oltre trenta donne nella seconda metà degli anni '70 e la cui figura si staglia nella storia della crimnalità per le sue particolari doti di avvenenza e per il suo carisma, oltre che per le imprese criminali, efferate e sempre ben architettate. Lo interpreta Zac Efron, per la regia di Joe Berlinger.
Parlare di cinema israeliano non vuol dire necessariamente "ebraico": va ricordato, ancora un volta, visto che molti ignorano che molti palestinesi vivono pacificamente entro i confini dello stato. È il caso del regista Sameh Zoabi che firma questa commedia che raccconta con leggerezza e spirito satirico questa convivenza, ambientandola in una storia che gira intorno a una soap opera per la quale vanno "tutti pazzi".
Firma la sua prima regia Kristian Gianfreda, anche sceneggiatore, una commedia ambientata in una piccola comuintà e ispirata al rispetto per le diversità.
È grottesca e modo sua drammatica la commedia di Pino Ammendola, regista e interprete (a fianco di vecchie glorie del cabaret come Andrea Roncato e Franco Oppini): la vicenda di un politico che al riveglio dal coma viene misteriosamente messo a fronte delle conseguenze delle sue azioni, prima di essere giudicato da un insoltio tribunale popolare.
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