È una fanfara assordante quella che accompagna lo sbarco di Avengers: Endgame nelle sale italiane, praticamente in contemporanea con il resto del mondo. Il film che aspira dichiaratamente a realizzare il più grande incasso di sempre battendo Avatar di James Cameron, anche in Italia schiera le sue forze. E che forze: 1000 sale e per di più anticipate, in attesa del 25 aprile e poi di un lungo weekend che per di più si preannuncia non bello, come i giorni che lo hanno preceduto.
C'è praticamente tutto il necessario per scatenare la tempesta perfetta ai botteghini: sarà anche un interessante test.
Ovviamente a farne le spese sono tutti gli altri titoli, compresi i temerari che hanno osato scendere in campo proprio oggi insieme al campione annunciato e ai quali sono riservate una manciata di sale (ma attenti, perché tra questi ci sono cose interssanti, se riuscite a intercettarli...).
Il XXII film del Marvel Cinematic Universe, seguito di Avengers: Infinity War, mette in scena la resa dei conti tra gli Avengers e Thanos, il più potente villain dell'universo. Con un cast corale gigantesco - che comprende molti degli attori comparsi nei precedenti capitoli - e una durata-monstre di 3 ore, il film conclusivo della saga iniziata nel 2008 si prepara a essere uno degli eventi filmici dell'anno.
Le memorie di Ryszard Kapuściński - epico corrispondente di guerra - sulla guerra d'Angola diventano film tra le mani di Raúl de la Fuente e Damian Nenow: un film particolare che usa tanto l'animazione quanto alcuni spezzoni d'epoca e interviste attuali per tradurre in immagini il libro Ancora un giorno, uscito postumo. Titolo premiato come miglior film 'danimazione agli EFA 2018 e ai Goya 2019.
Un'altra opera d'animazione che non segue gli stereotipi attuali del genere è questo film di Michel Ocelot - già regista di molti titoli d'animazione, da Kirikou ad Azur e Asmar - che ci porta nella Parigi della Belle Epoque.
Denys Arcand, il regista canadese famoso per Il declino dell'impero americano e di Le invasioni barbariche, torna a proporre la sua visione amara e satirica della società occidentale raccontando di un laureato in filosofia che però si mantiene facendo il fattorino e che finisce nel mezzo di una rapina, nascondendo la refurtiva, un'immensa somma, senza poi sapere come liberarsene.
Sarah è israeliana e gestisce un bar a Gerusalemme Ovest. Saleem è palestinese, vive a Gerusalemme Est e fa il fattorino. La loro relazione, peraltro extraconiugale visto che entrambi sono sposati, assume inaspettatamente una dimensione pubblica. Ancora un film ci racconta dell'infinito conflitto tra Israele e Palestina partendo dalle vite normali di chi abita in quel luogo che non conosce pace.
Il festival di Berlino (quello del 2018) ha tributato il Gran Premio della Giuria a questo film della regista polacca Malgorzata Szumowska che arriva ora nelle sale: la drammatica storia di un operaio che resta deturpato in seguito a un incidente e che poi diventa un caso nazionale in quanto primo polacco a sottoporsi a un intervento di trapiano facciale.
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