Tonight for Sure
- Commedia
- USA
- durata 69'
Titolo originale Tonight for Sure
Regia di Francis Ford Coppola
Con Don Kenney, Karl Schanzer, Marli Renfro, Virginia Gordon, Barbara Martin

TONIGHT FOR SURE
Esordio più o meno "ufficiale" di Coppola alla regia di un lungometraggio, "Tonight for Sure" è una piccola commedia "di costume", le cui intenzioni evidenti sono quelle di prendere in giro certi moralismi mettendone a nudo l'ipocrisia. Due uomini, uno dall'aspetto di cowboy (con tanto di cavallo) e l'altro vestito elegante (con fare guardingo da "spia"), si incontrano in un locale di burlesque per sabotare lo spettacolo in nome della "decenza". Mentre aspettano l'ora "x" si raccontano i motivi per cui han deciso di impegnarsi in questa "crociata morale": più il tempo passa, più l'alcool aumenta, più i due uomini fanno fatica a mettere a freno la loro cupidigia sessuale, avvicinandosi sempre di più al palco, e i racconti stessi trasudano una mania erotica esagerata. Il finale completa il denudamento etico dei due protagonisti, portando ad un colpo di scena all'insegna del contrappasso.
La qualità video della versione da me recuperata non è il massimo e diventa, quindi, assai difficile analizzare per bene il "valore" tecnico della pellicola: sicuramente, però, si vede come la mano di Coppola sia ancora estremamente acerba, quasi amatoriale, non ancora "solidificata" nello stile e nelle tematiche. Si vede comunque una critica alla società e alle sue ipocrisie, nonché un sostanziale rifiuto per i facili manicheismi: l'ironia non è particolarmente brillante né tanto meno originale ma, nella sua modestia, funziona e il cast svolge con diligenza il proprio lavoro. Interessante, anche se causata sostanzialmente dall'unione di due progetti distinti, la commistione con altri generi, come il Western (per i racconti del "cowboy" sulle visioni nudiste di un suo amico) o la parodia dell'indagine con tocchi slapstick (nel racconto dell'uomo elegante, impegnato in una ricerca da guardone).
Non un film imperdibile, ma se si vuole approfondire la Poetica di Coppola una visione la merita.
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Sostanzialmente, e senza per questo essere semplicisti, Francis Ford Coppola è un "regista" da set. Perché i suoi film possano essere "grandiosi, eccelsi, emotivamente riusciti" (S.S., 2015), occorre che ci sia una storia. Non è un caso che, nella prima parte della sua carriera non funzionò quasi nulla, perché egli stesso metteva le mani su soggetto e sceneggiatura. Il fatto è che, come spesso ha detto Martin Scorsese, i registi degli anni '60 e '70 con genitori italoamericani (e si pensi anche a Cimino, lo stesso Scorsese, ecc) dovevano "confrontarsi con una storia che non gli apparteneva completamente: quella americana". Ecco, quindi, che, scevro da considerazioni preliminari, Francis Ford ottiene il massimo se lavora su soggetti di terzi: gli esempi migliori sono "Il padrino", da Puzo, "Dracula", da Stoker, "Apocalypse Now" da Conrad, ma si potrebbe continuare ("Cotton club", "Giardini di pietra", ecc). Fanno eccezione "La conversazione" e il più recente "Segreti di fa,miglia - Tetro", dove però gioca un ruolo formidabile l'aspetto sperimentale dell'opera. In conclusione: ogni regista ha un po' la stessa forza nell'immaginario se è messo in condizioni di esprimere quell'immaginario attraverso le proprie doti (che possono essere montaggio, regia, con conseguente direzione degli attori, scrittura, ritmo, fotografia, ecc). Quando ciò non accade (e prevale la voglia, che spesso rasenta l'ossessione, di fare film a tutti i costi) anche un regista straordinario si perde nel film più generico. Un saluto, M
Sì, concordo nel ritenere Coppola un "regista da set", più favorevole a reinterpretare storie altrui piuttosto che ad inventarne di sue. Però nei rari casi, tranne gli esordi, in cui ha scritto in prima persona la sceneggiatura senza ispirarsi a libri o prendendo soggetti non suoi ha realizzato, secondo me, dei piccoli Gioiellini: mi riferisco sostanzialmente a "The Conversation" e "Tetro", che tu stesso hai citato, ma per certi versi anche "Twixt" (seppure molto legato alle Opere e alla Vita di Poe). Inoltre, non tutti i Film di Coppola tratti da soggetti altrui raggiungono risultati ottimali, soprattutto nella seconda metà degli anni '80, includendo anche "The Cotton Club" e "Gardens of Stone" (pure questi citati da te).
Comunque, il discorso è decisamente stimolante, e per questo ti ringrazio del tuo commento. A presto.
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