Schiamazzetti musical e girotondi coreografici incorniciano un film in realtà linearissimo, capzioso, a tesi. Un elefante caotico che partorisce una didascalia topolino. Che non si limita ad essere piccola, ma vuole pure far pulire le coscienze a chi non se lo merita.
Giulia Louise Steigerwalt, forte del suo essere una sceneggiatrice di ferro, adesso dimostra mano saldissima anche dietro la macchina da presa, già David di Donatello per la migliore Opera Prima con Settembre qui fa un salto in avanti di quelli rischiosi.
Regia molto curata, pulita, con inquadrature che mettono in risalto gli spazi larghi e stretti e movimenti di macchina lenti che seguono i personaggi con piani sequenza notevoli.
Il problema principale di The Brutalist risiede nell'incapacità di coniugare il suo stile visivo e stilistico con una narrazione convincente. Squilibrio che rende il film eccessivamente pesante e inutilmente complesso.
A soli 36 anni Brady Corbet concepisce e realizza un’opera autorevole e viscerale che disintegra qualsiasi logica algoritmica. Una tra le poche di questi anni che ha la quasi matematica certezza di essere ricordata vita natural durante.
Tutto piuttosto prevedibile (a cominciare da una Roma in versione sempre da cartolina), ma il film ha buon ritmo e un crescendo sul finale che giustificano l'acquisto del biglietto e l'ora e tre quarti di messa a mollo delle cellule cerebrali.
We Live in Time è un film che riesce a coinvolgere grazie a una regia misurata, una sceneggiatura riflessiva e ottime performance degli attori. La sua struttura frammentata lo rende interessante, pur richiedendo un'attenzione particolare da parte dello spettatore
Sono i molti i nuovi film della settimana ma su tutti svetta, almeno in termini di schermi, il 35mo film dell'universo cinematografico Marvel. Se però volete dirigere altrove le vostre attenzioni qui trovate alternative, anche valide.
Manca poco alla notte degli Oscar 2025 in cui dieci film si sfideranno per ottenere la vittoria nella categoria Miglior Film. I film sono qui e sempre qui potete esprimere le vostre preferenze. Basta seguire le pochissime regole. Avanti, esponetevi!
Col giusto tempismo del film che mira agli Oscar arriva finalmente The Brutalist di Brady Corbet. Ma non è l'unico film che cercha di conquistare un pubblico numeroso in questo weekend. Ci sono anche We Live in Time,Diva futura e... una commedia italiana che cerca di essere diversa dal solito.
Opera stimolante e affascinante, uno dei pochi film degli ultimi anni pensato e girato in grande su un argomento che non si direbbe affatto commerciale e con una padronanza stilistica che fa pensare al Sergio Leone dei tempi migliori.
Brady Corbet ha dimostrato che il cinema indipendente può ancora dire la sua. Con un budget di soli 10 milioni ha creato un dramma epico che non ha niente da invidiare all’altro architetto visionario del 2024.
The Brutalist è un impasto di calcestruzzo che avvolge un'America bigotta e opportunista; una finestra che bagna di luce un'immigrazione sognatrice; una cupola di cemento che copre le ferite del totalitarismo.
L'irlandese John Crowley dirige con grande professionalità e buon ritmo narrativo una sorta di nuovo ed attualizzato Love Story ma buona parte del merito del film risiede nell'assennata scelta dei due attori protagonisti (Florence Pugh + Andrew Garfield).
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