Sabato sera, domenica mattina
- Drammatico
- Gran Bretagna
- durata 89'
Titolo originale Saturday Night and Sunday Morning
Regia di Karel Reisz
Con Albert Finney, Shirley Ann Field, Rachel Roberts, Hylda Baker
Ieri 8 Febbraio 2019 all'età di 82 anni, ci ha lasciato Albert Finney, attore cardine del Free Cinema inglese degli anni 60', nonchè il talento attoriale numero uno dell sua generazione probabilmente.
Sinceramente scrivere della sua vita o eventuali pettegolezzi, mi interessa poco e sinceramente sarebbe anche un'offesa alla memoria di una persona che è sempre stata restia a svelare troppi particolari sulla sua vita privata.
Non è una star e non gli è mai interessato essere tale; ma era un attore eccezionale oltre che di una bellezza fuori dal comune (in Tom Jones ve lo ricordate con i suoi capelli biondi e la sua sfacciataggine?), che nonostante 5 nomination agli oscar (ma mai vincitore) non gli è mai interessato integrarsi nel sistema tanto da rifiutare anche un cavallierato ed il titolo di Sir. poichè come lui stesso affermava "Nulla uccide un attore più della fama" ed inoltre riteneva che il sistema dei premi perpetuasse un certo snobbismo tipicamente inglese che contribuiva ad aumentare solamente le fratture sociali.
Forse fino alla fine Albert Finney è stato come il personaggio di Atrhur Seaton in Sabato Sera,Domenica Mattina (1961) di Karel Reitz, dove alla fine pur trovando una sistemazione ed avviandosi verso quelle case borghesi tutte uguali e geometricamente sistemate, dichiara che non rinuncerà mai a tirare sassi durante il resto della sua vita.
Finney non ha mai voluto integrarsi al sistema e nè riconoscere il sistema dei premi (non si è mai presentato ad una cerimonia degli oscar), cosa che gli è costata sicuramente la statuetta, specie per Erin Brokovich (2000), quando favorito per la vittoria, la sua assenza dichiarata indispettì i membri dell'academy che pur tributando al film numerosi riconoscimenti, decisero di non premiare l'attore e di non nominarlo più nonostante vi fossero le possibilità per film come Big Fish (2003) e Onora il Padre e la Madre (2007).
Comunque di riconoscimenti materiali ne ha avuti un sacco, compresi una prestigiosa Coppa Volpi per Tom Jones e un Orso d'Argento per Il Servo di Scena.
Cosa ci lascia Albert Finney? L'idea che il cinema all'alba degli anni 60' potesse veramente portare alla rappresentazione di un disagio sociale e contribuire ad abattere le barriere sociali tra le classi, avvicinandole a poco a poco, mettendo in scena la sofferenza degli strati sociali più deboli.
Nel corso degli anni 60' e 70', sembrava veramente che si potesse progredire verso tale direzione, ma purtroppo dalla fine degli anni 70', Albert Finney avrà constatato amaramente come il suo Arthur Seaton sia uscito sconfitto dalla storia, poichè alla fine la classe operaia si è imborghesita a poco a poco tanto da diventare elemento aggregato alla società dei consumi capitalistica; alla fine il nostro Arthur piegato dalla vita matrimoniale e familiare, nonchè da qualche sterlina in più sullo stipendio, alla fine avrà smesso di tirare sassi finendo forse per l'appoggiare le politiche conservatrici dei governi degli anni 80' (Tatcher in primis) pur di mantenere la propria posizione, sancendo il fallimento di una stagione ed il tramonto definitivo di un'era a cui Albert Finney ha avuto il dispiacere di assistere per via della sua lunga vita.
Ma Finney è stato anche il bellissimo, fresco e libertino seduttore Tom Jones, l'uomo che ama tutte le donne e che tutte le donne amano, perchè tutte le donne amano Tom Jones, che lo rese una star internazionale ed immensamente ricco per via di una percentuale sugli incassi di un film, su cui nessuno credeva potesse diventare un successo commerciale ed artistico internazionale; eppure frutterà eterna gloria al suo protagonista ed la vittoria agli oscar come miglior film (curiosità, l'oscar passò nelle mani di coloro che avevano lavorato al film in ordine d'importanza e Albert Finney fino a ieri lo deteneva lui) e miglior regia per Richardson.
Più amante del teatro (dove reciterà sempre) che del cinema, comunque ha preso parte a ottimi film e capolavori di enorme spessore artistico. Per gradimento personale il suo miglior film per il sottoscritto è quel capolavoro assoluto di Due per la Strada (1967) del grande Stanley Donen, avendo come parter la grande Audrey Hepburn. Non fu la prima scelta (Paul Newman declinò la parte), ma Audrey Hepburn durante la lavorazione del precedente film come Peter O'Toole aveva sentito parlare quest'ultimo di tale attore e lo propose a Donen; scelta azzeccatissima perchè a tutt'oggi resta il miglior partner dell'attrice sul grande schermo (con buona pace delle legioni di donne che stravedono sono per Peppard).
Finney che fino ad allora non aveva mai condiviso lo schermo con un'attrice di tale calibro, sfida la Hepburn, riuscendo a farle rinunciare a qualche suo manierismo di troppo e contribuisce in modo deciso ad aiutarla a tirare fuori la miglior perfomance della sua carriera e al contempo è capace di non sfigurare minimamente nel confronto, reggendo perfettamente la scena alla pari (è l'unico insieme a Peter Finch e Shirley Mclaine a riuscirci; mia opinione ovviamente) nel ruolo di architetto delle belle sparenze Mark Wallace, che conduce una vita sessuale piuttosto libera finchè una donna di nome Joanna nel giro di una settimana gli farà perdere la testa tanto da considerarla imprescindibile e volerla sposare; e le vicende seguiranno con numerosi flashback e flashforward l'evoluzione dei due personaggi e del loro matrimonio nel corso di 12 anni.
Qua in Italia però la fama dell'attore è maggiormente legata ad Assassinio sull'Orient Express, nel suo ruolo di Hercule Poirot, dove con una prova mimetica grazie ad ore di trucco e make-up che lo lasceranno sfiancato al termine delle riprese, azzera totalmente il suo sex appeal mettendo in scena un Hercule Poirot in una prova raffinata e senza alcuna sbavatura (sinceramente l'ho sempre preferito a quello di Peter Ustinov, anche perchè Finney come attore è superiore), grazie alla quale riesce a reggere perfettamente la scena contro ognuno dei grandissimi interpreti di questo cast da paura composto da attori ed attrici leggendari come; Lauren Bacall, la grande e sempre eccezionale Ingrid Bergman, Vanessa Redgrave, Anthony Perkins, Jacqueline Bisset e la lista continua con Martin Balsam, Sean Conney, Jean-Pierre Cassel, John Gielgud e così via.
Purtroppo mi mancano le visioni dei film Il Servo di Scena (irreperibile in dvd in lingua italiana) e Sotto il Vulcano (questo ce l'ho ma non l'ho ancora visto).
Qualche giorno fà invece ho visionato Crocevia della Morte dei Fratelli Coen; anche qui Albert Finney nel ruolo del boss irlandese Leo fu un ripiego, ma quando 4 gangster attentano alla sua vita "il vecchio Leo mostra di essere ancora un'artista con un Thompson in mano" e mostra ancora una volta la sua classe di attore.
Erin Brokovich alle porte del nuovo millennio, gli dona nuova fama presso le giovani generazioni tanto che Tim Burton notando la somiglianza con Ewan McGregor, lo sceglie nel ruolo di anziano Ed Bloom.
Se nel 2019 abbiamo avuto la morte "fisica" dell'attore, il funerale d'addio al cinema glielo regala Tim Burton nel commovente quando potentissimo finale nel lago, quando il figlio porta l'anziano padre nelle sue dolci acque facendogli rivivere tutta la sua vita che sarà stata anche in parte falsa ed esagerata, ma come sappiamo l'essere umano a distanza di anni tende sempre ad avere un ricordo mitico di ogni cosa, anche la più insignificante.
Da ricordare anche il suo ruolo di anziano padre nel grandissimo film ed ultimo film di Lumet, Onora il Padre e la Madre quando vede la sua vita tranquilla e serena sconvolta da un giorno all'altro dagli errori commessi dai suoi due figli (il compianto Seymour Hoffman e Ethan Hawke), a cui il padre rimedierà con delle scelte mai prese prima, chiudendo il film in un pessimismo cupo e senza via d'uscita.
Concludo dicendo che ieri ci ha lasciato quindi una vera e propria leggenda della recitazione, nonchè un'attore eccezionale che nato come attore di teatro di stampo Shakspeareano con successo notevole, ha dimsotrato di poter interpretare i ruoli più vari, disparati e variegati, lavorando per registi del calibro di Reitz, Richardson, Yates, Huston, Donen, Lumet, Coen e Burton e lasciando ai posteri una grande eredità, che tutti gli attori di cinema e di teatro (sono anche io un modesto praticamente attore di teatro, ma lo faccio come passatempo) devono raccogliere.
Titolo originale Saturday Night and Sunday Morning
Regia di Karel Reisz
Con Albert Finney, Shirley Ann Field, Rachel Roberts, Hylda Baker
Titolo originale Tom Jones
Regia di Tony Richardson
Con Albert Finney, Susannah York, Hugh Griffith, Edith Evans, Diane Cilento
Titolo originale Two for the Road
Regia di Stanley Donen
Con Audrey Hepburn, Albert Finney, Eleanor Bron, William Daniels, Gabrielle Middleton
Titolo originale Murder on the Orient Express
Regia di Sidney Lumet
Con Albert Finney, Ingrid Bergman, Lauren Bacall, Martin Balsam, Jean-Pierre Cassel
Titolo originale Miller's Crossing
Regia di Joel Coen
Con Gabriel Byrne, Marcia Gay Harden, Albert Finney, John Turturro, Jon Polito
Titolo originale Big Fish
Regia di Tim Burton
Con Ewan McGregor, Albert Finney, Billy Crudup, Jessica Lange, Alison Lohman
Titolo originale Before the Devil Knows you're Dead
Regia di Sidney Lumet
Con Philip Seymour Hoffman, Ethan Hawke, Marisa Tomei, Albert Finney, Rosemary Harris
Titolo originale The Dresser
Regia di Peter Yates
Con Albert Finney, Tom Courtenay, Eileen Atkins, Edward Fox, Zena Walker, Michael Gough
Titolo originale Under The Volcano
Regia di John Huston
Con Albert Finney, Jacqueline Bisset, Anthony Andrews, Katy Jurado, Ignacio López Tarso
Titolo originale Erin Brockovich
Regia di Steven Soderbergh
Con Julia Roberts, Albert Finney, Aaron Eckhart, David Brisbin, Dawn Didawick
Titolo originale The Duellists
Regia di Ridley Scott
Con Keith Carradine, Harvey Keitel, Cristina Raines, Albert Finney
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