Sono pochi i nuovi titoli e voi - da veri esperti quali siete ormai dei misteri della programmazione italiana - sapete bene perché: ce n'è evidentemente uno che si è mangiato la maggior parte delle sale disponibili. È - prevedibilmente - Dragon Trainer 3: solo all'animazione ormai (e a pochi altri rari sicuri blockbuster) è concesso di superare le 500 sale e il terzo capitolo della fortunata serie Dragon Trainer ne avrà quasi 560.
Ma c'è un altro titolo che desta cuirosità e che parte abbastanza avvantaggiato: è Il primo re, di Matteo Rovere e con Alessandro Borghi. Il film che forse potremmo definire epico e avventuroso (o storico e d'azione?.... vedete voi) avrà più di 350 sale. Considerata la rarità che rappresenta è un discreto viatico: vedremo quale sarà il gradimento e l'eventuale tam tam che ne seguirà. Di poco distanziato ecco invece Green Book, con Viggo Mortensen (e 5 nominations agli Oscar, tra le quali quella al miglior film e quella per il miglior attore protagonista). Chiude la lista l'horror L'esorcismo di Hannah Grace, con 300 sale.
Ennesimo documentario sulla storia dell'arte. Questa volta l'obiettivo è il pittore e scultore parigino Edgar Degas (1834-1917), celebre per i suoi ritratti di ballerine, per i fantini e i nudi e "fiancheggiatore" dell'impressionismo. Il documentario sarà in sala solo dal 28 al 30 gennaio.
Non c'è due senza tre. Proseguono le avventure di Hiccup e Sdentato, iniziate nel 2010 e poi riprese nel sequel del 2014. Alla regia sempre Dean Deblois.
Non è il solito Farelly (regista, per una volta senza il fratello). E non è nemmeno il solito Viggo Mortensen che ritroviamo qui quasi irriconoscibile - bolso e sciupato - nei panni di un autista bianco al servizio del pianista nero Don Shirley, interpretato da Mahershala Ali. Erano gli anni 60 e la cosa non era affatto normale, soprattutto considerato che il viaggio avveniva nel profondo sud degli USA dove la discriminazione razziale era ancora all'ordine del giorno (se è mai finita...).
Tra preistoria e storia, tra mito e leggenda, la vicenda di Romolo e Remo narrata da Tito Livio e da Plutarco come origine della fondazione dell'Urbe diventa film tra le mani del regista Matteo Rovere. Un film particolare: di genere, con molta azione, girato in protolatino, nobilitato dalla fotografia di Daniele Ciprì e dal budget capiente. Nel cast spicca la presenza di Alessandro Borghi accanto a quella di altri giovani attori italiani. Un film italiano che guarda al mercato internazionale, con coraggio.
Un horror sugli esorcismi che trova le sue radici in opere degli anni Settanta (con L'esorcista a far da apripista) e che ha come interprete principale Shay Mitchell - nota per aver interpretato per sette stagioni nella serie Pretty Little Liars - nei panni di una coraggiosa donna, una ex-pliziotta, che trova un impiego in un obitorio dopo essere uscita dal tunnel della droga.
Tra le tante frontiere che hanno richiamato l'attenzione mediatica quella tra Italia e Francia in Val Roia non è ancora pienamente stata raccontata: ci pensa Michel Toesca, regista che ci vive e che per due anni ha filmato le azioni di uomini e donne che, nonostante il rischio di essere perseguiti legalmente, si sono opposti alla situazione sempre più inumana degli immigrati, aiutandoli nel loro tentativo di valicare l'ennesimo confine. Il risultato è questo documentario.
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