Teen-movies, quanti ne abbiamo visti! Molti associano il tema esclusivamente alle goliardate un po’ screw del genere American Pie, su cui non ho intenzione in questa sede di esprimere alcun giudizio. Esiste in ogni caso tanta filmografia “altra” che prova ad esplorare in maniera più o meno originale ed organica quel complicato periodo che chiamiamo adolescenza, sulle cui difficoltà irrisolte o sulle cui complessità pesano spesso le colpe dei genitori o di una società a volte incapace di comprendere, semmai pronta a complicare il disagio di un’età di formazione assai delicata. E allora, per far sì che i ricordi non volino via "come le foglie al vento", ecco un elenco di alcuni dei più interessanti film che hanno provato in un modo o nell’altro a raccontare le difficoltà del crescere, fino a descrivere i casi in cui queste difficoltà non potessero risolversi portando nelle loro evoluzioni ad un tragico epilogo. E` importare precisare, cosa che non avevo fatto inizialmente, che questa lista è focalizzata su un arco temporale che ha inizio con gli anni 70 su cui scarse sono a mio avviso le indicazioni editoriali. Per i "classici" verrà prodotta una lista a parte.
Sull’annosa questione sollevata da alcuni critici in merito al cinema degli adolescenti, quella se sia un cinema che debba rappresentare il reale o se sia un cinema realizzato per un pubblico adolescente, che voglia quindi presentare quasi didatticamente un canone etico o estetico da poter emulare, è evidente che nel caso della narrazione del disagio adolescenziale la risposta appaia univoca, qualunque sia la soluzione stilistico-cinematografica adottata.
Vari sono i casi in cui, visto che gli aspetti economici della produzione costituiscono sempre un vincolo di una certa rilevanza, si sia cercato di evitare avventure troppo rischiose, attingendo dunque dalla letteratura di genere beneficiata da significativi successi editoriali; tra i tanti paiono esemplificativi i casi di Stephen Chbosky, Rachel Cohn e/o David Levithan, con esiti cinematografici alterni a seconda dell’esperienza registica e dei rimaneggiamenti della sceneggiatura, questi ultimi spesso figli delle ingerenze produttive capaci in qualche caso di stravolgere il significato più intimo delle opere letterarie da cui si era deciso di prendere spunto.
Elenco essenziale (ma neppure troppo) nelle intenzioni iniziali, non certo esaustivo (una settantina di film sono però tanti), e probabilmente instabile, guidato da convincimenti estetici ed emotivi personali o di chi ha dato una mano con importanti suggerimenti (occhio ai commenti di mck, spopola, Karl78 e Immorale), nel quale compaiono generi e collocazioni geografiche e temporali anche particolarmente distanti, dal fantasy, al dramma fino alla commedia, col comune filo conduttore dell’acume dell’osservazione cinematografica.
Criteri di inserimento: si parla di adolescenza, per cui ho escluso, anche dolorosamente, l'infanzia (al di sotto dei 13 anni) o quei film che non siano incentrati sul passaggio quanto sull'essere ormai pienamente entrati nell'età adulta (quindi ad esempio storie di ragazzi che non siano al primo anno di college universitari); la figura adolescenziale deve essere predominante nel contesto filmico, ovvero non paritetica rispetto ad esempio a quelle genitoriali; sono esclusi film che mischiano ellitticamente presente da adulti e ricordi giovanili; si pesca tra qualsiasi genere ma, nello specifico di fantasy ed horror, i film di quest'ambito devono prendere spunto da fatti, sentimenti o situazioni reali, amplificandoli, esasperandoli o reinventantoli nelle suggestioni filmiche, mentre vengono escluse tematiche che non abbiano un aggancio concreto o almeno dominante col reale onde evitare gli inevitabili sconfinamenti di genere; i film ovviamente debbono avere una valenza ovvero un riscontro minimo di critica e/o pubblico e non essere unanimamente considerati brutti lavori.
Il film di Bogdanovich, realizzato in un suggestivo bianco e nero, racconta il passaggio dalla adolescenza alla maturità dei protagonisti della piccola cittadini di Anarene (Texas) nel 1951 ma quella passaggio simboleggia la transizione che accompagna la fine del grande sogno americano. Nel 2007 l'American Film Institute l'ha inserito tra i cento migliori film americani di tutti i tempi.
Con Jennifer O'Neill, Gary Grimes, Jerry Honser, Oliver Conant
Mai troppo apprezzato, Mulligan è un regista che ha nella sua storia realizzato mediamente solo buoni film. Qui il tema della crescita adolescenziale e sessuale di alcuni quindicenni viene contestualizzato in un periodo storico in cui gli orrori della guerra potevano cambiare la vita di persone o di intere famiglie.
Titolo originale The Little Girl Who Lives Down the Lane
Regia di Nicolas Gessner
Con Jodie Foster, Martin Sheen
Film atipico, basato su un racconto scritto e sceneggiato da Laird Koenig, è una storia di abbandoni, soprusi e mute sofferenze ambientate in una tranquilla provincia del Maine. Sorprende la spietatezza della protagonista che di fronte agli eventi agisce quasi asetticamente purché il proprio recinto di sicurezze non venga mai demolito da agenti esterni.
Con Antoine Monnier, Tina Irissari, Henri de Maublanc
Bresson descrive lo sguardo silenzioso e disperato di un giovane studente parigino dei fine 70 incapace di trovare alcuna risposta da politica, religione e rapporti al proprio male di vivere. Decide di farsi aiutare per una soluzione "definitiva".
Per certi versi sembra quasi un prequel di Donnie Darko, raccontando di un ragazzo che, sconvolto dalla morte del fratello maggiore ed afflitto dai sensi di colpa, non riesce a ricostruire una propria vita sociale. Il tema dominante è quello della morte e del distacco, lo sviluppo è (melò)drammatico ma le conclusioni narrative sono rassicuranti. Debutto alla regia di Robert Redford.
Titolo originale Christiane F. Wir Kinder vom Bahnhof Zoo
Regia di Uli Edel
Con Natja Brunckhorst, Thomas Haustein, Jens Kuphal, Christiane Reichelt
Ispirato ad una storia vera degli anni 70 ambientata nella Berlino ovest e tratto dal libro omonimo, narra Il trapasso agli inferi di una giovane tredicenne, la cui vita viene progressivamente divorata da droga e prostituzione.
Il rapporto orrorifico tra un ragazzo e la sua macchina, descritto da John Carpenter che si ispira all'omonimo romanzo di Stephen King è una metafora delle conseguenze interiori dell'isolamento adolescenziale, di cui la macchina diviene megafono, e del legame morboso tra esseri umani ed oggetti.
Il ballo come forma di ribellione con cui un ragazzo di Chicago riesce a sconfiggere la morale oscurantista di una cittadina di provincia, esplosa dopo la morte di due giovani mentre tornavano da un concerto.
Capolavoro indiscusso di John Hughes che riesce a trasformare una giornata di punizione scolastica di alcuni studenti in una seduta di autoanalisi, che sfocia in litigi furiosi dai quali emerge una formidabile ricostruzione del profilo piscologico di ciascuno di loro. Tanti hanno nel seguito provato a prender spunto dalla geniale messa in scena di questo film, senza riuscire mai a conseguire risultati paragonabili in termini di efficacia. A chi piace il genere consigliati anche The Perfect Score e lo spagnolo Il club degli incompresi.
Con Virginie Ledoyen, Cyprien Fouquet, Laszlo Szabo, Jean-Pierre Daroussin
Secondo il Morandini meriterebbe come epigrafe il seguente incipit di Paul Nizan nel suo doloroso Aden Arabie del 1931: “Avevo vent’anni, non permetterò a nessuno di dire che questa è la più bella età della vita” Storia ambientata nei primi anni 70 a Parigi che descrive rabbia, disperazione e disillusione di una giovane ribelle di fronte al senso di vuoto della vita e alla dissoluzione dei rapporti familiari. Prime prove alla regia del giovane critico dei CahierOlivier Assayas che cerca di farsi carico dell'ingombrante eredità dei suoi predecessori che avevano sconvolto il cinema francese pochi decenni prima.
Film di André Téchiné ambientato nel '62, al termine della guerra d'Algeria, nel liceo di un piccolo paese francese, dove si sviluppano i turbamenti intellettuali e fisici di quattro ragazzi, in un intersecarsi, tra confessioni e contrasti, di vari sentimenti d'amicizia e d'amore dei protagonisti. Il regista francese ha rappresentato in vari suoi altri film le inquietudini giovanili, si pensi ad esempio anche a Quando hai 17 anni.
Con Glen Berry, Scott Neal, Tameka Empson, Ben Daniels
Film dell'inglese Hettie MacDonald, ambientato a Thamesmead, sobborgo di Londra, tratto da un lavoro teatrale, racconta la storia di due giovani adolescenti che tra mille difficoltà familiari ed ambientali scoprono di amarsi. Sul tema dell'omosessualità adolescenziale degni di nota anche lo spagnolo Krámpack e Quasi niente citato in questa stessa lista.
All'apparenza una commediola, merita invece di essere citata perchè affronta il tema del dolore subito da uno studente per la perdita della madre in giovane età e dell'incapacità di una sua amica d'infanzia a comunicargli nei tempi giusti la condivisione di quel dolore. Lui è lo scapestrato della scuola, lei l'eterea ragazza alla ricerca del più bello dell'istituto. Non mancano i temi del bullismo e dell'integrazione sociale legata alle differenze di classe, quest'ultimo argomento presenza quasi ossessiva dei teen made in USA del filone High school. Formidabile la prova di Melissa Joan Har.
La rappresentazione dell'apoteosi dell'oppressione familiare e del dolore che ne può conseguire nel sorprendente esordio sul lungometraggio di Sofia Coppola.
Film di culto di difficile catalogazione di genere, basato sul testo di Roberta Sparrow La filosofia dei viaggi nel tempo (testo in realtà inesistente, probabile opera dello stesso regista Richard Kelly), arricchimento fantasioso delle teorie sul multiverso del matematico Stephen Hawking. Si tratta di un film sul rapporto tra un giovane adolescente e la morte, stracolmo di citazioni cinematografiche mescolate tra loro e reinventate costruendo una esoterica e suggestiva metatrama.
Con Aoi Miyazaki, Yû Aoi, Ryô, Tetsu Sawaki, Seiichi Tanabe
Cronaca del dolore e della solitudine di una giovanissima adolescente che incarna l’impossibilità dell’integrazione in una società incentrata sull’egoismo e sulla difesa del benessere personale. Il dramma sta non solo nell’affondare verso l’abisso ma nell’essere pienamente coscienti che è ciò che sta avvenendo.
Non amo troppo questo lungometraggio tratto dal romanzo Bully, the True Story of a High School Revenge e riferito a fatti realmente accaduti nel '93 in California. Ci sono in ballo i temi della sopraffazione, del bullismo, dell'omossessualità latente, della violenza sulle donne e soprattutto del vuoto interiore che porta un gruppo di giovani adolescenti a compiere un delitto efferato. Larry Clark non accetta mezze misure, indugia più sulla fisicità degli eventi che sul loro valore morale: il quadro che emerge è sconfortante e per certi versi disgustoso ma il film è entrato comunque nella storia del cinema oscuro e maledetto. Se a qualcuno piace il regista non c'è che l'imbarazzo della scelta (Kids, Ken Park, Marfa Girl).
Qualcuno ha scritto che si tratta di uno dei teen movie più interessanti del nuovo millennio. Acuminato e sarcastico, nasce da un libro a fumetti underground molto popolare negli USA. Tra gli attori una giovanissima Scarlett Johansson ed un convincente Steve Buscemi.
Con Alex Frost, Eric Deulen, John Robinson, Elias McConnell, Jordan Taylor
Gus Van Sant è sicuramente, pur nei suoi limiti, uno dei registi di riferimento tra quelli capaci di raccontare il disagio adolescenziale. Opera ispirata al masscaro della Coumbine High School del 1999. Tra gli altri film del genere si segnala Dark Night di Tim Sutton.
Una giovane donna, seguendo le orme paterne, inizia ad insegnare in California in una scuola di Long Beach per un corso di riabilitazione sociale di giovani criminali e ragazzi a rischio. Il dramma dell'Olocausto diventa il punto di aggancio della loro attenzione. Fra i film sul tema pare uno dei più convincenti, meglio riuscito anche di illustri predecessori.
Una nascita inaspettata può cambiarti la vita, ma Juno (Ellen Page) riesce ad affrontare le intemperie che ne conseguono con la maturità di una donna adulta.
Titolo originale Nick and Norah's Infinite Playlist
Regia di Peter Sollett
Con Michael Cera, Kat Dennings, Aaron Yoo, Rafi Gavron, Ari Graynor, Alexis Dziena
Un'occasione persa di raccontare il travaglio giovanile degli anni 80, stravolgendo l'omonimo romanzo, qui trasformato in uno scimmiottamento claudicante dei vari American Pie e dei lavori di Hughes: i protagonisti attingono alla filosofia di Straight Edge, manifesto contro alcol, droga e sesso occasionale, visti come distruttivi per una generazione che aveva il terrore di crescere e contaminarsi in un mondo che cadeva a pezzi. Gli anni '80 in America erano anche questo profondo malessere generazionale oltre che il nichilismo estetico propinato dai media. Va comunque segnalato, nonostante le evidenti carenze.
Con Ezra Miller, Jeremy Allen White, Danielle Baum, Michael Stuhlbarg, Addison Timlin
Importante film di esordio di Antonio Campos, ambientato in una scuola del New England, tratta del rapporto tra adolescenti ed immagini, con quell'idea latente del video che in nome della presa sul reale può fagocitare e parificare qualsiasi aspetto della vita.
Greg Mottola racconta l'estate del '97 di un giovane studente costretto a rinunciare al suo viaggio in Europa a causa dei guai finanziari del padre. Decide di lavorare in un Luna Park dove conosce Emily (Kristen Stewart), ragazza all'apparenza ribelle ma in realtà duramente provata da una famiglia in crisi. Dietro la comicità di superficie dell'ambientazione, si celano grettezze e soprusi emotivi di non poco conto. Un piccolo capolavoro del tutto sottovalutato da critica e pubblico.
Con Hilary Duff, Evan Ross, Michael Murphy, Ellen Burstyn, Melissa Leo, Maury Ginsberg
Piacevolissimo film che coniuga in maniera sublime dramma e comicità narrando le sofferenze di una giovane aspirante suicida (Hilary Duff), ragazza turbolenta e diretta con le parole, contenuta dall'amore per un giovane cuoco e dai disperati nonni presso i quali è stata spedita dalla madre, quest'ultima giunta al terzo matrimonio, per risolvere i propri problemi di coppia. Altro film imperdibile.
Il mondo sembra cadere in pezzi per Hermano il cui divorzio dei familiari gli stravolge la vita, per di più quando scopre che il padre ha un compagno, ma gli eventi lo condurranno alla maturazione piscologica e... di chitarrista. Film di Laís Bodanzky ispirato ad una collana di libri per ragazzi e basato su alcune idagini conoscitive in vari istituti di San Paolo, dunque con fortissime aderenze al reale.
Con Juno Temple, Milla Jovovich, Nicholas D'Agosto, William H. Macy, Mary Steenburgen
Lei è provocante e sessualmente spregiudicata ma si esprime con la volgarità di un carrettiere. Incontra a scuola un ragazzo gay, timido ed obeso e tra i due si crea una inaspettata comunicazione dalla quale emerge il fatto che entrambi siano vittima della assenza paterna, fisica in un caso, morale nell'altro. Simpatica e commovente prova alla regia di Abe Sylvia oltre che eccellente fiasco commerciale.
Ragazze problematiche che provano a curare ragazzi (teoricamente) bisognosi di soccorso psicologico e spirituale. Un film raffinatissimo ed intelligente come pochi altri del filone teen, capace di una formidabile e sagace autoironia e reinterpretazione del coming-of-age. Whit Stillman, il regista, potrebbe essere un genio.
Adattamento dell’omonimo romanzo epistolare di gran successo, è la storia di un ragazzo psicologicamente a pezzi, timido ed impacciato ma con innate doti di scrittore, che riesce a recuperare la consapevolezza di sé tramite l'amicizia con una coppia di studenti, la sensibile Sam (Emma Watson) e il suo bizzarro fratellastro. Se esiste una sequenza tanto topica quanto memorabile di certo è quella dell’attraversamento di una galleria al suono di “Heroes”- Sam a braccia aperte taglia il vento che spira sulla decappottabile - simbolo dell'attraversamento delle proprie esistenze con il carico di speranze e gli aneliti di libertà dai lacci di vite ingabbiate dalla mediocrità o dalle brutture che divorano le adolescenze e ne accrescono l’insoddisfazione dell'esserci.
Un liceale ubriacone che vive giorno per giorno senza progetti o ambizioni conosce una giovane ed introversa ragazza, in teoria agli antipodi, ma con le idee molto chiare sul suo futuro. James Ponsoldt traccia con rara sensibilità il percorso di conoscenza dei due giovani alle soglie della loro vita da adulti, con il carico di speranze ed incertezze che questo passaggio comporta.
Con Juno Temple, Emily Browning, Michael Cera, Catalina Sandino Moreno, Agustín Silva
Film dalle innumerrevoli letture semiotiche con riferimenti più o meno sottili ai temi della violenza, del disagio dell'esserci e delle difficoltà di integrarsi con altri coetanei.
Primo lungometraggio del regista belga Bas Devos sull'elaborazione del lutto e della colpa di un giovane adolescente, realizzato con pochi dialoghi ma basato sul ritmo e su un uso sapiente delle immagini e del loro montaggio dai quali deriva tutta la potenzialità espressiva del film.
Con Federica Bertolani, Guglielmo Favilla, Terry Gilliam, Cay Izumi, Dolphine Lundgren
Registrare la vita per avere la certezza di esistere. I Rec U è una metafora del mondo giovanile e del conflitto tra l'essere e l'apparire, un geniale viaggio fantasy verso la riscoperta dell'Io realizzato da uno dei più interessanti registi emergenti del panorama italiano.
Confesso di avere avuto più di qualche dubbio sulla corretta collocazione di questo splendido film suggerito da mck all'interno della lista. Il tema adolescenziale in questo caso non può che svilupparsi e strutturarsi all'interno di un singolare gruppo familiare, fatto di sole sorelle accomunate da uno stesso (prolifico) padre, in cui anche le più adulte continuano a crescere nel corso della narrazione. Film per certi versi contemplativo, dell'animo e della natura (non solo umana) o di quella sottile linea di confine esistente tra i due.
Il razzismo e l'intolleranza etnica e coloniale visti dagli occhi di una ragazza della comunità Sami del nord della Svezia, il sogno dell'integrazione sociale, la riscoperta della propria identità.
Da segnalare perché Kelly Fremon riesce ad affrontare con la giusta dose di ironia e sincerità i classici problemi e dilemmi adolescenziali, con il continuo inanellarsi di delusioni. Memorabili i confronti tra Nadine (Hailee Steinfeld) e l'incrollabile prof. Bruner.
Altro tema assolutamente intrigante, quello del sodalizio tra un giovane quindicenne, familiarmente solo, ed un animale, in questo caso un vecchio cavallo da corsa che sarebbe destinato all'abbattimento. Quasi un road movie, tratto da La ballata di Charley Thompson, che parla in realtà di adolescenti americani abbandonati alla ricerca di affetti mancati.
Per alcuni è Carver che si fa cinema, perché, pur trattandosi di un classico film di formazione, non si (in)seguono stereotipi comunicativi addolciti, ma si racconta con sincerità diretta la storia di una ragazza - siamo nel 2002 - che desidera ardentemente fuggire da Sacramento, oppressa dagli studi del liceo cattolico che è costretta a frequentare, per andare a studiare in un'Università dell’East Cost.
Con Owen Campbell, Charlie Tahan, Elizabeth Cappuccino, Max Talisman, Sawyer Barth
Gli illustri predecessori potrebbero essere Disordine (le conseguenze morali qui sono devastanti) di Assayas e Paranoid Park (lo scontro tra consapevolezza ed incoscienza) di Van Sant. Se la perdita dell'innocenza lo accomuna all'apparenza ai suddetti, sono la caduta di qualsiasi paradigma morale e il fascino morboso della morte che introiettano l'orrore di una generazione al collasso, siamo entrati negli anni 90. La stessa presenza familiare diventa un contorno, perdendo qualsiasi ruolo educativo o di guida la cui unica modalità comunicativa si è ripiegata sul comprensivo lasciar fare.
Con Noée Abita, Laure Calamy, Juan Cano, Tamara Cano, Daouda Diakhate, Baptiste Archimbaud
Lungometraggio d'esordio di Léa Mysius è un percorso per certi versi onirico che narra di una tredicenne che in vacanza scopre che diventerà cieca. Lei si impossessa di un cane nero che l'accompagnerà nel suo viaggio verso i cambiamenti della propria esistenza.
Incipit che dice tutto: babbo con fucile puntato verso la testa della figlia. Tutti scrivono che Joachim Trier prenda spunto da Carrie, ma in effetti si ferma all'ispirazione perché le strade percorse hanno tutt'altra sostanza. La protagonista sta entrando nell'età adulta nonostante la ossessiva presenza dei genitori e disvela il conflitto tra desideri indotti e aneliti peresonali: le conseguenze sono (anche esteticamente) devastanti, ma aiutano a riflettere su quanto possa essere forte il disagio derivante dalle costrizioni familiari. Atmosfere norvegesi glaciali, il ghiaccio si scioglie però nelle passioni inespresse.
Essere sempre gli stessi ma apparire ogni giorno diversi, quasi una forma aristotelica dell'Io che diviene sostanza in un film tratto da un paio di romanzi del prolifico Levithan, autore di innumerevoli racconti adolescenziali. Carente il finale come del resto nel testo da cui è tratto, ma l'impalcatura narrativa è suggestiva.
Un film sincero della regista di orgini iraniane sulla maturazione dell'identità sessuale di giovani adolescenti osteggiati da una cultura familiare retrograda ed insensibile. Forse il migliore del genere, sempre rimanendo nell'ambito dei teen, l'altro che sul tema merita di essere ricordato è Fucking Åmål.
Titolo italiano come sempre fuori fuoco per un film tratto da un romanzo di successo fra i ragazzi neri americani, scritto da Angie Thomas, che racconta di una giovane di colore dalla doppia vita, quella del suo quartiere violento e la scuola patinata per (quasi) soli bianchi. Pieno di spunti interessanti, di una bravura sorprendente la protagonista Amandla Stenberg.
Regia di François Simard, Anouk Whissell, Yoann-Karl Whissell
Con Graham Verchere, Judah Lewis, Caleb Emery, Cory Grüter-Andrew, Tiera Skovbye
Protagonisti di quest'opera "collettiva" sono un gruppo di adolescenti, in piena tempesta ormonale, che un'estate si occupano di pedinare quello che per loro sarebbe un presunto serial killer di loro coetanei. Sembra solo un thriller, ma disvela l'amara verità sull'incapacità di ascolto degli adulti e soprattutto sulla percezione che dietro le pareti di casa di un vicino possano, neppure troppo di rado, nascondersi stranezze e drammi di ogni genere.
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