La mia predilezione per i film del passato come si spiega? Credo non dipenda soltanto dal loro valore, c'entra, prevale anzi, la nostalgia.
È vero che il tempo ci cambia, ma non tutti in egual misura ed io sono sincero nell'affermare che mi sento ancora molto simile, interiormente, al ragazzo sedicenne che ero sessant'anni or sono.
Quel che trovo cambiato è esterno a me, è il resto del mondo.
E dunque? Non posso limitarmi a rivedere quasi ogni anno "Il cavaliere della valle solitaria" e "L'uomo senza fucile", per citare due pellicole che certamente influenzarono il mio modo di pensare.
Ogni tanto ritorno al cinema e cerco film che mi immergano possibilmente nei problemi attuali e mi inducano a rifletterci un po' su. Nello scorso mese di Novembre 2018 è accaduto.
Di primo acchito si potrebbe pensare che questi film non abbiano nulla in comune ed invece a ben vedere toccano tutti uno stesso tema, peraltro multiforme: la SOLITUDINE.
Nell'ordine in cui li ho visti i tre film sono:
La donna dello scrittore - Senza lasciare traccia - Styx.
Tutti e tre interessanti, apprezzamento anche da parte mia crescente nello stesso ordine.
Per fortuna, esiste pure - nello stesso periodo me lo ha ricordato Stefano Falotico - una solitudine "dolce".
Ho aggiunto ora il quarto film (che avevo ingiustamente "rimosso" più ancora che dimenticato). Ho tentato di giustificarmi un pochino in questa mia recensione:
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