Ogni settimana, prima che vengano diffusi i dati delle sale che attestano la distribuzione dei vari titoli, proviamo a mettere in fila i film della lista delle nuove uscite, immaginando un possibile ordine. A volte è facile azzeccare più o meno la gerarchia, da quello che avrà più schermi a quello che ne avrà meno, a volte si prendono abbagli.
Questa volta abbiamo clamorosamente toppato. Nella settimana in cui esce il nuovo film di Spike Lee, vincitore a Cannes di un premio prestigioso, e il nuovo film di Terry Gilliam che è costato al suo autore 25 anni di tribolazioni, è la commedia italiana con Castellitto e Ferrilli a conquistare il podio del film con più sale: Non molte in assoluto ma 350 circa e comunque più di tutti gli altri: 100 più di Spike Lee e 150 più di Gilliam, che viene addirittura superato dalla commedia francese Tutti in piedi e dal fanta-thriller Sei ancora qui, che viaggiano appaiati intorno alle 220 sale a testa.
Ristabilito l'ordine, vale la pena ricordare i flop che hanno accompagnato - quasi senza pietà - le varie commedie nazionali uscite l'anno scorso: o qualcuno non ha appreso la lezione o siamo all'oscuro di qualcosa. Vedremo cosa diranno i dati lunedì, anche se è chiaro che la testa della classifica, per questa settimana almeno, sarà ancora degli Incredibili.
È la prima commedia italiana della stagione 2018-2019 con due interpreti di fama - Cstellitto e la Ferrilli - nei panni di due amanti che danno un calcio alle vite che li opprimono grazie a una vincita milionaria alla lotteria che si rivela presto uno scherzo dei colleghi di lui. Alla regia Francesco Miciché, che dopo essersi concentrato per ani su biografie di italiani valorosi - Libero Grasso, Paolo Borsellino, Aldo Moro - ha deciso che era questo il momento per una commedia.
Vincitore del Gran Premio speciale della giuria (che è un po come arrivare secondi), chiaramente ispirato al sottogenere blaxpoitation, il film di Spike Lee dichiara la ritrovata vena del regista afroamericano. Anche politica.
Thriller sovrannaturale in cui i fantasmi dei morti si accompagnano ai vivi: remininscenze spettrali come il padre di Ronnie Calder, una sedicenne, che fa colazione con lui tutte le mattine. Di mezzo c'è un esperimento scientifico andato male. Con Bella Throne, Dermot Mulroney, Richard Harmon.
Romanticamente seduta sull'equivoco iniziale, quando il protagonista - un uomo di successo - siede sulla sedia a rotelle della madre morta e viene creduto disabile da una bella donna, la commedia di e con Frank Dubosc prosegue così, giocando sul sentimento e su una seduzione truffaldina, ma inevitabilmente generatrice di una moltitudine di gag.
L'approdo di 25 anni di tentativi falliti, con in mezzo anche un celebre documentario - Lost in La Mancha -a documentare le mille sfighe affrontate. Non si può dire che Terry Gilliam sia uno che si arrende: è così ecco infine l'avventuroso, grottesco, folle e fantasioso Don Chisciotte. Lo interpreta Jonathan Pryce, attore feticcio di Gilliam, e con lui vi sono Adam Drive, Olga Kurylenko e Stellan Skarsgård, tra gli altri.
Molto premiato in Spagna ai premi Goya, il film di Isabel Coixet è tratto - e non poteva essere altrimenti - da un romanzo, La libreria, di Penelope Fitzgerald: un inno al femminile alla letteratura e al potere vivificante della lettura. Nel film, ambientato nella provincia inglese alla fine degli anni '50, recitano Emily Mortimer, Patricia Clarkson e Bill Nighy.
Un thriller dal percorso produttivo insolito: girato in sei giorni e con il principale interprete - Guillaume Canet - all'oscuro della sceneggiatura. La trama verte intorno alla scomparsa di un bambino, con il padre impegnato a trovarlo: ma non è il giustiziere della notte. In Francia è andato benone.
Al di là dei numeri, delle polemiche e delle politiche, delle liti e dei governi - al di là di tutto ciò, o forse sarebbe meglio dire prima, ci sono le vite. È il punto di vista del documentario di Alfredo Lo Piero che racconta le storie di chi, migrante, è scappato dalla morte o dalla miseria e di coloro che – per mestiere, caso, carità cristiana, scelta politica – si è dato da fare per essere d'aiuto.
La danza, la trasformazione, l'identità: il lungometraggio d'esordio del belga Lukas Dhont (un cui corto nel 2015 aveva già gareggiato per gli Oscar) gira sulle punte intorno a questo romanzo di (trans)formazione. Lara, quindicenne biologicamente maschio ma che si sente da sempre femmina, cresciuta in una famiglia accogliente verso i suoi bisogni, vuole tutto: vuole essere donna e vuole diventare ballerina. Non facile. Il film ha vinto vari premi a Cannes: il miglior interprete della sezione Certain Regard a Victor Polster, il premio Camera d'Or per il miglior film d'esordio e la Queer Palm.
Un documentario sulla ONG Iuventa fondata da un gruppo di giovani e giovanissimi tedeschi per dare soccorso ai profughi nel Meditteraneo, la cui nave è oggi ancorata sotto sequestro nel porto di Trapani. Il film è il risultato di un anno e mezzo di riprese: dall'acquisto della barca fino al sequestro.
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