"Primo uomo" e primo film alla Mostra n. 75. Armstrong apre il festival sognando la luna. Ma per il momento c'è un bel sole ed è meglio approfittarne per godersi qualche ora di spiaggia ed un'acqua sorprendentemente limpida. Il film della sera arriva da Israele. "Stripped" non è un capolavoro e non capisco il perché i nudi siano censurati con la carta velina. "Misteri a Tel Aviv" sarebbe un titolo più appropriato. La mattina dopo è all'insegna di "Roma" di Alfonso Cuaron, titolo che da queste parti preferirebbero sostituire con "Venezia". Scherzo. Tanto di cappello al regista messicano. Dopo un film così si può andare al mare sicuri che il resto della giornata sarà noia. Il mio bimbo si diverte un sacco tra le onde ed io con lui. Ma alla sera sono pronto per immergermi nel complicato film di Orson Welles, "The other side of the Wind", che con 40 anni di gestazione ha battuto tutti i record. Ma appena arrivo alla Sala Darsena ne sento di tutti i colori su questa operazione di recupero targata Netflix. La smania passa e la certezza vacilla. Al contrario sembra che tutti si siano divertiti alla prima proiezione di "Double vies" di Olivier Assayas. Assayas batte Welles. Opto per il francese e così evito di perdere la più intelligente commedia del 75° concorso. Venerdì 31 sono prontissimo alle 7 per uno dei film più belli. "La favorita" di Yorgos Lanthimos rimarrà tra i miei "favoriti" di questa Mostra. Potrei già tornare a casa soddisfatto, ma il film di Joachim La Fosse dal titolo "Continuer" mi invita ad andare avanti con entusiasmo. Il primo giorno di settembre si apre con il secondo film francese in concorso "Frères ennnemis". Un poliziesco che non tradisce le attese. Chi le supera abbondantemente è il lavoro dell'uruguaiano Alvaro Brechner in concorso nella sezione Orizzonti. Il film racconta la storia di tre detenuti politici durante la dittatura nel paese sudamericano. Una prigionia lunga quanto "La noche de 12 anos". Uno dei tre prigionieri è l'ex presidente uruguaiano Pepe Mujica. Kusturica ringrazia perché tutti coloro che hanno visto il film in sala Darsena torneranno il giorno successivo per il documentario "El Pepe, una vida suprema" da lui stesso diretto. Dieci minuti di applausi e la distribuzione nelle sale italiane coronano la prima mondiale del lavoro di Brechner. La giornata non è conclusa ed un'altra grande sorpresa è "Tel Aviv on Fire" di Sameh Zoabi. Divertente e strampalato. Stavolta non ci sono misteri a Tel Aviv. Chi l'ha visto ringrazia per la coda chilometrica nell'adiacente sala Perla che ha spostato l'attenzione sulla piccola sala Casinò. A fine proiezione tutti entusiasti. La mattina seguente è la volta di Jacques Audiard. "The Sister Brothers" è un western insolito e fuori dagli schemi. John C. Reilly merita la Coppa Volpi per come si lava i denti. Magnifico. Recupero, grazie alla Sala Web, il turco "The announcement" nel pomeriggio. Regia sopraffina. Ne sentiremo parlare. Serata impegnata con il documentario già citato su Pepe Mujica che ci affida un consiglio straordinario: "eleggete alle cariche istituzionali persone dal cuore grande, non dal portafoglio gonfio". Democrazia da esportare. Il 3 settembre lo dedico all'Argentina recuperando di primo mattino la "La Quietud" di Pablo Trapero e vedendo in seconda serata "Acusada" in concorso. In mezzo "Deslembro" (ancora Sala Web) che racconta i postumi della dittatura in Brasile. I regimi totalitari sono una ferita ancora aperta tant'è vero che ad occuparsene è il cinema di Argentina, Brasile e Uruguay. Mezzo sud America. L'altro mezzo ancora desaparecido. Lascio il programma del mattino a mia moglie e vado al parco giochi a giocare ad acchiapparella. Ritorno al villaggio del cinema il pomeriggio per due proiezioni. Il film di Orizzonti, "Ozen", diretto dal kazako Emir Baigazim scorre via piacevolmente come il fiume del titolo dalle correnti forti e gelate. Alla sera la prima volta con Carlos Reygadas. Farò sicuramente infuriare qualcuno ma il suo "Nuestro tiempo" non mi piace. Non è strabiliante nemmeno "22 July" di Paul Greengrass. Ma una visione è necessaria con tutti i populismi e le destre xenofobe che avanzano in Europa. "The man who surprised everyone" dei russi Chupov/Merkulova sembra una lettera aperta alla politica, di cui sopra, di Mr. Putin. Film coraggioso e fascinoso. Terzo titolo dalla Sala Web è "The day I lost my shadow" sulla guerra di Syria. Altro film di Orizzonti da segnalare all'attenzione delle masse assuefatte dai telegiornali. La sera di "Zan" c'è il gran pienone. Shin'ya Tsukamoto ha un sacco di fan. Gli applausi si susseguono per tutti i titoli di testa. Non c'è nemmeno bisogno di vedere la nuova fatica del regista nipponico. Film gelido come la pioggia e caldo come il sangue che zampilla. Chi di fan ne ha pochi è Sergei Loznitsa che raccimola 200 persone in una sala che ne contiene 1200. Ma alla fine del suo "The process" siamo rimasti forse 50. Un vero peccato. Ottimo documentario. Arriva così il penultimo giorno della Kermesse. Non ci sono più film in concorso. Decido di recuperare un film proiettato nei primi giorni della Mostra. Piove e poiché il film viene proiettato nella sala interna al Palazzo del Casinò non posso fare a meno di pensare che ci sia tanta gente in coda per stare all'asciutto. Ma a proiezione finita non posso che rendere a Cesare quel che è di Cesare. "C'est ça l'amour" di Claire Burger è un gioiellino. La gente è approdata in massa grazie al passaparola. Mi concedo ancora un film "Memories of my body" che proviene dalla lontana Indonesia. Non lusinga il mio intelletto. Spero di chiudere in bellezza il giorno della premiazione con il film di chiusura. "Driven" di Nick Hamm sulla carta promette bene. Si rivela piacevole. Da ore in poi vedrò "Ritorno al futuro" con altri occhi. Un po' di mare e la calca intorno al Palazzo del Cinema per la premiazione chiudono la giornata. Negli occhi restano tanti bei film e la Mostra fotografica al Grand Hotel Des Bains che riapre al pubblico per celebrare la lunga storia dei 75 anni della Mostra del Cinema. Bye bye Lido. See you soon.
Non ci sono nick associati al tuo profilo Facebook, ma c'è un nick con lo stesso indirizzo email: abbiamo mandato un memo con i dati per fare login. Puoi collegare il tuo nick FilmTv.it col profilo Facebook dalla tua home page personale.
Non ci sono nick associati al tuo profilo Facebook? Vuoi registrarti ora? Ci vorranno pochi istanti. Ok
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta