La programmazione nelle sale per questo prima fine settimana di giugno sembra voler ripetere lo schema adottato due settimane fa, con un film - allora era Solo, oggi è Jurassic World: il regno distrutto - che invade le sale, si prevedono quasi 900 schermi, sparendo di far man bassa al bottteghino. A Solo è andata male: potrà il quinto episodio della serie sui mostri preistorici andar meglio? Lo sapremo presto.
Oggi come due settimane fa naturalmente le sale che restano disponibili per gli altri titoli sono poche, vale però la pena segnalare la presenza di film interessanti: titoli italiani come Tito e gli alieni, che sarà in circa 100 sale, e La terra dell'abbastanza, esordio di qualità dei due gemelli D'Innocenzo. O come L'atelier, dello stimato regista francese Lauren Cantet.
Bayona, regista spagnolo cresciuto alla corte di Guillermo del Toro, approda al suo primo blockbuster firmando la regia del quinto epsiodio della saga di Jurassic Park (il sesto è già stato annunciato per il 2021), che si ricollega direttamente agli eventi del precedente, Jurassic World, del 2015. Il parco tematico, andato distrutto, è ora un'isola selvaggia poplata dai soli dinosauri che ora è minacciata da un'imminente eruzione vulcanica. Owen (Chris Pratt) e Claire (Bryce Dallas Howard) si impegnano per salvare gli animali preistorici, scoprendo nel frattempo una cospirazione globale.
La commedia dell'esordiente Cicconetti ci porta nel mondo delle dipendenze sessuali raccontando le storie di due "malati di sesso" Giovanna e Giacomo (l'italo brasiliana Gaia Bermani Amaral e Francesco Apolloni) che, per liberarsi dalla loro schiavitù, fanno coppia finendo in un vortice di situazioni paradossali. Nel cast anche Alettra Capuano e Fabio Troiano.
Dramedy. Italiana. Anomala. Tanto quanto può essere vedere la faccia malinconica di Mastandrea stagliarsi sullo sfondo dell'Area 51, nel deserto del Nevada. Un film atipico che già anche solo per questo merita la nostra attenzione. Con Mastandrea nel ruolo di un professore a caccia di alieni che si vede recapitare due veri alieni: i suoi nipoti, rimasti orfani.
Ricorda un po' la bellissima canzone Shipbuilding, di Costello, nell'evocare il passato di una città dove si costruivano navi - La Ciotat, nel film - e che ora è stata riconvertita in polo balneare. Ma nella canzone le speranze della gente erano di poter tornare a lavorare nei cantieri, qui invece si testimonia di una tradizione operaia e politica che sembra dimenticata, mentre nei giovani emergono paure e bisogni di tutt'altro genere. Dirige Cantet, Palma d'Oro nel 2008 a Cannes per La classe.
È del 2014 il film di Thomas Liti, regista francese che è anche medico, che arriva nelle sale ira. Il fatto che Liti sia anche medico non è un dettaglio biografico indifferente: il film è infatti un viaggio in un reparto ospedaliero francese raccontato con gli occhi di un giovane praticante che si appresta a specializzarsi.
Diventare criminali per caso, quasi come fosse estrarre un biglietto della lotteria. Non sembra facile, ma anche esordire a 29 anni con un film che viene selezionato subito alla sezione Panorama della Berlinale e che incontra molti favori non è operazione da poco. L'hanno compiuta i gemelli D'Innocenzo, cresciuti a Tor Bella Monaca che racontano la storia di altri due fratelli, di poco più giovani di loro, che entrano da una porta laterale apertasi per caso nel mondo della criminalità romana.
Nastro D’Argento come migliore documentario 2018 il film di Patierno, presentato fuori concorso a Venezia è tratto dal libro autobiografico “Quanti sono i domani passati” e racconta la vita di Valentina Cortese attraverso un flusso narrativo che vede interpretare le parole dell’artista da otto attrici italiane del momento: un documento sullo stile della Cortese, sul suo cinema, il suo teatro e, soprattutto, sulla sua affascinante personalità.
Con Riccardo De Filippis, Virgilio Olivari, Romina Mondello, Gianni Franco, Rosario Petix
Chiamatela sincronicità. O furbizia. Fatto sta che il film di Stivaletti racconta esattamente la stessa vicenda cui si è ispirato Dogman, di Garrone, ancora nelle sale, ovvero quella del canaro della Magliana. Qui però - come si conviene a un b-movie - tutto è portato all'estremo ela violenza e la sua raffigurazione diventano centrali.
Il generale americano Mark Clark - che guidò le truppe alleate nella avanzata in Italia durante la Seconda guerra mondiale - disse che fare la guerra in Italia era come combattere in "un maledetto museo". Questo documentario racconta di coloro i cui sforzi permisero la sopravvivenza delle opere del "maledeto museo", proteggendole tanto dai bombardamenti, quanto dalle razzie.
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