Red Rocket è una galleria di drop out, di individui borderline, spacciatori e puttane, sullo sfondo di un’America in cui Trump sorride dai cartelloni pubblicitari, un’America marginale e inquieta e per questo, forse, dannatamente vera.A noleggio.
Anora si risolve in una commedia molto più seria di quanto voglia apparire a prima vista, ma anche spigliata e divertente, con un finale amaro da cui la prima ad uscirne devastata è proprio la protagonista.
Un'opera dal taglio neorealista, intensa e in tensione costante, con alcuni pezzi di bravura, che costringe a riflettere per un po', per poi tornare a guardare dall'altra parte.A noleggio
Sean Baker gira una storia pazza e trasgressiva, l’occhio che guarda e registra (con tre iPhone, una lente, l’app Filmic Pro e poco altro) è tra il divertito e l’amaro, il realismo delle scene produce un coinvolgimento graduale e profondo e nel corso delle ore i personaggi prendono corpo e spessore, trasmettono vibrazioni, si caricano di sfumature. IWonderfull / Prime Video
Al suo secondo film dopo Prince of Broadway, Sean Baker dirige un cast all'esordio (oltre alla Hemingway, anche Besedka Johnson che interpreta Sadie è alla sua "prima volta") con grazie e sensibilità. Si ride molto e ci si commuove in un film da vedere e far vedere. Cercatevelo :)
Dopo una irrefrenabile discesa verso il basso, Gabriele Muccino - qui autore anche di soggetto e sceneggiatura (si fa per dire perché il film è il remake diVictoria, di Sebastian Schipper) - tocca il nadir della sua produzione da regista con un film inverecondo.
The Substance è un rullo compressore provocatorio e ossessivo, che rigira il coltello nella piaga senza esclusione di colpi e con una messa a punto eccezionale, vivida e decadente, dai molteplici richiami.
Arrivato nelle sale italiane giusto in tempo per Halloween, non è veramente un horror quanto, piuttosto, un thriller poliziesco che sfocia nel soprannaturale oltre che un esperimento tutto sommato interessante, anche se non completamente riuscito.
Cinema empatico e dispersivo, dolente e infantile nel suo incanto di scoperta, pieno di tributi ai miti della libertà, della strada e dell’antieroe della letteratura americana, ode malinconica di una ricchezza filmica inestimabile, che parla direttamente al cuore di chi ha perso qualcosa. O qualcuno.
Un film prezioso che permette allo spettatore una visione più completa del grande narratore. Girata con una messa in scena tradizionale e molto formale Eterno visionario è un'opera necessaria e degna del massimo rispetto.
Insieme a Terrifier 3, che prolunga la sbornia horror di Halloween, arriva con molti schermi, e dopo molte polemiche, Il ragazzo dai pantaloni rosa. Ma ci sono anche una anticipazione natalizia con Uno rosso, l'Eterno visionario di Michele Placido, Anora di Sean Baker e... una riedizione in chiave spaziale dei Looney Tunes.
S-I P-U-Ò F-A-R-E! Che cosa? Semplice! Prendere una materia dell'orrore e trasformarla in una parodia. In "studio" Carmine Marzano (Antisistema) e Aronne Togni (DeathCross). Sigla di Lorenzo Curti.
Inizia citando i T. Rex di Marc Bolan e trasformando il rosso di A Clockwork Orange in uno zoom che si sgrana nella neve. Poi arriva un egregiamente ripugnante Nicolas Cage, che sembra una crasi tra Marilyn Manson, l’It di Stephen King, il Norman Bates paterno e una Valeria Marini glam-rock. Accomodatevi.
Quasi nulla ci viene risparmiato, in questa folle riflessione sull'invecchiare, sulla solitudine, sul doppio, sull'egoismo e sull'apparire, tanto da portare il film anche in territori politici.
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