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Omaggio a David Cronenberg
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Omaggio a David Cronenberg

In vista del 75° compleanno del grande Regista canadese, ho deciso di dedicare anche a Lui, come a Carpenter e a Lynch, una sorta di retrospettiva su tutti i suoi Lungometraggi, rivisti tutti in ordine cronologico per affrontare meglio l'operazione.
Autore sempre controverso e in continua evoluzione, dopo le Sperimentazioni degli anni '70 (dai Corti a "Shivers" e "Rabid"), alla fine degli anni '70 (con "The Brood") e soprattutto nel corso degli anni '80 raggiunge una certa notorietà nel Cinema 'di Genere' con Opere che ne mutano profondamente i codici estremizzandone i caratteri più corporali (tanto da dar vita, 'senza volerlo', al filone 'body horror'), raggiungendo Vette indiscutibilmente artistiche con Opere come "Videodrome" e "The Fly" (per citare i due più noti). Tra la fine degli anni '80 e gli anni '90 inizia a 'flirtare' con ambientazioni e storie più classicamente 'autoriali' ("Dead Ringers" e "M. Butterfly") giungendo alla massima 'rottura' con il pubblico 'suo', di 'massa' e pure quello 'perbene' con l'estrema Provocazione di "Crash"; continua però a sperimentare nei territori dell'Weird con il surreale "Naked Lunch" e con il fantascientifico "eXistenZ", ma quest'ultimo segnerà il definitivo Abbandono del 'Genere' da parte dell'Autore. Infatti, i 2000 partono con il thriller psicologico "Spider" e proseguono con le tre collaborazioni con Viggo Mortensen, probabilmente il punto di maggiore incontro tra Cronenberg e la critica 'dabbene', anche se sotto la pelle più 'normalizzata' lo Spirito carnale dell'Autore resta intenso. Gli ultimi due Film del Cineasta, "Cosmopolis" e "Maps to the Stars", vedono un'intensificazione della complessità concettuale ed espressiva della sua Poetica, la quale torna ad essere controversa ponendo gli Individui Spettatori di fronte ad una drastica scelta, ovvero tra l'Amore e l'Odio (semplificando la questione).
La Mutazione continua dello Stile del Regista, nel 2014 approdato anche alla Letteratura con il romanzo "Consumed" (che debbo ancora leggere), cattura superbamente la sua Poetica da sempre all'insegna dell'Indagine nei Rapporti tra Corpo, Mente, Sesso, Morte e, appunto, Mutazione, e per questo le accuse di 'tradimento' e/o di 'spersonalizzazione' dello Stile dopo l'abbandono del Cinema di Genere (usato in realtà come scusa per proporre le sue Riflessioni) oltre ad essere prive di fondamento denotano anche una osservazione decisamente superficiale del Cinema di Cronenberg.
Ma passiamo alla trattazione individuale dei singoli Film.
Nota: diverse 'analisi' proposte rielaborano riflessioni 'nuove' a riflessioni 'vecchie'. Alcune di queste riflessioni 'vecchie' sono state da me proposte in passato nel sito.

 

Attenzione: SPOILER!

Playlist film

Stereo

  • Sperimentale
  • Canada
  • durata 65'

Titolo originale Stereo

Regia di David Cronenberg

Con Ronald Mlodzik, Jack Messinger, Iain Ewing, Clara Mayer, Paul Mulholland, Arlene Mlodzik

Stereo

STEREO
Sperimentale ed estremamente complicato esordio di Cronenberg nel Lungometraggio. 
La limitazione estrema dell'assenza di suoni viene riscattata grazie all'inserimento di voci fuori campo il cui compito è commentare le azioni mostrate sullo schermo attraverso l'uso di un linguaggio para-scientifico per certi versi irritante. I soggetti ripresi invece sembrano prendersi gioco dell'audio con azioni assurde e/o sessuali, ma progredendo l'esperimento i rapporti interpersonali assumono via via caratteri sempre più nevrotici, violenti ed autodistruttivi, oltre a lasciar trasparire un senso profondo e sconcertante di noia. 
La psichiatria, convinta di poter trovare attraverso esperimenti risposte ai misteri insoluti del comportamento sociale ed individuale umano, concepisce la Vita come una mera cavia, un soggetto da analizzare, violandone l'intimità mentale e sessuale. Ma il risultato ottenuto non è un'evoluzione ma un'involuzione: le 'cavie' perdono l'uso del Linguaggio, il gusto per l'Eros e alla fine la risposta è una nevrosi violenta e autodistruttiva. 
La dissacrazione mentale dell'Individuo parte dal Corpo, che però non è ancora 'spogliato' col gusto Horror che renderà celebre l'Autore canadese, ma si configura nella nudità dei corpi 'reali' tipica della seconda fase stilistica di Cronenberg.
La cripticità (e il b/n) del film rende quasi inevitabile l'accostamento con l'Esordio di un altro Grande Regista Psicologico e Sperimentale, ovvero con l'"Eraserhead" di Lynch, ma mentre in "Eraserhead" si avverte una coerenza stilistica e concettuale nell'apparente confusione della trama e nella incomprensibilità del 'senso', nell'opera di Cronenberg sembra di trovarsi di fronte ad un Discorso ancora poco chiaro nelle intenzioni, e la visione tradisce una Acerbità ancora molto forte.
Resta però un Tassello Fondamentale per la comprensione dello Stile e del Pensiero del Grande Regista canadese, che contiene già in sé i 'germi' dei suoi Capolavori futuri.

Rilevanza: 1. Per te? No

Crimes of the Future

  • Sperimentale
  • Canada
  • durata 70'

Titolo originale Crimes of the Future

Regia di David Cronenberg

Con Ronald Mlodzik, Jon Lidolt, Tania Zolty, Jack Messinger, Paul Mulholland, William Haslam

Crimes of the Future

CRIMES OF THE FUTURE
Secondo esperimento filmico di David Cronenberg.
Come in "Stereo", anche qui ci troviamo di fronte ad una pellicola muta accompagnata da una 'colonna sonora' extra-diegetica composta da una voce narrante (del protagonista) e da rumori strani, fastidiosi.
Come nel precedente, il sonoro sembra essere costantemente preso in giro dal video, ma questa volta la sensazione è meno forte, forse perché la voce narrante è qua singola, ed eplicita i pensieri del Protagonista: la sua visione sembra guardare con pacata curiosità scientifica le assurdità del 'suo tempo', e con lo stesso rigore scientifico passerà, nella parte finale del film, dalla 1^ alla 3^ persona.
Rispetto a "Stereo", la presenza del Colore rende possibili giochi cromatici oltre che d'illuminazione: la scena della 'cospirazione' è probabilmente la più 'Artistica', con la parete colorata (alla Bava, quasi) e le ombre opprimenti da cui si stagliano alcune zone illuminate.
Sicuramente è sempre un esperimento stilistico estremamente acerbo e pesante, un film che si dovrebbe rivedere più volte per cercare di carpirne qualche significato (oltre al tipico interesse Erotico dell'Autore).
Una sola volta potrebbe bastare per chi non ama totalmente la Poetica del Regista, ma resta interessante per capirne le Origini, visto che comunque già si trovano i Caratteri Fondamentali della sua Poetica, sia nello Stile che nei Contenuti.

Rilevanza: 2. Per te? No

Il demone sotto la pelle

  • Horror
  • Canada
  • durata 88'

Titolo originale The Parasite Murders/Shivers

Regia di David Cronenberg

Con Barbara Steele, Paul Hampton, Joe Silver, Lynn Lowry, Allan Kolman, Susan Petrie

Il demone sotto la pelle

In streaming su Cultpix

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SHIVERS
Un Capolavoro di Cronenberg che segna tutta la sua Filmografia. Qua, rispetto a "Stereo" o a "Crimes of the Future", l'aspetto grezzo della Pellicola supera l'acerbità e la Poetica futura del Regista inizia già a dare segni di solidità stilistica.
Prosegue dunque il discorso iniziato negli Esordi: l'Idea dell'Erotismo come Essenza della Natura, di Psiche e Corpo legati assieme. Cronenberg qua lancia una prima, esplicita e radicale dichiarazione di Erotismo esasperato, causando un'ondata di indignazione 'massiva' all'uscita nelle sale (con tanto di 'sfratto' del Regista, stando ad un aneddoto).
In una società dove l'autorità (legge, scienza, educazione, economia, religione...) prevede il contenimento di tutto ciò che può danneggiare l'ordine sociale, ovvero di tutte quei Sentimenti, quelle Pulsioni non controllabili secondo i canoni freddi e limitati dell'iper-razionalità, l'individuo si trova a dover reprimere quelli che il mondo esterno bolla come 'demoni interiori', ma più li reprime e più li teme, e più li teme e più li nasconde a sé stesso evitando accuratamente l'auto-indagine per timore di scatenare le parti più occult(at)e della propria personalità. Inevitabilmente, la repressione di questi Istinti, che nel Film assumono i connotati Orrorifici del Contagio e del Parassita (infatti, ciò che non è considerato 'normale', o 'anti-sociale', viene spesso bollato come una malattia, un'anomalia da curare), provoca un'Esplosione incontenibile e spiazzante di questo Erotismo Sovversivo. Cronenberg però non ci rivela 'moralmente' se questo Contagio porti ad una Liberazione dell'Individuo oppure se lo ingloba in una nuova massa priva di coscienza, come gli Zombie Romeriani di "Night of the Living Dead".
Chiudendo brutalmente la parentesi riflessiva, per me non si può capire Cronenberg senza aver visto "Shivers", così come non si può capire l'influenza che ha avuto su molto Cinema successivo, come ad esempio "Slither" o, prima ancora, "Night of the Creeps".

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Rabid - Sete di sangue

  • Horror
  • Canada
  • durata 91'

Titolo originale Rabid

Regia di David Cronenberg

Con Marilyn Chambers, Frank Moore, Joe Silver

Rabid - Sete di sangue

In streaming su MIDNIGHT FACTORY Amazon Channel

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RABID
Cronenberg continua il Discorso sul Morbo Sessuale, cominciato con "Shivers", sostituendo i vermoni con il tema vampiresco del Morso, mutato però con l'introduzione di una protuberanza (fallica) posta nell'ascella della Protagonista-portatrice sana del 'germe pseudo-idrofobo' .
Il Regista Canadese esce dalla ristrettezza di un singolo edificio per estendere il Morbo nel panorama cittadino, quasi continuando idealmente il Finale del Film precedente. Qui l'Erotismo è esplicito solo nella Protagonista, esemplare 'unico' e per certi versi 'materno' della Mutazione (come accadrà anche in "The Brood"), mentre i contagiati esternano le pulsioni istintive come Violenza.
Nonostante l'ampliamento degli Orizzonti Spazio-Temporali, il Risultato appare sensibimente inferiore rispetto al precedente: forse l'ampliamento del numero di 'set' rende più evidente la scarsità di mezzi, forse l'impatto visivo ed emotivo del pungiglione ascellare è meno forte rispetto ai vermoni stupratori, oppure è colpa della scarsa qualità video dell'edizione da me reperita, ma si sente un'acerbità maggiore di Cronenberg, pur rimanendo lo stile più maturo rispetto agli esordi.
Comunque, ci troviamo di fronte sempre ad un Cult Superbo, un altro Tassello Fondamentale nell'Evoluzione della Poetica Cronenbergiana in cui ancora, oltre all'onnipresente Tema del Corpo, il Regista porta avanti una Condanna contro il Delirio di Onnipotenza dei medici e contro la mediocrità e la superficialità della borghesia come culla per la Distruzione (inevitabile) della civiltà.
Finale doppiamente Tragico: oltre a morire per verificare la sua natura di Portatrice, la Protagonista finisce come un rifiuto: il suo Sacrificio non verrà ricordato nella storia civile.
Cast efficiace (azzeccatissima la Chambers), messa in scena minimale ma essenziale, stile di ripresa scarno (quasi documentaristico) ma studiato nei dettagli, effetti speciali ridotti ma funzionali e musica, in certi punti dolce, ben sposata con le Immagini.

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Veloci di mestiere

  • Azione
  • Canada
  • durata 90'

Titolo originale Fast Company

Regia di David Cronenberg

Con William Smith, John Saxon, Claudia Jennings, Nicholas Campbell

Veloci di mestiere

In streaming su Plex

FAST COMPANY
È palesemente il film meno personale del maestro canadese, però tecnicamente la sua Mano vale sempre e qualche squarcio della sua Poetica (macchine & sesso) si intravede. In particolare, si possono forse intravedere alcuni squarci di "Crash" e delle Riflessioni sul rapporto tra Psiche, Sesso, Auto e Morte: in realtà, questi 'squarci' sono molto vaghi e, probabilmente, individuabili 'a posteriori', visto che anche le 'auto' presenti nel film non sono propriamente della 'auto auto' ma delle 'funny car'. Ma, comunque, nell'accenno di erotismo nel camper o nelle diverse morti finali (di cui una in aereo) qualcosina della Poetica Cronenberghiana si respira. Cronenberghiane sono anche alcune inquadrature degli interni automobilistici, dove un po' si avverte la Commistione tra Macchina e Corpo tipica della Poetica dell'Autore.
Ma per il resto è appunto un prodotto decisamente commerciale privo della Complessità Riflessiva delle altre Opere dell'Autore.

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Brood - La covata malefica

  • Horror
  • USA
  • durata 92'

Titolo originale The Brood

Regia di David Cronenberg

Con Oliver Reed, Samantha Eggar, Art Hindle, Cindy Hinds, Henry Beckman, Nuala Fitzgerald

Brood - La covata malefica

In streaming su Raro Video Amazon Channel

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THE BROOD
Cronenberg inizia a conferire al suo Stile una dignità più marcatamente 'professionale' rispetto alla natura 'grezza' (ma terribilmente affascinante) dei suoi Esordi, e dopo la parentesi commerciale di "Fast Company" (dove imbarca nella sua troupe il direttore della fotografia Mark Irwin) torna alle sue Esigenze Artistiche e Poetiche. Alcune questioni autobiografiche hanno influenzato il soggetto di "The Brood": in quel periodo infatti il suo primo matrimonio stava giungendo ad una turbolenta conclusione, presentando l'annoso problema dell'affidamento della figlia. Il Regista, però, non si limita a 'metaforizzare' le proprie faccende ma, attraverso la loro problematizzazione sotto forma di Opera Cinematografica e mediante il filtro dell'Horror fantascientifico, Cronenberg prosegue la sua incessante Indagine nella Carne del Rapporto tra Corpo e Mente, maturando con esse il Gusto per le Mutazioni. La Sessualità viene osservata all'interno delle relazioni famigliari e, in particolare, nei confronti/scontri tra genitori e figlie. La Psicoanalisi entra qua prepotentemente in scena, ma la figura dello Psichiatra Raglan resta, in sostanza, un 'mad doctor', e il suo modo di affrontare le Turbe psichiche dei e delle pazienti si sporca deliberatamente con la Corporeità: si parte con l'Interpretazione attoriale delle figure con le quali la persona in cura si sente in conflitto per arrivare a dare concretezza al Rancore nella Carne e nella Pelle, culminando con le Nascite senza parto (e senza concepimento) delle minute e deformi Creature che, telepaticamente ("Stereo"), recepiscono la Rabbia della Madre. La simulazione della Lotta interiore del Paziente esplode dai confini teatrali della finzione terapeutica per sfogarsi fisicamente con i presunti "nemici" della propria Felicità. La Scienza perde il Controllo che mira, anzi pretende di avere sui propri esperimenti, sui propri trattamenti, con conseguenze imprevedibili e spaventose.
Chiudendo, "The Brood" pone le basi 'professionali' dello Stile e della Poetica Cronenberghiana, in particolare per il Periodo della 'Nuova Carne'. Fondamentale è l'inizio della Collaborazione con Howard Shore, le cui Colonne Sonore rafforzeranno sempre gli Intenti e le Atmosfere ricercate dal Regista.

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Scanners

  • Horror
  • Canada
  • durata 100'

Titolo originale Scanners

Regia di David Cronenberg

Con Jennifer O'Neill, Stephen Lack, Michael Ironside, Patrick McGoohan

Scanners

In streaming su Full Action Amazon Channel

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SCANNERS
Uno dei punti di maggiore contatto tra la Poetica cronenberghiana e i gusti del grosso pubblico, tanto da diventare uno dei suoi maggiori successi con conseguenti sequel e spin-off vari.
Si avverte una maggiore aderenza ai canoni mainstream della Fantascienza: divisione apparente tra 'buoni' e 'cattivi', trama piuttosto lineare e riduzione al minimo degli elementi concettuali che rendono solitamente criptico e provocatorio il Cinema di Cronenberg.
Insomma, tutto lascia presupporre un prodotto fantascientifico molto 'normale', innocuo, ma in realtà sotto l'apparente semplicità e accessibilità commerciale pulsa la Carne Sovversiva, Personale e Filosoficamente complessa di David Cronenberg.
Innanzitutto, il confronto tra Revok e Vale è solo superficialmente il classico scontro tra male e bene: indagando un attimino più nel profondo ci si rende conto che solo la sostanziale Innocenza di Vale è 'sicura', mentre la ConSec e perfino il dr. Ruth 'puzzano' di sotterfugi e meccanismi politici fin dalla loro primissima apparizione, e oltre a Revok e Ruth esiste un'alternativa di Scanners autonomi, indipendenti, disinteressati al Potere.
Inoltre, se è vero che non si fa praticamente nessun accenno al Sesso e alle pulsioni erotiche, e persino il rapporto tra Cameron e Kim resta su binari totalmente platonici, è vero anche che come in "The Brood" si parla di Gravidanza e di Rapporti tra Genitori (Padre) e Figli. Ancora più importante è poi il Rapporto tra Fratelli, allo stesso tempo conflittuale e protettivo, ma soprattutto è un Rapporto che sfocia in una lotta per la Supremazia: per certi versi è possibile osservare anticipazioni a "Dead Ringers".
Il Finale è la Summa della 'Cronenberghianità' in un Film (solo) apparentemente 'spersonalizzato', per l'intensità del Rapporto tra Fratelli, per la Carnalità dello Scontro Mentale (Corpo, Mente, Mutazione, Morte e forse anche vaga Sessualità si intrecciano), per la Cripticità dell'Epilogo e la completa dissoluzione del Manicheismo.

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Videodrome

  • Horror
  • USA
  • durata 90'

Titolo originale Videodrome

Regia di David Cronenberg

Con James Woods, Deborah Harry, Sonja Smits, Lee Carlson

Videodrome

In streaming su Amazon Video

vedi tutti

VIDEODROME
Uno dei Film Simbolo della Poetica Cronenberghiana, per certi versi il Manifesto del cosiddetto Body Horror. Con "Videodrome" Cronenberg abbandona praticamente in toto ogni intento di 'rincorsa' del grosso pubblico per realizzare un'Opera estremamente personale, viscerale, dal Potenziale disturbante e provocatorio ancora oggi validissimo. È quasi impossibile definirsi Estimatori 'a 360°' di Cronenberg senza citare tra le proprie Opere preferite "Videodrome", e probabilmente chi non apprezza i caratteri più peculiari del Regista molto difficilmente apprezzerà questo Film.
Cronenberg cattura un Ritratto fedele, autentico e fortemente contestatorio della società ipertelevisiva, del fanatismo del perbenismo dilagante e dei molteplici neo-culti propagandati da migliaia di profeti post-moderni, senza proporre una divisione manichea tra buoni e cattivi. Se Videodrome vuole (ipocritamente) usare la tv perversa per eliminare la popolazione 'debole' e mantenere la 'razza pura', i profeti della 'New Flesh' televisiva invece vogliono tenere sotto il proprio controllo più massa popolare possibile, soggiogandoli con i metodi subdoli di una religione totalitaria, mentre le tv mercificano Sesso e Violenza per scopi meramente economici. I parallelismi con la televisione dell'epoca sono lampanti, ma più inquietanti sono le analogie profetiche con l'odierno internet, dai nickname all'iper-connettività tra Corpo e Macchina, fino ad arrivare all'impossibilità di distinguere la Realtà dalla Finzione.
Correlate a queste Riflessioni troviamo il Tema della Dipendenza, in questo caso dalla Televisione ma anche dal Porno (erotico e/o violento), che propone un significativo parallelismo con la tossicodipendenza che all'epoca già stava assumendo dimensioni assai preoccupanti, provocando un'ondata di inibizione critica del Malcontento sociale.
Sul piano Stilistico "Videodrome" è pura Estetica Cronenberghiana, tra Mutazioni e Fusioni di Corpi e Macchina, Uso artistico ed estremamente 'Organico' delle Scenografie, sovraesposizione degli Schermi, impostazione 'classica' delle riprese, Sperimentazioni suggestive nella Messa in Scena e nelle Scelte sonore, Simboli onnipresenti in ogni ripresa, Cast diretto con grande intensità, ecc.

Rilevanza: 1. Per te? No

La zona morta

  • Drammatico
  • USA
  • durata 100'

Titolo originale The Dead Zone

Regia di David Cronenberg

Con Christopher Walken, Brooke Adams, Martin Sheen, Nicholas Campbell

La zona morta

IN TV Iris

canale 22 vedi tutti

THE DEAD ZONE
La base Kinghiana si sente tutta e, assieme alla sua natura produttiva di lavoro 'su commissione' (e per di più 'a ridosso' di "Videodrome", con forse conseguente minor tempo di realizzazione), provoca uno smorzamento della Poetica di Cronenberg.
Eppure, nonostante le Tematiche Carnali & Erotiche del Maestro Canadese siano più difficili da individuare, il risultato non è affatto anonimo. Alcuni elementi Stilistici tipici dell'Autore si trovano, come l'uso essenziale dei movimenti di macchina, l'attenzione per le ferite, ritmo serrato accompagnato da un'antitetica sensazione di staticità. Immancabile il Tema della Mutazione, qua di tipo Mentale e individuabile grazie ad un 'taglio' rispetto al Romanzo: infatti, mancando le descrizioni di episodi psichici precedenti l'incidente, è possibile vedere lo sviluppo della telepatia in Smith come appunto una Mutazione. Preso pari passo dal Romanzo invece è il Tocco come ponte per i poteri psichici del Protagonista, e direi che ciò si sposa perfettamente con la Poetica del Regista Canadese.
Narrativamente il Film riprende abbastanza fedelmente l'omonimo Romanzo di King (uno dei migliori, almeno tra quelli che ho letto), ma apporta delle modifiche e, soprattutto, dei tagli ottenendo dei mutamenti tematici significativi. Innanzitutto viene omessa la natura 'cancerogena' della Zona Morta (ovvero le parti indecifrabili delle visioni profetiche di Smith). La narrazione inoltre si sviluppa non 'in parallelo' come nel Romanzo ma suddivisa in tre atti: mentre nel Libro, oltre ad essere più lunga e graduale la parte relativa al coma, la storia del serial killer e la biografia di Stillson si alternavano alle vicende del Protagonista, nel Film invece l'introduzione di Johnny e dei suoi poteri, l'indagine sul killer e la parte relativa a Stillson si succedono una dopo l'altra quasi come dei 'blocchi'.
Non uno dei Capolavori di Cronenberg, ma sicuramente tra i migliori adattamenti Kinghiani.

Rilevanza: 1. Per te? No

La mosca

  • Horror
  • USA
  • durata 100'

Titolo originale The Fly

Regia di David Cronenberg

Con Jeff Goldblum, Geena Davis, John Getz, Leslie Carlson, Joy Boushel

La mosca

In streaming su Disney Plus

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THE FLY
Uno dei Cult massimi del Regista Canadese, impossibile da non adorare se si dichiara amore cinematografico per la Poetica Cronenberghiana e per il Genere Horror.
È anche uno dei lavori più accessibili dell'Autore, e per questo forse non lo metto tra le Opere che preferisco in assoluto all'interno della sua Filmografia: se un Film come "Videodrome" difficilmente entusiasma uno spettatore medio abituato al cinema più commerciale, "The Fly" invece riesce a piacere un po' a tutti e tutte, anche a chi non apprezza Cronenberg per le sue venature più Surreali e/o più Intellettuali, e persino a chi in genere non apprezza l'Horror. Insomma, potremmo quasi definire "The Fly" come una sorta di "A History of Violence" del periodo 'body horror': sicuramente un Cult (se non un Capolavoro) da adorare, ma innegabilmente più 'mainstream-friendly' rispetto ad altri Lavori di Cronenberg.
In ogni caso, però, la ritengo un'Opera pienamente fedele allo Stile e alla Poetica del Regista, un 'anti-remake' superbo, come lo era "The Thing", e anche il Film di Cronenberg si dimostra migliore o comunque più Personale rispetto all'Originale, anzi agli Originali (Film con Price e Racconto di Langelaan, molto simili narrativamente). Cronenberg muta profondamente la base narrativa e persino la sceneggiatura di Pogue per portare ancora una volta avanti il suo Discorso sui Rapporti tra Mente e Corpo, con le varie declinazioni in Sessualità, Mutazione e Morte, senza dimenticare poi il Tema della Fusione, tra Esseri Viventi in generale ed Esseri Umani in particolare - con accenno finale ad una sorta di 'Trinità' inversa, oltre che simile alla Riunione 'in una sola Carne' di Parenti - ma anche tra Corpo Umano e Macchina. Anche lo Stile, seppure reso forse più facilmente 'digeribile' (ma nelle modalità di BrudleFly) per il grosso pubblico, conserva quel Gusto fortemente (in Fotografia e Scenografia) Fisico, Organico, naturalmente Imperfetto e al contempo mescolato con l'asetticità 'perfetta' della Tecnologia.

Rilevanza: 1. Per te? No

Inseparabili

  • Drammatico
  • Canada, USA
  • durata 111'

Titolo originale Dead Ringers

Regia di David Cronenberg

Con Jeremy Irons, Geneviève Bujold, Heidi Von Palleske, Barbara Gordon

Inseparabili

DEAD RINGERS
Fatta eccezione per "Fast Company" (unicum nella Filmografia Cronenberghiana nella sua sostanziale impersonalità) e forse per qualche lavoro televisivo, "Dead Ringers" è il primo passo di David Cronenberg fuori dal cosiddetto 'Body Horror' in direzione di un percorso più 'realistico' e 'intellettuale' in senso stretto, prendendo ispirazione da un fatto di cronaca, su cui si basa anche il romanzo "Twins" da cui è ufficialmente tratto il Film (ma con il quale i punti di distacco sono molto più numerosi dei punti di contatto).
L'Autore non dimentica l'esperienza nell'Horror e, come sempre, continua il suo Discorso sui rapporti tra Corpo, Mente e Erotismo evolvendone concetti e Stile. Il Tema dei Gemelli apre le Porte a Riflessioni sul Doppio Interiore che non si riduce alla banale e inesistente dicotomia tra bene e male e/o tra caratteri opposti. I due gemelli Mantle, superbamente interpretati da un Jeremy Irons in Stato di Grazia (e Cronenberg dimostra tutta la sua Maestria nello sfruttare le opportunità artistiche della CGI) sono uguali per fisico e per sentire, ma si differenziano per lo Stile in cui rispondono a stimoli esterni ed interni, alle esperienze che condividono (Sesso e Droga in primis).
Molto forte è il Tema dell'Individualità, dell'Unicità (forse questo è il Film più 'Stirneriano' dell'Autore): Beverly, nome femminile, avverte un senso di soffocamento nel suo rapporto sottomesso al Gemello, e approfitta dell'Amore con Claire per cercare di separarsi dall'"Altro Sé" così da riguadagnare il controllo sulla sua personalità propria. Elliott, invece, sente la necessità di restare unito al Fratello, e la sua apparente sicurezza di sé nasconde un Timore dell'Abbandono e della relativa Incompletezza. Il Finale non può non essere Tragico e all'insegna della perdita del Controllo.
Un Capolavoro, messo in scena magnificamente, con una fotografia eccellente, una sceneggiatura di un'Intelligenza rara e un Cast magnifico.

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Il pasto nudo

  • Drammatico
  • USA, Canada, Giappone
  • durata 111'

Titolo originale Naked Lunch

Regia di David Cronenberg

Con E. J. Scorsiani, Peter Weller, Judy Davis, Ian Holm, Julian Sands

Il pasto nudo

In streaming su Amazon Prime Video

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NAKED LUNCH
Dopo 10 anni di attesa, Cronenberg mette finalmente in scena il Capolavoro Beat di Burroughs. In realtà l'Opera letteraria è praticamente impossibile da mettere in scena, ma il Regista vuole fare il suo "Naked Lunch",al contempo Dichiarazione di Adorazione discepolare per tutta l'Opera Burroughsiana ed ennesima Summa della propria Poetica cinematografica.
Mescolando tracce dei Libri di Burroughs e dati biografici dello Scrittore, Cronenberg si impossessa dello Stile dello Scrittore per proporre una propria Visione su di esso, e da qui dunque continuare le sue Riflessioni sul Rapporto tra Mente e Corpo: le Pulsioni sessuali e la loro ambiguità influenzano e istigano i Dubbi esistenziali del Protagonista; le varie Allucinazioni sono frutto tanto delle infinite Droghe a cui si sottopone quanto dell'Angoscia che accompagna l'Insondabilità della propria Individualità Sessuale e Personale, oltre che dal Senso di Colpa per l'uccisione della moglie Joan. Bill comunque pare consapevole di vivere circondato da Allucinazioni, ma al contempo si lascia coinvolgere visceralmente dall'Intreccio Noir-Erotico-Mutante su cui si basa il suo Romanzo: "Naked Lunch", appunto. È interessante notare come il Titolo del Film sia il Nome dell'Oggetto Cardine della Vicenda narrata, Chiave per i numerosi Simboli presenti nell'Opera e, di fatto, Co-Protagonista vivo e organico delle situazioni affrontate da Bill. Va notato come questo Aspetto leghi fortemente "Naked Lunch" al passato "Videodrome" e al futuro "eXistenZ".
L'Arte è un Pericolo per chi la vive e la esercita, perché può esporre la propria Intimità all'opinione pubblica e al pubblico mercato e perché può confondere mescolando e rimescolando Realtà con Finzione come una Sostanza allucinogena, e come una Droga può causare Dipendenza. Infatti nel Film non si è certi su quale sia la Realtà, e alcuni indizi 'razionalisti' non solo non danno 'una bussola' ma anzi acuiscono i Dubbi suscitati dalla Visione.
"Naked Lunch" è un'Opera che va vista per lasciarsi travolgere dai Dubbi e dal Fascino per l'Assurdo inquietante, ma senza pretendere di poter analizzare il Tutto arrivando ad una Verità. Anche la Duplicità di Joan non si può spiegare solo con il Tema del Doppio, del Loop o della Reincarnazione Figurata della Colpa, e nemmeno basta stabilire un collegamento con "Dead Ringers".

Rilevanza: 1. Per te? No

M. Butterfly

  • Mélo
  • Canada, USA
  • durata 110'

Titolo originale M. Butterfly

Regia di David Cronenberg

Con Jeremy Irons, John Lone, Barbara Sukowa, Ian Richardson

M. Butterfly

In streaming su Amazon Video

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M. BUTTERFLY
Tratto da un libro ispirato ad una storia vera, rielabora la Tragedia Operistica Pucciniana in una molteplicità di chiavi diverse. Per la serietà della narrazione, la drammaticità della vicenda e la molteplicità di chiavi di lettura, rientra tra le Opere più 'intellettualmente' autoriali del Regista, e probabilmente può essere considerata la prima vera Prova Cronenberghiana al di fuori del 'Body-Horror'. Infatti, anche se già con "Dead Ringers" Croneberg aveva iniziato ad intraprendere una direzione più 'realistica', ancora nelle Atmosfere si respirava quell'aria post-fantascientifica che lo aveva reso celebre. Con "M. Butterfly", invece, l'Horror non è possibile vederlo affatto come Genere del Film: ci troviamo di fronte ad un Dramma storico nell'accezione apparentemente più 'tradizionale'.
Le eventuali accuse di 'tradimento' al suo 'vecchio stile', però, risultano decisamente infondate. Cronenberg sta gradualmente mutando la Pelle: tra la fine degli '80 e la fine dei '90 infatti alterna spesso Opere ancora sostanzialmente 'di Genere', come "Naked Lunch" ed "eXistenZ", ad altre sostanzialmente 'realistiche', come "Dead Ringers","Crash" e, appunto, "M. Butterfly". Ma tanto nei Lavori 'd'addio' alla 'Nuova Carne' quanto nei primi Passi nell''autorialità tradizionalmente detta', il Maestro Canadese sta raffinando la sua Poetica sui Rapporti tra Corpo e Mente, declinandoli sempre nella Sessualità (intrecciata al Tema dell'Identità), nel Dolore e nella Morte e, per certi versi, mantenendo forte la concentrazione sulla Mutazione. In "M. Butterfly" la Mutazione (di Sesso) non avviene fisicamente, e anzi forse non avviene nemmeno psicologicamente (la Natura della presunta M. Butterfly non viene rivelata ma di fatto è già nota), però nel Finale si assiste ad un brusco Svelamento e Ribaltamento dell'Identità, sia Sessuale sia Personale. La Mutazione è paragonabile a quella di una Farfalla uscita dalla Crisalide: non un cambiamento, ma una messa a nudo del proprio Sè.

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Crash

  • Drammatico
  • Canada
  • durata 103'

Titolo originale Crash

Regia di David Cronenberg

Con James Spader, Holly Hunter, Elias Koteas, Rosanna Arquette

Crash

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CRASH
Capolavoro del "Periodo di Passaggio" di Cronenberg.
Se il successivo "eXistenZ" richiamerà maggiormente lo Stadio Body-Horror, "Crash" è la definitiva proiezione nel Futuro dell'Evoluzione stilistica del Maestro canadese. Futuro che, nella realtà dei fatti, si costituisce come un Ritorno alle Origini iniettando però la Maturità Artistica ben saldamente raggiunta e, oserei dire, sublimata.
Si abbandonano le mutazioni organiche per mettere in scena l'esposizione 'naturale' del Corpo scoprendone e, soprattutto, storpiandone la carne nell'Intimo, facendo però tesoro dell'Esperienza HorrorErotica: organi genitali denudati più volte si intrecciano a cicatrici che ne riproducono funzione e aspetto, liquidi meccanici accompagnati dal sangue degli incidenti e da sperma e altre secrezioni genitali, rumori del traffico che si alternano ad orgasmi, sessualizzazione della Macchina nella personalizzazione delle automobili e nell'insistenza morbosa con cui si mostrano le protesi meccaniche. La forma, l'apparenza di questa nuova definizione del Mondo Cronenberghiano, ad un'osservazione superficiale, sembra più realistica in confronto al Passato ma guardando 'veramente' l'Opera si vedrà che la Realtà viene caricata ed esasperata con tale Estremismo visivo da rivelarsi quasi surreale, mentre in senso opposto tutta la Pellicola è pervasa da un profondo Senso di Vuoto, specchio della consapevolezza del Vuoto esistenziale che incombe sulle vite dei Personaggi spronandoli a sfidare la Morte per incanalare ed espellere tutte le proprie Energie psicosessuali.
Come sempre, lo Stile è poco incline ai virtuosismi: si predilige la Messa in Scena del Morboso e dell'Intimità con un Gusto esplicito e spiazzante, la direzione degli Attori e delle Attrici le cui straordinarie Interpretazioni si integrano nella Pellicola come gli Strumenti Musicali in un'opera sinfonica, l'inquadramento preciso e Artistico degli ambienti in cui si muovono le vicende e un uso fluido dei movimenti di macchina. Fondamentale, poi, l'accostamento delle Traccie Sonore alle Immagini mostrate, dai Rumori delle automobili in corsa agli orgasmi degli amplessi, senza dimenticare ovviamente il contributo fondamentale della Colonna Sonora di Howard Shore, che ci avvolge in un'Atmosfera nervosa e psicotica che rafforza la Devianza Erotica del Materiale Visivo.
Il mio Cronenberg preferito in assoluto.

Rilevanza: 1. Per te? No

eXistenZ

  • Fantascienza
  • Canada, Gran Bretagna
  • durata 94'

Titolo originale eXistenZ

Regia di David Cronenberg

Con Jennifer Jason Leigh, Ian Holm, Jude Law, Don McKellar

eXistenZ

eXistenZ
Un Film Cronenberghiano fino al Midollo, con tutta la Poetica del Regista canadese inerente il Corpo, la Mente e la Profonda Connessione Erotica che li unisce, nonché 'Biglietto d'Addio definitivo' al Cinema di Genere.
L'Opera propone una Riflessione sulla riconoscibilità della Realtà, suggerendo (senza confermare) che nella crescente espansione dei videogames e del Mondo Virtuale all'interno del Mondo Fisico si possa individuare il Principale Artefice della confusione sociale riguardo alla Realtà. Oppure il Virtuale è stato soltanto l'Elemento che ha risvegliato in noi il Dubbio riguardo alla nostra stessa essenza? Un Ritratto molto inquietante e attualissimo delle problematiche del Mondo Contemporaneo, ancora una volta profetico del boom ipervirtuale contemporaneo.
La Messa in Scena è superba e dominata dal Gusto squisitamente carnale di Cronenberg, il Trip discorsivo è di altissimo Livello a partire dal Titolo così specifico e peculiare nella sua grafia e, inoltre, le Riflessioni sulla Società e l'Individuo colpiscono brutalmente l'Essenza del capitalismo virtuale e del suo Controllo totalizzante sulle masse ('ribelli' inclusi/e). Gustosissime anche le Auto-Citazioni, tra le quali svettano i «Death to...» di 'Videodromeiana' memoria.
Si avverte però una sottile Insoddisfazione: forse perché il Film è troppo esplicito nelle sue Riflessioni, o perché ormai Cronenberg doveva mutare drasticamente 'Pelle', oppure per la brusca rapidità con cui si arriva alla conclusione prima dell'Epilogo 'charificatore'. Ma, personalmente, trovo questa Insoddisfazione come qualcosa di positivo e forse anche intenzionale, nonché tipico della Poetica Cronenberghiana: l'insolubilità e/o l'assenza di un lieto fine negano intenzionalmente e drasticamente l'effetto catartico, stimolando così le Riflessioni, i Dubbi, le Domande ed evitando la chiusura auto-referenziale dell'esperienza cinematografica.

Rilevanza: 1. Per te? No

Spider

  • Drammatico
  • Canada, Gran Bretagna, Francia
  • durata 98'

Titolo originale Spider

Regia di David Cronenberg

Con Ralph Fiennes, Gabriel Byrne, Miranda Richardson, Lynn Redgrave

Spider

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SPIDER
Thriller psicologico che, per certi versi, potrebbe essere letto come un seguito ideale di "The Dead Zone".
Il Corpo viene messo apparentemente in secondo piano per dare rilievo alla Mente, ma questa è messa in scena da Cronenberg in modo estremamente Corporale: Spider adulto è presente nel Passato da lui rievocato e, attore-spettatore, rivive i suoi ricordi infantili nello stesso modo in cui li ha vissuti da bambino, senza però interagire direttamente ma solo ripetendo frasi note (vere o inventate). I ricordi vengono costruiti dal Protagonista mescolando eventi reali a cui ha assistito con invenzioni mentali ideate per assolversi dalla Colpa, dell'uccisione della Madre ma prima ancora dalla Gelosia verso di lei, sintomo probabilmente di un attaccamento morboso, edipico. Ma, a differenza di Edipo, Spider invece di uccidere il Padre sdoppia la Madre 'incollandone il Volto' su una prostituta: il Padre 'uccide' la Madre, mentre Spider si convince di uccidere la 'Sgualdrina'. Ma mentre l'omicidio della Madre è inventato, quello della Prostituta è reale e porta alla morte della Madre come persona e non come interpretazione. Spider arriva a ricordare questo fatto, ritrovando così una 'bussola concreta' ai suoi Labirinti mentali, quando prova a uccidere di nuovo la Prostituta, questa volta identificata con Mrs. Wilkinson.
La Realtà si confonde con l'Immaginazione, e questo non è affatto nuovo per Cronenberg: questa modalità verrà conservata anche nelle Opere successive, intrecciandosi ancora con il legame tra Passato e Presente, almeno in "A History of Violence" e "Maps to the Stars". Il Ritorno del e al Passato provoca un progressivo Svelamento delle Menzogne e delle Illusioni, scardinando la pretesa di (auto)controllo con conseguenze fatali e irreparabili.
Cronenberg muta apparentemente forma ma la sua Poetica non solo non è tradita (l'Indagine sul Rapporto tra Mente, Corpo e Sesso è sempre presente) ma, anzi, resta intatta proprio perchè 'mutante' essa stessa.

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

A History of Violence

  • Gangster
  • USA, Germania
  • durata 90'

Titolo originale A History of Violence

Regia di David Cronenberg

Con Viggo Mortensen, Maria Bello, Ed Harris, William Hurt, Ashton Holmes, Peter MacNeill

A History of Violence

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A HISTORY OF VIOLENCE
Primo dei tre Film diretti da Cronenberg con Protagonista Viggo Mortensen.
Ad uno sguardo più o meno superficiale non troviamo praticamente nulla del 'Cronenberg che fu': la Nuova Carne sembra appartenere ad un altro Regista e invece vediamo un Gangster Drama sul Passato che ritorna.
Basta però un'osservazione un pochino più attenta del Film per notare come in "A History of Violence", sotto la patina 'rassicurante' del Gangster-Thriller Movie 'classico', sia presente infatti lo stesso Cronenberg di sempre che, per certi versi, ritorna come Joey alle sue Origini 'preistoriche' maturate durante il 'Periodo Horror' e inserite in una cornice più 'convenzionale' e 'accessibile', ma sempre (pre)potentemente Iper-Personale e Provocatorio.
ll 'realismo' apparente, infatti, non è seguito 'passivamente' dall'Autore ma bensì interpretato secondo la sua sempre riconoscibile Attenzione per il Rapporto controverso tra Mente e Corpo che esplode nella Violenza e nella Perversione più disturbanti. Il Protagonista subisce un Risveglio di una Persona nascosta nel Profondo della sua Psiche: il tranquillo e affabile Tom Stall, scontrandosi con i criminali (di un casuale presente e di un dissepolto passato), si scontra con il letale e sanguinario Joey Cusack e, man mano che la narrazione si evolve e con essa riemergono i fantasmi della 'vecchia vita', le due Personalità si intrecciano e si fondono fino a rendere irriconoscibile i caratteri di uno e dell'altro, come accadeva ai gemelli interpretati da Jeremy Irons nel Capolavoro 'di Passaggio', sempre Cronenberghiano, "Dead Ringers".
Il Film muta profondamente anche la materia originale del fumetto, mantenendo una sostanziale fedeltà nella prima parte per poi riscrivere completamente la storia nella seconda. Sul piano concettuale, il Film 'batte' su tutti i fronti la fonte: si perde la fascistoide morale di fondo, si distrugge l'idillio familiare (gelidissimo l'Epilogo nell'Opera di Cronenberg) e, brillantemente, si mantiene nel Mistero il passato di Joey conferendo al Personaggio maggiore ambiguità e credibilità. Fondamentali le due scene di Sesso, una gentile e l'altra brutale, aggiunte per volere di Cronenberg al Film.

Rilevanza: 1. Per te? No

La promessa dell'assassino

  • Gangster
  • Canada, Gran Bretagna, USA
  • durata 100'

Titolo originale Eastern Promises

Regia di David Cronenberg

Con Viggo Mortensen, Naomi Watts, Armin Müller-Stahl, Vincent Cassel

La promessa dell'assassino

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EASTERN PROMISES
2^ Collaborazione tra Cronenberg e Mortensen.
Il Regista prosugue apparentemente un percorso di 'autorializzazione' nel senso intellettale del termine, raccontando una storia drammatica di mafia russa a London, ma come sempre resta fedele alla sua Poetica.
Il Corpo, innanzitutto, resta Protagonista delle riflessioni e della messa in scena, subendo lacerazioni, marchiandosi con tatuaggi fino ad arrivare al denudamento completo nella Sequenza cult della lotta nella sauna.
Il Corpo trascina con sé il Sesso, qua mostrato e descritto nelle sue accezioni più violente e legate al potere, allo sfruttamento: lo stupro e la prostituzione. La Sessualità non ha la possibilità di mostrare il suo lato più tenero e sentimentale. Per questo la possibile storia d'amore tra Nikolai e Anna, vagamente accennata nel corso della narrazione, trova la sua esplicitazione soltanto nel bacio finale subendo però una secca negazione del suo proseguimento, ma anche la controversa ambigua sessualità di Kirill subisce delle profonde limitazioni sociali, arrivando a reprimere una possibile omosessualità.
Fondamentale anche il Tema dell'Identità, anch'esso caro al Cineasta canadese e strettamente correlato al Corpo e al Sesso. Come sempre, l'Identità è difficilmente identificabile: anche se si cerca con forza di trovarne la Definizione, essa sfugge, volontariamente o inconsciamente. I Tatuaggi, dai cui Simboli è possibile conoscere la biografia di un affiliato alla mafia russa, vengono usati per far riconoscere Nikolai come Kirill e scaricare su di lui la Vendetta cercata dai fratelli dell'uomo ucciso ad inizio Film. Così come i Tatuaggi abbisognano di un'interpretazione per essere compresi, ugualmente il Diario di Tatiana (la prostituta quattordicenne morta di parto) abbisogna di essere decifrato, ovvero tradotto per poter svelare la tragica storia del Personaggio.
Alti Temi trattati riguardano la Famiglia, sia 'di sangue' sia 'di affetto', spesso caratterizzata da Conflitti, come nel rapporto tra Semyon e Kirill, e Lacerazioni, come evidenzia l'assenza di genitori per Anna e Nikolai, ma anche la morte di Tatiana mentre partorisce Christine o l'aneddoto sul bambino morto in grembo ad Anna. Ma le riflessioni possibili sono molte.

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

A Dangerous Method

  • Drammatico
  • Francia, Irlanda, Gran Bretagna, Germania, Canada
  • durata 99'

Titolo originale A Dangerous Method

Regia di David Cronenberg

Con Viggo Mortensen, Keira Knightley, Michael Fassbender, Vincent Cassel, Sarah Gadon

A Dangerous Method

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A DANGEROUS METHOD
Definito da un po' di gente come uno dei film meno personali di Cronenberg, in realtà "A Dangerous Method" è un'Opera profondamente Cronenberghiana. Se da un lato la natura 'biografica' e la vastità dell'arco narrativo rappresentano una scelta insolita nella Filmografia del Regista, dall'altro però ritroviamo tutte le Tematiche che contraddistinguono la sua Ricerca Artistica, in particolare il modo in cui Corpo e Mente si legano tra di loro nell'Individuo attraverso la Sessualità e come questo legame permetta ulteriori sviluppi in relazioni interpersonali tra più Individui. La Messa in Scena è sempre molto più attenta alla Dimensione Corporale che non a quella Verbale, la quale però è comunque presente, così come è sempre stata presente nel Cinema di Cronenberg: il Legame tra le Immagini e le Parole è un conflitto/incastro permanente, come se tra Immagini (Corpo) e Parole (Pensiero) si sviluppasse una lotta per la supremazia oppure un rapporto sessuale.
Certo, non si può negare che Cronenberg anche in questo Film abbia intrapreso strade Formali diverse rispetto al passato. In particolare, pur proponendo una forma tecnica sostanzialmente 'classica', ho notato un insistito stile di messa a fuoco molto particolare, simile quasi allo split focus ma non identico (tilt focus ho letto in giro).
Queste sperimentazioni stilistiche, però, sono coerenti con la Poetica Formale e Tematica di Cronenberg, il cui Stile è sempre stato sottoposto a continue Mutazioni nella forma e nella scelta dei soggetti narrativi restando però sempre coerente con la sua Ricerca sul Rapporto tra Corpo e Mente attraverso il Sesso, la Morte e le 'Mutazioni'. A confermare la Coerenza della Poetica Cronenberghiana potremmo indicare le Musiche del Fidatissimo Howard Shore, che come sempre catturano Magnificamente lo Spirito dell'Opera. Cast Superlativo, con Fassbender 'posato' come Jung, Mortensen straordinario nel far respirare la Personalità di Freud, Cassel in un ruolo 'piccolo' ma per nulla marginale come il nevrotico Gross, ma su tutti e tutte spicca la Knightley nel passare dalla nevrosi iper-corporale e masochista all'auto-controllo razionale.

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Cosmopolis

  • Drammatico
  • Francia, Canada, Portogallo, Italia
  • durata 105'

Titolo originale Cosmopolis

Regia di David Cronenberg

Con Robert Pattinson, Jay Baruchel, Kevin Durand, Paul Giamatti, Juliette Binoche

Cosmopolis

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COSMOPOLIS
"Cosmopolis" è un Film che spalanca Dubbi nell'Individuo Spettatore, anche sul 'giudizio', ma proprio tali Dubbi rendono il Film pieno di Significati instillando il Bisogno di sviluppare Riflessioni continue, senza però mai pretendere di arrivare ad una 'soluzione'. Anzi, è necessario accantonare ogni possibile interpretazione definitiva per evitare che il pensiero si inaridisca sfociando nella banalità. Emblematica la Sequenza finale dove Protagonista e Attentatore si affrontano e confrontano sulle reciproche motivazioni: nessuno dei due arriva davvero a definire l'altro, perché essi stessi non riescono a definire sé stessi. Enigmatica è anche la scelta di Pattinson: non convince l'idea dell'esca mediatica, né della semplice provocazione, né la Simbolicità corporale del Divo. Forse tutti questi e altri motivi assieme possono avere un fondamento, ma da sola nessuna spiegazione è sufficiente. Da non sottovalutare l'estrema fedeltà, soprattutto nei Dialoghi, al Romanzo di DeLillo, ma nemmeno le sottili ma per questo significative differenze.
Importantissimo è il Rapporto con gli Ambienti: metà Film si svolge praticamente all'interno della Limousine di Eric e si respira una patina digitale, nelle Luci e nella resa fotografica, che rispecchia l'iper-tecnologia dell'Auto, a sua volta specchio del capitalismo di cui Eric fa parte. L'auto è per definizione un Non-Luogo, in quanto mezzo per spostarsi da un luogo all'altro, ma essa viene utilizzata 'impropriamente' dal Protagonista, trasformandola quasi un'Abitazione, e la lentezza con cui il veicolo procede nel traffico gli conferisce una sorta di staticità. Viceversa, i luoghi man mano visitati dal Protagonista durante il corso del suo viaggio diventano qualcosa di mobile, di effimero, di temporaneo.
Si respira il Crollo di un'Illusione, l'Illusione del Controllo, ma questa caduta pare perseguita deliberatamente dal Protagonista insistendo su comportamenti tipici di chi possiede un controllo assoluto sul Mondo. Man mano che il Film procede e i Personaggi si alternano (oltre al Protagonista e alla sua 'scorta', soltanto la Moglie appare più volte, mentre Benno fa una rapidissima e camaleontica incursione dal finestrino), Eric perde man mano vestiti e il posto di potere nell'auto, arrivando a ricercare un'Auto-Distruzione speculare alla Riscoperta dell'Umanità propria e altrui.

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Maps to the Stars

  • Drammatico
  • Canada, USA
  • durata 111'

Titolo originale Maps to the Stars

Regia di David Cronenberg

Con Julianne Moore, Robert Pattinson, John Cusack, Mia Wasikowska, Olivia Williams

Maps to the Stars

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MAPS TO THE STARS
Finora ultimo Lavoro dell'Autore.
Gli ambienti dove le aristocratiche star di hollywood vivono sono 'asettici' e pulitissimi, un apparente ribaltamento della Corporalità delle Scenografie Cronenberghiane 'classiche'. In realtà, mostrando un mondo 'immacolato', l'Autore conferma la sua Poetica: questo ordine 'da vetrina' rivela una patologica ossessione per il mascheramento di tutto ciò che è Organico, con tanto di fobia per la Puzza. Come in "Cosmopolis", da cui riprende pure Pattinson (qua 'servo'/autista), il sesso dei potenti è un sesso finto, esibizionistico, dispregiativo, improntato sullo sfruttamento. Agatha, con le sue Ustioni, ribalta e distrugge questo sistema improntato sul controllo, riportando a galla Spettri (fisici) e i Segreti che essi rappresentano: il Controllo non può e non deve esistere tra gli Esseri Viventi, perché il Corpo è per sua Natura incontrollabile, imprevedibile, sovversivo, caotico, Anarchico! Quando i Personaggi 'potenti' (soprattutto Havana e Stafford) assistono alla distruzione dell'Illusione del Controllo, inevitabilmente subiscono uno sconvolgimento della psiche che li porta alla (auto)distruzione. Nonostante la ricchezza, la pulizia, l'ipocrisia, i divi e le dive di Hollywood non riescono a raggiungere lo status di 'Stelle', perché le Stelle, quelle vere, fisiche, sfuggono nella loro Corporeità alla possibilità del Possesso. Sono queste Stelle, perse nel Caos del Cosmo, a cui Agatha e Benjie volgono il loro Sguardo alla fine del Film, allontanandosi dalla finzione e dall'opportunismo della società in cui sono nati e cresciuti per abbracciare un'Irrazionalità genuina, Spirituale nel suo essere Corporale.
Sono numerosissime le Riflessioni che si possono trarre dalla Visione di "Maps to the Stars", ma come sempre è necessaria una loro continua messa in Discussione per evitare il ristagnamento nelle interpretazioni intellettuali auto-compiaciute: bisogna Mutare in continuazione la Visione di questo Film, come del resto bisogna Mutare in continuazione la Visione di tutta l'Arte di David Cronenberg. Perché lui, da Artista, ha sempre dimostrato, e continua a dimostrare, di Mutare senza sosta!

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