LISTE DEI FILM PREFERITI: prima foto del 2017 e seconda del 2016. Insieme a quelli del 2015 formano il CAPO 20 - 21 (+ 2017 "1.a foto") di CINÉMATOGRAPHE.
(dal quale si può accedere direttamente ad ognuno dei capitoli , dal n° 1 al n° 20)
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♦♦♦♦♦ Per iniziare, UN "OMAGGIO" DOVUTO: AD ALCUNI FILM DEL 2015 E 2016 ♦♦♦♦♦
Sono film che (a causa di "seconde foto" non favorevoli) hanno assaporato solo per un anno il piacere di star dentro alle nostre classifiche. Non per questo sono film da trascurare, tutt'altro.
(1)
(IL PONTE DELLE SPIE, 2015)
(2)
(45 ANNI, 2015)
(3)
(TIMBUKTU, film del 2014 ma che era stato attribuito al 2015)
(4)
(ALLIED - UN'OMBRA NASCOSTA, 2016)
(5)
(CERTAIN WOMEN, 2016)
(6)
(BOX 314: LA RAPINA DI VALENCIA, 2016)
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Da quando ho a che fare con le selezioni di film, la scadenza che mi pongo come obiettivo è sempre il 20 febbraio e regolarmente non la rispetto.
"Tutto il Cinema dal 1895 al 2015" (che ora è "Cinematographe") si concluse infatti con un mese di ritardo, il 20 marzo 2016.
L'anno scorso una settimana di ritardo, pubblicai le due liste dei film preferiti (2015 "definitiva" e 2016 "1.a foto") il 27 febbraio, in concomitanza con i premi Oscar.
Quest'anno arrivo in orario, sia pure all'ultimo momento.
Contavo però di pubblicare "un attimo prima" la versione integrale di Cinématographe, una vera ANTOLOGIA del Cinema composta di 19 playlist tutte di lunghezza contenuta (non oltre 100 film) ed invece mi trovo costretto a questa anomalia: prima il capitolo 20 e poi i precedenti. Ma non ci vorrà molto: da dopodomani mi accingerò a concludere. ♦
Ce l'avrei fatta se non mi fossi lasciato prendere nelle ultime settimane da un improvviso interesse per le classifiche "ufficiali".
Ciò è servito però a darmi la netta sensazione che le nostre selezioni "di nicchia" non sfigurino affatto.
Personalmente, di questi ultimi tre anni ho visto ben pochi film ma dei coutenti che hanno contribuito potete fidarvi! Li ringrazio vivamente.
cherubino,
19 febbraio 2018
♦ Pubblicazione effettuata tre giorni dopo (22 febbraio 2018).
Ho anche inserito una variazione comunicatami con qualche giorno di ritardo.
Prima l'ospite: il 2017 ("prima foto" = 29 film, da 49 votanti); "ospite" nel senso che, quando avremo il 2017 "definitivo", nel capitolo 20 rimarranno solo gli anni 2015 e 2016, mentre Il 2017 "inizierà" il Capo 21, che si completerà quando anche il successivo 2018 diverrà definitivo. E così via.
Poi il 2016 (DEFINITIVO, 40 film, da 77 votanti: RECORD).
Ed infine il 2015 (che definitivo è gia dal febbraio 2017, 33 film da 67 votanti).
• Mix sonoro (Mark Weingarten, Gregg landaker e Gary A. Rizzo)
• Montaggio (Lee Smith)
Recensioni:
Sono circa 2/3 le positive (34 su 49).
Fra esse (e anche in assoluto) la più votata è quella dialan smithee (**** e mezza):
"L'epica di una sconfitta, onore ed eroismo individuale e disinteressato di molti che procura salvezza ai vinti e annienta, moralmente e nella memoria, le gesta della parte conquistatrice e vincitrice. Nolan sceglie di concentrarsi su sopravvissuti e soccorritori, lasciando al nemico una fisionomia neutra, in un film che emoziona e fa palpitare."
Maggioranza netta di recensioni positive (29 su 33).
Fra esse (e anche in assoluto) la più votata è di supadany (**** e mezza):
"Giunto al terzo lungometraggio, Martin McDonagh ha trovato la quadratura del cerchio. Si addentra con sicurezza nel solco di un'ironia nera come la pece e lancia una distesa sconfinata di dialoghi lussureggianti, ma anche il plot ha tutte le motivazioni del caso, affondando le radici nell'abulia della desolata provincia americana. Una leccornia."
Sono 6 su 8 le recensioni positive (le altre due sufficienti).
Fra esse (e anche in assoluto) ha ricevuto i maggiori consensi spopola (****):
"... un film (per più di un verso straordinario) fatto di carne e di corpi, di amore, sesso e malattia. ... Un'opera composita realizzata davvero con il cuore piena di collera e d'amore oltre che di parole (tante, ma tutte necessarie) che ben testimonia il clima cupo ma intriso di qualche barlume di speranza, che si respirava intorno a quello che nei primi anni dei '90 era ancora una tragedia senza soluzione: il flagello Aids (che sembrava però non interessare più a nessuno..."
• Effetti visivi (John Nelson, Gerd Nefzer, Paul Lambert e Richard R. Hoover).
• Fotografia (Roger A. Deakins).
Recensioni:
Delle 58 recensioni, oltre il 60% sono positive (36) e fra esse la più votata è quella di amandagriss (*****):
"... Villeneuve sforna il suo capolavoro hollywoodiano. ...un'opera esteticamente abbacinante che rielabora con raffinatezza ed intelligenza l'immaginario sci-fi al cinema; crea indovinati trait d'union (grafici e narrativi) con la pellicola di Scott così da percepirla come la continuazione ideale ed aggiornata (all'effettistica odierna e al suo potenziale tecnologico) di quel mondo altro, eppure tutto nostro, che nel lontano 1982 ci venne spalancato innanzi agli occhi..."
E però la più votata in assoluto è quella, negativa, di EightAndHalf(**):
" ... Gli unici aspetti che negano la possibilità di una totale bocciatura di Blade Runner 2049 stanno nelle singole, episodiche, situazioni cinematografiche che Villeneuve riesce a tessere come filler tra una rivelazione narrativa e un'altra. In particolare, la fantasia sul corpo sdoppiato della donna, o anche il confronto della figura umana coi giganteschi ologrammi .... sono solo dieci i minuti notevoli... sembra che pescare a piene mani dall'immaginazione già radicata dello spettatore sia il modo migliore per avere successo ... è un Cinema con cui ancora faremo, purtroppo, i conti per molti anni. "
Fra esse (e anche in assoluto) la più votata è disteno79 (*****):
"... è la storia di un artista della sartoria, un numero uno del suo settore che nasconde dietro l'enorme talento un carattere spigoloso e ossessivo, e del suo incontro con una donna che ne sconvolgerà l'esistenza, prima come musa, poi come compagna e moglie, ma all'interno di un rapporto imprevedibile, non privo di sfumature masochiste e di una feroce lotta per la supremazia. ... É un film destabilizzante, inquietante, un'esperienza sensoriale che va assolutamente gustata in una sala cinematografica... "
Peraltro chi non condivide (3 recensioni negative) lo esprime (come diceva un mio capo che "arricchiva la nostra lingua") con una certa "canfora".
Oppure (una delle sufficienti) sintetizzando la propria opinione così:
È la stessa recensione (**** e mezza) di supadany, la più votata (sia fra le positive - 17 su 26 - sia in assoluto) a sottolinearlo:
".. Abituati a un'omologazione globalizzata che inghiottisce - e poi deglutisce senza far caso agli aromi - qualsiasi cosa, nel solco di un cinema di massa sempre più normato e di quello d'autore che preferisce armeggiare su campi ben identificati, mother! rappresenta un unicum. Come tale, può essere bello o brutto (o anche tremendo come in tanti affermano), ma non passa in cavalleria. ... Mostruoso, malato e fastidioso fino all'ossessione, una piramide di mille paure che mostra quanto non vorremmo vedere mai. ..."
Delle 9 recensioni, nessuna è negativa e 7 sono positive.
La più votata è di Kurtisonic (*** e mezza):
"Con disincanto e realismo, un giovane autore prova a sconfinare dentro la più pressante attualità. Allo spettatore resta la scelta della direzione da intraprendere. Se la formula non sembra abbastanza originale immergiamoci nei suoni e nei colori di A Ciambra, ne usciremo frastornati. ...Il sapore dell'autenticità Carpignano se l'è guadagnato andando a vivere stabilmente nelle terre di cui parla ...sulla vita dentro un quartiere degradato della città della minoranza rom e delle vicissitudini di un ragazzino appartenente al gruppo stesso..."
La maggioranza delle recensioni giudica il film "sufficiente": 10 su 18 (con 6 positive e 2 negative).
La più votata (***) è di steno79:
"... Kenneth Branagh tenta un'impresa ambiziosa, ma non del tutto riuscita. ...ci si poteva aspettare qualcosa in più, è intrattenimento popolare senza troppe pretese intellettuali, ma meno inventivo rispetto a Lumet anche nell'uso del flashback e anche un po' troppo verboso, con certe scene iperdialogate che finiscono per stancare. Sufficienza di stima per un film che aggiorna il materiale della Christie con tocchi moderni a tratti azzeccati, ma che manca nel complesso di una maggiore incisività nel tratteggio dei caratteri e nel ritmo."
La maggioranza delle recensioni dà un giudizio "positivo": 10 su 14 (con 3 sufficienti e 2 negative).
La più votata (*** e mezza) è di supadany:
" ...Accostato per affinità elettive al filone di autisti al servizio del crimine, che annovera titoli come Driver l’imprendibile e Drive, Baby driver è molto di più, ovvero uno zibaldone saporito e rinfrescante che non cerca la facile copia carbone pur rimanendo commestibile per chiunque (da qui il successo), caparbio nel cercare, e trovare, una connotazione personale senza fermarsi nelle più rifocillanti delle oasi che crea lungo la sua progressione..."
La maggioranza delle recensioni dà un giudizio "positivo": 9 su 10 ( una sufficiente).
La più votata (****) è di M Valdemar:
"...l'opera prima di Roberto De Paolis s'immerge con passione e intelligenza in (conta)minate zone di conflitto – la periferia romana, i campi rom e i rifugiati, la crisi e il lavoro (che non c'è), il volontariato, la chiesa – restituendone e filmandone, con coerente, credibile realismo, il p(r)es(s)ante carico di ombre e contraddizioni, vitalità e miserie, (svuotamento di/delle) identità e mollezza delle istituzioni. ...in Cuori puri l'osservazione realistico-documentaristica si fa sostanza e racconto, nucleo pulsante e vivo di un modo di concepire/realizzare Cinema di cui abbiamo bisogno. ..."
La maggioranza delle recensioni dà un giudizio "positivo": 9 su 12 ( tre sufficienti).
La più votata (**** e mezza) è di laulilla:
"Presentato in concorso a Cannes quest’anno e seguito da mille polemiche a mio avviso ingiuste: Haneke non ha ammorbidito né il suo nihilismo sconsolato, né l’analisi spietata delle manifestazioni del male nel cuore dell’uomo.Un film crudele e bellissimo."
"... Il quarto capitolo delle avventure di Mad Max è un road movie furente, segnato da un ritmo vertiginoso ed incessante per tutta la durata del film... Con un budget adeguato alle sue idee ed aspirazioni, finalmente Miller torna a un cinema a lui più congeniale e dirige quello che negli anni a venire forse si potrà definire il capitolo più bello e riuscito della quadrilogia,"
"... un crescendo di indagini da consumati detective ed ogni termine, apparentemente casuale, rientra nella ricercata sceneggiatura da visibilio per i fan tarantiniani... è sufficiente non essere deboli di stomaco e tenere bene a mente come lo splatter di Tarantino preveda quel voluto eccesso che agli occhi dei sostenitori funge paradossalmente da antidoto contro spiacevoli effetti collaterali. ..."
"... Una creatività debordante, consona a far spalancare più volte la bocca per la meraviglia, ridere a crepapelle, ma anche fermarsi a pensare, o meglio farlo nella più totale libertà e naturalezza. Le cinque emozioni, animate risaltando nei tratti le caratteristiche di ciascuna, formano un vero e proprio team d'assalto, i tanti siparietti sono dettati da dialoghi scritti con grande brio, Gioia è contagiosa, mai disposta alla resa, ma la vera sorpresa è Tristezza dapprima vista come un ostacolo e poi vera e propria eroina. ..."
"....amo Sollima e questo genere di storie, con rappresentazione realistica di criminalità, corruzione e violenza. ....il film è assolutamente da vedere. Non è perfetto, no, forse è troppo in stile fiction tv, ma è fluido, accattivante, senza tempi morti. E quando l'hai finito, ti vien voglia di rivederlo, di soffermarti particolarmente su alcune scene, quasi interamente rese notevoli dalla musica degli M83."
"Saul sa di morire ad Auschwitz, si sente chiamato ad una missione per risorgere. ... Da una camera a gas Saul estrae il corpo di un ragazzino ancora in vita per pochi istanti. Non sapremo mai se in lui riconosce il proprio figlio, ma l'uomo farà di tutto affinchè venga seppellito accompagnato dal rito religioso. ...è l'immobilità del corpo avvolto da un sudicio sudario a parlare direttamente allo spettatore..."
" 'Sicario' era il nome attribuito dagli antichi romani a una fazione estremista del partito ebraico degli Zeloti che ricorrevano sistematicamente all'omicidio terroristico come loro principale strategia politica. Ma i sicari - qui nell'inferno delle metropoli messicane... - ...sono persone sole e disperate che hanno perso tutto e vogliono trovare una parvenza di pace facendosi giustizia da soli. ...situazioni e personaggi che compongono questo presepe del male e del dolore... come una epidemia senza fine e senza soluzione."
" ... Un film delicato e forte allo stesso tempo, senza calcare la mano nei momenti più sensuali, ma solo dosando gocce di eros funzionali alla narrazione, facendo esprimere i gesti e le parole giuste, come dice nell'unica scena d'amore l'estasiata Carol: 'Che strana ragazza che è lei...piovuta dallo spazio!'. Una storia di sguardi, che non va persa... un film in ogni caso coraggioso e benissimo raccontato."
Con Richard Dormer, Agata Buzek, Dawid Ogrodnik, Andrzej Chyra, David L. Price
15/ 11
2015: 7° (2/67 = 3%)
(Marcello del Campo - Tex61)
8 recensioni, tutte positive.
" 11 minuti dilatati in 81 minuti di pellicola. Si va a scuola di cinema dal Dottor Professor Skolimowski. ... Tante storie, un unico epilogo forse a ricordarci l'inconsistenza dell'esistenza con quel 'pixel morto' che forse sta a rappresentare il sovrannaturale, l'imponderabile. Una pellicola da vivere minuto per minuto, sequenza per sequenza, emozione per emozione. Grande cinema con qualche timidissima perplessità sul finale; ma stiamo cercando il pelo nell'uovo. ..."
" ... Audiard ci regala una storia - un'altra - fatta di individui il cui passato è una pagina scritta a caratteri indelebili che continua a tornare in superficie nonostante gli erculei sforzi ch'essi compiono per ricominciare da zero. Direi che oggi come oggi nessuno come lui sa costruire drammi d'autore senza perciò cadere nella trappola mortale (nel senso di soporifera) dell'autorialità a tutti i costi. ..."
Con Louis-Do de Lencquesaing, Benjamin Utzerath, Vincent Nemeth, Johanna Korthals Altes
15/ 17
2015: 12° (1/67 = 1,5%)
(mck ♣)
7 recensioni positive e 0 negative (su 9)
" Che cosa saremmo noi, chi sarei stato io se non avessi visto dipinti gli occhi di coloro che sono stati uomini prima di me? (Aleksandr Sokurov)... Francofonia va ben oltre l'idea di un museo come semplice contenitore per preservare l'arte poichè Sokurov riesce a farlo diventare il ritratto connotativo di una nazione, di un continente, del mondo intero, nel suo essere il guscio che preserva al suo interno, il codice genetico identitario della stessa civiltà. I palazzi crollano (sono sempre 'crollati' o fatti crollare, anche nel passato): Babilonia, Ninive, Troia, Dresda, e adesso pure la Palmira riportata alla luce dagli archeologi che rischia seriamente di essere di nuovo - definitivamente - perduta (siamo già a buon punto purtroppo) per la cui tragica sorte, possiamo dire che Sokurov è stato purtroppo un funesto 'profeta'. "
Con François Fehner, Marion Bouvarel, Marc Barbé, Adèle Haenel, Inès Fehner
15/ 21
2015: 12° (1/67 = 1,5%)
(cherubino)
NESSUNA recensione.
"Faticosa la vita del teatro itinerante! .... Film fortemente autobiografico e l'affettuosa partecipazione sentimentale della regista si sente: da quel mondo proviene, sia lei sia la sua famiglia. Affettuosa ma non troppo: ve lo dice già il titolo "Gli orchi" ad evocare la durezza di quel mondo particolare. E, se vogliamo, in una certa misura film anche 'neorealistico'."
"Ma Ma è una chimera. Un'umanissima utopia che si materializza, un sogno ad occhi aperti.... Ma Ma è semplicemente, sfacciatamente, come tutto dovrebbe accadere... Come vorremmo che fosse e come, invece, non è. ...Ma Ma esprime la forza della vita, anche e in special modo nella malattia, nel deturpamento, nel disfacimento del corpo. Ed è proprio la sua intenzionale, artefatta natura confortante (che può incontrare più di un detrattore) a renderla un'opera struggente, preziosa, necessaria. Catartica. E la magia del cinema è anche questa."
Con Deng Shoufang, Liu Lijie, Liu Xiaomin, Jiang Jiangsheng, Chen Erya, Huang Liqin
15/ 29
2015: 12° (1/67 = 1,5%)
(EightAndHalf ♣)
UNA sola recensione.
"Come ogni capolavoro, Jia è di una semplicità disarmante (volendo, difficilissima), perchè 'basta osservare'. ...
Dunque, per quanto richieda impegno e pazienza (Jia dura 4 ore e 40 minuti), il film d'esordio di Liu shimin è un film di clamorosa importanza, un patrimonio di invenzioni visive mai ostentate ma sottili e importanti, un esempio pazzesco di grande Cinema, quello che attinge ai sentimenti, certo, ma anche alla voglia dello spettatore di saper guardare, e al sentimento spontaneo che ne consegue."
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