Dopo alcune settimane in cui le uscite erano meno numerose (a causa della permanenza dei film già usciti nelle festività e dell'uscita di titoli dalle importanti aspirazioni commericali) si torna a un numero constitente di nuovi titoli. Tra quelli presenti (alcuni dei quali però sono film evento, nelle sale per pochi giorni), si segnala in prima posizione per numero di copie il nuovo film di Ligabue, che sarà in oltre 400 sale, mentre la prooosta d'animazione Bigfoot Junior è secondo con 300.
Scendono intorno alle 200 sale L'uomo sul treno e Downsizing, mentre intorno alle 150 troviamo sia la commedia diretta da Lello Arena Finalmente sposi, sia il film di Luca Guadagnino, candidato a quattro premi Oscar, sia infine il dramedy Tutti gli uomini di Victoria. Tra gli altri titoli, varie opere dedicate alla Giornata della Memoria.
Luciano Ligabue si cimenta con la sua terza regia - dopo l'esordio rombante con Radiofreccia nel 1998 e il seguito meno fortunato con Da zero a dieci nel 2002. Lo fa scritturando Accorsi e la Smutniak e raccontando la storia di una coppia che deve superare crisi di relazione e individuali.
Il nuovo film d'animazione in arrivo dal Belgio si nutre di un mito resistente e seducente quanto quello dello yeti (anche se da noi assai meno popolare): è quello del Bigfoot, o piedone, creatura scimmiesca che dovrebbe abitare nelle foreste dell'America del Nord. Il piccolo protagonista scopre infatti di essere figlio della creatura - che tanto scimmiesca non è - e dopo un primo momento di stupore comincia ad assaporare i vantaggi e i superpoteri che gli derivano dalla sua nagtura.
Liam Neeson è un commuter (ovvero un pendolare) che tutte le mattine usa il treno per andare al posto di lavoro e che si occupa di assicurazioni ma viene ingaggiato per scoprire chi sia un misterioso ladro che si trova sulla vettura. Si ritroverà immischiato in qualcosa di molto più grande che lo costringerà ad agire con determinazione per scongiurare una sciagura. Action-thriller firmato da Jaume Collet-Serra. Nle cast vari volti noti: da Vera Farmiga a Patrick Wilson, a Sam Neil, Elizabeth McGovern e Jonathan Banks.
È stato scelto per l'apertura dello scorso festival di venezia il film di Payne (Nebraska, A proposito di Schmidt) che vede impegnato nel ruolo principale Matt Damon. Forse però bisognerebbe dire nel ruolo "minimale" visto il suo personaggio sceglie di aderire a un progetto scientifico che - per limitare l'impatto dell'umanità sul pianeta - ha elaborato un metodo per miniaturizzare gli esseri umani. Un percorso che promette grande benessere ma che rivela inevitabili sorprese.
Terza regia per Lello Arena (il suo primo film fu No grazie, il caffé mi rende nervoso con l'allora compagno di avventure Massimo Troisi): una commedia, naturalmente, che ruota intorno ad un agognato matrimonio per un coppia di napoletani alquanto ruspanti che si trasforma in un incubo fatto di debiti da pagare e di migrazione forzata in Germania.
Tre candidature ai Golden Globes, e ora altre 4 agli Oscar (compresa quell al miglior film), oltre a una valanga di apprezzamenti da critica e pubblico nel mondo intero. Il film di Guadagnino - il regista italiano che gli italiani poco conoscono - arriva ora anche da noi. Adattamento del romanzo omonimo di André Aciman, divenuto un caposaldo della letteratura omosessuale, ambientato nell'Italia degli anni '80.
Arriva dalla Francia il film di Justine Triet: la storia di una avvocatessa (Virginie Efra) separata dal marito la cui vita, già disordinata, va quasi in pezzi nel tentativo di conciliare il suo impegno nel lavoro con una continua ricerca, sia pur confusa, di una felicità affettiva e sessuale. Toni da commedia e discreto successo in Francia.
Film-evento - e pertanto nelle sale solo dal 25 al 27 gennaio - l'opera drammatica di Claus Räfle ci porta nella Berlino del 1943 dove, nonostante il Reich abbia dichiarato la città "finalmente" libera dagli ebrei, vivono nascosti dei sotterranei cittadini ben 7000 di loro, le cui vicende vengono raccontate attraverso le vite di alcuni di loro.
Con Michael Caine, Joan Collins, Paul McCartney, Twiggy, Roger Daltrey, Lulu
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Rubando il titolo a una canzone famosa degli who, il documentario di David Batty ci porta nei fantasci Sixties, usando Michal Caine a mo' di Virgilio per guidarci a ripercorrere il decennio da cui è cominciato tutto. O quasi. Nelle sale fino al 29 gennaio.
Con Yuliya Vysotskaya, Christian Clauss, Philippe Duquesne, Peter Kurth, Jakob Diehl
Era caduto nel dimenticatoio il film di Konchalovskiy premiato a Venezia 2016 con Il Leone d'Argento per la migliore regia (ex-aequo con Animali Notturni di Tom Ford). L'occasione per ripescarlo è la Giornata della Memoria - visto che il film è ambientato nel corso della Seconda guerra mondiale e tratta - seppure non tematizzandolo direttamente ma usandolo, per così dire, come sfondo - del tema dell'Olocausto. Un'occasione comunque ottima, anche perché il film è stato molto apprezzato da chi l'ha visto a suo tempo al Concorso veneziano.
Esce in pochissime sale il film d'lesordio dell'israeliano Amichai Greenberg, figlio di sopravvissuti all'Olocausto e, già collabaratore dell'Istituto Yad Vashem, l'ente nazionale israeliano per la Memoria della Shoah. Un documentario sui generis che indaga il tema della preservazione della memoria.
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