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John Carpenter: un omaggio
di DeathCross ultimo aggiornamento
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John Carpenter: un omaggio

In occasione del 70° compleanno del Maestro John Carpenter, ho pensato di riprendere mano al 'format' delle playlist per proporre una sorta di omaggio, sotto forma di pseudo-articolo, a uno dei miei Autori preferiti in assoluto.
Ho iniziato anche una maratona per rivedere tutti i suoi Lungometraggi (Cinematografici) ma, causa mancanza di tempo, ho deciso di far uscire questa lista in anticipo rispetto al termine di questo mio ciclo personale di visioni.
Riscontrando enormi difficoltà nella stesura di una classifica, anche solo 'indicativa', e ritenendo inoltre un'operazione del genere sostanzialmente inutile, ho deciso di optare per un ordine cronologico dei vari Titoli.

Mi sono concentrato unicamente sulle Opere CInematografiche del Regista, escludendo Lavori televisivi come "Someone's Watching Me", "Elvis", "Body Bags" e i due Magnifici Episodi di "Masters of Horror", "Cigarette Burns" (quasi un capolavoro) e "Pro-Life": forse a questi Titoli dedicherò un post a parte.
Le opinioni ai singoli Film si basano, in sostanza, sulla rielaborazione e sull'unione di vari appunti da stesi in seguito a diverse visioni e riflessioni (anche in momenti diversi e distanti mesi se non addirittura anni tra di loro), ma a volte riprendono anche parti di interventi già da me pubblicati qui e altrove. Ho cercato di tenere ogni intervento in una forma il più possibile sintetica (o, meglio, non troppo esaustiva).

 

Attenzione: SPOILER!

Playlist film

Dark Star

  • Fantascienza
  • USA
  • durata 83'

Titolo originale Dark Star

Regia di John Carpenter

Con Brian Narelle, Andreijah Parich, Dan O'Bannon, Joe Saunders

Dark Star

In streaming su Plex

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DARK STAR

 

L'esordio alla Regia di John Carpenter, co-autore assieme a Dan O'Bannon ("Alien") della sceneggiatura, è un film di fantascienza dai toni grotteschi e nichilistici.
I personaggi sono tutti macchiette ma nel contempo realistici, e su tutti e tutto domina un profondo Senso di Noia: la Straordinarietà del Cosmo viene piegata alla Monotonia, all'Estraniamento (anche da sé stessi, tant'è che i Protagonisti hanno dimenticato i loro nomi propri), all'Incomprensione. Sul piano tecnico, i numerosi primi piani dedicati ai singoli Personaggi distaccano questi tra di loro pur mantenendoli nello stesso, stretto spazio. Anche le dominanti Luci Rosse e Blu rafforzano il senso di Estraniamento Psicologico, soprattutto se poi facciamo un confronto con l'asetticità delle scenografie quando sono riprese con illuminazioni 'normali'. Gli individui (si) sono ridotti a tentativi d'imitazione delle macchine, e il confronto con queste ultime si rivela alla fine pericoloso per gli umani, che non hanno il controllo ma lo pretendono, mentre le macchine non hanno volontà di controllo ma di fatto lo detengono.
Un film molto strano, per certi versi quasi un divertissement, che tradisce la natura di progetto scolastico e che per questo non raggiunge lo status di Capolavoro, ma nemmeno l'ambisce. Possiamo però notare una cura di Carpenter nella Regia già molto attenta, e troviamo alcuni elementi che torneranno sia in Carpenter (spazi claustrofobici, visione critica della società...) sia in O'Bannon (in particolare "Alien"). Una piccola perla da scoprire e gustare.

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Distretto 13: le brigate della morte

  • Thriller
  • USA
  • durata 91'

Titolo originale Assault on Precinct 13

Regia di John Carpenter

Con Austin Stoker, Darwin Joston, Laurie Zimmer, Martin West

Distretto 13: le brigate della morte

In streaming su Amazon Prime Video

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ASSAULT ON PRECINCT 13

 

Gran bel film d'assedio, di derivazione western ("Rio Bravo", che ancora mi manca).
Carpenter dimostra di avere già in mano una magnifica padronanza della Regia, senza gettarsi in inutili virtuosismi fini a sé stessi, ma caricando di significato ogni movimento di macchina. Già alla prima visione ammirai la panoramica in cui, da lontano, osserviamo il movimento (verso destra) dell'auto con padre e figlia: ad un certo punto un edificio impalla la visione del veicolo, fino a quando questo riemerge proseguendo il suo percorso; intanto, in primo piano rispetto allo sfondo, vediamo spuntare il primo dei quattro membri della gang principale (tra l'altro, anche nella Dark Star erano in 4), e successivamente vediamo giungere anche altri due, dopodiché la mdp inverte il proprio movimento sull'asse seguendo per un po' la camminata dei tre "teppisti", fino a quando uno stacco di montaggio chiude questo (quasi?) piano-sequenza con l'arrivo dei tre nella propria automobile.
Il fulcro del Film è l'Assedio del distretto, che ci viene preparato 'alla luce del giorno', quando Bishop osserva, con una stupenda alternanza di suoi primi piani a sue soggettive, l'ambiente circostante nel suo stato di quiete. L'Attacco delle gang è simile all'Orda di Zombie del "Night of the Living Dead" Romeriano e per certi versi anticipa le infestazioni di Fantasmi di "The Fog" o "Ghosts of Mars". Le uccisioni avvengono in modo secco, privo di melodrammi e fronzoli fin dalla morte della bambina, e il Montaggio serrato ma mai frenetico conferisce il Ritmo giusto per la Tensione ricercata dall'Autore.
Non manca uno Sguardo Critico alla Società, con una non così sottile sfiducia nell'autorità e nella polizia, di cui vediamo la brutalità (inizio), l'arroganza (trasferimento di Wilson) e l'automatismo (lo sbirro che vuole ammanettare Napoleon): Bishop, di fatto, è l'unico capace di autentica umanità per i prigionieri.
Chiudo citando le Musiche, sempre composte con Gusto straordinariamente Minimalista da Carpenter stesso e, forse, la Colonna Sonora che maggiormente mi rimane impressa dell'Autore.

Rilevanza: 3. Per te? No

Halloween. La notte delle streghe

  • Horror
  • USA
  • durata 93'

Titolo originale Halloween

Regia di John Carpenter

Con Jamie Lee Curtis, Donald Pleasence, Nancy Loomis, Tony Moran, P.J. Soles

Halloween. La notte delle streghe

In streaming su Cultpix

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HALLOWEEN

 

Il Film che ha sicuramente lanciato Carpenter come Autore dell'Horror, e allo stesso ha lanciato anche il Slasher, già anticipato da Film come "Black Christmas" di Clark, con tutti i suoi codici e anche i suoi cliché.
L'Inquietudine è caricata fin dai Titoli di Testsa, al termine del quale parte la cantilena infantile, con didascalia temporale, e subito dopo inizia la Magnifica Soggettiva in Prima Persona, un Piano-Sequenza (in realtà composto da alcuni stacchi 'mascherati') che non può lasciare indifferenti chi ama veramente il Cinema. L'uso delle Soggettive, come sempre in Carpenter, è fondamentale, non solo quando mostrano il punto di vista di Michael: in ogni caso lo Sguardo, indagando l'Ambiente, ricerca, consapevolmente o meno, The Shape.
Sotto la superficie disimpegnata Carpenter fa sentire il suo Sguardo Critico. Innanzitutto il 'Male' nasce all'interno di una famiglia borghese, mostrando il volto brutale covato nel perbenismo ipocrita della classe media statunitense, e forse è la superficialità dei suoi componenti la Causa Scatenante della Brutalità e, soprattutto, del 'Vuoto' psicologico di Michael. Ma la critica si estende anche all'Indifferenza delle masse alla Violenza e alla Richiesta d'Aiuto, e sono possibli anche discorsi sulla repressione degli istinti, in particolare sessuali, in cui si notano diverse somiglianze tra Michael e Laurie.
Mi fermo qua con le speculazioni, perché ormai ho detto anche troppo e temo anche di aver banalizzato magari il tutto. Comunque, sul piano tecnico Carpenter conferma la sua Grandiosità, alternando soluzioni classiche e minimalismo, avvertibile fortemente nelle sempre stupende Musiche, ad esperimenti per certi versi virtuosistici ma mai fini a sé stessi. Ho notato nei Colori una prevalenza di Arancio (Zucca), soprattutto negli interni, alternate a luci Bluastre e Spettrali provenienti soprattutto dall'esterno notturno.

Rilevanza: 1. Per te? No

Fog

  • Horror
  • USA
  • durata 90'

Titolo originale The Fog

Regia di John Carpenter

Con Adrienne Barbeau, Jamie Lee Curtis, John Houseman, Hal Holbrook, Janet Leigh, Tom Atkins

Fog

In streaming su Raro Video Amazon Channel

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THE FOG

 

Si potrebbe definire un Carpenter 'minore', ma solo a causa dell'alta concentrazione di Capolavori nella Filmografia dell'Autore.
Infatti "The Fog" è un'altra Opera Cinematografica di Altissimo Livello, l'ennesimo Cult del Regista, il quale continua a mantenere il suo Stile solidamente ancorato al classico e alla sua inconfondibile concezione Minimalista: nell'Orrore, spesso costruito con il Non-Visto (e con la Nebbia il Non-Visto diventa praticamente inevitabile), nelle Musiche, nella limitazione di virtuosismi auto-referenziali... Al contempo però l'Autore prosegue nel suo Percorso di Crescita Formale, sfruttando al massimo le Potenzialità Espressive del Montaggio Alternato, già sperimentato nell'Esordio scolastico di "Dark Star" e anche in "Halloween", con il quale conferisce al Film un Tono Corale, di condivisione collettiva dell'Orrore. Riguardo alla Fotografia, non si possono non segnalare le Magnifiche Immagini con Protagonista la Nebbia, pervasa da spasmi luccicanti e colorati, che avvolge i Personaggi e le Inquadrature iniziando il suo processo di 'divoramento' che si conclude con l'uccisione secca (molto 'slasher') delle vittime da parte dei fantasmi/zombie.
Fedele alla sua Poetica, anche qua Carpenter (che appare ad inizio Film in un simpatico cameo) fa sentire la sua Voce Critica sulla società statunitense, individuandone l'Ipocrisia e la Brutalità fin nelle sue radici: lo sterminio di lebbrosi su cui si fonda Antonio Bay è per me un richiamo ai genocidi delle comunità native da cui sono nati gli usa, e sia nella storia di Carpenter che nella Storia reale tali massacri sono stati mascherati e coperti costruendoci sopra un Mito che di vero non ha praticamente nulla: tale pratica verrà ripresa più volte per nobilitare tutte le successive brutalità della storia americana.
Un altra Opera Imperdibile per chi adora o anche solo apprezza la Poetica Carpenteriana, grazie alla sua magnificenza Stilistica e alla ricchezza di Spunti di Riflessione.

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

1997: Fuga da New York

  • Fantascienza
  • USA
  • durata 95'

Titolo originale Escape from New York

Regia di John Carpenter

Con Kurt Russell, Lee Van Cleef, Ernest Borgnine, Donald Pleasence, Harry Dean Stanton

1997: Fuga da New York

In streaming su MUBI

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ESCAPE FROM NEW YORK

 

Un altro Grande Capolavoro.

Il Maestro realizza un action ribaltando completamente i caratteri reazionari che caratterizzeranno prevalentemente il genere nel periodo seguente: non c'è alcuna apologia per le istituzioni e gli squarci che vediamo del futuro sono tutt'altro che solari. L'america post-reaganiana prevista da Carpenter ha un aspetto alquanto fascista, e lo capiamo vedendo solo una città, New York, simbolo della Libertà (intesa come la spacciano le propagande statunitensi), trasformandola nella più grande e invalicabile prigione del mondo. La Critica Carpenteriana però non investe soltanto gli schiavi del potere, ma anche i derelitti da esso represso: i ribelli sono pazzi kamikaze, i reclusi sono alienati e creano gerarchie pompose (Brain, Duke...) e a Snake Plissken non frega un cazzo di nessuna ideologia. Ma alla fine la rabbia dei prigionieri e degli 'workers' non può non essere condivisa (ovviamente se si ha una certa sensibilità politica), la polizia è priva di umanità, robotica, gli ufficiali sono mercenari (anche se Hauk ha carisma) e il presidente è un cagasotto che nel finale gioca a fare Rambo.

L'egoismo nichilista di Snake, dopo aver assistito al sacrificio di vari/e compagni/e di giornata, si arricchisce di Empatia e la sua sfrontatezza finale mette ko i giochi dei potenti, sostituendo un nastro (militare) con musica. Inoltre, se prima voleva abbattere le formalità facendosi chiamare Snake, alla fine vuole solo rafforzare la sua distanza dalla società pretendendo di essere chiamato Plissken.
Un Cult che non perde un granello di Fascino nonostante i quasi 35 anni 'd'età', impossibile da non amare per chi, come me, contesta la società ma godibilissimo (credo) anche per chi invece è politicamente 'vergine', o addirittura 'nemico' (e l'idea che goda ignaro di essere insultato mi diverte assai).

Capolavoro Action!

Rilevanza: 2. Per te? No

La cosa

  • Fantascienza
  • USA
  • durata 108'

Titolo originale The Thing

Regia di John Carpenter

Con T.K. Carter, Kurt Russell, Wilford Brimley, David Clennon

La cosa

In streaming su Amazon Video

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THE THING

 

Il cammuffamento e la conseguente sfiducia nel prossimo costituiscono il Tema principale dell'Opera, primo tassello fondamentale per l'Apocalisse narrata nell'ideale trilogia proseguita con "Prince of Darkness" e "In the Mouth of Madness".

La Cosa imita gli altri esseri viventi, si conformizza per sopravvivere, e diffonde la sua natura espandendosi. La Cosa esiste solo come copia: la sua vera forma non è conoscibile, forse non esiste, e messa alle strette, o durante le fasi di transizione da un corpo all'altro, da un'imitazione all'altra è costretta ad "improvvisare" oscene caricature lovecraftiane della Vita. Le persone non esistono più, esistono solo come potenziali nemici da tenere d'occhio, e l'ipocrisia domina incontrastata. Ancora una volta Carpenter nega l'esistenza di eroi: MacReady, egocentrico, si ritiene l'unico individuo in grado di salvare l'Umanità dall'Apocalisse e, non fidandosi di nessuno, impone dispoticamente il suo comando pur di non essere 'contagiato', senza scomporsi quando uccide altri esseri umani.
Alla fine, però, dopo aver sconfitto la Cosa, si trova solo con Childs, tornato dopo l'inspiegabile sparizione. Childs è la Cosa? Lo è MacReady (e in questo caso tutte le sue azioni rivelerebbero un'ipocrisia spaventosa)? Il dialogo è ambiguo e allusivo: alle domande del compagno MacReady risponde vagamente, e il dialogo viene suggellato da risate amichevoli e false. Probabilmente entrambi sono umani, ma non potendo fidarsi l'uno dell'altro si limitano ad aspettare che accada qualcosa, probabilmente l'arrivo della morte per congelamento, mentre magari la Cosa, in versione Fuchs, sta già ibernando.
Ottimo il Cast tutto maschile, con solo un cameo femminile (vocale) della Barbeau. Fotografia curatissima, Location desolante, Regia solida nella messa in scena e nello studio delle inquadrature, con numerose dissolvenze a separare le sequenze. Musica di Morricone in linea col sapore squisitamente minimalista di Carpenter.

Rilevanza: 3. Per te? No

Christine. La macchina infernale

  • Horror
  • USA
  • durata 110'

Titolo originale Christine

Regia di John Carpenter

Con Keith Gordon, John Stockwell, Alexandra Paul, Harry Dean Stanton, Robert Prosky

Christine. La macchina infernale

In streaming su Amazon Video

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CHRISTINE

 

Nonostante la Personalità di King, come in quasi tutte le trasposizioni dei suoi Libri sembri prevaricare su quella del Regista, e nonostante il progetto nasca come 'riparazione' al pesante insuccesso di critica e di pubblico subita con "The Thing",  lo Stile e la Poetica di Carpenter riescono comunque a farsi sentire e riconoscere. Vuoi per le inquadrature 'classiche' e 'larghe', vuoi per il clima d'Assedio che caratterizza certe sequenze, vuoi per la Colonna Sonora composta, nei brani originali, dallo stesso Cineasta in collaborazione con il fidato Alan Howarth, "Christine" riesce ad essere un Film Carpenteriano fin quasi al midollo, forse anche più di quanto "The Dead Zone" riesca ad essere Cronenberghiano.
Non manca una sottile ma tutt'altro che irrilevante critica contro il materialismo insito nel capitalismo, dove l'individuo-consumatore nutre maggiore affetto per gli oggetti (l'auto) che per le Persone. Ma il rapporto tra Arnie e Christine va ben oltre: il ragazzo, bulleggiato a scuola e represso a casa, trova nell'Auto riparabile una compensazione e, ricambiato dall'oggetto nell'affetto, entrerà in simbiosi con il veicolo fino a costituire una Coppia di Vendicatori contro una società fondata sulla sopraffazione, arrivando però nel Finale a diventare loro stessi dei prepotenti.
La Regia, anche se 'prestata' a King, è solida e non priva di trovate Artistiche Memorabili, su tutte Christine in fiamme che semina Terrore e, soprattutto, la riparazione di Christine, una Sequenza Antologica che da sola sbaraglia tutti gli effetti dei transformers bayani.
Il Cast è efficace per i ruoli interpretati, in particolare Keith Gordon che, nei panni di Arnie, si destreggia abilmente nell'evoluzione del Personaggio dalla passività più inerme all'arroganza più disperata.
Troppo Kinghiano per entrare nel 'Best of Carpenter', riesce con la sua forte Personalità ad inserirsi però tra le trasposizioni più memorabili delle Opere Letterarie dello Scrittore del Maine.

Rilevanza: 1. Per te? No

Starman

  • Fantascienza
  • USA
  • durata 110'

Titolo originale Starman

Regia di John Carpenter

Con Jeff Bridges, Karen Allen, Charles Martin Smith, Richard Jaeckel

Starman

In streaming su Amazon Video

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STARMAN

 

Opera diversa per il Creatore di Michael Myers, nata pure questa come 'recupero dei crediti' persi con "The Thing", non per questo è meno Carpenteriana.

La messa in scena trasuda Carpenter da tutti i pori, con inquadrature classiche ma allo stesso tempo molto ricercate e sperimentali, nessuna horrorata (fatta eccezione per l'incarnazione dello Starman) ma molto forte il Tema dell'Inseguimento, una sorta di assedio a cielo aperto, on the road. Finale dai Colori Poetici e dai Toni Onirici come anche nella Scena d'Amore o nel salvataggio di Jenny dalle fiamme dell'auto. Non manca la solita Polemica contro le autorità e l'ignoranza di massa: i gerarchi militari accolgono ciò che non sanno catalogare solo con la Violenza, gli sbirri sono zoticoni in cerca di gloria e i redneck fascistoidi pro-caccia sfottono e pestano chi è differente.
Carpenter affronta la Sci-Fi Sentimentale con Grande Perizia e Abilità Registica, riuscendo a Commuovere senza scadere nella retorica melensa tipica di certe operette spielberghiane (anche se Spielberg, tecnicamente sempre molto valido, un bel po' di Filmoni non buonisti ne ha fatti, ma non va dimenticato che "E.T." fu una delle cause principali del 'flop' di "The Thing") ma proponendo Immagini di Sublime Bellezza, molto più importanti e pregni di significato rispetto ai dialoghi (non carpenteriani), accostando una Colonna Sonora che non poteva, per Sile, essere Sua (infatti è di Nitzsche) ma che ha quel tocco minimale in linea con lo Stile e il Gusto del Maestro.
Cast straordinario, in particolare la dolce Allen e il superlativo Bridges, perfetto come Alieno, 'straniero'. Non un Capolavoro, ma un piccolo Cult da riscoprire.

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Grosso guaio a Chinatown

  • Fantasy
  • USA
  • durata 99'

Titolo originale Big Trouble in Little China

Regia di John Carpenter

Con Kurt Russell, Kim Cattrall, Dennis Dun, James Hong, Victor Wong, Kate Burton, Donald Li

Grosso guaio a Chinatown

In streaming su Disney Plus

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BIG TROUBLE IN LITTLE CHINA

 

Un Cult Action degno di Carpenter.
Forse non ci troviamo di fronte ad uno dei suoi Capolavori Maggiori, ma sui piani Qualitativo e Artistico resta sempre ai "massimi livelli". Con questa Action Comedy che rievoca in chiave quasi demenziale il Cinema di Hong Kong il Maestro propone un Esempio di Azione Autoironica di Qualità: sporca nella messa in scena ma studiata nei movimenti di macchina e nelle inquadrature, genuinamente ignorante nella caratterizzazione dei personaggi e delle atmosfere ma intelligente nella costruzione delle scene. In parole povere, l'Action (Comedy) secondo Carpenter corrisponde all'esatto contrario dell'accezione odierna di questo (sotto)genere, dove i protagonisti escono sempre puliti e ordinati da scene di lotta riprese e montate in modo confusionario, dove i personaggi e le situazioni o si prendono sul serio o scadono in un'ironia irritante e la Stupidità cosmica regna incontrastata.
Anche qui, sotto l'apparente disimpegno della storia si nasconde l'immancabile frecciatina Carpenteriana contro la società (statunitense). Jack Burton ci viene presentato dall'autista di autobus Egg come un Eroe, ma fin dalla sua prima apparizione, all'inizio del lungo Flashback su cui è costruito il Film, il Protagonista rivela la sua natura di Satira dell'uomo statunitense medio: materialista, idiota, incapace di affrontare ciò che non conosce, riuscirà ad abbassare l'Epicità della Mitologia Orientale trasformandola in farsa, analogamente a come Ash Williams, in "Evil Dead II" ma soprattutto "Army of Darkness" di Raimi abbassava l'Orrore e lo spirito nobile medievale ad un livello ai limiti del Demenziale.
Mi fermo qua perché avevo già pubblicato, il 17 settembre del 2015 (quando lo vidi la prima volta) un'opinione più approfondita a riguardo.

Rilevanza: 1. Per te? No

Il signore del male

  • Horror
  • USA
  • durata 100'

Titolo originale Prince of Darkness

Regia di John Carpenter

Con Donald Pleasence, Victor Wong, Anne Howard

Il signore del male

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PRINCE OF DARKNESS

 

Carpenter muove il suo sguardo sulla questione religiosa e filosofica, prendendo in considerazione la Chiesa Cattolica e richiamando esplicitamente concetti teorizzati dalla Fisica Quantistica.
L'Opera critica, usando un espediente narrativo 'complottista' (Yeshua alieno), la distorsione del messaggio evangelico da parte della Chiesa, contestando in particolare la tradizionale e autoritaria separazione morale del Bene e del Male e la distinzione tra 'buoni' e 'cattivi'. Luce e Oscurità sono concepiti come l'una Riflesso dell'altra: l'Anti-Cristo, versione 'religiosa' dell'Anti-Materia, è Speculare a Dio e, per questo, è Esso stesso Dio.
Il Discorso (Anti)Religioso non può non sposarsi con un Discorso Sociale: l'Apocalisse, 'profetizzata' in "The Thing", si configura ancora una volta come un'Infezione, un Contagio che porta all'Annullamento dell'Individuo in favore del Conformismo, e il processo giungerà a compimento nell'Esplosione della Follia Collettiva de "In the Mouth of Madness".
Sul piano stilistico Carpenter resta fedele alla sua Poetica dell'Assedio e ancora una volta utilizza magistralmente il Montaggio Alternato, adottato fin dall'inizio con un ulteriore spezzettamento delle scene attraverso l'inserimento dei Titoli di Testa. Interessante e fondamentale il messaggio dal Futuro inviato in sogno ai Personaggi: per certi versi richiama la struttura del Montaggio Parallelo e introduce il concetto di Rottura della Logica consequenziale della Storia.
L'Epilogo è spalancato ai Dubbi, esasperati nell'Inquadratura Finale, con quel taglio che ci impedisce di sapere se Brian entrerà nello Specchio oppure no. La cripticità narrativa stimola la rimessa in discussione delle Riflessioni a cui eravamo giunti/e durante la Visione del Film, in una sorta di Invito ad un Agnosticismo cosmico, dove tutto deve essere dubitato per evitare l'atrofizzazione del Pensiero Individuale.
Un'Opera d'Arte di Grande Intensità: meriterebbe uno Studio approfondito in ogni 'scuola'.

Rilevanza: 3. Per te? No

Essi vivono

  • Horror
  • USA
  • durata 97'

Titolo originale They Live

Regia di John Carpenter

Con Roddy Piper, Keith David, Meg Foster, George 'Buck' Flower, Peter Jason

Essi vivono

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THEY LIVE

 

In piena epoca reaganiana-bushista, Carpenter realizza quello che è probabilmente il suo Film più Politico, adottando ancora una volta il Genere e il suo personale Stile classico per contestare una deriva sociale sempre più opprimente e desolante.

I vari giochi di inquadrature, di soggettive, di primi piani eccetera servono ad arricchire le Immagini di indizi narrativi ma anche di spunti di riflessione, facendo entrare sempre di più l'Individuo Spettatore negli Occhi(ali) del Protagonista, con una Metafora tanto semplice quanto pesante e sovversiva. Carpenter colpisce alla radice la base stessa di tutta quella gigantesca messa in scena che è il sogno americano, ovvero la democrazia capitalista: un sistema dove la libertà non esiste, sostituita da desideri indotti e inutili, dove l'Individuo viene represso (e soppresso) e assimilato al gigantesco meccanismo del sistema. Il consenso ad essere schiavo viene indotto subdolamente tramite continue e martellanti propagande e pubblicità, esplicite e implicite (nel Film tramite messaggi subliminali propagati da segnali elettronici) che spingono le persone a "fare la propria parte" lavorando, comprando, mettendo su famiglia, educandosi ed educando, distraendosi e perdendo la propria Individualità.

Un Classico che merita di essere studiato, soprattutto da chi indossa la scritta OBEY ignorandone l'Origine Artistica.

Rilevanza: 2. Per te? No

Le avventure di un uomo invisibile

  • Azione
  • USA
  • durata 99'

Titolo originale Memoirs of an Invisible Man

Regia di John Carpenter

Con Chevy Chase, Daryl Hannah, Sam Neill, Michael McKean, Stephen Tobolowsky

Le avventure di un uomo invisibile

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MEMOIRS OF AN INVISIBLE MAN

 

Forse il Film meno personale e bello di Carpenter, ma comunque sempre interessantissimo e girato con Maestria. Per certi versi è simile a "Starman", in quanto storia d'amore in chiave fantascientifica con protagonista un 'diverso' in fuga dal governo e privo di un proprio aspetto.
Come sempre, pur essendo in primo piano l'intrattenimento, è possibile trovare diversi spunti di critica sociali: gli yuppie amici di Nick sono idioti, ipocriti e malelingue, frignoni viziati, e i servizi segreti del governo, alla guida dei militari, sono privi di scrupoli, avidi, manipolano le informazioni e fanno sparire le persone scomode. L'antagonista è odioso, interpretato con convinzione da Sam Neill (che sarà Protagonista nel Capolavoro "In the Mouth of Madness"), e, lungi dall'essere una 'mela marcia' nel sistema istituzionale, rappresenta il volto autentico e brutale di ogni autorità.
La Donna ha sempre un Ruolo Fondamentale, come spesso accade in Carpenter: il Personaggio di Daryl Hannah è colei che sola può aiutare il protagonista, il quale sarebbe inevitabilmente sconfitto senza la sua assistenza.
Sul piano tecnico, Carpenter è sempre un Maestro: interessante l'idea di mostrare le scene come avvengono 'realmente' alternandole a scene dove l'uovo invisibile è reso visibile. Gli effetti sono all'avanguardia e richiamano il Classico "The Invisible Man" di Whale rimanendo però attaccati alla Personalità dell'Opera Carpenteriana. Cast ottimo, sceneggiatura non carpenteriana ma piegata alle esigenze del Regista e musica decisamente poco Carpenteriana ma funzionale

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Il seme della follia

  • Horror
  • USA
  • durata 94'

Titolo originale In the Mouth of Madness

Regia di John Carpenter

Con Sam Neill, Julie Carmen, Jürgen Prochnow, Charlton Heston

Il seme della follia

In streaming su Amazon Video

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IN THE MOUTH OF MADNESS

 

Il Maestro realizza uno dei Suoi Capolavori più Surreali, se non il più Surreale in Assoluto.
Il Film si concentra sulla Pazzia Individuale, ma non manca di lanciare sferzanti critiche a quello schifo che era (ed è) il sistema americano:
si pensi per esempio allo sbirro manesco che rispunta all'improvviso, in un Sogno nel Sogno che rievoca Bunuel e il suo "Le charme discret de la bourgeoisie", ma anche il fanatismo (praticamente religioso) che sembra caratterizzare la folla infuriata ad Hobb's End.
La visione dell'Autore è profondamente pessimistica: la Follia è inevitabile, e avviene per mezzo di un espediente metacinematografico di notevole impatto, esplodendo in uno dei Finali più sottilmente inquietanti e memorabili degli anni '90 (stando alle mie visioni, almeno). Carpenter ci mostra l'Ineluttabilità del Caos e la Necessità della Distruzione della società umana 'civile' così come la conosciamo: il mondo post-apocalisse non sarà un mondo 'più felice', ma un qualcosa di inevitabile e di più 'sincero', anche e soprattutto nei lati più sgradevoli.
"In the Mouth of Madness" è un incubo visivo che pervade lo spettatore catturandolo con sequenze surreali sbalorditive, e il tema del potere della Letteratura (e del Cinema) viene trattato dal Maestro con grande bravura e inventiva.
Un film indimenticabile, un Horror imperdibile per ogni appassionato del Regista, del Genere e del Cinema in generale.

Rilevanza: 2. Per te? No

Villaggio dei dannati

  • Fantascienza
  • USA
  • durata 98'

Titolo originale Village of the Damned

Regia di John Carpenter

Con Christopher Reeve, Kirstie Alley, Linda Kozlowski

Villaggio dei dannati

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VILLAGE OF THE DAMNED

 

Remake dell'Omonimo Film di Wolf Rilla, a sua volta tratto da un romanzo.
Evidentemente non ci troviamo di fronte ad un Remake-Capolavoro come "The Thing", vuoi perché il Film di partenza era già un piccolo capolavoro, vuoi perché qui anche se c'è sempre un libro di mezzo è evidente che si sia andati a rifare più che altro il Film. Magari può essere vero che Carpenter si sia trovato in una fase di declino, ma non ne sono convinto.
Eppure, nonostante ci troviamo di fronte ad un Carpenter minore rispetto ai Grandi Capolavori passati, resta un Film di Classe: lo Stile resta Carpenteriano, con una Fotografia Suggestiva nel ritrarre Paesaggi e Colori, movimenti di macchina e inquadrature sempre 'essenziali' ma ricercate e studiate nel dettaglio, Musiche squisitamente ossessive e minimaliste composte dal Regista stesso, Cast molto buono con diversi volti cari al Maestro (che appare pure in un cameo) e una messa in scena dell'Orrore e dell'Inquietudine sociale sempre molto graffiante. Di grande impatto gli inserti Onirici pre-parto e inquietanti gli attacchi psichici della 'gang' di infanti 'albini'. Non manca poi il Gusto Macabro ma mai inutilmente sensazionalista nelle Morti, che subentrano già nel Black-Out iniziale (interessante svolta rispetto al Film Originale), mentre la marcia fanatica degli/lle abitanti ricorda "In the Mouth of Madness".
Ma è soprattutto l'Atmosfera di Oppressione, che può essere vista come un Assedio 'allargato', a rivelare la Mano sempre capace di Carpenter, assieme all'Epilogo aperto ad una prosecuzione dell'Incubo. Non possono inoltre mancare nemmeno gli spunti di riflessione sociale, anche se presenti già nell'Originale: lo scontro tra uniformismo e Individualismo è alquanto esplicito e oggi quanto mai fondamentale, visto che viviamo in un mondo virtuale dove tutti fan tutto senza spiccare come Individui ma uniformandosi ad una tra le infinite mode possibili. Inoltre, la natura infantile del 'Male' è shockante come in "Halloween".

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Fuga da Los Angeles

  • Fantascienza
  • USA
  • durata 100'

Titolo originale Escape from L.A.

Regia di John Carpenter

Con Kurt Russell, Stacy Keach, Steve Buscemi, Peter Fonda, Cliff Robertson

Fuga da Los Angeles

In streaming su Paramount Plus

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ESCAPE FROM L.A.

 

Sequel a distanza di circa 15 anni del Capolavoro "Escape from New York", è decisamente su un livello più basso rispetto al suo Capostipite, e anche rispetto al resto della Filmografia Carpenteriana.
Come al solito, però, l'Autore resta fedele alla sua Poetica, sia nello Stile sia nella Carica Anarchica (o Anarcoide), e più che dirigere un sequel del suo Classico Action ottantiniano ne costruisce una sorta di auto-remake, riprendendo sempre Russell nei panni del Leggendario Snake Plissken, e calcando gli aspetti politici: il 'capo' dei carcerati è simile ai barbudos latino-americani, in una versione però che sa quasi 'da poser', lo spirito reazionario e fascistoide del governo viene sottolineato esplicitando le numerose norme liberticide... Ma è nel Finale che Carpenter e il suo Anti-Eroe prendono una posizione più politicamente impegnata: analogamente allo scambio di cassette di "New York", Plissken questa volta estende il suo gesto spegnendo completamente l'elettricità nel mondo. Snake (e con lui Carpenter) opta per un 'reset' totale delle società mondiali, e lo scenario più probabile è, a parer mio, un'Anarchia: da essa poi potranno sorgere comunità Libertarie prive di gerarchie come nuovi autoritarismi totalitari, ma è importante abbattere le fondamenta delle istituzioni per poter iniziare a costruire un Mondo Nuovo e, possibilmente, migliore.
Interessante notare come la scelta di cambiare il ricatto mortale a Snake (a cui nel primo avevano iniettato dei congegni che, scaduto il tempo concesso, lo avrebbero ucciso) con un bluff fosse in realtà un'idea pensata, ma poi scartata, già per "New York".
Per il Cast e gli elementi Formali, necessito di una revisione.

Rilevanza: 2. Per te? No

Vampires

  • Horror
  • USA, Giappone
  • durata 108'

Titolo originale Vampires

Regia di John Carpenter

Con James Woods, Daniel Baldwin, Sheryl Lee, Thomas Ian Griffith

Vampires

VAMPIRES

 

Per certi versi potrebbe sembrare un film derivativo di "From Dusk Till Dawn" (ma alla base della sceneggiatura, non scritta da Carpenter, c'è un romanzo), e probabilmente è un'opera 'minore' in confronto ai Capolavori sopra 'analizzati'.
In ogno caso, però, la Mano di Carpenter si sente eccome, nell'essenzialità dei movimenti di macchina, nel minimalismo ossessivo della Colonna Sonora (più 'rockettara', ma col Tocco dell'Autore sempre riconoscibile), nella messa in scena degli Assedi (queta volta, però, operati dai "buoni")... Anche l'atmosfera country, western è in pieno Gusto Carpenteriano.
Ancora una volta i Protagonisti sono Anti-eroi, in particolare il Personaggio di Woods che, analogamente all'Anti-Eroe Carpenteriano per eccellenza (Snake Plissken) è sostanzialmente un 'nichilista' con un forte senso dell'empatia umana e dell'amicizia.
Come sempre, sotto l'apparente disimpegno (qua quasi "pre-tamarro", ma il quasi è fondamentale) della storia Carpenter non perde l'occasione per dire la sua, attaccando (ancora una volta) la Chiesa (Cattolica): l'arcivescovo è il traditore, i vampiri sono cristiani e non temono la croce (anzi, ne cercano una), Valek è un Prete e la Gerarchia vampiresca ricorda la gerarchia vaticana. Il Vampiro non è più l'anticristo nemico della cristianità ma, bensì, il vero volto delle autorità ecclesiali che hanno tradito il messaggio di Cristo per abbracciare il potere con una prepotenza maggiore dell'impero romano inizialmente contestato (seppur pacificamente) dai primi nuclei dell'ex-eresia ebraica poi divenuta una delle religioni principali nel mondo.

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Fantasmi da Marte

  • Fantascienza
  • USA
  • durata 100'

Titolo originale John Carpenter's Ghosts of Mars

Regia di John Carpenter

Con Ice Cube, Natasha Henstridge, Pam Grier, Joanna Cassidy

Fantasmi da Marte

In streaming su Amazon Video

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GHOSTS OF MARS

 

Definito il 'peggior' Film di Carpenter, stroncato come una merda paragonabile ai risultati ottenuti da Argento nel suo ultimo periodo di evidente declino artistico, in realtà, oltre a non essere un film brutto (anzi), sbaraglia la maggioranza di action iper-commerciali contemporanei.
Ci troviamo di fronte innegabilmente ad un Carpenter 'tamarro', che sorprende con un uso (se non abuso) costante di dissolvenze incrociate. C'è un richiamo all'estetica dei videogame, ma al contrario della confusione tra i due mezzi che domina nei blockbuster post-bay e post-snyder il Cinema di Carpenter resta, appunto, Cinema. Anche la scelta di attori non certo eccelsi come Jason Statham o Ice Cube risulta funzionale all'Atmosfera ricercata e il Rosso marziano conferisce al tutto un'atmosfera a metà strada tra una Dimensione Infernale e una Decadenza Western.
La trama richiama palesemente il Cult degli Esordi "Assault on Precinct 13", di cui è quasi un auto-remake trasportato su Marte e, quindi, cambiato di Genere.
L'Autore ci regala sempre momenti di (molto) buon Cinema d'Intrattenimento, nell'accezione più 'nobile' del termine: ci si diverte (e molto) grazie ad un ottimo ritmo nell'azione, una messa in scena sempre intelligente e studiata nelle inquadrature, con un occhio alla Contemporaneità ma rimanendo ben saldi nella Classicità. Interessanti le riprese in Soggettiva (costante nella Poetica Carpenteriana) dell'Entità Marziana, e curiosa la struttura 'a scatole cinesi' della narrazione, che parte dall'inchiesta alla Protagonista fino ad arrivare anche a 4 livelli di narrazione. Immancabile la tematica sociale, dove si presenta una possibile struttura matriarcale che, però, ricalca le caratteristiche gerarchiche delle attuali società patriarcali, ma anche l'annullamento della divisione morale tra sbirri "buoni" e criminali "cattivi" (già presente in "Precinct 13") di fronte al pericolo comune di un attacco 'alieno', insondabile non è da sottovalutare.

Rilevanza: 1. Per te? No

The Ward. Il reparto

  • Horror
  • USA
  • durata 88'

Titolo originale The Ward

Regia di John Carpenter

Con Lyndsy Fonseca, Amber Heard, Danielle Panabaker, Mika Boorem, Mamie Gummer, Jared Harris

The Ward. Il reparto

In streaming su Amazon Video

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THE WARD

 

Carpenter è un Regista dallo Stile inconfondibile, e anche quando lavora "su commissione" fa sentire la sua Personalità, nelle Inquadrature, nelle Atmosfere, nella sottile presenza di una Denuncia Sociale. "The Ward", suo (per ora) ultimo Film, conferma questo fatto, anche se forse si avverte una minore personalità rispetto alle sue Opere più Note (anzi, Storiche).
Ci troviamo però di fronte ad un Film studiato nelle Inquadrature, con un Cast di attrici giovani (e di comprimari, tra cui spicca Jared Harris) convinto e convincente, una costruzione psicologica magari non originalissima nella trama (non scritta da Carpenter, però) ma decisamente studiata in modo intelligente e non banale. Torna sempre la Dimensione dell'Assedio, della Sfiducia interrelazionale: si possono quasi sentire richiami di "The Thing", di cui questo "The Ward" potrebbe essere visto come una sorta di ribaltamento al femminile.

Pure qua, tra l'altro, è fondamentale il Tema dell'Identità, anche se nel Finale scopriamo, forse troppo esplicitamente per i miei gusti, che in realtà tutte le Protagoniste sono diverse personalità di un'unica ragazza, quella che all'inizio viene 'uccisa'. L'Entità 'Assassina' è la Personalità nella sua integrità che cerca di riprendere le sue proprietà psichiche, le quali invece hanno preso una propria specifica individualità 'uccidendo' l'Unico (cfr. Stirner, la cui Filosofia secondo me si avverte spesso in tutta la Filmografia Carpenteriana) originario.
Forse non un Film imperdibile, anche perché si sente che è nato 'su commissione', ma comunque un'Opera tutt'altro che inutile o dimenticabile, e che meriterebbe di essere vista e (ri)scoperta. Per gli obiettivi prefissati, secondo me, il Film si può definire pienamente riuscito.

 

 

 

È un peccato che dopo "The Ward" Carpenter non abbia più diretto Film, e anche se è stato annunciato il suo Ritorno alla Regia, il suo essere all'insegna della serialità televisiva e non dell'Unicità di un Film Cinematografico mi lascia un po' l'amaro in bocca, per quanto poi diverse serie tv si rivelino belle e interessanti (ad esempio ho adorato il Ritorno di Lynch con "Twin Peaks".

Rilevanza: 1. Per te? No
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