600 sale è la dote con cui si presenta al pubblico italiano il nuovo film di Nolan, Dunkirk: tante, giustificatissime. Un po' perché (e chi scrive lo ha già visto e garantisce) è grande cinema che respira largo (e non solo perché è girato in un magnifico 70 mm), un po' perché l'attesa è stata lunga, un po' perché il successo mondiale fin qui accumulato ha accresciuto la voglia di vederlo. Complice quello che si presenta come il weekend di fine estate - con nuvole e piogge e temperature in discesa - è facile prevedere che l'affluenza e gli incassi saranno all'altezza.
Se quindi la settimana scorsa era stata la pre-apertura della stagione 2017-2018, questo weekend - con Venezia che ha aperto le porte - è quello dell'apertura vera e per tutti. Anche perché i molti altri titoli in lista, seppur minori e ovviamente meno distributi, offrono diversi motivi di interesse. C'è ad esempio il film Easy - Un viaggio facile facile, commedia atipica italiana, che a Locarno si è meritato il titolo di film-rivelazione. Arriva poi in contemporeanea con la presentazione nella sezione Orizzonti di Venezia, per restare in tema di cinema italiano, il nuovo film di Winspeare. C'è A ciambra, che invece era a Cannes e che è la conferma delle qualità del giovane regista italo-americano Jonas Carpignano, già regista dell'apprezzato Mediterranea.
E poi ancora il film vincitore dell'Orso d'argento - Félicité, del francese Alain Gomis - e un documentario firmato da Ulrich Seidl.
Insomma tanto cinema diverso e interessante: una serie di portate diverse che ci permetteranno di fare una bella scorpacciata dopo il lungo digiuno estivo. Buon appetito!
Nolan e il suo film di guerra che dichiaratamente non è un film sulla guerra. Visto e applaudito in tutto il mondo, arriva ora finalmente anche da noi il kolossal dedicato alla tremenda sconfitta e alla ritirata delle truppe inglesi dalla Francia, nel giugno del 1940: quelle stesse truppe che poi come un'onda di marea torneranno a Caen per lo sbarco in normandia 4 anni dopo. Imperdibile. Da vedere su grande schermo, possibilmente grandissimo.
Con Gustavo Caputo, Antonio Carluccio, Claudio Giangreco, Celeste Casciaro, Davide Riso
In streaming su Rai Play
In contemporanea con l'apertura del Festival di Venezia ecco il primo film italiano, che non è in concorso però, ma nella sezione Orizzonti. È la commedia di Winspeare, naturalmente ambientata nella sua Puglia: una storia d'amore tra sogno e neoralismo.
La terza età e i social, in una storia che rimanda (volontariamente?) a quella di Cyrano: solo che qui non è il naso ma la vecchiaia a tenere nascosta la vera identità dell'affabulatore e seduttore Pierre, interpretato dalla vecchia gloria del cinema francese Pierre Richard.
Radu Mihaileanu, già regista di Train de Vie e Il concerto - tra gli altri - aggiunge un'altra storia zuccherosa alla sua filmografia: amore, destino e lettere sono gli elementi che si intrecciano in una storia che viaggia a cavallo tra la Polonia ai tempi della Seconda guerra mondiale e la New York di oggi.
L'Orso d'argento - Gran Premio della Giuria al Festival di Berlino 2017 è questo film del francese Alain Gomis: la storia di Félicité, una donna libera e orgogliosa che lavora come cantante in un locale di Kinshasa la cui pacifica esistenza viene sconvolta il giorno in cui il figlio quattordicenne Samo rimane vittima di un incidente.
L'aquila è mia e la gestisco io. Anche nel kazakistan rurale più radicato alla tradizione affiorano sprazzi di femminismo: se ne fa portatrice l'innocenza di Aisholpan, una ragazzina del posto che aspira a praticare la tradizionale caccia con le aquile. Contro tutto e tutti.
La commedia dell'esordiente (come regista di lungometraggi) Matteo Oleotto arriva da Locarno dove è stata molta apprezzata per la sua originalità poco italiana, nonostante sia assolutamente cinema di casa nostra. Ne è protagonista Nicola Nocella, nei panni di Isidoro detto Easy: un giovane uomo che aveva un futuro come pilota automobolistico che è caduto nella obesità e nella depressione. Finirà ad attraversare i Carpazi alla guida di un carro funebre: un viaggio che sembrerebbe deprimente ma che per lui apre le porte a una nuova vitalità.
Uomini e squali. O forse meglio ragazzi e squali: quasi un sottogenere, cui ora va ad aggiungersi questo prodotto americano che si basa, come molti horror, su un finto found footage.
La cronaca gelida delle vacanze dei cacciatori austriaci in Namibia. L'antropologo suo malgrado Ulrich Seidl osserva e riporta, senza giudizio, i safari, le battute di caccia grossa, l'esoosizione rituale dei trofei. Presentato lo scorso anno a venezia 73, fuori concorso.
Girato nella piana di Gioia Tauro e diretto da Jonas Carpignano, italiano di nascita ma americano per formazione, A ciambra arriva dalla selezione della Quinzaine (e questo è già un motivo di interesse). La storia - che riprende un suo corto del 2014 - è quella di Pio, un ragazzino di una comuintà rom in Calabria, che passa attraverso la sua personale iniziazione per diventare un uomo.
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