Non tantissimi film, ma neanche pochi, non è facile dire quanti. Ma non era morto nel 2000 ALAN SMITHEE? O si è trasferito in Europa e si fa chiamare Smeethee?
Da stamane lo so anch'io che il regista ALAN SMITHEE non è mai esistito ma proprio non lo immaginavo.
Senonchè, appena aperto il pc, vedo con piacere che c'è l'utilità dell'amico marco bi su una mia playlist del giugno 2016 dedicata ad uno dei registi che preferisco, il grande Don Siegel.
Vado a dare un'occhiata e faccio un'altra scoperta: un altro amico, ezio, mi diceva di essersi astenuto dall'inserire anche ULTIMA NOTTE A COTTONWOOD trattandosi di una regia parziale. Naturalmente vado a vedere... e scopro Alan Smithee. Che, a quanto pare, entrò in carica proprio con quel film del 1968.
E così la giornata di oggi nella quale avrei dovuto dedicarmi ad altro, per tornare con la coscienza tranquilla al mare domani nel primo pomeriggio, ha preso tutta un'altra piega: sono davvero incorreggibile, una mina vagante.
Veniamo al dunque: questo Alan Smithee non esiste nè fisicamente è mai esistito (o si potrebbe dire che ha assunto tante sembianze diverse), è insomma solo uno pseudonimo comune a coloro che hanno voluto dissociarsi da film cui avevano contribuito (quasi tutti registi ma non solo).
"Ideuzza" non malvagia, che è rimasta viva per 32 anni "almeno". Chissà a chi sarà venuta? Penso per caso come accadde per lo zio Oscar che somigliava alla statuetta.
Stando a Wikipedia, questo nome di fantasia doveva essere Al Smith (Il signor Smith è notoriamente l'uomo comune in America, in tanti film il primo cognome che veniva in mente a chi volesse nascondere la propria identità; non proprio l'equivalente ma quasi del signor Rossi, l'italiano medio negli anni '60, reso popolare in particolare da Bruno Bozzetto) ma si dovette modificarlo un poco perchè, leggo, c'era un cineasta che si chiamava così. Non notissimo, in ogni caso, perchè in rete non ne ho trovato traccia. Forse comunque era sconsigliabile sceglierlo perchè un Al Smith qualche decennio prima era stato governatore dello Stato di New York per ben quattro volte.
Peraltro nel mio ricordo il signor Smith si chiamava John, così come il signor Rossi si chiamava Mario. Ma può darsi che sbagli.
Fatto sta che si chiamò Alan Smithee, talvolta con piccole variazioni: Allen o Adam Smithee o anche Alan Smythee. Fino all'anno 2000: l'ultima volta fu, ho letto da qualche parte, per il film WOMAN WANTED, che è tra quelli qui presentati. Come facciano ora senza di lui, così accogliente com'era penso che gli americani gli si fossero affezionati, non ho proprio idea.
Ma davvero dopo 32 anni di onorata carriera come padre putativo di tante opere accettate senza un battito di ciglia, belle o brutte che fossero, il buon Smithee ci ha lasciato, licenziato in tronco?
Il dubbio che non sia proprio così del tutto me lo ha fatto venire la lista di film attribuitigli dal nostro sito che, elencandoli a ritroso, comincia con un film del 2009, tedesco: allora non sei scomparso, ti sei trasferito in Europa?!
Il film è SASHA, diretto da Dennis Todorovic.
Film Tv non fa alcun cenno però ad Alan Smithee, dunque temo si tratti di una svista; ho cercato con insistenza in rete nella speranza di trovare notizia di una sua resurrezione, ma inutilmente.
E poi, ormai insperata ho ritrovato la sua presenza addirittura qui da noi.
Forse, come mi pare d'aver letto, col cognome lievemente camuffato (ALAN SMEETHEE o SMETHEE) risulta essere il regista di un film presentato al Foggia Film Festival 2016: GLI AMICI DI FREDDY.
Il vero regista è Bepi Vigna, autore anche della commedia da cui è tratto. Ispirato ad una storia vera, tutta cagliaritana, è un mediometraggio (40 minuti) piuttosto crudo, sconsigliato sotto i 14 anni, interpretato da Pietro Mereu, al suo debutto come attore.
Ma Bepi Vigna, incontrati dei problemi, ha rinunciato alla firma come regista e, come potete vedere in meno di un minuto, il film risulta ufficialmente del redivivo Alan:
"Il primo film ad usare lo pseudonimo di Smithee fu Ultima notte a Cottonwood (1969).
Durante le riprese, il protagonista Richard Widmark♦ non era in buoni rapporti con il regista Robert Totten e lo fece sostituire in corso d'opera con Don Siegel.
Quando il film fu terminato, però, nessuno dei due volle farsi accreditare, così la DGA si tovò a dover dirimere la questione e pervenne alla conclusione che il film non rappresentava pienamente la visione di nessuno dei due. Allora si decise che la pellicola sarebbe stata attribuita al fittizio Al Smith, tuttavia siccome esisteva già un cineasta con questo nome si scelse il nome Allen Smithee."
♦ Per questo in copertina trovate Richard Widmark.
Nota: Il film "Le rose che non colsi" arrivò sugli schermi prima di "Ultima notte a Cottonwood", ma a quanto pare lo pseudonimo non fu utilizzato per la prima volta per Jud Taylor.
Con Jon Cryer, Viveka Davis, Paul Gleason, Lynn Redgrave
Regista: PAUL AARON
Nessuna recensione. Nè commenti brevi.
La scheda c'è ma non dice nulla, neppure della trama.
Da altra fonte (inglese) da me rielaborata:
"Si tratta di un ragazzo che ritorna a casa dopo molto tempo trascorso lontano per studio (su una nave); considerato eccentrico, fan dei film horror, mal si adatta all'atmosfera conservatrice della famiglia. Lo scopo era quello che fosse utile al padre senatore per la sua rielezione ma c'è da dubitarne. E invece, con l'aiuto della sua nuova girlfriend, sarà decisivo per risolvere tutti i seri problemi della sua famiglia."
Con Matt Frewer, Tommy Chong, Valerie Mahaffey, Jeremy Renner
Qui attribuito a KELLY MAKIN che con questo film debuttò come regista. Però Wikipedia lo attribuisce ad Alan Smithee. Ed altre fonti indicano entrambi i nomi, dunque mi sembra possibile che abbia collaborato anche un altro regista camuffatosi dietro lo pseudonimo (ed anche con successo perchè non sono riuscito a scovarlo).
Due recensioni, una sufficiente (LIBERTADIPAROLA75 ***nel 2011) ed una positiva (dusso**** nel 2007); e più di recente (2014) un commento breve piuttosto negativo, di Quentin99.
Ma qui ciascuno di noi può farsi agevolmente la propria idea:
Con Bruce Ramsay, Valentina Vargas, Doug Bradley, Charlotte Chatton
Regista: KEVIN YAGHER.
Parecchie recensioni (e anche commenti brevi) però la gran parte risalenti a diverso tempo fa. Giudizi comunque non concordanti tra loro, anche qualcuno positivo nonostante le note da scheda poco incoraggianti.
Penso valga la pena farsi la propria idea e dunque lo consiglio (salvo a chi non sopporta il genere horror). Peccato che You Tube ne consenta sì la visione ma non senza complicazioni.
Con Sylvester Stallone, Whoopi Goldberg, Jackie Chan, Ryan O'Neal, Eric Idle
Regista: ARTUR HILLER.
E che cosa scopro? Addirittura che su questa invenzione di un regista inesistente che si fa carico di tutti i film trovatelli, non riconosciuti cioè dai loro veri padri, fu fatto un film!
Mi sembra interessante: storia di un regista che non vuol riconoscere come propria l'opera e ne ruba l'unica copia prima che sia vista da alcuno ... altrimenti verrebbe attribuita ad Alan Smithee che, guarda caso, è il suo vero nome.
E veramente curioso che poi Arthur Hiller, per contrasti con la produzione, non voglia egli stesso firmare questa pellicola, che quindi risulta essere dell'onnivoro Alan Smithee.
Delle quattro recensioni, una sola (del 2003) arriva alla sufficienza: due stelle e mezza, ma è di superficie 213 e mi fido.
Poche parole che penso, spero, di poter condividere presto:
"Un falsovero documentario su Hollywood ed i suoi protagonisti. Alcune sequenze sono davvero riuscite e per niente banali. Ma la noia a volte arriva come un F-16 ed il film non brucia più. Peccato perchè l'operazione era interessante e poteva essere molto meglio. Comunque abbastanza originale e simpatico."
Il giudizio più recente (2012) è però, non voglio fuorviare nessuno, più in linea con la maggioranza delle opinioni. E' danandre67che ci offre questo commento breve: "a metà tra una stronzata e un film".
La rete, in visione libera, ci offre solo questi cinque minuti complessivi (in italiano) che mi sono sufficienti per decidere che dovrò darmi da fare per vedere questo film, come già era mia intenzione quando uscì al cinema una ventina d'anni fa e poi, chissà perchè, non andai (ma se avessi saputo che Alan Smithee era un regista "virtuale" non me lo sarei certo perso):
In questo film, di livello assolutamente inqualificabile, la corsa all'uso dello pseudonimo jolly Alan Smithee fu tale che si dovette ricorrere addirittura all'escamotage di un Alan Smithee Sr. e un Alan Smithee Jr. E uno dei due era peraltro Sam Raimi, quindi non certo l'ultimo degli sprovveduti!
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