“Ho trascorso tutte le estati della mia vita a fare propositi per settembre, ora non più. Adesso trascorro l'estate a ricordare i propositi che facevo e che sono svaniti, un po' per pigrizia, un po' per dimenticanza. Che cosa avete contro la nostalgia, eh? E 'l'unico svago che ci resta, per chi è diffidente verso il futuro. L'unico. Senza pioggia, agosto sta finendo, settembre non comincia e io sono così ordinario. Ma non c'è da preoccuparsi, va bene. Va bene così.” (Da "La grande Bellezza")
Ho sempre odiato il veglione di fine anno. Uscire con il freddo, stare seduti ore e mangiare come dei dannati per pagare cifre esorbitanti, sorbirsi il karaoke di turno e forse anche peggio! Essere ripetutamente invitate a ballare e dover ribadire: "No grazie, non prendertela, non è una cosa personale, ma io proprio non ballo". Guardare la sala svuotarsi: "Perchè no, i fuochi d'artificio non vengo a vederli. Si congela e poi non mi piacciono, anzi, mi fanno proprio paura". Quando, sfiniti, si ritorna a casa, il recupero può richiedere giorni. Capodanno è tristissimo: il bar in centro storico chiuso, gran mal di testa, qualche film in tv visto e rivisto. Se va bene, un libro o il computer. Il momento peggiore per mettersi a fare somme sul passato e/o progettare qualsiasi cosa per il futuro: il nervosismo serpeggia, la noia più che mai. Spesso, piove pure. Sonnecchio sul divano, il cervello sconnesso, pregando che arrivi presto il giorno dopo e si torni tutti al lavoro. Domanda di rito, in ufficio: "Come sono andate le feste?" Copia-incolla della risposta dell'anno precedente: "Bene! Cucinato e mangiato. Dormito e stirato cumuli di vestiti arretrati. Lavato le tende. Ricucinato e rimangiato. Discusso di politica al pranzo di Santo Stefano in casa della zia: ci stavamo prendendo per i capelli! Visto Mary Poppins per la duecentocinquantesima volta: litigato per ottenere il telecomando". La collega nuova dell'ufficio acquisti si arrischia: "Buoni propositi per questo anno che viene? Ne hai fatti?" Sorrido: "Mai a fine anno, cara! Troppo intenta ad abbuffarmi, sai? Tra lasagne e lumache, chi ha tempo per pensare? No. Io, da quando ho vent'anni, i conti li tiro in un momento preciso: il rientro in macchina dal mare. Sempre tra il 18 e il 22 agosto (a seconda di come cade la settimana sul calendario). Austostrada, rallentamenti, aria condizionata che non va: metto i piedi sul cruscotto e guardando fuori dal finestrino la pianura verde gialla e Padana, programmo i mesi a venire." "Funziona?" arrischia quasi timorosa. "Beh, quasi mai! Intendo dire: i propositi restano sempre solo tali. Ma io credo nel crederci: che almeno uno possa realizzarsi". Resta un po' perplessa: mi sa che non le ho fatto una buona impressione. Solo uno che si possa realizzare? Passo per smidollata ed inconsistente. Probabilmente pure lo sono. Solo che, guardandola, mi dico che forse è troppo giovane per capire. Quando si ha vent'anni la prospettiva è completamente diversa: a quaranta le estati di pigrizia e dimenticanza sono tante alle spalle. Più che la nostalgia, ti rimane addosso una sorta di malinconia dolce, nella calura emiliana. Sarà così anche quest'anno. Il 18 agosto, nel primo pomeriggio. Alcuni propositi non li confesserò neppure a me stessa: troppo dolorosi. Altri saranno lì ad attendermi ed io li accoglierò come vecchi amici. Forse ne porteranno di nuovi e sconosciuti. Cercheremo di far loro buona impressione, non commettendo l'errore di essere troppo espliciti come con la collega di cui sopra. Tra loro potrebbe annidarsi quell'unico, sparuto e meraviglioso, che si realizzerà.
Dimagrire. Ahhhh. Il proposito principe da quando ho dieci anni. Riappare ogni anno e muore alla prima settimana di dieta seria di settembre. Pacioccone ed innocuo, rispunta fuori a cadenze regolari. Regolarmente disatteso. Potrebbe andare peggio: almeno non fumo!
Con Drew Barrymore, Anjelica Huston, Dougray Scott, Patrick Godfrey
Cenerentola porta le vivande in tavola. La matrigna la redarguisce per l'aspetto trasandato e lei toccandosi i capelli dice di trovarsi spesso accanto al caminetto pensando a cosa fare di più e di meglio per compiacerla. "Cosa posso fare di più e di meglio per compiacere voi tutti?". Il proposito più eticamente corretto: essere una "brava persona", nelle parole e nei fatti. Volere e lavorare alacremente per il bene di chi si ama e persino di chi non si ama! Troppa filosofia? Sì, ma ho sempre cercato di applicarla: perché l'unica via che io conosca verso la serenità. L' "affermazione di sé" - must del ventunesimo secolo, è qualcosa che mi pare assai al di là delle mie forze
Trovare il tempo per scrivere, regolarmente e con senso di concretezza. In pratica: chiedere all'acqua di un fiume di scorrere verso la propria sorgente. Non del tutto impossibile, ma altamente improbabile. Perchè vi chiederete? Potrei scriverci un'enciclopedia, sul perché. Afferrate l'ironia dell'assunto: tempo per scrivere che non c'è e scrivere un'enciclopedia...La parola ha il potere di plasmare il mondo e tutti noi. Perchè siamo Verbo e Logos, prima e dopo. O forse no. "Per me scrivere è tirare fuori la morte dal taschino, scagliarla contro il muro e riprenderla al volo." Charles Bukowski dixit.
Aver il coraggio di dire basta. Almeno concretamente. Un rapporto, amoroso o amicale, ha senso se c'è condivisione: può essere una condivisione pratica (la stessa casa, la stessa tavola, lo stesso letto), può essere una condivisione emotiva, o una condivisione intellettuale. Può essere tutto insieme o a pezzi. Ma se non ce n'è neanche una di condivisione che senso ha? Fa rabbia soprattutto chi potrebbe avere il dono della profondità. Ed invece si accontenta della superficialità: per pigrizia ed egocentrismo. Rincorrendo la vita invece di governarla ed impregnandola di scuse. Sono spesso stata accusata di essere troppo esigente: dietro una parvenza di accondiscendenza si annida una sorta di puntigliosa implacabilità personale che annulla qualsiasi compromesso. Probabilmente è vero: il proposito "brava persona" non è facilemente attuabile. E mi ritrovo troppo vecchia e presuntuosa per accontentarmi. Anche di me stessa. Mi manca la pazienza, restringo le vedute. L'estate passerà e ci sarà un luminoso autunno. Forse
Spero G. B. Shaw abbia torto, Che l'inferno sia lastricato di buone intenzioni, non di cattive. Ci penserò il 18 agosto, nei rallentamenti della A14. Allora deciderò se accettare il rischio. Che l'inferno magari è persino un luogo divertente dove discutere di logica.
Non ci sono nick associati al tuo profilo Facebook, ma c'è un nick con lo stesso indirizzo email: abbiamo mandato un memo con i dati per fare login. Puoi collegare il tuo nick FilmTv.it col profilo Facebook dalla tua home page personale.
Non ci sono nick associati al tuo profilo Facebook? Vuoi registrarti ora? Ci vorranno pochi istanti. Ok
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta