Una settimana interessante con finalmente un po' meno uscite del solito, una accesa competizione ad armi pari tra due film che puntano alla testa del botteghino ed episodi di cinema d'autore.
La guerra sarà ovviamente tra Alien: Covenant e King Arthur: entrambi di due registi britannici (ma Sir Ridley Scott è inevitabilmente più blasonato) entrambi con circa 500 sale a disposizione. La fantascienza, si sa, in Italia non è facilmente vincente, ma qui si tratta di un nuovo Alien, dopo 40 anni di nuovo diretto dal grande Scott: la tentazione è forte. Dall'altra parte Guy Ritchie ha confezionato un prodotto che potrà piacere a un pubblico giovane e agli amanti del cinema fantasy e dell'epica più spettacolare.
La lista nel mero ordine dettato dal numero di schermi vuole che segua il film d'animazione Richard - Missione Africa (con circa 300 schermi), ma quella nell'ordine dell'interesse cinefilo esige che gli si anteponga il nuovo film di terrence Malick che grazie a un cast di primo ordine si è garantito 260 sale (lo diciamo convinti: se non ci fossero stati Ryan Gosling e tutti gli altri, state certi che la distribuzione avrebbe osato assai meno).
Tutto quello che vuoi è invece il film italiano: per lui le sale sono quasi 200. Potrà aspirare a bissare il successo di Scialla!, il precedente film del regista Francesco Bruni?
Discretamente distribuita è anche la commedia francese Qualcosa di troppo, con circa 170 schermi: da lì in poi si scende inesorabilmente e nemmeno il ritorno di Kusturica alla regia riesce ad avere più di 25 sale.
Innegabilmente la tensione è alta: lo si legge anche qui. Perché che Sir Ridley Scott torni a girare un film della serie Alien (sua la regia solo del primo e originario titolo, del 1979) è evento che nella comunità cinefila può generare attese febbrili e aspettative di segno opposto. Il giudizio è da oggi possibile, potendo apprezzare e valutare questa storia che in qualche modo cerca di guardare alle origini della serie e che vanta la presenza, tra gli altri, di Fassbender, Franco, Waterston.
La storia di Re Artù in chiave fantasy e con il trattamento estetico cui il fantasy moderno - assistito dal potere della computer graphic - ci ha abituati. Dirige Guy Ritchie che dopo aver "stravolto" con successo la tradizione letteraria di Sherlock Holmes affonda i denti in tradizioni inglesi più antiche, quasi fondative, con la medesima irriverenza. Nel cast Charlie Hunnam, Jude Law, Eric Bana...
La proposta d'animazione per la settimana è questo film tedesco: la storia di un passerotto adottato da una famiglia di cicogne e che tale si crede. I problemi arriveranno con l'inverno, quando le sua famiglia si appresterà a migrare in Africa...
Il cammino di Malick è stupefacente perché all'opposto di quello di tanti altri registi, che in genere dopo periodi di produttività e fama attraversano silenzi e lunghe assenze (vedi al caso Kusturica, ad esempio, qui sopra). Malick invece dopo aver fatto pocchissimo (e assai bene) in passato è divenuto ora di colpo incredibilmente prolifico con quasi un film all'anno (e il prossimo arriverà a breve). Questo, che per una volta non arriva da un grande festival, racconta di due coppie e delle loro esistenze intrecciate e si avvale di un super cast, come ormai sempre: Ryan Goosling, Rooney Mara, Michael Fassbender, Natalie Portamn, Cate Blanchett...
Francesco Bruni (regista di Scialla! ) torna sul confronto generazionale: questa volta però la distanza tra le età si allarga e il confronto diventa tra un giovane e un anziano (Giuliano Montaldo!) che perdipiù soffre di disturbi della memoria. Anche qui i toni sono da commedia, ma i temi no.
Audrey Dana, attrice e regista, guida e interpreta questa commedia surreale che si basa sulla crescita inaspettata sul corpo di una donna appena divorziata e con figli in condivisione di un nuovo organo: genitale maschile. Fully functional.
È dal 2007 che Kusturica non dirige un vero e proprio film. Lo ha fatto l'anno scorso, interrompendo un lungo silenzio con questo film che fu presentato in concorso a Venezia, suscitando commenti e recensioni di segno differente, e che ora arriva nelle nostre sale. La storia è definita dallo stesso Kusturica "una fiaba moderna" e il cast vede nei panni dei protagonisti lo stesso regista e Monica Bellucci.
Britannica e garbata: è la commedia di Simon Aboud ambientata in una Londra poetica, verde e domestica. Al centro della storia una giovane donna sognatrice e un burbero vicino anziano. Lei è Jessica Brown Findlay, venuta al mondo con Downton Abbey, lui il grande attore britannico Tom Wilkinson.
Proviene dalla selezione della Settimana della Critica dello scorso anno il film israeliano di Asaph Polonsky che ha però toni tipici del cinema indie americano e da dramedy: perché nonostante il tema sia l'elaborazione del lutto - in questo caso quello di due genitori per il figlio giovane - la piega che prende la trama volge alla commedia, trafsormandosi in quello che gli americani chiamano uno stoner movie, dove l'assunzione di marijuana occupa un posto non indifferente.
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