Ieri pomeriggio ho visto un film che mi ha emozionato molto.

Ero convinto di averlo già veduto ma probabilmente sbagliavo.

Sto parlando del "Salvo D'Acquisto" del 1975 interpretato da Massimo Ranieri.

Naturalmente la vicenda di questo eroico carabiniere mi era ben nota come spero sia per tutti voi, anche i più giovani.

Oggi è il 25 Aprile, la giornata nella quale noi italiani - in anticipo di pochi giorni o settimane rispetto ad altri Paesi - commemoriamo la fine, nel 1945, del nazifascismo in quell'Europa in cui, se le cose fossero andate diversamente, forse non riusciamo più neppure ad immaginare quello che avremmo dovuto subire. Ebbene, quando poco prima, il 23 settembre del '43, questo vicebrigadiere dell'Arma, ventitreenne, rinunciò alla propria vita per salvare quella di 22 civili che sentiva di dover proteggere, il piano germanico era quello di considerarci - noi italiani traditori - alla stregua di schiavi.

Questo giovanotto napoletano non era un partigiano. E non era un fascista. Era un servitore dello Stato con un senso del dovere tale da arrivare a sacrificare la sua vita per gli altri. La parola "eroe" nel suo caso è ben spesa.

E' da molto tempo che non pubblico una recensione vera e propria e volevo farlo per questo film. Non lo faccio per vari motivi: il primo, il più banale, consiste nell'impossibilità (forse solo a causa di mia ignoranza) di inserirvi la fotografia del "vero" Salvo D'Acquisto". Eccola:

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Sono rimasto colpito da questa immagine di "scugnizzo serio" che mi sembra colto in una espressione estremamente somigliante a quella successiva.

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Penso proprio che la scelta dell'interprete sia stata veramente felice. Massimo Ranieri si è rivelato "anche" qui un bravo attore, misurato e intenso. Fiero e pensieroso come l'originale. Precedentemente, lo ricordo con ammirazione insieme alla grande Anna Magnani in "La sciantosa". Lina Polito, Isa Danieli e naturalmente Enrico Maria Salerno ricoprono assai bene gli altri ruoli principali. Ma credo che grande merito abbia il regista Romolo Guerrieri.

Mi sono commosso infatti non solo, ovviamente, nel drammatico finale ma, per esempio, anche in un paio di scene, diciamo così, "d'amore": certamente non verità storiche ma opportunamente immaginate giacchè è logico che un ragazzo di quell'età avesse un'innamorata. Descrivono con delicatezza la reciproca timida dichiarazione dei propri sentimenti con parole scritte sulla sabbia ("Ti amo" - "Anch'io") e più tardi il giuramento di amore per sempre di lei quando per lui i problemi sono diventati enormi e le dice "Se mi prende la malinconia o la paura, mi basta pensare che tu esisti".

So bene che il mio non è un metro "da recensore" e che l'emozione che mi ha fatto provare questo film è dovuta in buona parte al fatto che si tratta di storia vera (e storia "nostra") ma il mio voto non poteva che essere quello massimo o giù di lì. Come fu per "Un eroe borghese" e "I sette fratelli Cervi".

Un altro motivo è che volevo allargare un po' il discorso ponendomi alcune domande. Una è: come mai questo film lo si vede così poco? Sono solo 22 qui da noi i voti che ha ricevuto. E se in Tv in tutti questi anni non mi è capitato di vederlo, d'accordo che non faccio testo ma certo non sarà stato proposto di frequente. Strano, a mio parere, perchè ha anche un valore didascalico (detto in senso positivo) non foss'altro che per i numerosi comunicati via radio succedutisi in quei mesi che il film ripropone, pur senza appesantirlo: che ne sanno i giovani?

Mi sono anche chiesto se si tratti di una "distrazione" degli ultimi tempi. Una storia come quella di Salvo D'Acquisto chissa quante volte sarà stata proposta dal cinema? O proprio di parlare dei nostri eroi non c'è e non c'è stato mai bisogno?

E allora ho proposto questa Playlist aperta ai vostri eventuali contributi perchè, se ne esistono, aggiungiate altri film che, poco o molto, parlino di questo atto di eroismo.

Da parte mia non ho trovato neppure una pellicola precedente.

Se non un film del 1949 "liberamente ispirato", nella parte finale, alla vicenda di Salvo D'Acquisto. Dandogli però un altro nome: dunque, a pochi anni dalla fine della guerra, non si voleva o non si poteva parlarne. Il film è "La fiamma che non si spegne" (3 voti e nessuna recensione) e il protagonista, qui sotto ritratto, è Leonardo Cortese, a quel tempo un beniamino del pubblico femminile.

Non deve trattarsi di un'opera mediocre: diretto da Vittorio Cottafavi, vi compaiono attori di valore quali Gino Cervi, Maria Denis, Carlo Campanini e Tino Buazzelli.

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Infine, il film per la tv più recente, del 2003, diretto da Alberto Sironi ed interpretato da Beppe Fiorello, dignitoso tutto sommato ma che non mi entusiasmò.