Molti autori, calandosi nel genere thriller e in tutte le sue varianti, hanno adottato idee narrative partorite dal genio del cinema Alfred Hitchcock al fine di rievocare il concetto di suspence così come lo aveva introdotto il regista di Psycho: laddove si va oltre il mero citazionismo, è possibile rintracciare - nell'anima di molte pellicole - soluzioni cinematografiche in tutto e per tutto "hitchcockiane". Ecco la lista dei film che ritengo i più devoti al Maestro del brivido.
Roman Polanski omaggia i titoli più rappresentativi di Hitchcock - da Intrigo internazionale a Caccia al ladro - sostituendo l'istrionico Cary Grant con uno smarrito Harrison Ford e ambientando una storia dalle tinte giallo/noir nella stessa cupa, labirintica Parigi de L'inquilino del terzo piano. Diretto con realismo e notevole senso del pathos, Frantic è un' angosciante corsa contro il tempo.
Con Simone Signoret, Véra Clouzot, Charles Vanel, Paul Meurisse
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Clouzot, regista audace e provocatorio de Il corvo, si rivela abile epigono nella gestione dei colpi di scena e nella costruzione psicologica dei personaggi. Avvolgendo questa storia crudele in un cristallino bianco e nero, Clouzot scava nell'animo umano con ferocia e disincanto. Un capolavoro del cinema francese.
Profondamente teatrale e imprevedibile: la pellicola di Sidney Lumet guarda ai caposaldi di hitchcockiana memoria - primi su tutti Nodo alla gola e Delitto perfetto - nel costruire un magistrale senso claustrofobico. Grazie ad una sceneggiatura tagliente, sapienti plot twists e attori eccelsi (straordinario Micael Caine), Lumet sigla una partitura ricca di atmosfera e gusto per il controverso.
Eccezionale thriller e cult indiscusso, il film di John Schlesinger - regista di Un uomo da marciapiede - offre una narrazione coinvolgente e grandi interpretazioni (oltre a Dustin Hoffman, resta indimenticabile Laurence Olivier nel ruolo del "dentista"). La vicenda affonda le proprie radici nell'America degli Anni Settanta, giacchè racconta l'impotenza di un'intera generazione che il protagonista - eroe "qualunque" - rappresenta. Ricco di tensione e originalità, Il Maratoneta trasforma le ossessioni hitchcokiane - le teorie complottiste, la persecuzione, lo spettro del nazismo... - in fonti generatrici di idee.
Moderna reinvenzione de L'ombra del dubbio firmata Park-Chan Wook, autore dell'intenso Oldboy. Se nel film di Hitchcock le scabrosità della vicenda erano soltanto abbozzate, qui diventano parte integrante della storia e campo d'azione dei personaggi: attraverso un linguaggio lirico e sensoriale - che sceglie l'efficacia delle immagini a quella delle parole -, il regista coreano porta in superficie numerose ambiguità e delinea complessi intrecci psicologici, assecondato da superbi interpreti tra i quali Nicole Kidman e la giovane Mia Wasikowska. Un thriller affascinante dove il bene e il male si mescolano indissolubilmente.
L'eccentrico e irresistibile talento di Woody Allen si piega per narrare una storia controversa, intimamente hitchcockiana: i toni della commedia scompaiono e lasciano spazio alle tinte cupe di un giallo dove lo spettatore si ritrova coinvolto in un vortice di immoralità. Allen ritrae impietosamente l'arrivismo sociale, l'ingordigia finanziaria e l'arte della menzogna: il tutto esemplificato nel protagonista - J.Rhys-Meyers ripropone il personagigo di Farley Granger in L'altro uomo - che incarna l'individuo moderno, conscio della propria dissolutezza.
Un grande thriller degli Anni Settanta che Hitchcock sarebbe stato fiero di girare. Richard Fleisher, autore eclettico, costruisce attorno all'incredibile performance di Mia Farrow una dimensione di angosica e tensione davvero magistrale. Lo spettatore, come la cieca protagonista, vivrà sulla propria pelle un' esperienza traumatica e sconvolgente. Panico e adrenalina allo stato puro, ossia il genere di intrattenimento hitchcockiano per eccellenza.
Con Michael Brandon, Mimsy Farmer, Jean-Pierre Marielle, Stefano Satta Flores, Bud Spencer
Argento stilizza gli incubi creati da Hitchcock in questo thriller raffinato, dove le componenti horror/pulp - che diventeranno cifre stilistiche del regista - iniziano timidamente ad emergere. La storia alterna le vicende del protagonista, suo malgrado coinvolto in una serie di delitti, alle gesta dell'assassino: in questo modo, Argento conduce lo spettatore verso la stessa equivoca immedesimazione che distingueva titoli come Psycho e Frenzy, in assoluto le opere più sconvolgenti del Maestro del brivido.
Con Donald Sutherland, Kate Nelligan, Ian Bannen, Christopher Cazenove
Elegante spy story diretta da Richard Marquand, regista del capitolo di Guerre Stellari Il ritorno dello Jedi. Tratto da un romanzo di Ken Follet, questo film sottopone lo spettatore al fascino del male - impersonato da uno spietato (ma umano) Donald Sutherland - come accadeva soltanto attraverso gli antagonisti delle pellicole di Hitchcock. Ne La cruna dell'ago amore e morte si avvinghiano in un ambiguo conflitto, proprio come i due protagonisti.
Peter Weir, lo straordinario regista di Truman Show e L'attimo fuggente, si dedica al giallo: come spesso accade nelle sue pellicole, due culture differenti finiscono per entrare in contatto e dare origine ad una storia delicata e struggente. Nel gestire la suspence con grande mestiere, Weir non dimentica lo sviluppo dei personaggi e - attraverso una sceneggiatura equilibrata - di raccontare una storia convincente. Seppur unico nel suo genere, Witness si avvale di una forza e una sensibilità narrative che richiamano il cinema più intenso di Alfred Hitchcock.
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