Tutti vogliono qualcosa
- Commedia
- USA
- durata 116'
Titolo originale Everybody Wants Some
Regia di Richard Linklater
Con Blake Jenner, Zoey Deutch, Ryan Guzman, Will Brittain, Tyler Hoechlin
Come ogni anno pubblico qui i dieci film, usciti in Italia nel 2016, che in assoluto ho preferito. Inutile precisare che qualche grande (o piccola) uscita me la sono persa.
Titolo originale Everybody Wants Some
Regia di Richard Linklater
Con Blake Jenner, Zoey Deutch, Ryan Guzman, Will Brittain, Tyler Hoechlin
Titolo originale Fantastic Beasts and Where to Find Them
Regia di David Yates
Con Eddie Redmayne, Katherine Waterston, Alison Sudol, Dan Fogler, Colin Farrell
Il film sta finendo. Una ragazza, seduta dietro di me, inizia a singhiozzare, poi si lascia sfuggire una risata, dettata forse dall’imbarazzo, e dice al suo amico (o fidanzato?) che sta piangendo. Questo piccolo estratto di vita vissuta dovrebbe bastare per far capire quanto, in questo caso, il valore dell'opera ne trascenda quello puramente oggettivo, ma pur sempre ottimo, a mio avviso.
Titolo originale The Hateful Eight
Regia di Quentin Tarantino
Con Samuel L. Jackson, Walton Goggins, Kurt Russell, Tim Roth, Jennifer Jason Leigh
La miglior sceneggiatura mai scritta da Quentin Tarantino. Un film che gioca tutto sui dialoghi, sulla lenta caratterizzazione di otto splendidi personaggi che, con il lento passare del tempo, non possono che arrivare allo scontro (ideologico, quindi fisico). Un climax continuo gestito in maniera perfetta. Maneggiare con cautela, puro Tarantino al 100%.
Titolo originale Spotlight
Regia di Thomas McCarthy
Con Mark Ruffalo, Michael Keaton, Rachel McAdams, Liev Schreiber, Stanley Tucci
Regia di Gabriele Mainetti
Con Claudio Santamaria, Luca Marinelli, Ilenia Pastorelli, Stefano Ambrogi, Maurizio Tesei
È, a buon diritto, in praticamente tutte le classifiche dei miglior film dell'anno stilate dagli italiani. Mainetti guarda al cinema supereroistico senza dimenticarsi delle proprie radici. Il risultato omaggia almeno altri due continenti (America e Asia), ma è allo stesso tempo un'opera profondamente italiana. Ha entusiasmato pure il sottoscritto, persona poco incline ad entusiasmarsi per le solite macchiette in calzamaglia, votate alla salvezza dell'universo.
Titolo originale The Big Short
Regia di Adam McKay
Con Brad Pitt, Ryan Gosling, Christian Bale, Steve Carell, Marisa Tomei, Hamish Linklater
Un trattato drammatico sui nostri tempi mascherato da commedia, che regala al pubblico il puro divertissement di vedere recitare assieme quattro attori dal calibro di Christian Bale, Ryan Gosling, Steve Carell e Brad Pitt (tutti in parte e convincenti) a patto che si sia pronti ad affrontare un tema tanto difficile da comprendere quanto importante, poiché è il nostro presente.
Titolo originale It Follows
Regia di David Robert Mitchell
Con Maika Monroe, Keir Gilchrist, Jake Weary, Daniel Zovatto, Olivia Luccardi, Lili Sepe
L'horror si conferma campo prolifico di idee. Il regista David Robert Mitchell prima gioca con le aspettative del pubblico, poi lo sfida a cercare la minaccia incombente grazie ad un geniale uso delle inquadrature. Mitchell omaggia gli anni '80 con le musiche e, soprattutto, con l'idea che il sesso, invece di condannare i protagonisti, sia la loro unica via di salvezza.
Titolo originale Zootopia
Regia di Byron Howard, Rich Moore, Jared Bush
Titolo originale The Witch
Regia di Robert Eggers
Con Anya Taylor Joy, Ralph Ineson, Kate Dickie, Harvey Scrimshaw, Lucas Dawson
L’autore racconta qualcosa che dopotutto non è mai stato tanto attuale: il terrore causato dall’irrazionalità religiosa e l’ignoranza. The Witch è un’opera geniale, ma che non cerca mai di andare incontro allo spettatore e quindi di difficile approccio. Bisogna essere disposti ad entrare nello spaventoso mondo di Robert Eggers, ma si verrà ripagati con un viaggio che difficilmente vi scrollerete di dosso.
Titolo originale Café Society
Regia di Woody Allen
Con Jesse Eisenberg, Kristen Stewart, Blake Lively, Steve Carell, Corey Stoll, Parker Posey
Solito Allen? Sì. È questo un difetto? No. Café Society è un ulteriore passo avanti nella poetica del regista, ormai completamente disilluso e senza speranze nei confronti dell’intero genere umano. Un’opera profondamente tragica, della quale fatalismo esistenziale e sfiducia religiosa ne sono i principali ingredienti, che presenta comunque nuove interessanti prese di posizione del regista da un punto di vista prettamente visivo.
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