Infanzia e terz'età: i temi dominanti delle uscite più a ridosso di Natale accomunano la prima e la (pen)ultima stagione della vita. Non è un caso: le uscite per le famiglie e per gli avventurosi sono già in sala, attendendo pubblico, queste invece si ritagliano scampoli mirabdo alle nicchie. Tutti tranne uno: Oceania, che sarà il cinebalocco di queste feste (un neologismo, inventato or ora!): ovvero il film d'animazione di grande marca (Disney) per i più piccoli per queste feste (posto che per vedere Tim Burton bisogna senz'altro essere più grandicelli.
Distribuito in oltre 600 sale (con tendenza ad aumentare più avanti) Oceania è il solo sifdante competitivo nella gara agli incassi natalizi. Gli altri titolo, come si è detto, puntano a nicchie ben definite, in particolare quella degli spettatori sopra ai cinquanta e ai sessanta: è senz'altro il caso di Florence (250 schermi) e di Il medico di campagna (55), di Le stagioni di Louise (22). Ma certo anche Lion - la strada verso casa (220) può parlare al medesimo pubblico.
Di nuovo destinato ai più piccoli Paw Patrol (300 schermi), film evento in sala solo dal 22 dicembre all'8 gennaio.
Fa eccezione a questo pattern dicotomico Paterson, il film di Jarmusch. L'uscita è per le sole città di Roma, Milano e Torino (ma poi dal 29 dicembre si allergherà ad altre sale del territorio italiano). Resta comunque una buona notizia visto che da tempo Jarmusch soffre di una condizione di semi-abbandono da parte della distribuzione italiana.
Film di animazione di casa Disney (il 56° per gli amanti delle statistiche) e di nuovo, come spesso di recente, con una protagonista femminile, indomita e avventurosa e fuori quindi da cliché ormai passati: racconta infatti la storia di Vaiana, una sedicenne, figlia del capo del popolo polinesiano dell'isola Motunui, che con coraggio e determinazione vive un'avventura tanto pericolosa quanto affascinante avventurandosi sola al di là della barriera corallina.
Stephen Frears dirige Maryl Streep e Hugh Grant nella commedia agrodolce, presentata alla ultima kermesse romana, che porta in scena la vera storia (ovviamente romanzata a dovere) della peggior cantante lirica della storia: una melomane facoltosa e convinta, benché affatto dotata. È in sostanza l'instant remake per il mercato americano (e quindi per quello internazionale) di Marguerite, di Giannoli.
La storia (vera e lacrimevole) di un ragazzo indiano, smarritosi a 5 anni e adottato da una coppia australiana, che torna sulle tracce della sua vita passata (e sepolta) dopo molti anni per una ricerca che appare assolutamente impossibile, priva com'è di tracce concrete, ma che ha in Google Earth un inaspettato e potente alleato. Dirige il debuttante australiano Garth Davis, recitano Dev Patel (The Millionaire), Nicole Kidman, Rooney Mara
François Cluzot (il protagonista di Quasi amici) e Marianne Denicourt sono i protagonisti di questa commedia drammatica francese dai toni garbati e agresti: la storia di un medico di campagna, da trent'anni al servizio della sua comunità rurale, che deve passare l'incarico. causa malattia, a una collega appena giunta e per di più inesperta.
Animazione per adulti francese, poetica e metafisica come può esserlo la storia di un'anziana signora rimasta - come una sorta di Robinson fuori tempo massimo - in una località balneare deserta. Opera del cineasta francese Laguione, classe 1939, autore sinora di soli quattro lungometraggi e autore dei disegni di ogni sigolo frame delle sue opere.
Raccolta di sei episodi inediti della terza stagione della popolare serie tv per bambini Paw Patrol, con al centro una squadra di cuccioli coraggiosi che aiutano il prossimo a risolvere ogni tipo di problema. Evento in sala solo dal 22 dicembre all'8 gennaio.
La storia di Paterson, autista di autobus e poeta, innamorato e uomo qualunque senza esserlo. Una settimana nella vita di un giovane uomo e della sua compagna, una vicenda che si colloca nel filone minimale di Jarmusch aniziché in quello epico (per intenderci più dalle parti di Broken Flower che da quelle di Ghost Dog o di Solo gli amanti sopravvivono). Ma comunque sempre rigorosamente "rock": perché Jarmusch è e resta rock, anche quando suona ballad riflessive.
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