Anche questa settimana il copione si ripete con sicura precisione: il nuovo titolo approdato in sala in forze - in questo caso Inferno, di Ron Howard e con Tom Hanks - conquista la testa del botteghino e realizza un buon incasso: 4.5 milioni per lui come, la settimana scorsa, per Pets (che ora è secondo). Quattro settimane fa invece era stata la volta di Alla ricerca di Dory, che è partito più alto (5.5 milioni).
Da lì in poi ci sono algoritmi abbastanza precisi che permettono di seguirne la curva di discesa e di stimare, con buona e sufficiente approssimazione, gli incassi successivi, ovviamente valutando le opportune variabili (il numero di sale del weekend d'esordio, la stagione, la presenza nella settimana successiva di titoli competitivi, ecc.). Le sorprese sono poche: quei rari casi dove il film comincia ad agitarsi e a vivere di una vita sua grazie al passaparola (o a qualche altro fortuito evento, tipo la vittoria di un premio davvero importante).
Purtroppo quel che accade è però che i titoli che raggiungono incassi dignitosi sono pochi: 1 a settimana circa e non certo per tutte le settimane dell'anno.
Anche questa settimana, appunto, il copione si ripete. I 4.5 milioni di Inferno (che si confronta con incassi molto maggiori dei due precedenti titoli della serie, ovvero quelli tratti dai romanzi di Dan Brown) sono l'unica nota positiva, insieme alla prevedibile tenuta di Pets (e, qui applicando la curva di cui sopra, si dubita che possa fare meglio di Alla ricerca di Dory, che non ha raggiunto i 15 milioni e ormai faticherà molto a farlo). Tutti gli altri hanno incassi molto contenuti: il fatto è che la torta è quella, il numero di spettatori non aumenta se c'è un film di richiamo (escluso Zalone, naturalmente). E quindi c'è da chiedersi: che un film - uno solo a settimana - abbia buoni incassi è una buona notizia per il cinema tutto? Non è semmai un dato che, strombazzato, oscura il fatto che, mentre uno ingrassa, invece tutti gli altri semplicemente annaspano?
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