Tutto ciò che è bello è destinato ad avere una fine. Quando rimane fuori dalla nostra visuale non è (sempre) un problema, ma il più delle volte ci ritroviamo a doverci fare i conti, direttamente, o anche solo con il pensiero. Escludendo la fine massima, la morte - sarebbe troppo semplice, il lutto unisce tutti - ci sono tante cose molto più tangibili che possono decretare una linea di demarcazione netta tra passato, presente e futuro. Un sogno interrotto, un amore che non trova la sua massima panacea, un’abitudine spezzata, un negozio dove troviamo tutto ciò che vogliamo ma che chiude non riuscendo più a stare al passo dei tempi che fagocitano la qualità a favore della quantità. La vita di tutti i giorni è segnata da addii, di ideali che vengono tumefatti dal progresso, di ricordi seppelliti dal presente, di cinema che ci ricorda quanto fu (e che magari vorremmo riabbracciare). Questa è una playlist che nasce come spazio per lasciarsi andare, per citare film che vi ricordano qualcosa che non avete più, che sia strettamente vostro o comune. Lasciatevi andare, potreste citare qualunque cosa, la presentazione ve lo permetterebbe, invece vi chiedo, categoricamente, di lasciare spazio solo a cose che vi riconducono a esperienze di vita, desideri inespressi, cose, materiali o astratte, che non trovate più, che possano essere condivise. Per cui, ogni film che citate ha bisogno di un commento introduttivo che poi vi ricolleghi a qualcosa di vostro, o che sentite tale (potete urlarlo come se foste sul crinale di una montagna). Se volete, confessatevi, dietro un nickname è più facile, ma è liberatorio uguale e poi non è detto che un addio sia negativo, può ancora essere che lo scarto sia in meglio e non in peggio (anche se oggi come oggi è faticoso).
Lui ama lei, ma riesce a guardare oltre, nel massimo dei sacrifici sentimentali.
Ebbene sì, una volta mi sono scansato, perché non ero in grado di amare in maniera sufficiente a quanto ricevevo; oggi lei ha due bimbe, è felice e, in maniera ovviamente diversa, ci vogliamo ancora bene (e con questa, sarei già a posto con le rivelazioni :D ).
Un sacrificio che ancora oggi mi fa sentire bene (to be continued… maybe).
Il negozio di dischi, quello dove trovi (trovavi) tutto, ma soprattutto, c’era una persona preparata che ti sapeva dare consigli senza bisogno di wikipedia. Ti fidavi di lui, oggi di chi ti fidi? Troppo facile la sbornia da download. Si è perso qualcosa di cui non sappiamo di pentirci (l’intelligenza regna sovrana).
Quello con cui si sparla di tutto e di più e magari ci si fuma una sigaretta in combutta. Ammetto che tutto nasce da qui. Oggi un mio negoziante di fiducia chiude, un po’ tutto è dedicato a lui. Per me la fine di un’era.
La vita è una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita. Ma con Forrest Gump sì, persone che non esistono più, che dicono quello che pensano, che ti fanno capire, e apprezzare, le cose più semplici.
Combattere per un ideale è utopia, dietro a ogni battaglia mi viene naturale trovare un interesse materiale. Il denaro, il potere, il giubilo collettivo. Vorrei veramente trovare qualcosa per cui valga il senso metterci anima e corpo credendo in un fine, utile alla collettività.
Chi vive nel nome della giustizia, si ritrova solo. Lasciato alla mercé, o peggio ancora, combattuto come se fosse una mela marcia quando è l’esatto opposto.
Io ci credo, e continuo a crederci, ma così troppe volte ti schianti contro un muro. In questo film, il personaggio di P.S. Hoffman ci crede, combatte, si fida, a un certo punto si deve fidare. Pensare di essere ripagati per il proprio impegno è spesso un’utopia. La sua fine, un addio.
Eroi sportivi. È ancora possibile averli? A vedere questo documentario di Alex Gibney risulta complicato sperarci, anche lo sport, affetto dalla necessità di successo, sembra dirci addio. Aspettando giustizia, o almeno una verità plausibile, per Marco Pantani.
La verità di stato. Riferimento quasi scontato. Quante cose vorremmo sapere ma non conosceremo mai; l’addio alla conoscenza della verità credo che sia la cosa peggiore con la quale fare i conti.
L’addio all’infanzia può essere traumatico. A volte, arriva all’improvviso, non come culmine di un percorso ma come conseguenza di un imperdonabile errore.
Sarebbe un film come tanti altri,ma dopo avermelo procurato,accendo la TV e mi giunge la notizia che il regista e' morto....non sapevo che quest'opera sarebbe stata un'opera di addio....per me ovviamente...r.i.p. caro WAJDA......
Quando si perde qualcosa di così importante non per un lutto, ma per una cocente delusione, è molto più difficile mettersi di nuovo in gioco e provare a ripartire: il film ce lo racconta molto bene
Ci si può dire addio in tanti modo. Alcuni so sono più meditati e crudeli (soprattutto quando si tratta di una vendetta postuma che come si dice in genere, va servita fredda)
Se non si coglie l'attimo, se non si ha il coraggio di vivere per quel che siamo, ogni possibile ravvedimento è tardivo, arriva fuori tempo massimo, e resta solo il rimpianto per quella perdita irrepoarabile
Tanto più crudele perchè mai espresso, non una data, un anniversario, nessun quando preciso. I miei giochi da bambino (i soldatini, le macchinine, le biglie di vetro, le trottole...) stavano tutti dentro un cassetto, alcuni sono riusciti a trascinarli fino a qui, credo che ora siano dentro una scatola, da qualche parte, mummificati. Di tutti gli altri non so. Qualcuno ne ha notizia?
"Non si esce vivi dagli anni '80" cantavano gli Afterhours con bruciante ironia, sono uscito vivo dagli anni '80 rispondo io al (mitico) Manuel.
Gli anni '80 odiati, vituperati, maltrattati......sono stati il decennio della mia formazione, a cavallo tra l'adolescenza e l'ingresso nell'età adulta. Non per niente si sono conclusi con l'anno di servizio militare....all'epoca un obbligo da cui tutti cercavano di scappare
Addio al piccolo cinema parrochiale situato in fondo alla via dove abitavano i miei nonni. Era la classica sala da seconde visioni (e anche terze....o quarte...) mi portavano da bambino i miei genitori o i miei zii. La passione per il cinema è nata lì dentro, tra i grandi classici della Disney e i film western (tassativa la presenza di John Wayne).
Questo che ho citato è stato forse il primo film a tema fantascientifico che ho visto.
La chiusero credo intorno (o poco dopo) la metà degli anni '80, e in quel periodo quasi tutte le sale di quella tipologia sparirono. Era la fine di un mondo
Addio al canto......no, sto scherzando! Ho colto l'invito dell'amico Daniele per parlare di qualche mio addio....sarei un ipocrita a non parlare del più doloroso di tutti. Addio a lei che è stata forse l'amore della mia vita. E non dico altro perché ho detto anche troppo.
Ho citato questo film perché la protagonista assomigliava molto a lei........
L'addio al Liceo, a uno dei periodi più belli della mia vita. Cinque anni fantastici, con alti e bassi ovviamente, ma di cui conservo solo ricordi belli (un motivo ci sarà). Ho dedicato pure una playlist a quel mitico 1985.........
L'addio al calcio, ai tornei con gli amici, alle partitelle infrasettimanali. Rottura del legamento crociato, fine della discussione (non era mica un professionista e che diamine!!!). Però mi è mancato parecchio non poter più tirare calci al pallone (.....giochicchio talvolta con ginocchiera ma ormai......e temo che la passione di una volta si sia rotta con quel legamento).
Addio pure al calcio come lo ricordavo io, e mi collego a quanto scritto da @marcopolo. Addio alle partite alla radio, alle emozioni vissute sulle parole dei radiocronisti di cui distinguevamo il tono al volo. E addio al mercoledì di coppa, per me era sacro, quel giorno non studiavo neanche perché era dedicato alle nostre squadre in Europa (che rimediavano figuracce, eravamo a cavallo tra i 70 e gli 80, quelli forti erano gli altri.....un po' quello che sta succedendo oggi dai....).
Altri tempi, altre emozioni, di internet se ne parlava solo solo sulle pagine di Urania, per me che adoravo il calcio internazionale l'unica fonte di notizie era un celebre settimanale sportivo che dedicava diverse pagine all'argomento.
Allora la febbre era davvero a 90°............
nel 97 vidi le immagini di Iguazù in quella pellicola: nel 2004 sono riuscito ad andarci poi è nato Giamma e tutto è cambiato. ho dovuto dire addio ai viaggi. bella play ed emozionanti i commenti di gianni66
Quando la televisione cannibale non si era ancora mangiata tutto e le partite si giocavano tutte la domenica e alla stessa ora e si andava quindi allo stadio (o al campetto di paese) per vivere un'esperienza sociale prima ancora che sportiva. E per vivere le imprese di Baggio o Maradona bastava Tutto il calcio minuto per minuto...
'Tis better to have loved and lost / Than never to have loved at all (È meglio aver amato e perso / che non aver amato mai)
(Alfred Tennyson "In Memoriam")
The dark side of the love. Perché l'amore va non soltanto vissuto, ma anche interpretato. Il film sembra parlare d'altro ma l'espressione di Clooney nel prefinale non lascia dubbi: le cose belle finiscono, se ad esse ci abbandoniamo senza alcun senso critico.
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