Il cacciatore di indiani
- Western
- USA
- durata 88'
Titolo originale The Indian Fighter
Regia di André De Toth
Con Kirk Douglas, Walter Matthau, Lon Chaney jr., Elsa Martinelli

Alcuni notissimi, altri meno: ma tutti credo meritino di essere almeno conosciuti.
E fra essi uno - cui ho dedicato la copertina - che, benchè considerato poco più che sufficiente e non da tutti, a me (dopo averlo rivisto attentamente un paio di volte) sembra proprio imperdibile: "Il mio corpo ti scalderà".
Esordio di Jane Russell ventenne, meravigliosa Rio "quasi" in grado di competere come fascino, per Billy Kid e Doc Holliday, col cavallo Red.
Buona visione!
7.10.16 ore 16, cherubino.
Titolo originale The Indian Fighter
Regia di André De Toth
Con Kirk Douglas, Walter Matthau, Lon Chaney jr., Elsa Martinelli
Titolo originale Fort Apache
Regia di John Ford
Con Henry Fonda, John Wayne, Shirley Temple, John Agar, Ward Bond, Pedro Armendariz
Titolo originale Northwest Passage
Regia di King Vidor
Con Spencer Tracy, Robert Young, Ruth Hussey, Walter Brennan
Titolo originale Red River
Regia di Howard Hawks
Con John Wayne, Montgomery Clift, Joanne Dru, Walter Brennan
Titolo originale Bite the Bullett
Regia di Richard Brooks
Con Gene Hackman, Candice Bergen, James Coburn, Ben Johnson, Jan-Michael Vincent
Titolo originale The Life and Times of Judge Roy Bean
Regia di John Huston
Con Paul Newman, Ava Gardner, Jacqueline Bisset, Tab Hunter
Titolo originale McLintock!
Regia di Andrew V. McLaglen
Con John Wayne, Maureen O'Hara, Patrick Wayne, Stefanie Powers, Jack Kruschen, Chill Wills
Titolo originale The Outlaw
Regia di Howard Hughes
Con Jack Beutel, Jane Russell, Thomas Mitchell, Walter Huston
https://www.youtube.com/watch?v=uDGy0qbtU5w
e
https://www.youtube.com/watch?v=DuxFa1PEKcQ
(in inglese e a colori e HD)
n° 89
Inoltre, riguardo a Jane Russell:
https://www.youtube.com/watch?v=LaVrbI6qouI
(3 minuti di fotografie)
https://www.youtube.com/watch?v=TUCqYkIGCeo
(25 minuti: "Hollywood Remenbers")
https://www.youtube.com/watch?v=AC1_qIpsLVQ
(45 minuti: "Body and Soul")
Titolo originale Abilene Town
Regia di Edwin L. Marin
Con Randolph Scott, Ann Dvorak, Edgar Buchanan, Rhonda Fleming
Titolo originale Angel and the Badman
Regia di James Edward Grant
Con John Wayne, Gail Russell, Harry Carey, Bruce Cabot, Irene Rich
Titolo originale Rage at Dawn
Regia di Tim Whelan
Con Randolph Scott, Forrest Tucker, J. Carrol Naish, Mala Powers
Titolo originale Ten Wanted Men
Regia di H. Bruce Humberstone
Con Randolph Scott, Jocelyn Brando, Richard Boone, Alfonso Bedoya, Donna Martell
Titolo originale The Deadly Companions
Regia di Sam Peckinpah
Con Brian Keith, Maureen O'Hara, Steve Cochran, Chill Wills, Strother Martin
Titolo originale The Big Trees
Regia di Felix Feist
Con Kirk Douglas, Eve Miller, Patrice Wymore, Edgard Buchanan
Titolo originale The Man from the Alamo
Regia di Budd Boetticher
Con Glenn Ford, Julia Adams, Chill Wills, Hugh O'Brian, Victor Jory
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Mamma mia Jane Russell...che bomba sexy!
Da quel che ho letto, Hawks fu costretto a 11 minuti di tagli... è rimasto quanto basta per immaginare quel che ci siamo persi.
Se mi permetti , stimolato anche dal pertinente commento di Max (Munnyedwards) farei qualche riflessione critica riguardo proprio a "Il mio corpo di scalderà" sul quale ho già detto abbastanza in una ormai vecchissima recensione di molti anni fa e scelto da te come emblema (la foto di copertina) di questa "galoppata" intorno al cinema western di una volta. Io l'ho sempre trovato un film davvero difficile da giudicare oggettivamente a causa non solo dell’edulcorata trasposizione che ci è stata tramandata e che probabilmente lo spoglia di gran parte di quella carica rivoluzionaria che intendeva avere (l’introduzione dell’erotismo nell’universo asessuato del filone western, un tema davvero insolito e anomalo per quei tempi), ma anche delle vicissitudini creative che hanno reso disomogeneo forma e linguaggio (il cambio della mano registica si avverte ed è pesantemente in perdita il passaggio dalla mano di Hawks a quella di Hughes, e questo anche perchè le “sostituzioni” e le modifiche riguardano pure altre fondamentali strutture portanti, compresa la fotografia, visto che solo in un secondo tempo il mitico Gregg Toland al quale è accredita l’impresa, sostituì l’operatore Lucien Ballard a cui si devono le riprese attribuite a Hawks, per altro facilmente riconoscibili e individuabili almeno da parte di chi conosce bene quello che era il suo personalissimo modo di girare. Posso comunque dire per esperienza personale (e tu Franco che sei della mia generazione potrai o confermare o contraddire a seconda di quelle che furono le emozioni che la pellicola seppe risvegliare), che già all’epoca (o comunque in anni vicinissimi alla sua riedizione, visto che nel 1950 non avevo ancora l’età di accesso in sala per la visione di un film in ogni caso e sempre vietato ai minori) rimanemmo già noi, ragazzotti di provincia in preda ai primissimi fermenti ormonali, fortemente delusi dal risultato, trovato ben al disotto delle premesse “pruriginose” che ci avevano attirato in sala pensando di riuscire a vedere chissà quali licenziosità. Vista oggi poi questa storia - parere strettamente personale - può sollecitare al massimo un generoso sorrisetto di sufficiente considerazione compiaciuta. Io la trovo insomma una delle pellicole più invecchiate e offese dall’inesorabile passaggio degli anni che mi sia stato dato di analizzare negli ultimi tempi. A mio avviso rimane infatti poco più di una labile orma attutita degli echi della palese gelosia virile di quel triangolo esclusivamente al maschile con annesso “incomodo” di supporto, che costituisce il motore dell’azione (e maschera, alterandolo malamente, il tema sotterraneo dell’omosessualità), dove la ragazza dal seno dirompente e mastodontico (in un’epoca in cui le protesi erano di là da venire a normalizzare un desiderio di eccesso sempre esistito forse proprio riconducibile all'impronta lasciata dalla pratica dell’allattamento materno) rappresenta semplicemente uno dei poli di una alternativa - non necessariamente contrapposta – donna/cavallo (con evidente preferenza verso il secondo soggetto), relegandola a semplice merce di scambio o, nella migliore delle ipotesi, a strumento “terapeutico” curativo in mancanza di contributi più appropriati e pertinenti (quasi una “borsa d’acqua calda umanizzata”, o ancora e meglio, una coperta elettrica ante litteram) nella scena topica che è l’immagine peculiare del film stesso e che costituì la base e il supporto necessario per avallare in Italia la traduzione del titolo (in originale The Outlaw) nel più ammiccante “Il mio corpo ti scalderà” con il preciso intento di risvegliare forti pulsioni voyeristiche nelle incanaglite platee dell’epoca, creando invero non poche false aspettative. L’usura del tempo e le trasformazioni della società “liberalizzata” (per lo meno sotto questo profilo) della contemporaneità lo mette insomma con le spalle al muto almeno per come ci è arrivato. Sono convinto infatti, che avrebbe forse potuto avere un impatto maggiore e più alti spunti di interesse “critico”, se fosse stato Hawks a terminare l’impresa e se la moralità censoria non avesse contribuito alla restaurazione borghese dei temi eliminando una grossissima fetta della provocazione (è stata una delle opere fra le più martoriate in questo senso). Rimane quindi quasi esclusivamente il valore documentale (e qui si torna a ciò che ha giustamente osservato Max nel suo commento) della prepotente, giunonica bellezza di Jane Russell, davvero difficilmente obliabile e ancora oggi capace di suscitare, con quella generosa scollatura e lo sguardo assassino, forti trasalimenti interiori.
Mi fa piacere, Valerio, che tu abbia qui riportato gran parte della tua recensione di parecchi anni fa.
L'avevo ben presente, così come le vicissitudini del film, la fama della Russell dovuta alle solo foto prima della tardiva proiezione martoriata dai tagli, il rapporto particolare dell'attrice col regista, anche tanti anni più tardi, ecc.
E però ci trovo, in questo film, una innovatività che me lo fa apprezzare oggi ben più di quando anch'io lo vidi tanti anni fa, sia per quanto riguarda cavallo e donna (visti come due diversi tipi di animali da monta, ma fedele il primo e infida la seconda) sia per la scelta dei due interpreti esordienti (questo Billy Kid lo trovo meglio dei tanti successivi) nonchè per le schermaglie dei dialoghi, specie la prima ora.
Prima o dopo, proverò a spiegarmi più diffusamente.
Grazie molte. Franco
Sarà allora molto interessante leggere e confrontarsi con il tuo pensiero (ne hai già dato una succosa anticipazione sulla quale mi ci ritrovo pienamente nel senso anche se poi arrivo a un giudizio definitivo che adesso non mi fa andare oltre la sufficienza).
Molto interessanti le info e le valutazioni di Spopola (Valerio), il film l'ho visto moltissimi anni fa e dovrei riverderlo, resta il fatto che al di là dei tagli su di me ha avuto (per ovvi motivi anagrafici) un impatto meno dirompente, Jane Russell ovviamente è un discorso a parte che esula dal film, la sua carica erotica era cosi prorompente che persino in un epoca come la nostra colpisce e lascia il segno.
Di questa interessantissima (e utilissima) lista proposta di Cherubino confesso con una certa dose di vergogna di aver visto solo due film. La discussione a cui avete però dato vita a proposito de "Il mio corpo ti scalderà" mi ha fatto ora nascere una curiosità incredibile per seguire il link e andare a vedermi almeno quel film.
Saluti,
Marco
Ne sono lieto. Nelle intenzioni di Hawks con questo film doveva soprattutto irrompere il sesso nel film western. Costretto ai tagli, non era facile scegliere le poche immagini che lasciano solo intuire quegli undici minuti mancanti, dei quali si favoleggia nei modi più disparati (nudità della Russell totale o parziale? Addirittura segni del rapporto carnale con Billy? Partita a poker per aggiudicarsi invece il cavallo?).
Essere costretti ad immaginare talvolta è meglio che vedere...voglio dire che a mio parere il film non è stato rovinato anche se le attese (per le quali Jane era già diventata una diva) non poterono essere soddisfatte. E si è costretti a riflettere sulla considerazione della donna non solo secondo i maschi del West ma anche quasi un secolo più tardi.
Ho scritto per errore Hawks anzichè Hughes, ma può darsi anche che l'intenzione fosse di entrambi.
Chiedo scusa. F.
Preghiera ascoltata, vedrò "La meticcia", e poi, ho la garanzia di Max. Ciao, Franco. Antonio.
L'unico che non ho visto è La morte cavalca a Rio Bravo, insieme (ma non sono sicuro), a quello di Edwin L. Marin, regista che vale sempre la pena, insieme a molti altri trattati come spazzatura e che invece sono eccellenti costruttori di western appassionanti e di ottimo gusto avventuroso. Grazie per la segnalazione, l'ho downlodato. Domani leggerò anche l'intervento di @spopola su "Il mio corpo ti (ri)scalderà" (sulla pellicola era scritto col "ri") e gli altri. Un saluto.
Quando si parla di antichi western Andrea non manca mai! Anch'io non ho ancora visto i due film che citi, naturalmente lo farò presto.
Se l'hai rivisto abbastanza di recente, mi farebbe piacere sentire il tuo parere su "Outlaw".
Saluti. Franco
A differenza di @spopola che saluto, fu un film che scoprii da bambino senza saperne niente in anticipo, quindi non avevo idea di, nè colsi, il riferimento all'omosessualità. Fu un film che vidi molte volte a quel tempo, quando mi ritiravo in sala da solo (i miei restavano in cucina). Nessuno mi spiegava niente, nonostante avessi magari già sette o otto anni, probabilmente neppure sapevo cosa fosse l'omosessualità. Del film mi intrigavano l'aspetto sado-masochistico del rapporto tra Billy e Doc, l'umiliazione dell'anziano verso il più giovane, che già scorgevo nella scena del duello nel saloon, quella dove Billy estrae le pistole velocissimo e uccide quel tale. I bambini che gli chiedono di fargli vedere come si spara era una scena che ne innalzava la statura, lo faceva importante, quindi in grado di umiliare. Jane Russell non mi colpiva molto, perchè per me la bellezza era Rita Hayworth in Gilda, qualcosa che mi sembrava personalità (la definizione dei vestiti verso la donna), mentre la Russell era indefinita nel suo essere fisico e non "indicato" dai vestiti. Ancora oggi non mi attira granchè la mera carnalità femminile, è come andare a chiedere un etto di mortadella al supermercato, e probabilmente la Russell che si infilava in un letto nuda non mi prendeva eroticamente, giudicandola una mortadella. Preferivo le gambe di Ann Miller in "Un giorno a New York", che si vedevano sotto il vestito verde mentre ballava. Una donna carnale, attaccata ai sensi, mi sta, francamente, sulle palle, e ritengo la sensualità qualcosa di imperdonabile in una donna, trannè in certi casi. Jane Russell è una delle donne per me più belle, ma all'epoca evidentemente rimanevo indifferente e il fatto che entrasse nel letto nuda serviva solo al motivo dichiarato di far caldo a Billy, senza sottintesi. Per fortuna, nessuno mi spiegava niente, e comunque non sopportavo la presenza dei miei genitori, stavo sempre con l'orecchio teso per cambiar canale se li avessi sentiti avvicinarsi alla sala! Che vitaccia, se ci penso! All'epoca si sentiva se cambiavo canale, c'era un rumore che rivelava tutto. Nulla può sostituire, per me, la classe in una donna, e i vestiti sono parte essenziale nella sua definizione. Mille volte meglio la sofisticata con le calze e la gonna che non mostra niente, ben pettinata, della stronzetta indigesta da spiaggia tutta nuda, tristemente "tutta lì" (ci sono le eccezioni).
Quindi, per me, risaltava solo il rapporto sado-masochistico tra i due uomini, e trovavo del tutto naturale che la donna fosse la seconda scelta dopo il cavallo, perchè non aveva i tratti somatici che volevo, in più sono sempre stato indifferente al seno, non faccio neppure caso al seno di una donna (con eccezioni), non quanta ne faccio alla pettinatura e al viso.
Quindi, la Russell per me, all'epoca, non era il cuore della vicenda, nè potevo cogliere la scena del letto, come dice Valerio, come essenziale e centrale. Inoltre, con l'età, sono sempre rimasto indifferente al tema dell'omosessualità, non lo trovo un tema scabroso, bensì noioso, come del resto la sessualità nei film. Sono ben contento che il sesso abbia risparmiato almeno il western, sebbene abbia sempre cercato i western a sfondo sessuale, ad esempio, mi piacciono le donne vestite da cowboy, ma non è un tema "sessuale", ma solo personale. Le scene di sesso nei film le trovo noiose e inutili, quasi sempre, imbarazzanti non per la nudità quanto per la loro idiozia, come se mi facessero vedere la gente che urina o defeca. Diversamente, mi piacciono certi sottintesi erotici oppure una protagonista che indica per forza il sesso - Barbara Britton in La figlia di Zorro vestita di nero con mascherina, per esempio, ma basta un fazzoletto intorno al collo, nessuna necessità di scaldare Billy Kid col proprio corpo.
Come vedi, non so cosa dirti sul film, se non che ai miei occhi di bambino di otto anni il tema centrale sfuggì, sebbene non del tutto; più che tra omosessuali, per me era un gioco di umiliazioni reciproche, evidentemente già le conoscevo tristemente.
Appena mi riprendo - ora vado a dormire - vedrò di ragionarci meglio.
Meglio di così?!
È un regalo fantastico, questo.
A proposito di scene di sesso e nudo, su youtube hanno caricato The Strangling / Kousatsu (1979) di Kaneto Shindo,
https://youtu.be/lD4Q1feAed4
uno che a mio avviso (è il mio regista preferito dopo Hitchcock e Ford per numero di opere che a me sembrano di qualità) sapeva mettere l'accento al posto giusto in tali scene, trasformandole in elementi emozionali imprescindibili del racconto. Purtroppo non c'è Sanka / Hymn del 1972, forse la sua opera che preferisco in cui la conoscenza del corpo del partner diventa totale (Shunkin, suonatrice di shamisen cieca, non doveva neanche lavarsi le mani dopo essere stata in bagno, visto che Sasuke la serviva in ogni più piccolo dettaglio e ne sappelliva addirittura le feci come fossero stati tesori, mentre lei non si faceva scrupoli a randellarlo per ogni più piccolo errore), ma già questo contiene dramma e burla che vanno a braccetto inimitabilmente, non so se lo vedrai mai, nel caso ti mando i sub italiani che ho tradotto, mancano poche cose, mi ero fermato perchè volevo una traduzione perfetta della canzone Housenka di Tokiko Kato (mi farò aiutare da una amica che sa bene il giappo), visto che detta canzone ricorre per tutto il film, anche canticchiata da Nobuko Otowa. Ho però notato che questo upload manca della lunga scena con sola canzone circa a metà film, mancanza imperdonabile, per cui i timing dei sub andrebbero a farsi benedire, ma potresti sempre sincronizzarli se usi vlc come lettore.
È un film modernissimo, come sempre sa essere Shindo, sull'uccisione del figlio da parte del padre, d'accordo con la madre, e le successive reazioni della società a detta notizia, intelligentemente condensata dal grande regista in un piccolo gruppetto di vicini (una è Tokuko Watanabe, l'attrice che fece Shunkin pochi anni prima) che interloquiscono con loro in forma teatrale, alleggerendo il tono di un film altrimenti troppo pesante nell'argomento trattato. Questo solo per specificare cosa intendo per noia nei film con scene di sesso del tutto inutili, contrapponendo loro questo bellissimo film.
Dimenticavo, se vuoi vederlo è meglio se lo scarichi prima che lo tolgano, anche se comunque è reperibile in altri modi.
Una breve scena di Sanka
https://youtu.be/6ZpPGrINVSs
Qui la canzone Housenka
https://www.youtube.com/watch?v=T-pTxs8r_2s
Non so che dire ...sei veramente una fonte di sorprese!
Vedrò The Strangling che sicuramente apprezzerò anche seza conoscere la lingua.
Come in passato, ti ringrazio molto davvero.
Franco
Senza sottotitoli non penso sia comprensibile, meglio se lasci perdere, finisce che parlo di cose che non c'entrano niente.
Ho dato un'occhiata a "Il mio corpo ti scalderà" su Youtube, ma è ridoppiato. Non ne ho neanche una copia, a parte un dvd in lingua originale, devo provvedere, il mio amico che chiamo "Il Galletto", di un venticinque anni più anziano di me (osa avere opinioni diverse dalle mie e non abbassa la cresta) mi darà sicuramente il dvd (non abbasserà la cresta, ma mi dà sempre un sacco di film, ora mi ha prestato "Due bandiere all'Ovest" che vidi anni fa e una volta mi ha perfino chiesto quali western preferissi vedere, così avrebbe comprato prima quelli. Sarebbe perfetto, se non fosse un galletto). Non sono sicuro fosse arrivata da noi la versione da circa due ore, bensì una da 90 minuti circa, un po' come accadde a Il fiume rosso.
Il western era qualcosa di fisico, quando ero bambino, che brivido provavo a vederli vestiti coi cappelli da cowboy! La diligenza in quel bel bianco e nero, le ombre, i paesi... tipici del western anni '40. Quell'aria non si è mai più respirata nei film successivi, non mi interessa che siano più adulti, senza quell'aria da respirare non è western, non il mio.
Pensa che tutti i western che ho visto in seguito, li ho visti solo per vedere se mi riusciva di ricreare quella sensazione. Inoltre, consideravo di aver appeso le scarpe al chiodo come spettatore dopo i 14-15 anni, desideravo rivedere quello che avevo visto e di cui non avevo annotato il titolo: no future, solo ricerca del tempo perduto! Leggevo sempre le liste di western, sapevo a memoria le date anche di quelli mai visti, un po' di anni fa. Sperando sempre di ricreare quei giorni. Sai come fa il mio odiato Tarantino, che anche nelle pellicole ricrea l'usura delle stesse apposta... ricordo i colori sulla tv svizzera del western, era un altro western che rimpiango.
Così non ne perdevo uno, perfino titoletti come Il fuggiasco di Santa Fè, mi ero detto che dovevo vederli tutti, proprio tutti - Il marchio del bruto... Come ci racconti anche tu proponendoci questi titoli, molti western minori potevano avere qualcosa di indimenticabile, di unico. Il topo morto e imbalsamato portafortuna del cattivo di Duello a Forte Smith di Gordon Douglas, ad esempio. Il tipo che si nasconde sotto terra in Red Sundown... quanti buoni western di cui non ci si ricorda. Alcuni non sono neanche mai arrivati, come il ciclo di Tim Holt che ho visto qualche anno fa. Fra quelli diretti da Selander ce ne sono due o tre eccelsi, e non solo quelli. Va beh, è l'ora di andare a dormire.
Ma caro amico, vai sempre a dormire dopo le sei del mattino?
Quasi sempre! È un ottimo modo per vedere meno gente. Purtroppo Dio, nella sua infinita bontà, ha creato il sabato e la domenica, e vale anche in parte per il venerdì, giorni in cui te la trovi tra i piedi, la gente, anche a notte inoltrata perchè va a spendere i soldi inutilmente guadagnati al servizio del padrone, chi in disco, chi al bar, chi in posti ovviamente più isolati (magari fossero tutti sempre occupati col sesso, grandioso, grandiosissimo, secondo dopo secondo, isolati ben bene, quando non lavorano, ma sempre con la dovuta cautela per non correre il rischio di riprodursi, altrimenti, a mali estremi, piuttosto che isolati - loro e il sesso - è meglio se si schiantano in auto ["meglio sarebbe se si schiantassero in auto", non so quale delle due versioni suoni meglio; la prima forse, sa di bestia]).
Visto che a parte il bell'intervento critico di @spopola e quello autobiografico del sottoscritto nessuno o quasi dice niente, tanto vale raccontarci delle storie. Girando il web, ho trovato questo bel raccontino semplice semplice, che forse conosci, ma a me è piaciuto rileggerlo molte volte:
In un villaggio, un nonno saggio mette alla prova i quattro nipoti, tre maschi e una femmina.
“Ciascuno di voi deve prendere una gallina e ucciderla in un posto dove nessuno possa vederlo. Chi lo farà meglio riceverà in dono questo flauto di legno fatto con le mie mani”.
I ragazzi e la bambina si mettono all’opera decisi a guadagnarsi il trofeo.
Dopo un po’ di tempo ritorna il primo, e posando ai piedi del vecchio la gallina morta, lo informa tutto orgoglioso:
“Anche se in giro c’è un sacco di gente sono andato nel bosco, mi sono arrampicato sull’albero e lassù, nascosto fra i rami, l’ho sgozzata.”
Arriva il secondo nipote, anche lui tutto orgoglioso, e posa ai piedi del nonno la gallina morta.
“Mi sono tuffato nel fiume con lei, e sott’acqua le ho aperto il ventre…”
Il terzo ragazzo, anche lui con un’aria trionfante, consegna il suo animale morto.
“Sono andato al cimitero e, nascosto all’ombra di una tomba, le ho tirato il collo.”
La bambina invece arriva tutta triste con la sua gallina in braccio, viva.
Il saggio le domanda:
“Che cosa è successo, signorina? Forse nel villaggio e dintorni non c’è nessun posto dove non ci sia gente?”
“No, non è quello, nonno. Ci avete detto di uccidere la gallina dove non ci vedesse nessuno. Ma per quanto deserti fossero i posti in cui sono stata, la gallina mi guardava sempre.”
E il vecchio, con un grande sorriso, consegna alla bambina il suo flauto di legno.
Nottambulo e solitario, dunque.. e la neve vola!
Il raccontino no, non lo conoscevo: nonno cherubino apprezza e ringrazia.
Grazie Franco,una playlist che mi piace....io sono gia' contento che tu abbia ricordato il "grande" Randolph Scott ne LA BANDA DEI DIECI.....bye
Ricorderai forse che Randy per me è stata una scoperta recente. Qui di suoi film ce ne sono tre, che vedrò al più presto.
lo chiamavano il Wayne dei poveri....per me era un'offesa....
Ti capisco... Fu un attore che meritava più considerazione. Te lo dice uno che lo ha scoperto solo un anno fa, peraltro in due ottimi film (Nevada Express e Cacciatori di frontiera, di cui il secondo per me è un capolavoro) che però non credo proprio possano essere giudicati "di serie B". Infatti furono diretti entrambi da un ottimo regista (Andre De Toth).
Ecco, oggi ho visto La banda dei dieci e questo indubbiamente lo è, di serie B: tu stesso ne hai fatto un commento concludendo con un "discreto" che per un fan come te non è certo vicino alla sufficienza. Ma non è certo colpa di Randy, che meriterebbe "come minimo" la sua foto qui sul nostro sito!
Una curiosità: girato in 22 giorni (non certo con grandi mezzi) e "sono tutti mancini"! Pellicola a rovescio, come vederlo in uno specchio.
Mi sono espresso forse male: intendevo dire che si faticherebbe ad arrivare a 3 stelle...
L'attore che impersona "l'agente speciale Pinkerton sembra un sessantenne che trattiene il respiro per nascondere la pancia, ma è un buon film e vale la pena guardarlo. La corruzione e avidità imperanti (e null'altro) fanno pensare a "Il buono, il brutto e il cattivo".
Mala Powers è una stupenda ragazza col complesso di Edipo, per come si beve volentieri la ridicola panzana che il protagonista racconta dicendo di avere 35 anni.
Solo mi chiedo : ma è davvero così facile staccare un vagone da un treno in corsa ?
... una panzana tira l'altra... (Randy aveva 57 anni all'epoca)
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