Un buon titolo (ovvero di come un titolo oggettivamente più onesto e sincero potrebbe meglio indurre alla visione ma anche no di un'opera cosiddetta cinematografica. Forse.)
Capita - come in effetti è capitato, capiterà e capitolerà tra capitomboli linguistici e decapitazioni semantiche se mai antiche menti s'intrigarono in cappellate verbali a tal punto che un punto fare la differenz(iat)a potrebbe -, che il titolo di un film appaia un pelino difforme dalla natura-fattura del film stesso. Magari ingannatorio o ingannevole, o furbo, ammiccante, sbagliato, sballato e confuso e infelice, ridicolo, mumblecoroso, catarroso, fuori di testa, fuori da ogni logica, fuori da selvagge traduzioni ecc.. Avete capito, spero. Le dinamiche della gentile arte della titolistica, si sa, sono perverse, talora immonde, e incomprensibili ai più (come ai meno, come ai per. Ai diviso no perché vogliono sta' sempre exit. E uscitevi, su). Di seguito una carrellata quanto mai inappellabile, infallibile, inconfutabile di esempi recenti che un gruppo di pensatori illuminati ruminò tra umide mura in garruli simposi ove granitica ragion critica s'impose.
[p.s.#1: bando a buonismi ed equilibrismi, bando a lagnanze pesanti come lasagne, bando al politically correct e agli inglesismi superflui come peli a bagno nell'umor acqueo, bando ai bandi imbanditi da sbandati sbendati della banda di donabbondisti. Abbondonatevi, sfogatevi]
[p.s. 666: a proposito di titoli: si invita la gentile utenza a seguire i diabolici enigmi architettati dal sommo Rototom nella rubrica The Mask per la rivista cartacea. Follow the Roto!]
Ovvero, "Le tanto commoventi avventure di due tenere simpatiche matterelle". Presidenziale, con sottotitolo con delega alle istruzioni per l'uso: "Si ride, si piange, ci si emoziona e poi si torna a casa migliori". Fiumi di parole, fiumi di elogi, fiumi di fumi neuronali e d'inchiostro virtuale per le deliziose protagoniste così toccanti, per la storia così toccante, per il regista bravo-ma-così-bravo a saper toccare certe corde dell'emozione che quasi quasi ti ci impiccheresti, con quelle corde. Potremmo definirlo tranquillamente il film del decennio, il film dell'anno, il film del mese di gennaio pure se è uscito a maggio. Riempirà le liste dei preferiti a fine stagione (per chi se lo ricorderà). Poteva essere Rasoio-mattatoio-pazzatoio invece è Amici. Toccat(ev)i (tutti quanti).
Ovvero, "Captain America: Condominium's war". Gaie sgonfie scazzottate, logorroiche sedute amical-condominiali ed emorroidali soapoperismi bromance di gente bardata a carnevale - alcuni con superpoteri altri con superchissàcosa altre con superpoppe - in luoghi tristi e anonimi e isolati per non far male a nessuno. Che "botte" (si fa per dire) se incontri quegli orsacchiotti mattacchioni dei supereroi disneyiani-marveliani-fidi come cani. Il resto è pretesto, puro contesto, grasso concerto-evento. Contorno. Ma di quello stoppaccioso, assai poco invitante, che non ingurgiteresti nemmeno se fosse Scarlett Johansson in persona a imboccarti [ok, non iperbolavo così dal 1977, peraltro non essendo ancora nato. Comunque dice il saggio che anche una balla clamorosa serve a dar forza alla tesi e tesi allo sforzo pelvico-rettale. Non rompete].
Ovvero, "La quindicimillesima vaccata YA". Sottotitolo: "Y.A.w.n.". La quintessenza della cinematografica assenza. Ma poi, 'sti benedetti young, diventeranno finalmente e definitivamente adult, no? Avranno certo tutti i diritti di questo e di qualsiasi altro mondo ostile o meno, ad intentare una class action contro studios e compagnia cantante (le peggiori note dell'intrattenimento teen farcito di scenari postapocalittici, eroine ed eroini, amorazzi interspecie, morali spicce e buonismi tumorali) che li hanno letteralmente bombardati per anni di stronzate di film alla ricerca spasmodica della new sensation ... Ma non era meglio drogarsi? Gioventù abbrustolita.
Ovvero, "Corrispondenze di putrescenti sensi. Stalker dall'aldilà (e tu, spettatore, vivrai nel terrore!!". Previsto, in fase di lancio, un gioco interattivo sul web: digitando undici volte sulla tastiera un'espressione a scelta o a caso o alla membro di canide tra «Un'altra altera tornatorata tarantolata», «Quel gran pezzo della Olga Peppuccio la (di)lapida come tonno nel Volga», «Chi trova un amico trova un servizio segreto» ed infine «Ed, Vafammocc!» in palio un rompiballe personale 24h interdimensionale pronto a perseguitarvi fin nei più reconditi meandri fisici, virtuali, digitali e astrali. Che castroneria di film! Così brutto così (pres)untuoso così tarzanelloso che quasi meglio un'esperienza post mortem che non puoi (più) raccontare o finanche un binge watching di Settimo Cielo (l'Orrore ... l'Orrore) ...
Ovvero, "DeNiro rinco#####ito" (opus # 423). Ok, ma che scusa ha Zac Efron? Ché almeno quell'altro c'ha una storia e un pedigree di razza (buttato nel cacatoio senza tirare lo sciacquone, ma vabbè ormai gira così: modalità rassegnazione ON). Che poi, Bob a parte, 'sto filmetto è così idiota e insulso che manco è capace di (re)stare sul rozzo triviale: ma morali(smi) e sani valori da due sterline svalutate se li infilassero su per i sacri condotti anali (raggrinziti). Toh, l'idea per un altro gustosissimo sketch!
Ovvero, "In the mood for mocio". [chiedo venia e venefiche iniezioni di vinosa virtute per l'autocitazione: ho testé fatto cento flessioni immaginarie, centodue riflessioni vaginarie, due giri fuori campo di neuroni in libera uscita ... che non sono più tornati! Tutto si crea tutto si spiega ...] Certo certo, anzitempo prevengo e accolgo le già numerose obiezioni: e si parla pure del ruolo della donna, e la pubblicità, e la tivvù, e le famiglie disfunzionali, e l'american dream, e i self-made (wo)men, e i 'ma-quanto-è-brava-quanto-è-gnocca-Jennifer Lawrence' ... tutto quello che si vuole, e anche di più. Tanto, basta passare il mocio su un film che non propone nulla di nuovo né di rilevante né di obiettivamente interessante, e tutto torna lindo. Riavvolgete il mocio. [si accettano scommesse sui prossimi biopic, ché rimangono sempre meno personaggi e storie da sfruttare o remakizzare ... Alcune idee solo per voi, gratis eh: il geniale moccioso che ha inventato i tergicristalli; l'incredibile - e mai raccontata prima - vicenda sulla nascita della criptica espressione 'due di picche'; la grande cospirazione dietro le telefonate al lavoro all'ultimo secondo mentre già pensavi a solide realtà e bagnati sogni; gli ideatori del prodigioso codice binario a cui obbediscono come automi ridardati i grillini ... Fate girare ... CLICCA QUI !!1!!!11!1!!]
Ovvero, "Mi (e vi) confesso: du palle!". Tu chiamale, se vuoi, evacuazioni autoriali. Impossibile prenderlo sul serio, questo accumulo sbobboso insensato, ottuso, ridicolmente ingenuo ma parimenti altamente pretenzioso di "verità"-supposte che tanto vorrebbero introdursi in calde cavità. Una roba irricevibile, il cianciare furiosamente borioso di formule magiche, manovre dell'Apocalisse, algoritmi segreti, gallerie di figure deformate da uno sguardo evidentemente fuori da qualsiasi realtà, strategie definitive, così come le "nobili" suggestioni filosofico-spirituali-intellettuali e frate Servillo asservito alla nobile causa (di darsi delle arie puzzolenti) ... Se ne andò per lidi autoriali ma aveva sbagliato posto ...
Non ci sono nick associati al tuo profilo Facebook, ma c'è un nick con lo stesso indirizzo email: abbiamo mandato un memo con i dati per fare login. Puoi collegare il tuo nick FilmTv.it col profilo Facebook dalla tua home page personale.
Non ci sono nick associati al tuo profilo Facebook? Vuoi registrarti ora? Ci vorranno pochi istanti. Ok
Commento (opzionale)