Le abbiamo voluto bene, non era solo bellissima, sembrava "una di noi", certo riuscita molto bene ma non inarrivabile, poteva essere la fidanzata di cui andare fieri (come era accaduto a Mario Marenco).
In realtà era più fragile di tanti di noi e meritava la cura con cui si deve trattare tutto quel che è prezioso, la "divina creatura".
Uno scatto fotografico "al naturale" catturato nel 1975 da Giuseppe Patroni Griffi, regista del film con quel titolo, sembra proprio confermare che non era definizione immeritata:
Ma io preferisco proporvi una "innocente" immagine di lei sorridente, felice, come forse poteva essere per tutta la vita se non fosse stata considerata "la donna più bella del mondo", come la definì Luchino Visconti, che ne aveva viste tante (ed era in grado di giudicare con lucidità).
Il fatto è che probabilmente era adatta ad una vita "normale", appunto come una di noi.
Questo doveva essere, oggi pomeriggio, un Post estemporaneo che mi è venuto di scrivere come breve modesto omaggio all'amatissima Laura quando mi è capitato di sentire dalla tv (non la stavo seguendo, ho sentito solo poche parole), che da un anno la divina creatura era diventata "una delle stelle più belle del cielo".
ore 23 del 22.6.16 cherubino (che avrebbe potuto essere tuo compagno di classe e tuo amico)
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