Mettiamo subito in chiaro una cosa: non sono un attore e non ho alcuna aspirazione a diventarlo però immagino sia successo a tutti, almeno una volta, guardando un film, di pensare che sarebbe stato divertente essere l’interprete di quella particolare parte che, in qualche modo, ci ha colpito. Non parlo dell’immedesimazione nel personaggio ma più nel ruolo dell’attore che lo ha rappresentato. In questa playlist ho racchiuso sette interpretazioni che mi hanno procurato questa sensazione e che avrei voluto rubare, farle mie in qualche modo. Nella lista non ho inserito quelle, a mio parere, più scontate come, per esempio, vestire i panni di John Belushi nei Blues Brothers, giocare a scacchi con la morte invece di Max von Sydow ne Il settimo sigillo o essere inseguito da centinaia di donne al posto di Busten Keaton in Seven Chances.
Non cambierei una virgola delle loro performance e mi vergogno di aver potuto pensare di mettermi al loro posto ma, ovviamente, questo è un gioco, una fantasia, un espediente per parlare del cinema che ci piace. Per questo motivo sono molto curioso di sapere quali interpretazioni avreste voluto fare voi.
Non potevo non iniziare con il mitico Rod Steiger che fa il peòn e che omaggio con il mio nickname. E’ vero che Juan Miranda non è il miglior personaggio scritto da Leone, probabilmente troppo bidimensionale, ma è da sempre nel mio cuore. Un brigante sporco, grossolano che non si fida di nessuno e che non ha mai contato i suoi figli. Tutto il discorso sulla rivoluzione fa capire quanto questa gente fosse sfinita “Il mio paese? Il mio paese siamo io e i miei figli” ma poi ci si butta lo stesso in mezzo a questa rivoluzione e i motivi sembrano i meno poetici anche se alla fine si spera sempre di cambiare in meglio le cose. Il confronto iniziale con i ricchi nella diligenza è di altissimo livello e il primissimo piano leoniano nella scena finale mentre dice “E adesso, io?” con l’alzarsi della colonna sonora di Morricone mi fa sempre venir voglia di rivedere, subito, il film da capo.
Con Charles Chaplin, Martha Raye, Isobel Elson, Marilyn Nash, Irving Bacon
Dopo l’immortale icona dell’omino vagabondo Charlie Chaplin interpreta questo Henri Verdoux in maniera sublime. Perfetta combinazione di goffaggine, simpatia, cattiveria, galanteria, spregiudicatezza, comicità, crudeltà e amore che si rimane senza parole. Critica feroce alla società capitalistica pre e post ’29. La scena con la ragazza è pura poesia e il finale gigantesco.
Con Gian Maria Volonté, Florinda Bolkan, Gianni Santuccio, Orazio Orlando
In streaming su Now TV
Mi sono montato la testa. Dopo Chaplin anche Volontè. Ma quando si gioca e si sogna bisogna volare alti. A parte gli scherzi, Gian Maria Volontè non poteva mancare essendo il mio attore preferito. Questa critica grottesca al potere costituito da parte di Elio Petri viene messa in scena con un’interpretazione in cui Volontè dona anima e corpo a un personaggio mitico quanto controverso. Difficile vedere un’interpretazione sempre sopra le righe senza cadere mai di tono. “Pannunzio,…Pannunzio!” “Tu non sei un cavallo!” e tutto il discorso di insediamento alla direzione dell’ufficio politico sono difficili da dimenticare.
Bogart! Bisogna essere pazzi per pensare di rubargli la parte. A me basterebbe anche solo la particina di un qualsiasi film in cui faceva il caratterista. Ma vogliamo mettere fare questi duetti con la Bacall!
Volevo inserire Il grande Lebowski ma dopo aver visto questo film di Paul Thomas Anderson mi sono stupito del protagonista. A 17/18 anni avevo gli stessi capelli e le stesse basette del personaggio di Joaquin Phoenix. Quindi l’immedesimazione è stata naturale. Altro che Stanislavskij.
Con Gene Wilder, Peter Boyle, Marty Feldman, Teri Garr, Cloris Leachman, Madeline Kahn
Lo sguardo allucinato di Gene Wilder e i suoi tempi comici da sempre mi fanno morire. In questo film rido per qualsiasi cosa. La meticolosa scenografia, la fotografia e la regia che riprendono gli elementi e i toni dei film di genere anni trenta amplificano la parte comica. Battute come “Hai fatto un verso da ghiottone”, “Il mio nome è Frankenstain!”, “Sedatavo??”, “Si... può... fare!” sono solo un piccolo esempio di quelle che mi basta ricordare per ridere da solo. Come sto facendo adesso.
Probabilmente vale il discorso contrario di quello che ho scritto per Indagine. Qui l’istrione Jim Carrey stupisce per la sua interpretazione tutta di sottrazione, smarrito e candido senza alzare mai i toni. Come non immaginarsi davanti all’uscita del Truman Show a dire: “Casomai non vi rivedessi, buon pomeriggio, buonasera e buonanotte!”
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