Ne abbiamo contati 14 (ma magari nel conto ci siamo pure persi qualcosa, anche perché davano in uscita pure il documentario La memoria dell'acqua, di Guzman, attualmente non pervenuto). È un'abbondanza straripante dove si trova di tutto, compresi film premiati e fondi di magazzino. Quando è così, si sa, vuol dire che gli schermi sono molto distribuiti: non a caso il meglio distribuito è il film con Boldi, che andrà in 350 sale, mentre solo gli altri primi quattro della lista qui sotto supereranno le 200.
Comunque a ben guardare (e a ben cercare, visto il basso numero di cope virtuali) ci sono anche film che potrebbero chiamare l'attenzione di chi va cercando cinema autoriale, opere premiate che hanno già riscosso recensioni convinte e film da scoprire.
Sa un po' di operazione nostalgia il film di Giulio Base con Massimo Boldi e Max Tortora, coppia buddy-buddy, antropologicamente differente (?) costretta a dividere un viaggio premio aziendale a Praga. Per dire che si tratta di comicità grossolana e casareccia basta il trailer. Per tutto il resto c'è Mastercard.
Con la regia dell'australiana Jocelyn Moorhouse, che non dirigeva dal lontano 1997, ecco una commedia brillante ambientata negli anni '50 in Australia e dedicata al potere della seduzione femminile: la fa da mattatrice Kate Winslet, nei panni di una sofisticata creatrice di moda che torna nella natìa (e ancora assai provinciale) Australia, pronta a mettere soqquadro convenzioni bigotte e retrograde. La assistono Liam Hemsworth, Hugo Weaving, Sarah Snook e Judy Davis.
È del 2013 il cartone animato che arriva ora nelle sale: una storia fantascientifica e fantasiosa costruita su un plot decisamente ordinario con due fratelli alieni che devono unire le loro forze per fronteggiare un nemico che minaccia l'intero loro pianeta.
Selezionato per il concorso del Cannes Film Festival dello scorso anno (dove - va detto a onor di cronaca - è stato accolto da fischi e risate), l'ultimo film di Van Sant schiera un grande cast con Naomi Watts, Ken Watanabe, Matthew McConaughey impegnati in una storia drammatica sulla vita, la morte, il dolore e l'amore, il suicidio e la redenzione. Ambientata in Giappone.
Luci e ombre della scena rap e hip-hop italiana in un film che - quasi fosse un 8 Mile nostrano - racconta il percorso del giovane Alex (Diego Germini), dalle stalle della perfieria romana alle stelle di un successo fragile. Nel cast molti nomi dell'hip-hop italiano: da J-Ax a Fedez, a Clementino e Rocco Hunt.
Dan Trachtenberg, fin qui regista di commercial per i grandi marchi internazionali, debutta al cinema con un film che porta su di sé il franchising di Cloverfield, il film catastrofista del 2008, e lo zampino di J. J. Abrahams (qui, come spesso, solo produttore). Tuttavia siamo lontani dagli eccessi roboanti del film originale e il film di Trachtenberg si qualifica più come thriller fantascientifico con risvolti psicologici.
Ci pensava da sette anni la regista Alexandra Léclere. Poi la sua idea grottesca è divenuta di attualità (in realtà lo era già, ma l'Europa non se ne era ancora accorta): cosa succederebbe se la solidarietà sociale - uno die pilastri delle democrazie occidentali - diventasse obbligo? Lo provano sulla loro pelle gli abitanti di un lussuoso condominio parigino, costretti come gli altri a condivere le proprie abitazioni con chi è senza dimora, a causa di un'ondata di freddo e di un governo di sinistra.
La storia dell'uomo che assciurò alla giustizia il criminale nazista Adolf Eichmann: Fritz Bauer, procuratore generale tedesco che pur di compiere il suo dovere decise di contattare il Mossad, macchiandosi di tradimento ma in realtà agendo per superare le trame dei poteri forti che nel dopoguerra avevano interessi a non guardare troppo nel passato recente della nazione.
Il film che ha vinto il premio della Giuria della sezione Un Certain regard allo scorso festival di Cannes è questa opera drammatica del croato Dalibor Matanic che presenta tre storie ambientate in villaggi bosniaci in tre decenni consecutivi, con naturalmente sullo sfondo lo spettro del conflitto etnico e della guerra, nelle sue varie evoluzioni.
Con Maurizio Matteo Merli, Miguel Gobbo Diaz, Ydalia Suarez, Edoardo Purgatori
Cluadiuo Fragasso, che alle spalle ha una davvero lunga carriera - nella triplice veste di regista, sceneggiatore e attore - di film di ogni genere che risale addirittura ai primi ani '70, torna alla regia, questa volta con un film drammatico che ruota intorno alle figure di due giovani italiani, alla loro amicizia e al mondo dei combattimenti clandestini.
Con Ricky Tognazzi, Roberto Farnesi, Remo Girone, Laura Adriani, Andrea Montovoli
Il peggio della rete, come il titolo suggerisce, è al centro del film di Ferlito che tratteggia diverse storie, tutte in qualche modo legate a internet e che parlano di personalità vulnerabili, di psicologie fragili e di solitudine. Cast eterogeneo, che coniuga attori di una certa esperienza - come Remo Girone, Ricky Tognazzi, Roberto Farnesi o Daniela Poggi -con giovani esordienti o alle prime esperienze.
Con Oliver Masucci, Fabian Busch, Christoph Maria Herbst, Katja Riemann, Franziska Wulf
Già presente da alcuni giorni sulla piattaforma Netflix, la commedia grottesca tedesca di David Wnendt parte da un presupposto fantastico - il ritorno di Hitler, "caduto" sulla terra dal passato - per costruire una satira sociale chiara e abbastanza realistica e sconcertante. A dimostrazione che la democrazia è fragile e che il populismo è sempre in agguato. Con tutte le sue derive: possibili, probabili, reali.
Selezionato allo scorso festival di Venezia per le giornate degli Autori (il che di per sé dovrebbe già costituire una garanzia), il film della tunisina Leyla Bouzid si qualifica come possibile scelta per chi ama il cinema cinefilo e indipendente: attraverso la storia di una giovane cantante e del rapporto con sua madre si traccia il cammino recente della Tunisia e di una generazione che ha lottato e lotta, oltre che per la libertà, per quella che in Occidente si definisce come normalità.
Il Pardo per la miglior regia al festival di Locarno 2014 affiora nelle sale (una sala, per il momento, il glorioso cinema Beltrade di Milano, divenuto ormai un piccolo faro nazionale): un'opera politica di Pedro Costa, rispettato autore portoghese, che racconta - in forma mediata e trasversale - la rivoluzione dei garofani, che rovesciò la lunga dittatura del fascista Salazar.
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