Ancora molti nuovi titoli popolano i cinema questo giovedì, proprio come è successo la settimana scorsa (e come sarà in genere in questi mesi), anche se questa volta spiccano alcuni lavori che cercano di conquistare una posizione nelle top ten del botteghino, cosa che invece ai film dello scorso weekend non è affatto riuscita.
Il candidato più forte è senz'altro Il cacciatore e la Regina di ghiaccio, che esce su quasi 600 schermi e che tenta di riprodurre il successo che fu di Magnficent, ancor più di quello del film di cui è il prequel,
Interessante sarà anche misurare i risultati di Veloce come il vento, che va in qualche modo nella stessa direzione di Lo chiamavano Jeeg Robot: ridare fiato al cinema italiano di genere, misurandosi con storie e trattamenti che da tempo non sono appannaggio della nostra cinematografia. Lo vedremo in 340 sale circa, quasi 100 più di quelle che ha avuto il film di Mainetti (che però ha saputo con il tam tam tenere duro a lungo e che ora è candidato a molti David di Donatello).
Gli altri film al di sopra dei 100 schermi sono quattro: il nuovo capitolo su Frankestein (200), la commedia con Sacha Baron Cohen (200), la commedia Troppo napoletano (120) e il biopic Mr Chocolat con Omar Sy (120).
Tutti al di sotto invece gli altri.
Si segnala che sono in questi giorni usciti anche l'edizione restaurata del favoloso film di Louis Malle Ascensore per il patibolo, celebre anche per la notevole colonna sonora di Miles Davis (eseguita in improvvisazione sulla pellicola), e il documentario Hitchock/Truffaut sull'incontro e il dialogo tra i due grandi registi. Nelle sale da domani troveremo poi anche il documentario Che cos'è un Manrico e la commedia Briciole sul mare.
Quanto è bello essere cattiva. Dopo il successo di Maleficent, in cui l'ambasciatrice dell'UNHCR, si è goduta la parte della più bella (e spietata) del Reame, ora è (di nuovo) la volta di Charlize Theron, che riprende la parte della Regina Cattiva in un film che è al tempo stesso sequel e spin off di Biancaneve e il cacciatore del 2012. Con lei ora anche Emily Blunt e Jessica Chastain, nelle per lei inedite vesti di guerriera, e naturalmente, come già nel primo film, Chris Hemsworth in quelle del cacciatore.
"Dopo il “supereroe romano” è il turno del “Fast and Furious alla bolognese" (Supadany, recensione). Il film di Matteo Rovere segna un nuovo tentativo di portare nuova linfa nel cinema italiano, questa volta portandoci nel mondo delle corse - non quelle di Formula 1, ma quelle del campionato GT (e dei circuiti clandestini). Già alcuni ne parlano bene, promuovendo l'opera del regista, che sin qui non aveva convinto, la presenza della giovane protagonista esordiente Matilda De Angelis e quella di Stefano Accorsi.
Anche Sacha Baron Cohen, in pausa dal 2012, torna alla commedia, spezzando il sodalizio che lo legava a Larry Charles - regista dei suoi film più famosi - e passando sotto la direzione di Louis Leterrier (The Transporter, Danny the Dog, L'incredibile Hulk, Now You See Me...). Per il regista francese, ormai adottato da Hollywood, però è la prima commedia, demenziale per di più, come solo Baron Cohen può esserlo.
Non smette di ispirare il cinema la storia di Frankestein: dopo quella 2.0 di Bernard Rose uscita lo scorso 17 marzo, che ricollocava la storia ai giorni nostri, ora si torna al passato, ma narrando il tutto dal punto di vista di Igor, l'assistente dello scienziato visionario, interpretato da Daniel Radcliffe.
Prodotta da Siani, la commedia di Gianluca Ansanelli ha per protagonista un giovane scugnizzo undicenne sovrappeso e innamorato che finisce da uno piscologo il qale si invaghisce a sua volta della madre del piccolo paziente, da poco vedova. Tra i due - medico e paziente - scatterà un patto di reciproco aiuto.
Omar Sy, dopo Quasi amici, si è conquistato un tale affetto da parte del pubblico (francese e non) tanto da fare "cartellone" da solo. In questo caso però si mette al servizio di un bel biopic, interessante per soggetto e ambientazione: la storia di Rafael Padilla, nato schiavo a Cuba nella seconda metà dell'800 e poi divenuto clown (il primo clown nero, si dice) nel Cirque de Paris, con gran successo, pur se effimero.
Lo chiamarono VE day: il giorno della vittoria in Europa. Fu celebrato l'8 maggio del 1945 e segnò l'accettazione degli Alleati della resa incondizionata dei Nazisti: la fine ufficiale della II guerra mondiale. In Inghilterra fu festa grande, naturalmente, e questo film lo racconta, romanzando ampiamente quella sera in cui la principessa Elisabeth (futura Regina) e sua sorella Margaret se ne uscirono a festeggiare, mescolandosi in incognito tra la folla. Nei panni della Regina madre e in quelli di suo marito Re George VI vi sono Emily Watson e Ruper Everettt, mentre Elizabteth e Margareth sono interpretate da Sarah Gadon e Bel Powley.
Tratto (liberamente) dal romanzo omonimo di Francesca Romano Massaro e Silvana Silvestri, il film di Emanuela Piovano - che torna a girare a sei anni dal suo utlimo lavoro - si concentra sul ritratto di una donna narrato dal punto di vista del figlio: un lavoro che ospita molta nostalgia per il cinema dei tempi che furono.
Opera prima di Adriano Valerio: una storia d'amore che percorre un viaggio "all'incontrario" rispetto alla rotta consueta che dalla Romania (e dai paesi dell'Est europeo in genere) porta all'Italia, raccontando di una coppia che sceglie di vivere nei luoghi che molti abbandonano.
Il Gran premio della giuria al miglior documentario straniero al Sundance 2015 arriva nelle sale: un film che indaga sulle potenziali connessioni tra il famigerato incidente alla centrale nucleare di Chernobyl e la Guerra Fredda. Da sottolienare come le riprese di questo lavoro furono funestate dall'ondata di proteste iniziate a Kiev nel 2013 (e che condussero alla rivoluzione in Ucraina nell'anno successivo) quando il regista venne ferito da un colpo di arma da fuoco.
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