Non è stato facile riunire i miei "magnifici", scegliere e decidere non sono mai state tra le mie virtù più spiccate. Fosse stato per me avrei messo almeno 150 film ma ho finalmente scelto (tranquillizzato dal fatto che si può aggiornare continuamente la lista). Tutte le pellicole rimaste non sono solo film ma ricordi speciali di particolari periodi e molto spesso hanno contribuito alla scoperta di nuovi mondi inesplorati che magari non avrei conosciuto. Come capita a tutti, senza questi film non sarei quello che sono. Per farla breve, l'affetto che provo per queste opere è tale che se qualsiasi sconosciuto mi chiedesse di vedere insieme uno qualsiasi di questi film non potrei che reputarlo all'istante mio amico.
Ricordo che già alle elementari lo ritenevo uno dei miei film preferiti e con un mio caro amico rifacevamo battuta per battuta tutte le scene. Probabilmente sentivamo già che all'interno c'era qualcosa di speciale e unico, non capendo ancora di cosa si trattasse. Crescendo non so se l'ho capito ma comunque rimane un capolavoro! Un antidepressivo naturale.
Il film che mi ha fatto conoscere Carpenter e questo basterebbe. Ringrazio ancora il mio amico di Pavia per avermelo fatto vedere in vacanza( io ricambiai con “Milano calibro 9”, ci siamo trattati bene). Ovviamente cito '97 ma è come se avessi scritto tutti i film del maestro.
L’apice del poliziesco all’italiana, un Di Leo colossale. I primi cinque minuti di film sono avanti di vent’anni e hanno ispirato fior di registi. E poi le testate di Adorf (qui e ne “La mala ordina”) sono micidiali. Senza parlare del discorso politico-sociale che serpeggia all’interno, altro che testate!
Il film che mi ha fatto scoprire e immediatamente innamorare di Gian Maria Volontè. Non voglio analizzare nessuna opera in questa playlist, non so se ne sarei capace ma soprattutto con 22 film non finirei più. A parte tutti i meriti della pellicola, le citazioni kafkiane che adoro, la Bolkan e via dicendo, a me rimane lo stupore della prima volta che ho visto l'interpretazione del mitico Volontè e non mi sono più rispeso.
Con Charles Chaplin, Virginia Cherrill, Florence Lee, Harry Myers, Al Ernest Garcia
Anche in questo caso ho scelto questo titolo per citare tutta la filmografia del regista, il grande Charlie Chaplin. Non c'è niente da fare, dovunque tu sia e qualunque cosa tu stia facendo sarà sempre il momento giusto di mollare tutto e correre a guardare un suo film. Quando gliel'ho fatto vedere alla mia ragazza, che non conosceva molto Chaplin, e a fine film è stata euforica ho capito di aver fatto la scelta giusta. Non del film. E ne abbiamo visto subito un altro. Di film.
La faccio breve, se in una botta sola un film ti fa conoscere Howard Hawks e Humphrey Bogart non può che entrare in questa lista. In più, in questo film, c'è pure tutto il resto.
Con Takashi Shimura, Nobuo Kaneko, Kyoko Seki, Makoto Kobori
Diciamo la verità, più che una lista di film ho fatto una lista di registi e quasi sempre cito l’opera che mi ha aperto la strada alle diverse poetiche. In questo caso “Vivere” non è la pellicola che mi ha fatto entrare nel mondo di Kurasawa ma quella che mi ha fatto definitivamente amare questo regista.
Siamo arrivati a Hitchcock e ho paura che incomincerò a ripetermi quindi cercherò di essere il più essenziale possibile. “Vertigo” è uno dei film che mi ha fatto capire come il cinema sia (o dovrebbe essere) principalmente un’arte e poi volete mettere la seconda entrata in scena a metà film di Kim Novak!
Con Groucho Marx, Harpo Marx, Chico Marx, Zeppo Marx
Il film dei fratelli Marx in cui rido di più. Per me è il film comico per eccellenza, dove si pensa a far nient’altro che ridere. Eppure nei discorsi di Groucho c’è sempre un velo di filosofia e nello sguardo di Harpo un velo di malinconia.
Woody Allen non poteva mancare. Adoro tutti i suoi film. Tranne uno. E tutti sapete a quale mi riferisco. Ho scelto “Manhattan” quasi a caso tra altri sei o sette.
Facevo, penso, seconda media quando in famiglia avevamo finalmente comprato il primo lettore DVD ma non avevamo neanche un film da vedere. Allora chiesi a un mio caro amico se avesse qualche bel DVD e lui mi domandò che tipo di film mi piacessero. Non ricordo cosa gli risposi ma sta di fatto che tornai a casa con “Il buono, il brutto e il cattivo” e da lì probabilmente nacque la mia passione. Dopo una settimana glielo riportai a malincuore ma, essendo un amico, mi imprestò tutti gli altri film di Leone. Tranne “C’era una volta in America” che orgogliosamente, e curiosissimo, lo comprai tutto da solo anni dopo.
Discorso simile a quello per “Il buono, il brutto e il cattivo”. Quando il mio amico ebbe esaurito i film di Leone da imprestarmi fui un po’ amareggiato e gli chiesi se avesse qualcosa di simile. Non so ancora adesso spiegarmi come quel ragazzo di tredici anni, senza poi pensarci su troppo, mi porse il DVD di “Goodfellas”. La copertina mi piacque subito ma, stupidamente, non ero molto convinto sul fatto che c’era il ladro di “Mamma ho perso l’aereo” e ci scherzai ma lui mi rassicurò. Alla sera mi bastò la prima scena e i magnifici titoli di testa per lasciarmi a bocca aperta a godere della mia iniziazione al mondo di Scorsese.
Con Barbara Steele, John Richardson, Ivo Garrani, Andrea Checchi
Indico sempre altre due magnifiche pellicole uscite nel 1960: “Psyco” e “Rocco e i suoi fratelli” perché in entrambi i casi la fotografia è ai massimi livelli. Il film di Bava, senza considerare che non ha avuto gli stessi budget, non perde minimamente e le scenografie, i tagli di luce e i primi piani sono mozzafiato. L’entrata in scena della Steele con i cani al guinzaglio, la quale alla fine di un carrello entra in campo totale poi in campo medio per finire con un primo piano, è un’immagine che rimane impressa nella mente.
Con Silvia Pinal, Enrique Rambal, Jacqueline Andère, Claudio Brook
In streaming su Cultpix
Mi ci sono imbattuto cercando un film in bianco e nero che avevo visto da piccolo ma che ancora oggi non riesco a rintracciare. Per fortuna però ho trovato Bunuel e questa straordinaria storia, la quale mi ha affascinato subito. Leggendo la spiegazione della metafora sulla borghesia mi sono accorto che l’attrattiva iniziale era diventata amore.
Titolo originale And Now for Something Completely Different
Regia di Ian MacNaughton
Con John Cleese, Graham Chapman, Eric Idle, Terry Jones, Michael Palin, Terry Gilliam
“E... ora qualcosa di completamente diverso”. Da “L’angelo sterminatore” sicuramente. Ma poi mica tanto. Anche se probabilmente non è il loro lungometraggio migliore la forza e la velocità di tutte le gag presenti, animate e non, sono formidabili, qualcuna addirittura leggendaria.
Con Adriano Celentano, Claudia Mori, Federica Moro, Gian, Marthe Keller, Sherri Anderson
Se questo film l’avessero fatto i sopracitati Monty Python sarebbe venuto fuori un capolavoro ne sono certo. Visto su rete 4, in vacanza con amici, alle 4 di notte di ritorno da una festaccia, non siamo riusciti ad andare a letto prima che finisse. Sicuramente aiutati dall’ora tarda e dalla serata allegra appena finita, non ricordo di aver mai riso tanto. Siamo stati allucinati dalla visione e il giorno dopo volevamo sapere tutto sul film! E’ ormai un’abitudine con il mio amico di Pavia guardarlo quando ci incontriamo ad agosto e ogni volta andiamo per terra dalle risate. Come dice lui: ”E’ talmente sgangherato che fa il giro e diventa un capolavoro!” Scene top: il finto fermo-immagine con gli attori che si muovono, il diavolo asiatico che incomincia a cantare con la voce di Celentano e, ancora, il povero diavolo che si defeca, non scherzo, nelle mani e tira il tutto su un crocifisso con attaccato un pupazzo con le sembianze di Celentano.
Visto per caso, innamorato di colpo. Il tocco di Kar-wai è perfetto nella sua delicatezza. Triste e malinconico come solo le cose più belle possono essere.
Non ricordo quando lo vidi la prima volta ma la sensazione che mi procurò sì. Moretti mi piace praticamente sempre e in “Bianca” la sua giostra poetica e grottesca si macchia di un’enigmaticità che fa intravedere qualcosa di oscuro.
“La cosa peggiore che può capitare ad un uomo che trascorre molto tempo da solo è quella di non avere immaginazione. La vita, già di per sè noiosa e ripetitiva, diventa in mancanza di fantasia uno spettacolo mortale”. Visto per caso facendo zapping mi ha conquistato subito. Il personaggio di Titta di Girolamo è perfetto. La solitudine è la vera protagonista del film e mette in secondo piano il suo “segreto inconfessabile” anche perché come dice lui: ”La verità è noiosa, amico mio.”
Ultimo in senso cronologico che ho visto ma non ho potuto non inserirlo in questa lista a me cara. Meravigliosamente lento così che puoi godere di tutti i piccoli e grandi elementi che ti vengono serviti. Penso che abbia da dire di più di quanto sembrerebbe ma questo lo vedremo tra qualche anno.
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