Uccise anni fa i due ultimi affettuosi centralissimi Cinema. Sulle rovine del primo innalzarono un deserto bubbone cementizio di presunto extra-lusso e il cinema emigrò nel lunare non-luogo di una periferica multisala (miserando lacerto del misfatto edilizio Panettone-Palacongressi).
Dell’altro non avemmo macerie fumanti su cui versar lacrime: rimasero i muri - sono ancora lì - mummificati e sempre più lerci, le orbite vuote delle sue vetrine, sconcia maschera di morte tra il cafoname dei negozi finto-chic e il lobotomizzato passeggio cittadino.
Oggi chiude la libreriaNuovi Orizzonti.
Due passi più in là, il moloch Mondadori - editore, distributore, libraio e altro - celebra i suoi fasti, monumento all’ottusità del mercato e dei suoi sacerdoti dalle dita adunche.
Amministrazioni cittadine meno insipienti di queste (vecchie e nuove e prossimamente nuove/vecchie) saprebbero che in un paesone di scarsa cultura, di ancor più scarso interesse per i libri, le piccole librerie vanno appoggiate, tutelate ad ogni costo da concorrenze violente, gelosamente conservate come scrigni preziosi, solo antidoto al vuoto di un decerebrato presente.
Oggi perdiamo Nuovi Orizzonti.
Finita la resistenza eroica, finito il cammino controcorrente: contro le devastanti inondazioni di piccole piogge, mai risolte da un Comune incapace perfino di gestire le proprie fogne; contro l’impari concorrenza-schiacciasassi; contro l’indifferenza di una città anestetizzata, senza memoria e senza futuro.
Resterà il luccichio fasullo delle vetrine Mondadori ridondanti di sconti farlocchi, libri-spazzatura, ingannevoli slogan, con le ammucchiate di folle turistiche-natalizie-epifaniche-sanvalentine-festedimammaepapà.
Resteranno i Centri Commerciali dove col prosciutto sbatteremo nel carrello anche un qualsiasi libro sottocosto.
Commessi spaesati, o nessuno, invece del libraio.
Forse alla domanda “Dove trovo Grossman?” ci sentiremo rispondere “Oggi non s’è visto”.
“Se mi chiedi alla fine cosa lascio, lascio un libro che forse potrà aiutare qualcuno a vedere il mondo in modo migliore, a godere di più della propria vita, a vederla in un contesto più grande, come quello che io sento così forte.” Tiziano Terzani
“Amo le dediche sulla prima pagina e le note a margine, mi piace il sentimento fraterno che si prova sfogliando pagine che qualcun altro ha già sfogliato. Leggendo passaggi che qualcun altro, magari da tempo scomparso, ha voluto segnalare alla mia attenzione.”
Regia di Amos Gitai, Luc Dardenne, Jean-Pierre Dardenne, Theo Anghelopoulos, Ethan Coen, Ken Loach, Zhang Yimou, Wong Kar-wai, Nanni Moretti, Takeshi Kitano, Abbas Kiarostami, Atom Egoyan, Joel Coen, Manoel de Oliveira, Wim Wenders, Olivier Assayas, Lars von Trie
Con Josh Brolin, Grant Heslow, Emilie Dequenne, Jérémie Segard
Ce petit coup au coeur quand la lumière s'éteint et que le film commence
Devo a Aristogitone Melampus la scoperta di alcune bobine nascoste sul fondo della libreria Shakespeare & Company. Nessuno aveva più rovistato in quell'ammasso di carte, prove d'autore, diari interrotti dopo l'assalto dei collaborazionisti di Vichy.
"Férdinand rimase fermo sulla porta... non volle entrare, nonostante Drieu lo tirasse per la giacca", dice. "Ce l'aveva a morte con Sartre, lo chiamava Tartre per puro dileggio, ma mai avrebbe mosso un dito... non era violento Déstouches, amava i gatti e la sua ballerina, ma... ", aggiunge scrollando il capo, "Brasillach fu il più duro di tutti... fu lui a bruciare le cronache cinematografiche di Ricciotto Canudo “le Brundisien.".
Si ferma un attimo, pensa un po', poi riprende con foga.
"Scendiamo giù... devo farti vedere qualcosa."
Arrivati giù, Aristogitone si china tra le macerie bruciate ed estrae alcune pagine manoscritte.
"Restano solo queste... nessuno saprà mai nulla di Canudo... un peccato..."
Tace un attimo, poi sbotta.
"Sai che in Italia nessun editore vuole pubblicare la Storia del cinema di Brasillach... non ti sembra una vendetta della storia?".
"Sì", annuisco deglutendo amaro. "La storia si vendica, ma la biblioteca non si salva dall'incendio."
Accenno alle bobine.
"Lascia stare, robaccia", dice disgustato Aristogitone", "la Riefensthal riprese l'incendio, era come indemoniata, 'Dionysus, Dionysus' urlava... è ancora viva, fa caccia subacquea... qualcuno racconta che gli squali non le si avvicinano".
Resta in silenzio, poi:
"Io ci credo, sai?"
L.V. 2010
Non ci sono nick associati al tuo profilo Facebook, ma c'è un nick con lo stesso indirizzo email: abbiamo mandato un memo con i dati per fare login. Puoi collegare il tuo nick FilmTv.it col profilo Facebook dalla tua home page personale.
Non ci sono nick associati al tuo profilo Facebook? Vuoi registrarti ora? Ci vorranno pochi istanti. Ok
Commento (opzionale)