Con molte sale occupate dai film usciti la scorsa settimana - alcuni dei quali hanno avuto ottimi risultati - il numero di schermi disponibili per le nuove uscite di questo weekend è piuttosto contenuto. Ciò non toglie che la commedia di e con Fabio De Luigi, Tiramisù, riesca a conquistare più di 400 schermi, guadagnandosi la prima posizione nella lista dei più distribuiti e quindi con concrete speranze di insidiare la prima posizione nella top ten ai botteghini di lunedì.
In seconda posizione troviamo Gods of Egypt, di Alex Proyas, con 300 schermi mentre il film italiano Lo chiamavano Jeeg Robot esce invece su 250 schermi: se si pensa al difficile percorso produttivo di questa opera d'esordio - che in molti stanno giudicando molto interessante - sono già tante, ma se gli entusiasmi che circondano il film saranno confermati e se il tam tam già ora in corso dovesse moltiplicarsi potrebbero anche risultare poche.
Scendono invece drasticamente ui numeri per i titoli restanti: e se Good Kill raggiunge i 100 schermi, il film di un autore di culto come Charlie Kaufman ne ha appena una ventina, mentre quello del cileno Pablo Larrain, Gran premio della Giuria alla Berlinale 2015, arriva a malapena a 10.
Mentre nei cinema va sempre molto forte Perfetti sconosciuti, una nuova commedia prova la scalata ai botteghini: è quella diretta e interpretata da Fabio De Luigi, che indossa i panni di un rappresentante di prodotti famaceutici dallo scarso successo che scopre, grazie al tiramisu preparato dalla mogliettina, un'inattesa possibilità di scalata professionale.
Alex Proyas (Il corvo; Io, robot) firma la regia di questo fantasy che mescola la mitologia egiziana con l'estetica digitale dei supereffetti e l'immaginario superoesco. Un gigantesco polpettone egizio-pop avventuroso e deflagrante.
È decisamente il film della settimana quello d'esordio di Gabriele Mainetti con Claudio Santamaria protagonista. Perché è di un regista nuovo e giovane, perché è un'operazione insolita e bizzarra, perché Santamaria e Marinelli (anche lui in scena nella parte di uno splendido cattivo) sono ottimi e sono il futuro ormai presente della nuova generazione di attori. Combinando fumetti anni '80 - fantascienza e superoi - con la periferia romana di Tor Bella Monaca, questo lavoro dallo spirito pop e dallo sguardo realista e trasversale, prodotto con fatica e tenacia, applauditissimo alle varie presentazioni (compresa quella a Venezia 2015) è in grado di chiamare - e divertire - un pubblico assai variegato.
Charlie Kaufman (già scenaggiatore di film come Essere John Malkovich, Il ladro di orchidee e Se mi lasci ti cancello) ha una cifra inconfondibile. E ora che è alla sua seconda regia (dopo quello strano, bello e ignorato film che fu Synecdoche New York) il tocco è del tutto riconoscibile, anche se questo è un film di animazione. Pupazzi, sì, ma decisamente tristi, se volete. E poetici. Con quella cupezza stralunata a tratti buffa e spesso malinconica che è il tratto di Kaufman.
Pablo Larrain - regista cileno lanciato dal Torino Film Festival - è approdato ormai sulla scena internazionale. Lo dimostra il suo ultimo film - premiato a Berlino con il Gran premio della giuria - che dopo il fortunato e forse più solare No, i giorni dell'arcobaleno, torna al suo scabroso umanesimo che narra un'umanità livida e pesta, se non colpevole e dannata sicuramente peccatrice e in cerca di espiazione.
Con Kevin Sorbo, Shane Harper, David A.R. White, Dean Cain, Trisha LaFace, Willie Robertson
Ci hanno provato schiere di filosofi e teologi dall'antichità in poi, ci prova ora - nel film di Harold Cronk - John, una matricola devota e cristiano di un liceo americano: in 6 mesi dovrà dimostrare l'esistenza di Dio per contrastare il parere del professore di filosofia. È commedia chiaramente (potreste pensare che sia una farsa), ma negli Stati Uniti, con Trump che si avvia a conquistare il voto dei repubblicani, esistono anche film così.
Andrew Niccol, che aveva diretto Lord of War, torna a occuparsi di guerra e di scenari bellici raccontando - lui che per le ambientazioni nel futuro ha sempre avuto un debole - di un presente che solo poco tempo fa ci sarebbe sembrato inverosimile. La storia è infatti quella del meggior Tommy Ergan, pilota di droni, che combatte i talebani con il joystick ma provocando effetti più che reali, in quel mondo lontano migliaia di miglia da casa e nella sua psiche.
Titolo originale Al-Hob wa Al-Sariqa wa Mashakel Ukhra
Regia di Muayad Alayan
Con Sami Metwasi, Maya Abu Elhayat, Ramzi Maqdisi, Riyad Sliman, Kamel Basha
Altro che Yalla! Qui si parla di jella. È quella del ladro d'auto palestinese che ruba una vettura decisamente sbagliata, considerando il carico nascosto nel portabagagli: un soldato israeliano rapito. Primo lungometraggio del palestinese Muayad Alayan, il film è stato presentato alla sezione Panorama del Festival di Berlino 2015 e ha convinto al punto di meritarsi una distribuzione internazionale, Italia compresa.
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